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venerdì 13 luglio 2018

In U2 veritas!



All'interno della rassegna BRG Live! organizzata da BRG Radio e che prevede serate dove noi speakers della radio andiamo in alcuni locali di Finalborgo a proporre puntate "a tema", giovedì 12 luglio insieme all'amico Danilo, dalla Cantina In Vino Veritas ho ideato e condotto uno speciale dedicato agli U2.

Ecco i brani trasmessi:

  1. Where the Streets Have No Name
  2. I Will Follow
  3. Out of Control
  4. The Electric Co.
  5. Gloria
  6. October
  7. New Year's Day
  8. Seconds
  9. 11 O'Clock Tick Tock (Live)
  10. Sunday Bloody Sunday (Live)
  11. A Sort of Homecoming
  12. I Still Haven't Found What I'm Looking for
  13. Exit
  14. Helter Skelter (Live)
  15. Pride (In the Name of Love)
  16. All I Want Is You
  17. The Fly
  18. Acrobat
  19. Sometimes You Can't Make It On Your own
  20. Bad - Live from Dublin 31st December 1989

Potete ascoltare la trasmissione oppure scaricare il podcast




martedì 19 settembre 2017

You're the best thing about me - il nuovo singolo degli u2



la nuova canzone degli u2 non è brutta.
la nuova canzone degli u2 è oltre il bello ed il brutto.

non è brutta davvero, sono altri i pezzi brutti, c'è il basso in evidenza, finalmente la batteria, edge si sente, la voce di bono sentita a roma mi ha rincuorato.

la nuova canzone degli u2 è stanca, stanca come loro, un compitino, spento, insipido.

se blackout richiamava a gran voce i fasti di achtung baby e almeno per questo ogni tanto graffiava, anche solo per quegli stop and go in ogni strofa, questa davvero è sconfortante.

telefonatissima, strofa - ritornello - bridge, noiosa, prevedibile

assomiglia davvero ad un singolo dei coldplay, proprio loro che per anni, in primis chris martin sul palco, li hanno scimmiottati anche volgarmente, ora sembrano essere dei punti riferimento

che amarezza, anche per chi come me è serenamente consapevole che the unforgettable fire, ma anche zooropa, non torneranno più.

io accetto i dischi brutti, ci mancherebbe
sono quelli fatti tanto per fare che mi offendono, offendono il mio essere loro fan

è comprensibile che il fuoco indimenticabile non arda più, ma non c'è traccia del benchè minimo calore qui.

è una triste ala che scende sulla fascia e nemmeno viene marcata dai difensori avversari, che già sanno dove crosserà il pallone.
di livio a fine carriera, fuori forma.

dopo 40 anni di matrimonio non è lecito aspettarsi che una coppia faccia l'amore con l'ardore della prima notte di nozze, ma in 40 anni si è sviluppata una complicità tale per cui anche se meno scoppiettante, il sesso resta bello

ecco, you're the best thing about me è un missionario (nel senso di kamasutra, non nel senso di religioso) fatto con lei che guarda il soffitto pensando alla lista della spesa, mentre lui cerca di ricordarsi se l'indomani deve cambiarsi la biancheria o non è ancora il giorno giusto.

lunedì 24 ottobre 2016

Championship Vinyl 20 - Nobel Prize Revisited



Domenica 23 ottobre ottobre è andata in onda la ventesima puntata di Championship Vinyl, il mio programma dedicato al rock and roll in onda su BRG Radio 

Puntata dedicata all'influenza di Bob Dylan sulla musica

Ad inizio puntata ho presentato la nuova rubrica di BRG Radio"Belin che canzone", un modo per condividere e fare conoscere la musica del nostro territorio.

Il pezzo della settimana è DESIDERI dei savonesi MISTIC ZIPPA



  1. Mistic Zippa - Desideri
  2. Bruce Springsteen - Chimes Of Freedom
  3. Pearl Jam - Forever Young
  4. U2 - All Along The Watchtower 
  5. Fabrizio De Andrè & PFM - Avventura a Durango
  6. Johnny Winter - Highway 61 Revisited
  7. Miley Cyrus - You're Gonna Make Me Lonesome When You Go
  8. Geddo - Ti Voglio
  9. Francesco De Gregori - Come il giorno (“I shall be released”)
  10. Nina Simone - Just Like a Woman
  11. Warren Zevon - Knockin On Heaven's Door


Se avete l'audio del pc attivo, è quella che state ascoltando ora e che parte in automatico, oppure, se ciò non accade, potete trovarla qui:

lunedì 3 ottobre 2016

Nati per correre al ristorante (O del mausoleo del rock)



foto di Barbara Facciotto

Questa foto, scattata durante la presentazione di Born to Run, l'autobiografia di Bruce Springsteen, a Milano mi ha colpito da subito assumendo, a mio avviso, un valore simbolico molto forte.

