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mercoledì 7 agosto 2019

Metti una sera, Eddie Vedder a Barolo.



Completamente fuori tempo massimo, scrivo qualcosa sul concerto di Eddie Vedder a Barolo del 17 Giugno, all'interno del Festival Collisioni.

Non è più il caso di fare recensioni  e resoconti, così condivido solo un paio di riflessioni.

Prima di tutto, il concerto: Eddie fa parte di uno dei pochi gruppi di cui ormai mi fido a scatola chiusa, sono quasi 30 anni che seguo i Pearl Jam e la sua è una delle voci che mi emoziona di più. Ho quindi sfidato volentieri la mia crescente insofferenza verso i concerti affollati, per vederlo in versione solista, dopo aver rinunciato volontariamente alle due date di Firenze (2019 e 2017) perché in un contesto che non ritenevo adatto ad uno show acustico.

La prima cosa che ho notato è come lui giochi molto sul dualismo tra concerto acustico\tranquillo e concerto rock in versione solista; verrebbe quasi da dire che non sappia decidersi su come impostare lo show, anche se alla fine credo che questa apparente bipolarità sia una scelta ben precisa. Scelta di cui non intendo certo lamentarmi, visto che ha aperto la data piemontese con quella Keep me in your heart che nell'ultimo, meraviglioso album di Warren Zevon spiccava tra canzoni di livello altissimo.



Tante cover e un buon equilibrio con i pezzi "di casa", ossia dei Pearl Jam: Cat Stevens, i Beatles, i Clash, i Pink Floyd, il "solito" Neil Young, diversi brani da Into the Wild, colonna sonora inarrivabile dell'omonimo film di Sean Penn.


Tralascio la presenza di Glen Hansard che proprio non sopporto e che speravo di riuscire a perdermi, mentre purtroppo sono entrato nella piazza mentre affrontava con entusiasmo Drive all Night, proprio "di quello là"; pazienza.

Il quartetto d'archi da un lato aggiunge eleganza, dall'altro partecipa ad entrambe le facce dello show, in special modo quando esegue una versione strumentale di Jeremy, con Eddie nel backstage ed il pubblico che lo sostituisce alla voce.

Serata piacevole, Eddie che scherza sul suo vino preferito di cui ha finalmente conosciuto le origini e si lascia andare a diversi aneddoti confermando la piega discorsiva che avevo già notato lo scorso anno a Padova con la band, strappando risate a tutti indicando l'anziana signora che si godeva lo spettacolo dal terrazzo di casa, affermando di non aver mai suonato così vicino alla cucina di qualcun'altro.

Di certo, a differenza di altri artisti che amo, preferisco Eddie come voce dei PJ al solista. La sua voce ed il suo carisma, mi arrivano più diretti e forti all'interno dell'alchimia del gruppo di Seattle.

Serata piacevole, ripeto, ma spero che al prossimo giro vengano tutti e 6.


La seconda parte della mia riflessione invece verte sul posto e sull'organizzazione. Ben gestito (all'andata) il discorso delle navette, tenendo conto che Barolo nonostante la guadagnata popolarità, resta un paesino arrampicato sulla Langa, a cui si accede con difficoltà; un po' meno al ritorno, dove qualche mezzo in più avrebbe accorciato l'inevitabile coda.

Da rivedere invece la gestione della piazza, troppo, troppo, troppo piena. Certo, non ho più 20 anni e nemmeno la voglia di sbattermi per un posto in prima fila, certo domani si lavora e cerco di non esagerare, ma davvero c'era troppa gente.

Piazza stracolma, da cima a fondo; all'arrivo di Hansard a fine serata, sono arretrato per mangiarmi qualcosa in tranquillità e pur essendo a fondo piazza, ero ancora accalcato manco fossi in transenna. Davvero non si poteva ridurre la capienza per rendere la vita più comoda? O addirittura, come ho letto altrove, davvero non si poteva buttare nella piazza 2500\3000 sedie e dare a tutti la possibilità di godersi lo show? Non credo che le terre del Barolo non possano permettersi qualche pagante in meno, a fronte di una maggior soddisfazione di tutti; anche perché per quanto io sia insofferente, ho la fortuna di non trovarmi sepolto nella folla grazie alla mia stazza, ma intorno a me vedevo comunque parecchia insoddisfazione.

