lunedì 31 agosto 2009

hail hail the lucky ones!

stamatina mentre tornavo in ufficio per la prima volta dopo 15 giorni di ferie (che non so se ve l'ho detto, ma ODIO TUTTI) avevo ben chiara una cosa: VOGLIO VEDERE DI NUOVO I PEARL JAM DAL VIVO
il motivo è chiaro, ma è anche stato come dire accentuato dal racconto che vado testè ad inoltrarvi, della mia carissima amica stefania, detta "a'zzia".
che a lei io la so, e sapevo benissimo che sarebbe andata così, la sua PRIMA volta coi PJ.
che a lei i PJ glieli ho inzegnati io, glieli.
e quando i bastardi di seattle han piazzato le date europee nell'unica setimana in cui io e mia moglie possiamo fare delle ferie INSIEME, lei c'ha provato e riprovato, ma per ora nun è destino che si possano vedere "li pupi" insieme.
ma succederà, si si, e ci balleremo yellow ledbetter stretti stretti, come promesso.
nel frattempo, lei s'è picchiata 3 date, questi sono i risultati.

allora, pare che je l'amo fatta.
cana sistemata, pupi al mare, creatura pure, piante accudite, si parte.
prima tappa berlino. aerioplano, io m'anninno, fede resta aggrappata ai
braccioli tutto il tempo e all'arrivo cià l'artrosi, quel tot di tempo per
capire come cippa fungono i trasporti della crucconia, breve sosta in albergo e
si va allo stadio.
oddioddio, si va allo stadio a recuperare i biglietti...
lo stadio sta dentro un parco, famigliole che fanno il picnic, birrozzi e
wurstelloni per ogni dove, trenino ciuff ciuff con bambini esultanti, si vabbè
ma lo stadio ndo sta?? cammina cammina, ecco il 10c. 2 minuti di fila e c'ho i
biglietti e il braccialetto in mano. io già qua necessiterei di rianimazione, la
stiamo perdendo carica a 100 libera!
ma mi faccio forza, me magno un wurstellone propiziatorio, birrozzo,
individuiamo i bimbi della ml (la VALE, AHO'!!!), se mettemo in fila. la fila si fa dentro un bar
all'aperto, sabbioso, coi tavolini, birre che scorrono a fiumi come nel paese
della cuccagna, accerchiate da slavi, polacchi e gente di lingua indefinibile,
età media forse 30 anni. io inizio ad essere nervosetta. 1: perchè sò anziana;
2: perchè c'è tanta gente, il posto è piccolo, stamo appiccicati, sudati,
assediati da parecchi già allegri alle 4 del pomeriggio, c'ho caldo e mi scappa
il piscione psicologico. e ripeto, sono appena le 4.
alle 5, dopo un tot di gomitate co diverse valchirie cattive, c'ero prima io, no
io sò arrivata da mò, madechè mò ti faccio menare dal mio fidanzato (che
naturalmente è grosso, ah se è grosso, brutto e cattivo!), alle 5 aprono i
cancelli. e di fronte SCALE. ora voi capite che significa dover salire di corsa
le scale e poi ridiscenderle, perchè noi siamo in alto e il palco è basso, io sò
anziana, me fumo l'anima possino ammazzamme e gna posso fare. è precisamente in
momenti come questo che mi sorge spontanea la domanda che poi mi si ripresenterà
ciclicamente nella stessa giornata e nelle altre a venire, ossia: ma ammè,
vegliarda madre di famiglia, che dovrei stà a casa a cucinà il ragù e a taglià
il cocomero ferragostano d'ordinanza, o stravaccata sul divano col ventilatore a
palla a vedè i mondiali d'atletica, ammè precisamente CHI CAZZO ME L'HA FATTO
FA'?????????