Di primo acchitto mi ha fatto sorridere l'accostamento tra il guru del rock alternativo italiano (manuel agnelli, cantante degli afterhours e giudice di x factor) ed il logo di Eataly, simbolo di consumo, eleganza e agiatezza.

Un contrasto stridente, accentuato dal fatto che agnelli stesse cantando thunder road, che parla di scappare da una città di perdenti (o probabilmente da una città senza ristoranti italiani alla moda) e soprattutto state trooper, con quell'alienazione straziante del viaggiatore che prega il poliziotto di farlo andar via e qualcuno o qualcosa di salvarlo dal nulla (o forse da un frigo vuoto).

Al di la delle battute polemiche che adoro fare specialmente sul paladino degli alternativi, c'è a mio avviso un discorso più lungo da fare sul rock e soprattutto sul suo pubblico.

A mio avviso, il rock è diventato un passatempo per signori di mezza età mediamente benestanti e\o mediamente coglioni quanto basta per dedicare alla musica tempo e denari superiori a quelli che potrebbero permettersi.

Mi compiaccio di appartenere assolutamente alla seconda schiera, oh si.

Però esiste una spinta, un messaggio che il rock per molti anni ha portato con sé e che ormai si sta spegnendo.

La voglia di cambiare le cose, la voglia di migliorarsi, di cambiare il mondo, la voglia di dare una pedata nello scroto ad un sistema dentro il quale ci si sta stretti e scomodi.
In parole povere, il rock non parla più questo linguaggio e soprattutto non lo parla più ai giovani.

La musica in generale non è più uno strumento rivoluzionario, come è sempre stata in passato.
I giovani oggi ascoltano musica mediamente a capocchia di cazzo, ma anche quella fetta, sinceramente non piccolissima, di ragazzi che vanno oltre i talent e le radio, non cerca più di declinare la propria rabbia, la propria ansia, la propria voglia di vivere attraverso la musica.

Non deve essere necessariamente il rock, anzi, il rock ha già segnato diverse rivoluzioni, da quando elvis dimenò il bacino in avanti; non si vede ad oggi un linguaggio musicale capace di decodificare una nuova grammatica del cambiamento.

La musica tutta è ormai diventata, nella maggior parte dei casi un sottofondo buono per quando si guida o si fa running spinning o zumbing; ma anche quelli che la ascoltano con attenzione non hanno, specialmente le nuove generazioni, la spinta a provare a farla loro, ad indossarla come una cazzo di armatura ed uscire a combattere.

Io esco tutti i giorni con elmetto e scimitarra
e la gente ancora pensa che sia solo una chitarra (Geddo)

Noi vecchi panzoni invece ci godiamo il revival, ci sediamo a rivangare i tempi d'oro, gonfiamo le tasche dei reduci pagando biglietti per concerti negli stadi come fossero per l'arena di verona, per la prima fila dell'arena di verona.
Quello che i nostri eroi avevano da dire e da dare al mondo della musica ed alla società è stato detto e dato ed è in qualche modo giusto che si godano ora i frutti (carissimi) di una passione e di un impegno che magari 30\40 anni fa li rendeva incapaci di apprezzarne a pieno i lati positivi.

c’è ancora una guerra che infuria là fuori
mi dici che non tocca più a noi vincerla (Bruce Springsteen)

Il mese scorso ho comprato un noto giornale musicale ed in copertina c'era van morrison, in copertina c'era per la 123119929393° volta van morrison; ma è giusto così, quel giornale simboleggia quel paio di generazioni che a van morrison, gli stones e bowie (tanto per citare alcuni dei protagonisti di quel numero) devono molto, in alcuni casi forse la stessa vita.

