Fare parte dell'associazione culturale zoo è una delle scelte migliori che abbia fatto ed ha influenzato molto la mia vita (ed il mio tempo libero) degli ultimi 4 anni.
Organizzare Su la testa è tanto stancante quanto gratificante e se oggi posso perfino giocare allo speaker radiofonico, beh vi assicuro che molto dipende dalla prima volta che sono andato a riunione a casa Geddo.
Non potevo non unire queste due cose e dedicare una puntata alle dieci edizioni del festival. Una carrellata di artisti che hanno reso la nostra una storia che vale la pena di raccontare.
Ecco i pezzi trasmessi ieri sera
zibba & vittorio de scalzi - o mae ma
andrea parodi & claudio lolli - per non sentirci soli
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Prima puntata della seconda stagione di Come Don Chsciotte sulla webradioRadio Gazzarra. Puntata dedicata interamente ai partecipanti al Contest Non Competitivo che si è concluso sabato ad Albenga e che sabato prossimo invece si trasformerà nella festa finale in attesa del Festival Su La Testache si svolgerà dal 3 al 5 dicembre al Cinema Teatro Ambra di Albenga Ecco gli artisti ascoltati edoardo chiesa – nati vecchi doremiflo – irrequieta clemente – l’uomo senza verità dagma sogna – ormai è tardi ginez e il bulbo della ventola – rapina the lonesome picking pines – fuorilegge joe garibaldi – who am i? ramon gabardi – sotto le bombe di dresda francesca pilade – quel pezzo di carta’’
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Quando è stata l'ultima volta che un disco vi ha catturato al primo ascolto?
E per primo ascolto intendo 2, massimo 3 minuti dopo averlo fatto partire eh.
Anni fa, dopo che per diverse volte il nome dei Marah mi era capitato all'orecchio, decisi di comprare questo album, il secondo della loro discografia.
Ammetto che buona parte della decisione dipese dall'aver letto che di loro si era appassionato pure Springsteen, ma alla luce dell'approfondimento che ho fatto dopo averli conosciuti, sono convinto che la collaborazione con Bruce non sia affatto tra le cose migliori della loro carriera.
Ma torniamo a Kids in Philly, comprato se non ricordo male a prezzo stracciato su ebay e inserito nel lettore cd.
BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM
Onestamente, ad oggi, sono pochi gli album che mi hanno colpito così in fretta
Ten, il quintuplo live di Bruce, forse Southern Harmony.
Non era nemmeno finito il primo pezzo, dopo la sirena del porto di Philadelphia che chiamava tutti a raccolta, che già li amavo, pazzamente.
Kids in Philly è un disco meraviglioso, il loro capolavoro ad oggi (e credo mai più) insuperato, uno degli album che porterei in quella maledetta isola deserta.
Un mix di rock, blues, folk, effetti, voci, tutto o quasi senza soluzione di continuità, nemmeno 40 minuti, come spesso accade ai capolavori, ma di una intensità devastante.
Oggi mi è arrivato il vinile + cd + (ovviamente) t shirt (ovviamente xxl)
Me lo riascolto tutto di fila, per celebrare il punto più alto della loro carriera
Il disco dopo fu uno scivolone, con la complicità di Springsteen, che forse in buona fede rese FLOAT AWAY WITH THE FRIDAY NIGHT GODS un pastrocchio a me insopportabile, poi migliorato anni dopo con una versione più scarna.
Alti e bassi e poi nel 2008 finalmente riuscii a vederli dal vivo, a Pavia, appoggiato al palco, davanti a Serge Bielanko, chitarrista del gruppo e fratello di Dave, cantante dalla voce graffiante e sporca.
Uno show spettacolare, che apprezzai nonostante Dave, per colpa di Edward Abbiati, lo passò indossando la maglia dell'inter.
Puro rock and roll, orecchie che chiedevano pietà, ritmi frenetici e ballate coinvolgenti.
Autografi e foto nel dopo concerto, con i due fratelli disponibilissimi e felici di ricevere i miei complimenti su questo disco e su quello che all'epoca era appena uscito, Angels of Destruction, inferiore a questo ma assolutamente trascinante.
Li ho un po' persi di vista dopo, serge ha preferito dedicarsi alla famiglia e il gruppo ho come l'impressione che dipenda un po' troppo dall'utero della pianista, compagna di dave.
Non che in generale sia un male che si dipenda da un utero, che poi Christine è pure bella nonostante si conci come Venerdì Addams, il problema è che i dischi successivi sono lontani(ssimi) parenti di questo.
Si vocifera di reunion e toru e concerti in italia.
È sempre un
piacere essere sotto il palco della Gang, a maggior ragione dopo
un'attesa di un paio di anni e soprattutto dopo l'uscita del
meraviglioso Sangue e Cenere, disco che ne segna il ritorno in studio
dopo 15 anni.