???????
e comunque, nel mentre che mi pongo la questione, corro, salgo le scale, sputo
un polmone, ariscendo le scale, me insabbio nelle sabbie mobili del catino,
corro, e come dio vuole arrivo. oh signore, je l'ho fatta, 4-5 fila, tutti
seduti, fede, angela e un tot di italiani gentili mi circondano, nonchè un
crucco al quale chiedo l'altezza da in piedi e la risposta è 1,93, ziocane,
ritengo utile scansarmi da lui, sia pur gentile... siamo pervenute, lo stadio
pare bello, anche se sta sabbia sotto i piedi m'inquieta non poco, il prato, o
meglio la spiaggia si riempie, siamo ancora seduti. chiacchiere varie, sete,
oddioddio che sete, alla security je rode il chicchero perchè dopo millanta
richieste si degna di allungarci un conetto d'acqua nel quale saranno contenute
forse 10 gocce, e fatevelo bastare! daje, su approdano sul palco i gomez. non mi
dispiacciono assolutamente anche se l'attesa inizia a farsi ansiogena, quando
arrivano i nostri?? a sto punto ho già perso 10 anni di vita, il che significa
che quando uscirò di qui avrò l'aspetto di benjamin button alla nascita, ma daje
daje ECCOLI, arrivano!!!!!!! entrano sul palco e succede il finimondo, nel senso
che tutti coloro che sono dietro di noi, cioè praticamente tutto il prato, cioè
praticamente centinaia di persone, si catapultano sopra di noi, spazio vitale
zero, spinte laterali, pressione che manco l'astronauti sullo shuttle, sto per
morire, ma intanto eccoli, li vedo, c'è eddie, proprio eddie davanti a me che
attacca why go. non ve lo posso dire, rega, non ve lo posso proprio dire, perchè
non so dirlo nemmeno a me stessa, cosa avviene dentro il mio cuoricino in questo
momento. è qualcosa di talmente emozionante che solo chi l'ha provato può
capire. è incredulità, radiosità, gioia allo stato puro, fomento, estasi tipo
santa teresa, energia. sta capitando davvero?? e la risposta è SI! HAIL HAIL THE
LUCKY ONES!!
a the fixer sento che la pressione è esagerata, c'ho il gomito di qualcuno nella
milza, il fianco di qualcun altro sul fegato, il mio braccio destro non so piu'
dove sia, il sinistro è pericolosamente contorto tra membra altrui, costole
premute, sò bassa, i miei occhiali stanno prendendo una strana direzione, li
vedo andare in un luogo che non è il mio naso, no, gna posso fà. mi faccio
estrapolare dalla security che finalmente serve a qualcosa ed eccomi sana e
salva sulla gradinata laterale, in compagnia di due tedeschine già estratte vive
prima di me, che gentili mi chiedono se sono integra. mi tasto e si, sono
integra, sono qui, sono felice.

io dopo i'm mine già vicina alla beatitudine, ma c'è brother e insignificance,
evolution, given to fly, hard to imagine, alive, ANGIE machedavero???? eddie fa
angie, signore pietà, e faithfull e sonic reducer e rockin' e yellow...
un crescendo, un'intensità, un pubblico fuori di testa (ma quanti ragazzi
viaggiavano in diving sul pubblico??? un'onda, una marea...)
eddie fuma e beve, beve, fuma e sputa e tutto è un sogno ma tutto invece è vero.
su yellow io vado in cima in cima, a guardare tutto lo stadio dall'alto, non
posso crederci che mi stia capitando.

concerto finito, recupero le mie compagne quasi incolumi (ma gli occhiali di
angela, mica tanto...), si cammina in mezzo alla moltitudine, si acchiappa la
metro, si raggiunge il letto, namo che domani si parte, destinazione manchester.
prima di svenire un pensiero attraversa nitido e si affaccia allo stato
cosciente: si, ora posso rispondere al domandone di cui sopra. ora so chi cazzo
me l'ha fatto fare..