Quando elvis andò ad holliwood, ecco quando tutto andò in rovina cantano i counting crows, ma elvis poi andò a las vegas e la sua carica erotica che aveva ribaltato i canoni della musica leggera divenne attrazione per turisti ricchi ed annoiati, che, come visitatori di uno zoo davanti al feroce leone sedato di continuo, si eccitavano immaginandosi in altri posti ed in altri tempi; la mia generazione, che non ha vissuto elvis, nè i beatles o i primi stones, che a san siro per il primo springsteen c'è andata a ranghi ridottissimi mentre per marley non è pervenuta, si è accontentata per anni dei reduci, degli avanzi di storie gloriose, di vecchi dischi e vecchi (ed orrendi) video quasi fossero anziani davanti al focolare che raccontassero storie di guerra e fantasmi, quindi capisco questa sensazione.

Ma come dice antonio gramentieri, prima o poi, ogni artista va o cerca di andare nella sua personalissima las vegas

E a noi che rimpiangiamo certe epopee restano appunto i reduci, gli stones al circo massimo, gli who che fortunatamente non sono morti (o non tutti almeno) prima di diventare vecchi che ancora incantano nei palazzetti, bruce che la sua las vegas l'ha trovata nel concedere il suo palco ai fans, che ne decidono scalette e si inventano duetti col proprio totem; noi che sbaviamo al ricordo del momento in cui dylan attaccò la corrente agli strumenti e disse "suonate fottutamente forte" e la gente lo chiamò GIUDA e lui rispose NON TI CREDO, BUGIARDO, noi oggi possiamo avere (ad un prezzo che immagino esoso) un cofanetto con TUTTI I CONCERTI DI QUEL TOUR.

Ma la rivoluzione? Ma i cambiamenti? Tutto abbandonato in cambio di un cofanetto, di un biglietto prato, di una t shirt da indossare come una decorazione al valor militare o peggio un trofeo da appendere sopra il caminetto?

Ammirami, ammira la mia casa,
ammira la mia canzone, ammira i miei vestiti
(Pearl Jam)

Ma i giovani? Come pensiamo che possa nascere un nuovo movimento realmente contro-culturale in tempi come questi dove gli afterhours sono su sky a dire per me è un no, dove insieme agli afterhours c'è quello indicato come un profeta dei giovani, quel fedez che se lo fotografassero senza vestiti non si capirebbe se è nudo o vestito desigual? (cit) Davvero il paladino della trasgressione è fedez o l'altro che cantava ohi maria? al di là della totale mancanza di talento canoro, davvero sono loro che potrebbero convincere qualcuno che la musica può davvero cambiare il mondo?

Anche la cosiddetta trasgressione è ormai anestetizzata e venduta in comode confezioni, come un qualunque prodotto; che motivo avrebbe un ragazzino che crede che la poesia in musica sia "col trattore in tangenziale, andiamo a comandare" o "non è l'apparenza, ma l'apparizione" di cercare altrove qualcosa che nemmeno sa che cosa sia e che effetto possa fare? Quanti dei nostri eroi abbiamo ascoltato raccontarci di come la loro vita venne capovolta da elvis all'ed sullivan show o da dylan a newport o da woody guthrie in un letto di ospedale? Chi potrebbe oggi fare questo effetto agli adolescenti storditi da troppa tecnologia e da pochissimo cuore?

Quante volte abbiamo sentito sulla nostra pelle il brivido che solo momenti cruciali possono regalarci, come bruce in piedi sul pianoforte a sguainare la chitarra durante i no nukes? Dove oggi potrebbero trovare qualcosa di simili i ragazzotti che non hanno nemmeno più mtv, che i suoi bei danni li ha fatti, ma pensano che ascoltare musica sia navigare su youtube?

Manca l'offerta perchè non c'è domanda o viceversa? Riuscirebbero a scovarlo, questo suono o questo artista capace di ribaltargli l'esistenza, i ragazzi che oggi amano la musica? O sarebbe sepolto sotto a tutta la plastica di cui è rivestito quel mondo?

E tutti stanno facendo
Proprio quello che gli viene detto
E nessuno vuole
Andare in galera! (Clash)

Da 3\4 anni la mia enorme passione per la musica e la mia enorme curiosità per la musica mi hanno portato a cercare nuove voci, nuovi suoni, a decidere che preferisco spendere 10\20 euro per il disco d'esordio di un gruppo locale piuttosto che per l'ennesima ristampa.
Questa potrebbe essere una strada da battere, con insistenza.