In poco meno
di una settimana ho avuto il piacere di vederli due volte.
Così come
su disco, nella dimensione live i pezzi nuovi dimostrano subito di
poter competere ad armi pari con i classici dei fratelli Severini,
che presentano una banda molto rinnovata e che ha nel violinista
Jacopo Ciani un'arma in più, capace di sostituire degnamente i fiati
presenti in forze nell'album.
Un concerto
dei Gang è comunque sempre un'esperienza da vivere, perchè non è
solo un concerto rock, ma una lezione di almeno un paio d'ore sulla
storia del nostro paese, sulle sue contraddizioni, sulla memoria che
ormai pochi testimoni tra cui i Severini tramandano alle generazioni
future.
Proprio su
questo insiste molto Marino durante i concerti, sulla necessità di
mantenere viva la memoria di chi siamo stati, non solo nell'epico
periodo della Resistenza, ma anche prima e soprattutto dopo, durante
il periodo in cui esisteva ancora la classe operaia.
Memoria e
dignità dunque, in contesti sempre affascinanti, come la piazza del
piccolo centro di Roddino, nelle Langhe, in un appuntamento ormai consolidato
oppure tra le bandiere rosse della festa di Liberazione di Savona,
dove nonostante diversi problemi tecnici causati dal vento, Marino ha
portato un contributo non solo musicale ma di contenuto al dibattito
che anima la sinistra, soprattutto ligure.
I pezzi
nuovi si amalgamano quindi benissimo coi classici, ho
ascoltato con identico piacere la sempre toccante La pianura dei
sette fratelli insieme all'anthemica e dal forte gusto irish-punk
Alle barricate la struggente Non finisce qui e i due
pezzi con cui Marino sottolinea l'importanza della tradizione
cristiana nella nostra cultura ossia Marenostro e Più forte
della morte è l'amore.
foto di Davide Piazza
Non mancano
certo gli altri classici del gruppo da Comandante a Paz, da Kowalsky
(a Roddino suonata insieme a Paolo Bonfanti) a Socialdemocrazia.
I discorsi
di Marino ad introduzione dei vari brani sono parte integrante dello
show, perchè in un periodo come questo, la sua è una delle voci di
sinistra più autorevoli che si possa ascoltare; chiaro, diretto,
tagliente, il cantante dei Gang rappresenta alla perfezione
quell'ideale di comunismo puro, nato dall'ideale di condivisione e
dall'obbligo morale di non lasciare nessuno da solo, al punto che
ascoltandolo sfugge come tali idee possano essere ormai così
distanti nell'immaginario collettivo. La serietà con cui Marino si pone davanti al suo pubblico, se ne servisse ancora prova, sta anche nell'onesto invito ad andare a riscoprire ed a rispettare i valori cristiani, che spesso hanno rappresentato una spinta al cambiamento più forte di quelle laiche ed atee, a cui lui si sente più vicino.
Una crisi di
valori che a sinistra sembra non avere sbocchi positivi e che nei
testi disillusi dei Gang dovrebbe invece lasciare il posto ad una
rinascita quantomeno morale. Il figlio dell'uomo ucciso dal lavoro in
una fabbrica di Non finisce qui, opportunamente affiancata in
scaletta dalla Factory italiana (Sesto San Giovanni), è in realtà
il figlio di una nazione ormai allo sbando, che cerca invano degli
orizzonti, ma che non può fare altro che guardarsi indietro e
provare a tenere duro.
Emblematico
di questa situazione di morte ormai (più che) apparente è il
partigiano de L'Ottavo Km, Wilfredo Caimmi, che venne arrestato per
non aver consegnato le armi usate durante la guerra di liberazione ed
averle custodite per 40 anni; alla domanda sul perchè non le avesse
restituite, diede una risposta dentro la quale troviamo la storia
della repubblica italiana post(?)fascista: a chi e quando?
L'aspetto
forse migliore di un concerto dei Gang è la quantità di spunti per
letture ed approfondimenti che le diverse canzoni ti lasciano dentro;
la missione dei fratelli Severini è ormai quella dei cantastorie,
girare l'Italia sperando che qualcuno raccolga i loro semi e li porti
a frutto, in questo paese ormai arido.
Ormai in
pochi posti si respira un'aria di dignità e lotta forte e decisa
come sotto il palco dei Gang, fa bene davvero a tutti andarci almeno
una volta ogni tanto.
La storia di quando Don Chisciotte sconfisse i mulini a vento!!!
Una storia di libertà, di lotta per la libertà e per la dignità di due ragazzi costretti ingiustamente per 5 anni in carcere, raccontata in musica, con le canzoni che "mentalmente" hanno tenuto compagnia ad uno di loro.
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