dopo giro per berlino con un caldo strepitoso (ma niente a che vedere col caldo che fa ora qua, ziocane...), namo che ci aspetta un altro aereo, che vogliamo mica esse troppo sedentarie. salutiamo fede, che torna indrio in patria, ed arriviamo a liverpool, john lennon airport, mica cippe.
comodo bus che ci sbarca a manchester, comodo albergo vicino alla men arena, eccoci arrivate, cena con mara e mimmo, conosciuti ieri e tanto carucci, forza a ninna, che domani c'è altro concertone.
mattina dopo giro per la città che ammè non dispiace affatto (vero angela??), pranzo in un pub che pare finto tanto è carino e via a prendere i biglietti.
in fila, oltre a mara e mimmo, iniziamo a riconoscere un po' le stesse facce di berlino. c' è il giapponese che invece è australiano col costumino dell'ape maia e un parruccone nero, c'è la coppia olandese simpatica e gentile, c'è uno con la maglia del vote 4 change uguale alla mia (ma come si permette?? volevo l'esclusiva...). entriamo, senza correre per carità, anche qui grossomodo guadagnamo la 3-4 fila. pare piu' tranquillo, tutti seduti fino all'arrivo dei gomez. ma pian pianino il parterre si riempie ed io, per non sapere nè leggere e nè scrivere, poco dopo l'inizio del set mi defilo e trovo posto in transenna laterale, protetta da inglesone hooligan bello grosso col quale faccio du chiacchiere, capendo all'incirca un terzo di ciò che mi dice, ma sorridendo in continuazione, che fa amichevole e va sempre bene, così, non per fare la bastarda interessata, ma magari si me se piazza davanti, posso pure scansarlo dolcemente, che tanto ormai abbiamo rotto il ghiaccio. arrivano i nostri e si va a incominciare. long road, dico, ma è possibile?? sarà un altro concerto della madonna, penso io.
e avrò ragione. a parte che a me va bene tutto, dopo aver aspettato per anni e dico anni, questo momento, sto mica a fare la difficile, voglio questa, no questa no che dupalle. non scherziamo. io sto esaltata pure se me rifanno bee girl. ma invece mi fanno in hiding (zioccane!) not 4 u e present tense, una delle mie fisse, e una rvm DA PAURA. su evolution penso che qualcuno s'ammazzerà ma al momento sto talmente dopata che non me ne frega na cippa e ballo e canto e canto e ballo e sto in un bagno di sudore, co un tasso di adrenalina che manco c'avessi davanti un serial killer psicopatico, alive con l'arena accesa e tutto il pubblico che ribadisce che siamo vivi, altrochè!,  io la trovo meravigliosa. ma mica è finito, no no.
perchè di second encore, sti anfami ce buttano smile (oddioddio, che bella che è) e black e leash e una real me attesa da angela come il bambinello la notte di natale. e con cosa chiudono, i bastardoni? con indifference chiudono, che li possino. li amo.
non so niente di tecnica, io. non ne capisco proprio, pur ascoltando musica da sempre. capisco solo le emozioni e la furia e la felicità e non c'è piu' nulla di brutto intorno a me, non c'è dolore, non c'è sofferenza. la musica mi ha salvato tante volte e continua a farlo. non capisco la tecnica, quindi, ma capisco se qualcuno suona bene o no. questi suonano come se fosse l'ultima cosa che stanno facendo nella vita, ci mettono tutto, e ambè se sanno suonare...
sto concerto me lo sono goduto piu' di berlino, incredibile a dirsi, ma a berlino ero come in trance, ancora troppo incredula. 
all'uscita, cercando di ricompormi, ritrovo un'euforica angela, mara, mimmo e colpo di scena marcellino! che non è piu' marcellino, ormai s'è fatto grande, è marcello, co tutta una banda di italiani tra cui anche jacopo, si va a magnà il kebab, daje annamo.
la fauna notturna di manchester vale un discorso a sè, perchè le ragazze indigene sò davvero pittoresche, con tanto di minigonna d'ordinanza, cosciotte al vento, tacchi alti e top, noi stiamo con felpe e giacchetti e loro mezze gnude, mi fanno gran simpatia, e mi sembrano tutte cloni di bridget jones.
ma poche ciance, ci si saluta e si va sotto le pezze, chè domani s'ha da ripartì.
london calling.