Ci sono ragazzi giovani che assimilano e propongono, magari cose non originalissime, ma fatte col cuore, col sudore ed avendo i coglioni; cerchiamolo lì questo nuovo linguaggio, questa contro-cultura che torni ad essere un pericolo per chi gestisce l'ordine ed un fastidiosissimo dito nel culo a chi comanda.

vaffanculo, non farò quello che mi dici
(Rage against the machine)

La musica ha sempre fatto questo, lo ha fatto elvis facendo cose "da negri", lo ha fatto il punk quando sembrava che la musica fosse diventata appannaggio di virtuosi logorroici del pentagramma.

Davvero non trovate stridente che manuel agnelli suoni nel simbolo della moda applicata alla cucina? Davvero non trovate perfino ridicolo che un disco che si intitola "battitene i coglioni, ecco i sex pistols", che parlava di anarchia ed anticristo sia in edicola tra i dvd della disney e la collezione a fascicoli "Il mio presepe" (con la prima uscita, in omaggio LA MADONNA)?

io sono un vuoto a perdere
uno sporco impossibile
un marchio registrato
un prodotto di mercato (CCCP)

Godiamoci quindi questo eterno revival che va in scena da quando il mercato musicale ha chiarito a tutti che i soldi si fanno solo coi concerti ed i dischi non servono più a nulla, godiamoci bruce, speriamo tornino gli stones, cantiamo che è solo la terra della gioventù sprecata, i padri vanno sempre amati e onorati, certe canzoni fanno parte ormai indelebile della vita di molte persone.

Ma ricordiamoci che non era questo di cui si parlava all'inizio, la musica doveva cambiare il mondo e cambiarlo ora, come dicevano i doors, non doveva arrivare al punto di trasformare il tutto in un the tra amici, in un salotto elegante.
Era una cazzo di guerra e in molti l'hanno combattuta, ma se decidiamo che è finita, allora vuol dire che noi e soprattutto la musica ci siamo arresi.

Conosco persone che durante un concerto di patti smith credevano che tutto il palazzetto sarebbe uscito in strada ad assaltare il municipio di milano cantando people have the power, gente che ha trovato una chiave di lettura per proseguire la propria vita dopo un divorzio grazie ad un concerto di springsteen, chi cazzo è che oggi può far provare certe cose ai ragazzi? 

Perchè noi siamo vecchi, bolsi e probabilmente cinici, anche se meno di quello che diamo a vedere, quindi non ci emozioniamo facilmente per le nuove leve, ma i 12\13enni di oggi da chi potranno trarre ispirazione per andare via dalla città dei perdenti e vincere?

Non credo che il rock and roll
Possa davvero cambiare il mondo
Mentre gira in rivoluzione
Si muove a spirale e si volta (U2)

domenica 19 giugno 2016

Championship Vinyl 7 - We all walked the line



Settima puntata di Championship Vinyl, il mio programma dedicato al rock and roll in onda su BRG Radio tutte le domeniche alle 19.

Puntata atipica, dedicata agli artisti che hanno omaggiato Johnny Cash, reinterpretando le sue canzoni.

In più, ad inizio puntata è partita la nuova rubrica di BRG Radio "Belin che canzone", un modo per condividere e fare conoscere la musica del nostro territorio.

Il primo singolo scelto è stato Come around di Sam & the Band
Ecco i brani trasmessi:

  1. Rock around the clock-Bill Haley & His Comets
  2. Sam & the Band - Come Around
  3. Bruce Springsteen - I Walk The Line (Landover 13-09-2003)
  4. Gaslight Anthem - God's Gonna Cut You Down
  5. Nora Jones - Home of the blues
  6. Raul Malo - I Guess Things Happen That Way
  7. Steve Earle - Hardin Wouldn't Run
  8. Mano Negra - Rock Island Line
  9. Little Richard - Get Rhythm
  10. Mavis Staples - Will the circle be unbroken
  11. Rosanne Cash - I Still Miss Someone
  12. Emmylou Harris, Mary Chapin Carpenter & Sheryl Crow - Flesh And Blood
  13. Blackie and The Rodeo Kings - Folsom Prison Blues
  14. Pearl Jam - 25 Minutes To Go
  15. Johnny Cash feat. U2- The Wanderer


Se avete l'audio del pc attivo, è quella che state ascoltando ora e che parte in automatico, oppure, se ciò non accade, potete trovarla qui:

martedì 12 aprile 2016

Come Don Chisciotte 2.9 - Social Worker Blues




il 15 marzo è stata la giornata mondiale del servizio sociale

lo scorso anno mi ero fatto un regalo, avevo preso ferie ed ero andato a "festeggiare" a torino, ad un incontro-convegno organizzato dall'ordine piemontese.
a torino ho diversi amici-colleghi, la mia relatrice della tesi, parecchi bei ricordi
era stata una bellissima giornata e mi ero ripromesso di farlo anche quest'anno.

