lunedì 18 gennaio 2010

Gli occhi color del pane

E quindi dopo anni di presunta, supposta, reale che sia, militanza nella sinistra più agguerrita, sabato mi è caduto un altro tabù.

Sono andato in un centro sociale, di quelli veri, occupati, autogestiti, CO – MU – NIS – TA.

Ci suonavano i Gang, con un'accoppiata molto felice, una cover band dei clash, e vai di combat rock.

La Talpa e L'Orologio è un C.S.O.A. di Imperia, la terra del ministro alle inaugurazioni ed al taglio dei nastri, Sua Eminenza Scaiola, colui che qui in liguria tutto sa, tutto vede, tutto gestisce. (E che nel tempo libero da delle botte di rompicoglioni ai morti, così, per tenersi occupato)

Ovvio che non sia proprio proprio ben visto sto posto eh, però nel corso degli anni si è ritagliato una sua storia, una sua coerenza, insomma meritano rispetto.

Anni fa quando lavoravo nella terra di San Scaiola avevo avuto a che fare con alcuni dei ragazzi del centro, che voglio dire, mica ci si lavorava male con loro, ma sono cose di anni fa.

Fatto sta che sabato ci sono andato col checco e col bepi (che lui in sti posti ce lo portiamo un po' come lasciapassare, che con sti cavei ci stava mica male lì dentro né), pissetta, giro a vuoto nelle colline 'mperiesi, bingo!

Capannone isolato in una zona industriale, dentro è spazioso, bel bancone bar, pochi simboli militanti rispetto a quel che credevo, gente sorridente, birette a 2 e 50, poca luce, alcune facce note.

Intanto che aspettiamo l'inizio dei radioclash assisto ad una scena che, una volta di più, mi dimostra quanto i fratelli severini siano distanti secoli luce dal mondo dell'industria musicale e dello showbusiness.

Sono al banco del bar, arriva sandro, chiede una coca, il barista gliela dà e lui coi soldi in mano fa il gesto di pagare.

Il barista lo guarda sbarrando gli occhi e ridendo “MA TU NON DEVI PAGARE”, e sandro stupito “ah beh allora grazie”.

I radioclash mi piacciono, sono una cover band onesta che rispetta e non scimmiotta il gruppo di cui suona le canzoni.

Il cantante è un armadio a 4 ante che da solo occupa mezzo palco, due chitarre, insomma si ascoltano molto molto volentieri e d'altronde coi tempi che corrono sentir suonare una cover di london calling non si rifiuta mai.

I gang sono i gang, lo sai, c'è morricone, la socialdemocrazia, i presunti 40 minuti di diritto costituzionale, il comandante zapatista, sta roba li dai.

Mi sembrano più rodati ed affiatati di aprile, marino non zoppica più, il giovin batterista è molto più sicuro di sé, sandro parte spesso con qualche bel solo di chitarra, in parte penalizzato dall'acustica del capannone.

È incredibile il magnetismo che marino ha sul palco, pur essendo quanto di più lontano dal clichè della rockstar, anzi, mentre suona saluta quelli sotto il palco, chiede da bere, cose del genere, che non gli impediscono però di catturare l'attenzione dei presenti.

Finale tutti insieme con I fought the law, con marino che finita la canzone, mentre stanno scendendo, abbraccia i ragazzi dei radioclash con una felicità ed una gioia che davvero capisci quanto fosse contento di aver suonato con loro.

Tempo fa ho letto la loro biografia e mi sono definitivamente innamorato della loro storia della loro inossidabile coerenza, del loro spirito contadino, fatto di lavoro e condivisione.

È bello sapere che c'è gente come loro in giro.

Ci vediamo il 25 aprile, fino alla fine si va.

domenica 17 gennaio 2010

fino alla fine ed anche oltre

DOMENICA, 17 GENNAIO 2010


L´amaca


MICHELE SERRA

Essendo un gentiluomo, il presidente della Juventus Jean-Claude Blanc ha deciso di non fare ricorso contro la squalifica per razzismo della curva bianconera (inutilmente intitolata a un altro gentiluomo, Gaetano Scirea). Se si vivesse in un paese decente, Blanc e la Juventus potrebbero e dovrebbero rivalersi, in sede civile e penale, contro i capi degli ultras, per i danni materiali e morali che infliggono (da anni) alla società e alla squadra. Ma non lo fanno, perché nemmeno la Fiat, cosiddetto potere forte, osa mettersi contro le bande organizzate che hanno sequestrato, di fatto, gli stadi italiani. Allo stesso modo un altro galantuomo, Moratti, evitò di denunciare i suoi ultras che avevano bombardato con i razzi il portiere del Milan Dida, facendo squalificare il campo.
Quando Fabio Capello osò dire, un paio di mesi fa, che in Italia comandano gli ultras, fu sommerso dalle proteste e dalle smentite dei tartufi e dei codardi che governano il calcio italiano. Ma è la pura verità. Gli ultras fanno licenziare allenatori (Bergamo), picchiano a sangue giornalisti (Lazio), interrompono un derby per procurato allarme (Roma), fanno squalificare i campi e dunque alterano la regolarità dei campionati. Che deve accadere ancora, perché ci si renda conto che gli stadi sono la quarta regione italiana (oltre a Sicilia, Calabria e Campania) nelle mani della malavita?

venerdì 15 gennaio 2010

Kingdom of days



allora, posso dire una cosa?
dopo sta foto per me ha guadagnato 100mila punti, a parte il costume ma vai a spiegare l'eleganza agli americani, che è come lavare la testa agli asini.
a me onestamente frega un cazzo del suo ruolo nella band, ma come persona ha un'importanza fondamentale nella vita di bruce, quindi la stimo e nel 1988 mi faceva pure un pò sesso.
vederla così a me fa pensare che bruce è un grande anche in questo, nella quotidianità, la vita va avanti e loro vanno avanti insieme
che hanno poco da dire che bruce ha il fisicaccio, bruce mica ha sputato fuori 3 figli; zio cane non so dove ho letto che lei dovrebbe tenersi di + per meritarsi il marito che ha, mavaffanculovà, a 56 anni con 3 gravidanse, non si vestisse da mussulmana sarebbe perfetta. (anche se, per me, ha una specie di muta da sub, forse, ma ricordo ancora il completino intiero di bruce, quindi taccio)
perfetta proprio per il marito che ha, che della normalità e della quotidianità ne ha fatto Arte come nessun altro al mondo.
il giorno che vedrò bruce con una platinata, tacco 25 e unghie laccate, quello sarà il giorno in cui mi avrà tradito, non se facesse dei dischi brutti.
this is the kingdom of days.