la ranocchia di angela suona e suona, il che significa che è l'ora di levarsi, ingozzare 3-4 colesterosissimi dolci inglesi, ingollare il bibitone e via, a prendere il treno per londra.
sul treno naturalmente, c'è un bel po' di jammers trasbordanti, mara, mimmo, sylvia, ron. io provo la breve pennica ma i miei compagni sò belli svegli e se la chiacchierano, attraversiamo la celeberrima campagna inglese completa di mucche e cavalli e in men che non si dica eccoci a londra.
il tempo di orientarsi nella metro,  individuare l'ammiraglio nelson impalato (il che ci fa intuire che si, siamo davvero a londra), trovare l'albergo, ricchiappare altra metro ed eccoci alla arena O2. angela me l'aveva annunciato cosa m'aspettava, ma al solito la realtà supera la fantasia. l'arena è qualcosa di enoooorme, meraviglioso, ogni tipo di ristorante, bar, caffè, pista di pattinaggio, museo della musica, oh signore machedavero? penso al palalottomatica e mi viene da piangere.
nel frattempo recuperiamo biglietti e fila. vale (LA VALE), è un mito vero perchè mi trova, tramite complicati intrecci (che lost in confronto è la favola del lupo e dell'agnello, e io sò agnello) un biglietto 10c seated....ambè, che qua pure standing ci sarà il massacro e io tengo famiglia e ho da tornare incolume in patria.
solo che il mio standing lo cedo ad una pulzella veneta che si mette ovviamente subito in fila e il mio nuovo tkt seated lo dovrò attendere, perchè le fanciulle che me lo cedono giungeranno qui non prima delle 18. sono circa le 15,30.
ora, io non credo di essere una ansiosa. oddio, magari lo sono ma non esterno. bè, ste 2 ore e mezza di attesa biglietto, rega, le passo sopraffatta dal panico. perchè al momento sono qui SENZA ALCUN BIGLIETTO. non so se rendo. e se le fanciulle arrivano tardi? e se la metro deraglia? e se cambiano idea e lo danno a qualcun altro? e se un talebano le assale e le rapisce? e se vengono derubate dei documenti? e se gli sto antipatica e il biglietto anzichè darlo a me lo buttano nel tamigi che è qua a 2 passi? ommioddio. faccio l'om, tento il training autogeno, tento ogni tipo di tecnica rilassante (ma ho partorito da talmente tanto tempo che chi se ricorda piu'?? miss rossella respira respira respira!!). STO SENZA BIGLIETTO E SONO LE CINQUE E TREQQUARTIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!
ma era scritto che in questo tour tutto dovesse andare bene perciò mi arriva il fatidico sms, recupero le fanciulle (claudia, rossella, elisabetta, sante subito!), recupero IL BIGLIETTO, andiamo a cercare i posti. che sono fantastici, gradinata lato mike, vista eccellente sull'intero palco, compagnia simpatica, ora si che posso rilassarmi!
arrivano i gomez ed io faccio come l'ammericani, dopo la prima canzione mi accatto un cartoccione di patate fritte, un birrozzo, e mi siedo in pace col mondo intero. 

ma ecco il momento, si va a incominciare...e si inizia con RELEASE, machevvelodicoaffà???? che robba che robba, che colpo al cuore. e dopo tiriamo dentro animal, corduroy, why go. arena impazzita, ai posti seated ce fosse uno e dico uno soltanto seduto davvero e poi small town e poi....immortality, mioddio, anche stasera ci vogliono morti, altro che immortality. e poi rats,light years,  insignificance, la nuova canzione supersonic (che a dire il vero non mi ha particolamente impressionato) e poi quei tot minuti in cui raggiungo l'estasi assoluta perchè fanno footsteps e dopo io spero nella mamasan e invece attaccano love reign o'er me e qua mi emoziono debbrutto perchè ditemi pure che eddie non je la fa a farla, ditelo, tanto io non vi sento, io mi sento male quando urla love e quest'urlo mi trapassa l'anima e mi commuovo e sono davvero tanto, troppo felice.
seguono evolution e alive e claudia dice noooo, alive nun l'areggo piu' (perchè claudia li ha visti dal vivo un botto di volte e fa come me con badlands, noooo ancora badlands, pietà...) e io le dico che è solo il mio terzo concerto e no, non posso fare a meno di alive e lei sorride e mi capisce.
betterman, e crazy mary e pass it around, e la bottiglia passa di mano in mano e leaving here e porch PORCH!!!!! che io la volevo ascoltare dal vivo e finalmente eccola, e yellow e io la ballo, la ballo nella mia testa con l'amico che tiene famiglia e non è qui, ma io ho pensato a lui  (e a fede a manchester e qui) tutto il tempo, ma proprio tutto tutto il tempo. e prima o poi ci riusciremo a vederci un concerto dei nostri insieme, vicini vicini, tutti e 3...