A gennaio poi era uscito il disco del mio amico paolo, springsteeniano e collega, pieno di belle canzoni tra cui una in particolare: social worker blues, di cui avevo parlato-scritto volentierissimo.

penso ed ho già scritto diverse volte che la musica che ascolto e che amo abbia avuto un peso fondamentale su determinate scelte fatte nella mia vita, tra cui sicuramente quella lavorativa

senza l'epica di diversi artisti non avrei fatto così volentieri il percorso di studi che ho fatto, motivandomi con la speranza di essere parte di quel cambiamento positivo di cui sentivo cantare e che sentivo auspicare da voci che così tanto mi coinvolgevano 

senza gli u2, senza i pearl jam di brani come jeremy o why go, non mi sarei innamorato della mia professione
senza il fantasma di tom joad, uscito quando ero all'inizio del corso, non avrei avuto le conferme di essere sulla strada giusta, non avrei così a fuoco il fatto di chi siano quelli che davvero stanno male e quali sono o dovrebbero essere le priorità nella vita.
senza born to run che è un inno di 40 minuti sull'autodeterminazione, non avrei avuto così chiaro il significato e l'importanza di quel termine

penso che la musica sia uno strumento comunicativo straordinario e ritengo che il nostro lavoro dovrebbe sfruttarla molto di più e molto meglio

per questo la canzone di paolo mi ha entusiasmato da subito, per quegli echi di steve earle che fanno da cornice ad un testo profondamente sincero e reale, su quello che proviamo noi "in trincea"

un pezzo che è un perfetto esempio di come la mia comunità professionale dovrebbe sfruttare questo strumento comunicativo, se non reinventandosi cantautori, almeno utilizzando i numerosi spunti presenti "in letteratura" per far passare messaggi importanti, senza dimenticare ovviamente le fonti, come mi diceva sempre la mia prof

in tutto questo, la cosa bellissima è che il 15 marzo a torino, dove mi sono regalato un'altra giornata come lo scorso anno, paolo ha presentato il suo pezzo ad una platea competente e professionalmente vicina.

la cosa strana è che ad introdurre paolo ed il suo pezzo sono stato proprio io, testimoniando come a mio avviso la musica sia un mezzo efficace anche per il servizio sociale; la Musica, quella vera, capace di empatia e stimolo all'azione.

è un onore enorme ed un altrettanto grande piacere aver ricevuto questo invito, perchè per una volta il mio lavoro e la mia passione principale si sono fusi assieme e per un momento sono stati una cosa sola, perchè, come del resto mi hanno detto in molti, "se mi impegnassi nel lavoro come nella mia mania per la musica sarei un fenomeno"

La giornata è stata meravigliosa. 
Ogni singolo istante, goduto, assaporato, come una forchettata del tuo piatto preferito.
Sul palco del teatro Nuovo di Torino a dire  come la musica sia uno strumento terribilmente efficace dal punto di vista comunicativo e di quanto il servizio sociale ne avrebbe bisogno.
5 minuti "trattabili" che mi sono gustato con piacere ed orgoglio, grazie soprattutto alla grande attenzione che regnava in sala, in una sala ancora piena nonostante l'ora tarda ed il pranzo alle porte, una sala che mi ha persino interrotto con un applauso a metà intervento, per via di una frase polemica che proprio non sono riuscito ad evitarmi.
Elvis sul bavero della giacca, Woody Guthrie sulla t shirt, per coniugare la mia professione e la mia grande passione avevo bisogno di avere vicino dei riferimenti importanti.
Orgoglioso e soddisfatto di cosa ho scritto
Orgoglioso e soddisfatto di come l'ho esposto
Orgoglioso e soddisfatto dei complimenti ricevuti
Ma soprattutto grato e riconoscente verso chi mi ha invitato, fatto sentire a casa, trattato come un amico
E come mi ha scritto oggi una collega (ancora ignara di quanto sia drammaticamente vera questa frase): ho ancora molto da dire.

Per chi volesse leggere il mio intervento, è disponile sul sito dell'Ordine degli Assistenti Sociali della Regione Piemonte:

Inevitabile a questo punto dopo aver parlato di musica in contesto lavorativo, portare il mio lavoro in un contesto musicale.

