lunedì 3 ottobre 2016

Nati per correre al ristorante (O del mausoleo del rock)



foto di Barbara Facciotto

Questa foto, scattata durante la presentazione di Born to Run, l'autobiografia di Bruce Springsteen, a Milano mi ha colpito da subito assumendo, a mio avviso, un valore simbolico molto forte.

Di primo acchitto mi ha fatto sorridere l'accostamento tra il guru del rock alternativo italiano (manuel agnelli, cantante degli afterhours e giudice di x factor) ed il logo di Eataly, simbolo di consumo, eleganza e agiatezza.

Un contrasto stridente, accentuato dal fatto che agnelli stesse cantando thunder road, che parla di scappare da una città di perdenti (o probabilmente da una città senza ristoranti italiani alla moda) e soprattutto state trooper, con quell'alienazione straziante del viaggiatore che prega il poliziotto di farlo andar via e qualcuno o qualcosa di salvarlo dal nulla (o forse da un frigo vuoto).

Al di la delle battute polemiche che adoro fare specialmente sul paladino degli alternativi, c'è a mio avviso un discorso più lungo da fare sul rock e soprattutto sul suo pubblico.

A mio avviso, il rock è diventato un passatempo per signori di mezza età mediamente benestanti e\o mediamente coglioni quanto basta per dedicare alla musica tempo e denari superiori a quelli che potrebbero permettersi.

Mi compiaccio di appartenere assolutamente alla seconda schiera, oh si.

Però esiste una spinta, un messaggio che il rock per molti anni ha portato con sé e che ormai si sta spegnendo.

La voglia di cambiare le cose, la voglia di migliorarsi, di cambiare il mondo, la voglia di dare una pedata nello scroto ad un sistema dentro il quale ci si sta stretti e scomodi.
In parole povere, il rock non parla più questo linguaggio e soprattutto non lo parla più ai giovani.

La musica in generale non è più uno strumento rivoluzionario, come è sempre stata in passato.
I giovani oggi ascoltano musica mediamente a capocchia di cazzo, ma anche quella fetta, sinceramente non piccolissima, di ragazzi che vanno oltre i talent e le radio, non cerca più di declinare la propria rabbia, la propria ansia, la propria voglia di vivere attraverso la musica.

Non deve essere necessariamente il rock, anzi, il rock ha già segnato diverse rivoluzioni, da quando elvis dimenò il bacino in avanti; non si vede ad oggi un linguaggio musicale capace di decodificare una nuova grammatica del cambiamento.

La musica tutta è ormai diventata, nella maggior parte dei casi un sottofondo buono per quando si guida o si fa running spinning o zumbing; ma anche quelli che la ascoltano con attenzione non hanno, specialmente le nuove generazioni, la spinta a provare a farla loro, ad indossarla come una cazzo di armatura ed uscire a combattere.

Io esco tutti i giorni con elmetto e scimitarra
e la gente ancora pensa che sia solo una chitarra (Geddo)

Noi vecchi panzoni invece ci godiamo il revival, ci sediamo a rivangare i tempi d'oro, gonfiamo le tasche dei reduci pagando biglietti per concerti negli stadi come fossero per l'arena di verona, per la prima fila dell'arena di verona.
Quello che i nostri eroi avevano da dire e da dare al mondo della musica ed alla società è stato detto e dato ed è in qualche modo giusto che si godano ora i frutti (carissimi) di una passione e di un impegno che magari 30\40 anni fa li rendeva incapaci di apprezzarne a pieno i lati positivi.

c’è ancora una guerra che infuria là fuori
mi dici che non tocca più a noi vincerla (Bruce Springsteen)

Il mese scorso ho comprato un noto giornale musicale ed in copertina c'era van morrison, in copertina c'era per la 123119929393° volta van morrison; ma è giusto così, quel giornale simboleggia quel paio di generazioni che a van morrison, gli stones e bowie (tanto per citare alcuni dei protagonisti di quel numero) devono molto, in alcuni casi forse la stessa vita.

Quando elvis andò ad holliwood, ecco quando tutto andò in rovina cantano i counting crows, ma elvis poi andò a las vegas e la sua carica erotica che aveva ribaltato i canoni della musica leggera divenne attrazione per turisti ricchi ed annoiati, che, come visitatori di uno zoo davanti al feroce leone sedato di continuo, si eccitavano immaginandosi in altri posti ed in altri tempi; la mia generazione, che non ha vissuto elvis, nè i beatles o i primi stones, che a san siro per il primo springsteen c'è andata a ranghi ridottissimi mentre per marley non è pervenuta, si è accontentata per anni dei reduci, degli avanzi di storie gloriose, di vecchi dischi e vecchi (ed orrendi) video quasi fossero anziani davanti al focolare che raccontassero storie di guerra e fantasmi, quindi capisco questa sensazione.

Ma come dice antonio gramentieri, prima o poi, ogni artista va o cerca di andare nella sua personalissima las vegas

E a noi che rimpiangiamo certe epopee restano appunto i reduci, gli stones al circo massimo, gli who che fortunatamente non sono morti (o non tutti almeno) prima di diventare vecchi che ancora incantano nei palazzetti, bruce che la sua las vegas l'ha trovata nel concedere il suo palco ai fans, che ne decidono scalette e si inventano duetti col proprio totem; noi che sbaviamo al ricordo del momento in cui dylan attaccò la corrente agli strumenti e disse "suonate fottutamente forte" e la gente lo chiamò GIUDA e lui rispose NON TI CREDO, BUGIARDO, noi oggi possiamo avere (ad un prezzo che immagino esoso) un cofanetto con TUTTI I CONCERTI DI QUEL TOUR.