è finita. bello, bellissimo, fantastico. eddie che sale su una cassa e ad ogni set altrui si accende la siga e beve e spippetta, e mike che si siede sul bordo palco a suonare e stone che pare tarantolato, e jeff che ride e zompa e matt che picchia, ah se picchia. 
sono i pearl jam e io li amo.

la serata finisce con abbracci, bello avervi conosciuto mara, mimmo, sylvia, ron, carlo alberto, jacopo, liz, veddie, leo, la vale e tutti gli altri della ml del quale non marcordo il nome perchè sò anziana. bello pure il giro per leicester square alla ricerca della birra perduta, ma è tardi e gli inglesi bevono dalle due del pomeriggio perciò ora sò belli gonfi e hanno chiuso i rubinetti, niente birra, machissene.

bello, bellissimo tutto. grande tour. je l'ho fatta...

azzìa troppo contenta

venerdì 14 agosto 2009

Siòre e siòri

si chiude. 15 giorni di ferie, dove proverò ad impormi una totale astinenza da internet.
la seconda settimana sarà più facile, visto che saremo a 1500 metri e sa il Signore se ci sarà almeno la tv.
Ma è giusto, ne sento il bisogno, di staccare dalla teNNologia, quasi quanto sento il bisogno di riposarmi.
E visto che so già che andare in ferie con due bambine vuol dire tante cose, ma NON riposarsi, spero almeno che il mio bisogno di disintossicazione da internet vada a buon fine.
che poi quando torniamo dalle vacanze io e mia moglie ci siamo ripromessi di rifarci una vita sociale, sociale ho detto, non social network.
ora si va, bye bye baby.



Per me è un mistero 
abbiamo un'avidità con la quale 
abbiamo accettato di convivere 

pensi di dover volere 
più di quello di cui hai bisogno 
finchè non hai tutto non sarai libero 

società, sei una razza folle 
spero che tu non sia sola senza di me 

quando vuoi più di quello che hai, 
pensi di averne bisogno 
quando pensi più di quello che vuoi, 
i tuoi pensieri cominciano a sanguinare 

penso di dover trovare un posto più grande 
perchè quando hai più di quello che pensi, 
hai bisogno di più spazio 

società, sei una razza folle 
spero che tu non sia sola, senza di me 
società, pazza e profonda 
spero che tu non sia sola, senza di me 

ci sono quelli che pensano, 
più o meno, ma il meno è di più 
ma se il meno è di più, 
come fai a mantenere il punteggio? 
significa che per ogni punto che fai scendi di livello 
è un pò come cominciare dalla cima 
non puoi farlo... 

società, sei una razza folle 
spero che tu non sia sola, senza di me 
società, pazza e profonda 
spero che tu non sia sola, senza di me 

società, abbi pietà di me 
spero che tu non ti arrabbierai 
se non sono d'accordo 
società, pazza e profonda 
spero che tu non sia sola, senza di me



venerdì 7 agosto 2009

au revoir willy

è morto willy de ville, merda.

di lui ricordo ed ascolto sempre con piacere il live in trio acustico a berlino, che avevo doppiato volentierissimo ad un amico accompagnandolo con la dedica "se inviti una a cena e mentre mangiate metti su questo live ed al secondo siete ancora vestiti... cucini di merda!"

ora ascoltiamo hey joe, io e le mie figlie, che a modo loro se la ballano.

au revoir, monsieur de ville

'guri

domani il mio blog compie un anno.
se nel caso qualcuno si chiedesse: ma perchè il cala ha aperto un blog?

la risposta è sempre la stessa:
perchè no?

lunedì 3 agosto 2009

parola più, parola meno

un articolo di maurizio blondet, che riassume quasi perfettamente quello che penso di questa specie di bidone per la raccolta rifiuti che si fa chiamare "lega nord", partito di cui ho una stima INFINITAMENTE più bassa di quella che ho di forza italia.


«Proposta shock della Lega», titolavano l’altro giorno i nostri grandissimi media. Qualche leghista aveva detto che gli insegnanti meridionali che hanno una cattedra al Nord vanno sottoposti a un esame di dialetto.