Quindi giovedì 7 aprile su Radio Gazzarra è andata in onda la puntata di Come Don Chisciotte che ha rubato il titolo al mio amico Paolo.

Un elenco, drammaticamente incompleto, di brani che sento vicini al mio lavoro ed alle motivazioni ed ai principi che mi spingono a farlo.

Ecco i brani andati in onda:
  1. All you fascists bound to lose - Woody Guthrie
  2. La città vecchia - Fabrizio De Andrè
  3. The Ghost of Tom Joad - Bruce Springsteen
  4. Freedom - Rage Against the Machine
  5. Jeremy - Pearl Jam
  6. Fischia il vento - Coro Partigiani e Reduci
  7. Sunday Bloody Sunday - John Lennon
  8. Running to stand still  - U2
  9. Why go - Pearl Jam
  10. Youngstown - Bruce Springsteen
  11. Non finisce qui - Gang
  12. Masters of war - Bob Dylan
  13. Maggie's farm - Solomon Burke
  14. Social Worker Blues - Paolo Ambrosioni & the Bi-Folkers


(per chi volesse scaricare la puntata in mp3 ed ascoltarla offline, cliccate su "ascolta con il tuo player" poi cliccate col tasto destro del mouse sul tasto Play e "salva audio/video come")

giovedì 28 gennaio 2016

A campovolo prima che fosse Campovolo (Gli U2 a Reggio nell'Emilia)



io sono stato a campovolo prima che fosse figo andarci.

nel 1997, 20 settembre, concerto degli u2, quello con l'arco di mc donald, il carrello della spesa e mtv che si collega in diretta per dire siete tantissimiiiiiiiiiiiiiiiiiii

partiti il giorno prima, tappa a milano dal Bona, che è uno che le cose le sa organizzare.
quindi tutti a dormire da lui ed il giorno dopo via con la tradotta pronti a ballare sulle note di dischoteque.

In effetti, fino all'arrivo a campovolo all'epoca chiamato ex aeroporto militare di reggio emilia, tutto filò liscio.
Il bona aveva già pianificato la giornata, al mattino alle 6 treno da milano centrale, arrivati in stazione con 2 taxi prenotati il giorno prima, dalla stazione di reggio nell'emilia all'ex aeroporto di reggio nell'emilia altri taxi.

praticamente abbiamo speso per fare milano - reggio nell'emilia l'equivalente di 3 stipendi che tra l'altro all'epoca nessuno di noi guadagnava.

Arriviamo davanti a sta cazzo di steppa alle 8\8.30 di mattino, ci caghiamo per terra ed aspettiamo sereni.

Aprono i cancelli che saran le 11, corsa tra le dune e le balle di fieno e occupiamo una discreta posizione, che il Bona, all'epoca studente di ingegneria mi calcola con un algoritmo la distanza dalle casse e impone lo stop

Teniamo conto che quello fu all'epoca il concerto con più spettatori mai tenutosi in europa, 120.000 CENTOVENTIMILA.

Primo problema, i cessi. 
Chimici ovviamente che non si pretende certo la ceramica ed il bidè.
Ma pochi, drammaticamente pochi.
Tipo 30.
Per CENTOVENTIMILA persone
Tempo stimato per una pisciata 90/120 minuti.
Vaaaaaaaaaaaaaaaaaaabbè.

Concerto.
A me il concerto piacque davvero, certo non erano gli u2 epici del joshua tree, nè gli innovatori di pelle vestuti della zoo station e di zooropa, però a me piacque.
Molto kitsch, molta ironia sul kitsch, il lemmmon, le robe pop e truzze, però anche i classiconi e la voce di bono che era ancora La Voce di Bono, se capite le maiuscole.