Ma la rivoluzione? Ma i cambiamenti? Tutto abbandonato in cambio di un cofanetto, di un biglietto prato, di una t shirt da indossare come una decorazione al valor militare o peggio un trofeo da appendere sopra il caminetto?

Ammirami, ammira la mia casa,
ammira la mia canzone, ammira i miei vestiti
(Pearl Jam)

Ma i giovani? Come pensiamo che possa nascere un nuovo movimento realmente contro-culturale in tempi come questi dove gli afterhours sono su sky a dire per me è un no, dove insieme agli afterhours c'è quello indicato come un profeta dei giovani, quel fedez che se lo fotografassero senza vestiti non si capirebbe se è nudo o vestito desigual? (cit) Davvero il paladino della trasgressione è fedez o l'altro che cantava ohi maria? al di là della totale mancanza di talento canoro, davvero sono loro che potrebbero convincere qualcuno che la musica può davvero cambiare il mondo?

Anche la cosiddetta trasgressione è ormai anestetizzata e venduta in comode confezioni, come un qualunque prodotto; che motivo avrebbe un ragazzino che crede che la poesia in musica sia "col trattore in tangenziale, andiamo a comandare" o "non è l'apparenza, ma l'apparizione" di cercare altrove qualcosa che nemmeno sa che cosa sia e che effetto possa fare? Quanti dei nostri eroi abbiamo ascoltato raccontarci di come la loro vita venne capovolta da elvis all'ed sullivan show o da dylan a newport o da woody guthrie in un letto di ospedale? Chi potrebbe oggi fare questo effetto agli adolescenti storditi da troppa tecnologia e da pochissimo cuore?

Quante volte abbiamo sentito sulla nostra pelle il brivido che solo momenti cruciali possono regalarci, come bruce in piedi sul pianoforte a sguainare la chitarra durante i no nukes? Dove oggi potrebbero trovare qualcosa di simili i ragazzotti che non hanno nemmeno più mtv, che i suoi bei danni li ha fatti, ma pensano che ascoltare musica sia navigare su youtube?

Manca l'offerta perchè non c'è domanda o viceversa? Riuscirebbero a scovarlo, questo suono o questo artista capace di ribaltargli l'esistenza, i ragazzi che oggi amano la musica? O sarebbe sepolto sotto a tutta la plastica di cui è rivestito quel mondo?

E tutti stanno facendo
Proprio quello che gli viene detto
E nessuno vuole
Andare in galera! (Clash)

Da 3\4 anni la mia enorme passione per la musica e la mia enorme curiosità per la musica mi hanno portato a cercare nuove voci, nuovi suoni, a decidere che preferisco spendere 10\20 euro per il disco d'esordio di un gruppo locale piuttosto che per l'ennesima ristampa.
Questa potrebbe essere una strada da battere, con insistenza.

Ci sono ragazzi giovani che assimilano e propongono, magari cose non originalissime, ma fatte col cuore, col sudore ed avendo i coglioni; cerchiamolo lì questo nuovo linguaggio, questa contro-cultura che torni ad essere un pericolo per chi gestisce l'ordine ed un fastidiosissimo dito nel culo a chi comanda.

vaffanculo, non farò quello che mi dici
(Rage against the machine)

La musica ha sempre fatto questo, lo ha fatto elvis facendo cose "da negri", lo ha fatto il punk quando sembrava che la musica fosse diventata appannaggio di virtuosi logorroici del pentagramma.

Davvero non trovate stridente che manuel agnelli suoni nel simbolo della moda applicata alla cucina? Davvero non trovate perfino ridicolo che un disco che si intitola "battitene i coglioni, ecco i sex pistols", che parlava di anarchia ed anticristo sia in edicola tra i dvd della disney e la collezione a fascicoli "Il mio presepe" (con la prima uscita, in omaggio LA MADONNA)?

io sono un vuoto a perdere
uno sporco impossibile
un marchio registrato
un prodotto di mercato (CCCP)

Godiamoci quindi questo eterno revival che va in scena da quando il mercato musicale ha chiarito a tutti che i soldi si fanno solo coi concerti ed i dischi non servono più a nulla, godiamoci bruce, speriamo tornino gli stones, cantiamo che è solo la terra della gioventù sprecata, i padri vanno sempre amati e onorati, certe canzoni fanno parte ormai indelebile della vita di molte persone.

Ma ricordiamoci che non era questo di cui si parlava all'inizio, la musica doveva cambiare il mondo e cambiarlo ora, come dicevano i doors, non doveva arrivare al punto di trasformare il tutto in un the tra amici, in un salotto elegante.
Era una cazzo di guerra e in molti l'hanno combattuta, ma se decidiamo che è finita, allora vuol dire che noi e soprattutto la musica ci siamo arresi.

Conosco persone che durante un concerto di patti smith credevano che tutto il palazzetto sarebbe uscito in strada ad assaltare il municipio di milano cantando people have the power, gente che ha trovato una chiave di lettura per proseguire la propria vita dopo un divorzio grazie ad un concerto di springsteen, chi cazzo è che oggi può far provare certe cose ai ragazzi? 

Perchè noi siamo vecchi, bolsi e probabilmente cinici, anche se meno di quello che diamo a vedere, quindi non ci emozioniamo facilmente per le nuove leve, ma i 12\13enni di oggi da chi potranno trarre ispirazione per andare via dalla città dei perdenti e vincere?

Non credo che il rock and roll
Possa davvero cambiare il mondo
Mentre gira in rivoluzione
Si muove a spirale e si volta (U2)

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