Nei titoli si notano due parole sbagliate: anzitutto nessuno «shock», ma solo il vecchio, consueto, basso neanderthalismo leghista, sub-normale. In dialetto padano, i soliti pirla. L’altra parola sbagliata è «proposta»: come tutti sanno, si tratta di rigurgiti da ubriachi all’osteria di Pontedilegno, non di una proposta da tradurre in progetto di legge.

La Lega dei pirla ubriachi non è semplicemente capace di fare «proposte». Quando tenta di tradurle in leggi – come il decreto punitivo sugli immigrati – il risultato è quello che vediamo: la punizione non si applicherà alle centinaia di migliaia di badanti, su cui si chiude un occhio, e alle centinaia di migliaia di lavoratori clandestini che si faranno passare per badanti. L’effetto delle «leggi» leghiste, accolte con bavosi entusiasmi tra gli alcolisti della Bergamasca, è la loro inapplicabilità.

Nel civile Nord vediamo così avanzare un tipo di legislazione che già imperò nella Lombardia del ‘600, sotto governatori spagnoli – certo Madrid non ci mandava i migliori, – quello immortalato da Manzoni: le famose «gride». Per legge che faceva appiccare ai muri, l’hidalgo di turno intimava ai bravacci il divieto di travisarsi il volto, di portare pugnali nascosti, insomma di fare bravate, sotto pena d’espulsione. Subito dopo, constatato che i bravi erano sempre lì e facevano soperchierie come prima, un’altra legge, proclamata nelle strade dal banditore, li fulminava di morte. Poi una terza legge li minacciava di squartamento, avendo Sua Eccellenza constatato che i bravi continuavano a fare quel che volevano, indisturbati, ed anzi erano addirittura aumentati. Le pene diventavano sempre più truci, in rapporto diretto alla loro inefficacia.

Le famose grida manzoniane. Generazioni di studenti hanno imparato a deridere quel metodo giuridico ispanico tonitruante e vacuo, quell’autorità che minava se stessa reiterando minacce sempre più pomposamente truculente, che non facevano paura a nessuno. Ora la Lega Nord rimette in onore quel giure, con un peggioramento: obbliga lo Stato ad emanare leggi draconiane che poi lo Stato stesso deve evitare di osservare, con risultante auto-vilipendio della propria autorità.
L’inconcludenza come metodo di governo. Anzi, con la sua legge che legalizza le ronde di cittadini, sta dando nuova vita all’antico mestiere di bravo. Ma è ovvio che i leghisti non abbiano letto i Promessi Sposi: il grande milanese, insoddisfatto dei suoi lombardismi, era andato a lavare i panni linguistici in Arno.

E il risultato politico di queste «proposte» da energumeni sub-normali qual è? Che le cosche meridionali si lagnano che nel governo Berlusconi «la Lega ha troppo potere», ed hanno formato la Lega Sud. Quella di Lombardo, Cuffaro, Miccichè, e il loro capo, Riina.

La Lega Sud vuole i soldi. E Berlusconi ha subito promesso: 4 miliardi di euro, solo per la Sicilia. E’ incapace di dire di no, il Salame, vuol far contenti tutti: anche per «salvare» Alitalia ha scucito 4 miliardi nostri, dei contribuenti. Così la Lega Sud avrà altri 8 mila miliardi delle vecchie lire, in regalo e senza condizioni. Nessuno chiederà ai capocosca che ne rendano conto; li spendano come vogliono, sono o non sono «autonomi»?

Li daranno agli specialisti siculi del movimento-terra, faranno ospedali come quello di Agrigento che appena finito già crolla perchè quegli specialisti dell’appalto pubblico non hanno usato il cemento.

Insomma, a farla semplice, la situazione è questa: la Lega Nord parla e straparla, e la Lega Sud incassa i quattrini pubblici. Con le sue bavose espettorazioni, il leghista di governo è riuscito a questo bel risultato. Proprio quel che diceva di non volere, di essere pronto a fare l’inferno per impedire: «Niente più soldi per il Meridione! Secessiùn! Federalismo!». Da cui si intravvede quello che sarà il «federalismo» così fortemente voluto dai valpadani: più soldi ai terroni – come sempre – per controbilanciare la Lega che «ha troppo potere al Nord», figuratevi che ha ottenuto le ronde e il carcere per i clandestini, tranne le badanti.