Finisce il concerto e CENTOVENTIMILA persone hanno tutte la stessa idea: andare a casa.

originaloni.

bon, mettiti in fila, cammina su 3 strati di spazzatura, tanto c'è l'adrenalina post concerto e poi nessuno ha fretta
passin passino arriviamo alla stazione di reggio nell'emilia.
non tutti i CENTOVENTIMILA ma una buona metà 

problema: sessantamila persone alla stazione di reggio nell'emilia le avran viste in 5 anni
caos e disorganizzazione totali, nessuna indicazione, tutti nel piazzalone.
ma chiamami il Bona ad organizzare l'esodo per dio!!!!
no, niente Bona, anzi.

ci accucciamo timidi ed aspettiamo lo scorrere degli eventi fumando il fumabile, compreso qualche aiuola e pezzi d'asfalto.

ad un certo punto accuso la stanchezza e crollo praticamente sotto una macchina, svegliandomi di soprassalto alla partenza della stessa, che solo per sta scena d-max ci farebbe 4 programmi diversi.
siam lì che iniziamo a chiederci cosa sarà di noi, quando ecco la risposta seria ed organizzata che attendevamo.

finalmente qualcosa si muove, finalmente qualcuno che arriva a dare indicazioni.

il cazzo.

arrivano 30\40 carabinieri in assetto da guerra, caschi, elmetti, baionette, uzi, bombe a mano, foto di putin nel taschino ed f-35 parcheggiati dietro i binari
ma porca la vostra puttana, ma che cazzo fate? a cosa cazzo servite?

la situazione fino a quel momento era di paciosa stanchezza, gente che dormiva, che parlava, mangiava, si accoppiava nelle aiuole di cui sopra, parti cesarei, operazioni alle tonsille.

poi arrivano gli eroi di hogan e va ovviamente tutto in merda.

che son tipo la signora in giallo zio bastardo, che quando arriva si toccano tutti i coglioni

sale la tensione, tutti si avvicinano per capire e vien fuori una babilonia

in tutto questo l'armata brancaleone sbarra le entrate della stazione e inizia a frazionare gli ingressi.
vuoi la stanchezza, l'adrenalina che scende, la voglia di un letto e di una doccia, la gente che spinge ed urla, com'è, come non è, mi sale su il giramento di coglioni

per rinfrancarmi lo spirito la mia amica lara decide che è il momento perfetto per una crisi di nervi ed inizia ad urlare e piangere, piangere ed urlare.
Non sbatte i piedini solo perchè non c'è un catafottuto centimetro libero dove sbattere i suoi cazzo di piedini.
la estraggono viva per puro miracolo mentre io invoco hannibal lecter e già stavo decidendo come mangiare il cuore che le avrei estratto a mani nude dal petto.
si calma all'istante.

ma il punto di non ritorno lo raggiungiamo poco dopo, quando dal potentissimo impianto audio della stazione di reggio nell'emilia emerge limpida la voce stentorea dello speaker che richiama all'ordine l'esercito:
"Attenzione attenzione il maresciallo caputo è pregato di recarsi nell'ufficio del capotreno"

"Attenzione attenzione il maresciallo caputo è pregato di recarsi nell'ufficio del capotreno"

"Attenzione attenzione il maresciallo caputo è pregato di recarsi nell'ufficio del capotreno"

alla quarta volta che parte l'annunzio, decido che la misura è colma e contestualmente metto a repentaglio la mia carriera universitaria, la mia fedina penale, la mia verginità anale e tutta una serie di cose che sarebbero potute accadere, robe che a cucchi gli han fatto un massaggio thai a 4 mani con ingoio.

perchè quando lo speaker dice 

"Attenzione attenzione il maresciallo caputo..."

io esco la mia voce da tarzan ed urlo fortissimo

E' UN FIGLIO DI PUTTANA!!!!!!!

boato che nemmeno bono in tutto il tour, applausi, lacrime, abbracci, gente che mi regala dell'oro, madri che vogliono farmi baciare i loro figli, ragazze che mi tirano la biancheria.

è probabilmente il segnale che in molti aspettavano, e del resto la storia della mia vita è costellata di momenti in cui serviva uno stronzo e taaaaac ero pronto ad offrirmi volontario, perchè da lì in poi è carnevale vero

cori, urla, insulti e tante prese per il culo

ad un certo punto un ignoto che per sempre sarà nel mio cuore squarcia la tonsilla ed urla
GIU' LE MANI DALLE PENSIONI DANNAZIONE!!!!!!!

dall'entusiasmo vengono offerti olocausti, il bue grasso è condiviso tra tutti e la nuova legge viene incisa sull'asfalto della stazione di reggio nell'emilia

alla fine arriva un treno per milano e forse non per caso il cordone degli Arditi della Folgore si richiude proprio davanti a me (dopo che tutti i miei amici erano già corsi via)

a quel punto ho davanti due scelte:

fingere vigliaccamente di essere un altro e non il sobillatore di folle che ha regalato ai parà 3 ore di insulti

affrontare la mia sorte a testa alta e gridare in faccia al balilla che con italica fermezza mi blocca la via verso il binario con un manganello che in confronto quelli usati alla diaz erano dei dildo di gomma: 
ti faccio vedere come muore un fan degli u2 ITALIANO!!!!!

tipregotipregotipregotipregotipregotipregotiprego fammi passaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaare!!!!!!

sono arrivato a casa a mezzogiorno

zio cane, campovolo, che posto di merda. 

venerdì 5 giugno 2015

Come Don Chisciotte - Troviamo La Cura!



Terza puntata giovedì 4 giugno, con un ospite d'eccezione!! Il Presidente e Fondatore di Find the Cure, Daniele Sciuto, ci ha guidato attraverso la musica in quelle parti del mondo che la sua associazione cerca ostinatamente e donchisciottescamente di rendere migliori

Molti stranieri ho incontrato
Sulla strada verso il mio rimorso
Molti dispersi che cercavano
Di ritrovare loro stessi in me
Mi chiesero di rivelare
Proprio quei pensieri 
che avrebbero voluto celare
Amore salvami

Ecco le canzoni ascoltate:

1. David Bowie – Space Oddity 
2. Devi Sri Prasad – Zara Zara 
3. Tiken Jah Fakoly – Je dis non 
4. Ayub Ogada – Kothbiro 
5. Diamond Platnumz – Nataka Kulewa 
6. Yemi Alade – Johnny 
7. Courage – The first grader sound track 
8. Tama Snimbe Musique Mali Ballades Africaines 
9. Giorgio Gaber – La libertà 
10. U2 & Bob Dylan – Love rescue me


Ed ecco il link per ascoltare il programma in streaming


(per chi volesse scaricare la puntata in mp3 ed ascoltarla offline, cliccate su "ascolta con il tuo player" poi cliccate col tasto destro del mouse sul tasto Play e "salva audio/video come")

Ci "sentiamo" giovedì 18 giugno!!!

lunedì 18 maggio 2015

B.B. King e gli U2: quando l'amore venne in città



Mi perdoneranno i puristi del blues, ma B.B. King è entrato nella mia vita grazie ad un bootleg degli U2.
Ma non un bootleg qualunque, no.
IL bootleg, quello che nonostante i millemila live che ho a casa ancora oggi mantiene incontrastato la palma del più ascoltato.
Cassetta, cd, mp3, in qualunque modo, con o senza i commenti degli speaker radiofonici.
B.B. King per me è "nato" con quella serata, con Bono che prima presenta la sua Orchestra, con la quale esegue una spettacolare Angel of Harlem, poi lo chiama sul palco, definendolo "Blues Monster" e lui entra in When love comes to town con Lucille e quel suono inarrivabile.
Certo, oggi per me B.B. King non è più solo "quello del capodanno a dublino", ma è significativo che alla notizia della sua scomparsa la prima cosa che mi sia venuta in mente sia stata proprio il breve discorso che lui e bono fecero verso la fine di When Love Comes to Town e soprattutto che me lo ricordassi perfettamente a memoria.
Un inno all'amore, alla tolleranza, alla concordia, pochi minuti dopo essere entrati in un nuovo decennio e con la forza che solo il gruppo più in voga del momento poteva dare ad un messaggio simile.
La carriera, quantomeno da un punto di vita commerciale, di B.B. King venne benedetta da quei duetti, che lo fecero arrivare a tanti che come me si affacciavano alla storia della musica grazie a gruppi contemporanei come gli U2 ma volevano anche guardarsi indietro.
E nelle mie serate in compagnia di quel concerto, la parte in cui B.B. King faceva lo spelling di L.O.V.E. era tra le più emozionanti e coinvolgenti.
Ci deve essere temo un qualche segnale abbastanza chiaro se nel giorno in cui è mancato B.B. King, gli U2 hanno iniziato il loro nuovo tour (a sostegno di un album che non sono mai riuscito ad ascoltare per intero) con una rovinosa caduta di The Edge dal palco.
Il gruppo che in quel concerto del capodanno 1989 mi aveva letteralmente stregato, suonerà in autunno in italia e la cosa mi lascia del tutto indifferente, mentre l'omone nero che dal palco di dublino ci aveva lasciato una ricetta contro la tristezza se ne è andato.

Ran into a juke joint when I heard a guitar scream, 
The notes were turning blue when I fell into a dream
As the music played I saw my life turn around 
That was the day before love came to town.