Come si intuisce, in Italia non esiste un Nord: esistono due Meridioni. Quello padano, che è inconcludente, rozzo, e si contenta di «gesti» a vànvera. Quello meridionale è più antico, perfettamente organizzato, solidamente impiantato sul «territorio», appoggiato da un blocco sociale che ha interessi concreti e chiari, ancorchè loschi; ha un vero potere anche militare, e dal gran tempo ha sostituito la lupara all’esplosivo telecomandato.

Ed ha già attuato la secessione psichica, che consiste in questo: il governo centrale ci dia i soldi e non s’impicci di come li spendiamo. Noi non siamo italiani, ma siculi, napoletani, calabri. Le minacce della Lega Sud sono concrete vanno a buon fine; quelle della Lega Nord sono sceme e fumose, e non si prova nemmeno ad applicarle: sono fatte per provocare e fare arrabbiare i «terroni», una volta ottenuto questo scopo, le osterie di Bergamo sono soddisfatte: «Gliele abbiamo cantate chiare, a quei terroni». E sborsano volentieri i quattrini, gli energumeni e baùscia lumbard.

A Bergamo c’è un progettista municipale che presenta i suoi progetti in dialetto bergamasco. E’ una bella soddisfazione. Aumentano coloro che al Nord parlano solo dialetto, esattamente come a Napoli da qualche tempo si parla un dialetto sempre più stretto, incomprensibile al turista, a colui che viene «da fuori», in modo che non s’impicci dei fatti nostri.

E’ un bellissimo risultato, finalmente un segno di unità del Paese: tutti ugualmente str... e ignoranti. Perchè esprimersi in dialetto, ovviamente, significa usare un linguaggo più povero, pre-moderno, meno preciso, senza rigore; significa avere meno idee in testa, e chiudersi alle idee che vengono «da fuori», dal vasto mondo. Se volesse rappresentare il Nord civile, la Lega

Ci basterebbe che la Lega volesse obbligare gli aspiranti insegnanti meridionali a Nord a superare un esame d’italiano: bocciature a raffica assicurate, somma umiliazione per quei terroni. Solo che, poi, chi ci mettiamo al loro posto? I giovani nordisti per lo più non si laureano (troppa fatica) e sono fluenti nel dialetto della Valtaleggio o di Gorgonzola. Finisce che le cattedre le prendono i romeni. E tuttavia, dicono, al Nord la Lega si rafforza ogni giorno di più. Piace alla società più moderna d’Italia, agli imprenditori che imbucano clandestini altrimenti non trovano lavoratori che gli italiani non vogliono fare, ai giovani che non vogliono fare l’insegnante nè il magistrato, e lasciano che a vincere i concorsi siano i terroni. Per poi lamentarsi.

Tutto ciò è bello ed istruttivo. Ma almeno imparassero dalla Lega Sud l’organizzazione criminale senza lacune, l’arte di minacciare con efficacia, la scienza dell’accaparramento del soldo pubblico, e la suprema abilità del piagnisteo vittimista, forma meridionale del secessionismo. Se i loro figli imparassero un po’ di napoletano o di siculo, potrebbero frequentare, chissà, dei corsi della Camorra e della Mafia, magari realizzati coi fondi europei. Ciò sarebbe d’aiuto alla famosa «secessiùn».

dovrebbe esigere dagli insegnanti meridionali che superino un esame in inglese, in tedesco, in francese insomma in una lingua del vero Nord. Dovrebbe pretendere che i bambini padani imparino l’inglese come lingua-madre, per essere in grado di trattare compravendite e contratti nel mondo, per apprendere le parole nuove tecnologiche e scientifiche che l’inglese sforna di continuo; per apprendere metodi più rigorosi e nuovi, e nuove idee e sensibilità. Il civile Nord dovrebbe sapere, poniamo, che oggi i massimi autori letterari in lingua inglese sono indiani, pakistani come Rushdie, o indiani di Trinidad come Shiva Naipaul. Ma a che vale sognare?