In generale, la serata di Barolo è abbastanza esemplificativa di come ormai la musica "leggera" in Italia sia considerata qualcosa di cui occuparsi con superficialità; anzi forse non è nemmeno il caso di fare più la distinzione tra leggera e "alta", visto che per l'ultimo concerto di Morricone, in quel posto osceno nel fossato davanti alle Mura di Lucca, ho di nuovo letto robe allucinanti, non al livello dei Rolling Stones, ma quasi.

Collisioni poi è un festival invecchiato male, almeno dal punto di vista di chi come me c'era stato anni prima, godendo a pieno l'organizzazione delle varie piazzette, dei vari incontri e dei laboratori, nonostante fossimo insieme alle nostre figlie, all'epoca di 7 e 4 anni; ora non è più un evento di un weekend, ma è soprattutto una serie di concerti "grossi" nell'arco di 30\40 gg (pur mantenendo le attività collaterali di cui sopra); nulla di sbagliato certo, ma il rimpianto per qualcosa che mi sembrava nato con ben altre intenzioni.

Pecunia non olet, purtroppo.


domenica 7 maggio 2017

Dieci anni di Perchè Bardino è Bardino



Sabato 6 maggio si è svolta al Mulino degli Artisti la serata conclusiva della decima (DECIMA!!) edizione del Festival "Perchè Bardino è Bardino", organizzata dall'associazione culturale che porta il nome del Locale.

Chi mi conosce sa che di questa associazione io sono stato presidente per un anno.

Vado sempre volentieri a questo festival, perché da spazio a gruppi emergenti, spesso nati da poco e che magari non hanno ancora grosse possibilità di esibirsi altrove.

La mia idea di musica e di cultura passa anche, se non soprattutto, da posti e da idee come queste.
Passa dal dare e dal creare spazi, dal portare musica ed idee nuove in posti che non li ospitano spesso.

Il Mulino è perfetto per questo discorso, situato in un posto tranquillo, inserito in un contesto che si presterebbe facilmente a collaborazioni e sinergie, aperto ad ogni tipo di proposta, con un locale che si adatta facilmente a diversi tipi di serate.

Ieri sera c'era il pienone, perchè le serate del festival sono sempre attese e perchè la formula del voto del pubblico è ovviamente vincente se si sposa alla formula "venite a sentirmi e votate per me".

Quattro i gruppi che si sono esibiti.

Aprono le danze i Progetto Santiago, amici di vecchia data, miei e del Mulino; l'inserimento in gruppo di un secondo chitarrista è una bella mossa, Ezio si occupa della ritmica e dei cori, mentre Fabio ricama dei bei soli e aumenta lo spessore dei brani. Stefano e Pietro sono sempre una solida garanzia, mentre Saro tiene sempre il palco con maestria. Tra le cose che me li rendono cari, le tematiche dei brani sono quelle che più apprezzo, sempre attente al sociale ed alle minoranze. 

A seguire la bellissima sorpresa della serata, i Missing Ink, giovani, anche giovanissimi (Nicola il batterista lo conosco da quando a 12 anni suonò sempre a Bardino con un altro gruppo, i Brain Less, vincendo anche quella volta) propongono un hard rock melodico e parecchio ispirato, almeno nei pezzi proposti al filone Lacuna Coil / Evanescence. Due nomi non casuali, perchè al canto c'è Gloria, bellissima non solo nella voce, con un qualcosa di Laura Pausini, ma dopo un weekend intenso in compagnia di Zakk Wylde. La giovane età, le fa perdonare alcuni atteggiamenti un po' troppo da "recita della scuola", perché invece ha il carisma e la presenza per stare sul palco in modo magnetico; non è un genere che mi faccia impazzire, ma questa formula funziona se la voce femminile lascia una bella impronta ed è sicuramente il caso dei Missing Ink. Non da meno ovviamente gli altri musicisti, nonostante la scelta che non apprezzo particolarmente di vestirsi uguali (fa molto orchestra spettacolo ed a mio avviso sminuisce il loro valore). 
Come capita spesso, molti loro coetanei li seguono e questo si rivela decisivo nell'esito della votazione. 

Premio della critica per i cari 4-sixtyfive, eleganti e grintosi, che sembrano aver ben assorbito l'uscita dal gruppo di Massimo e nella formazione a 4 propongono alcuni cavalli di battaglia in modo perfetto; Sara alla voce è davvero un valore aggiunto ed ho notato con piacere come anche lei si trovi sempre meglio sul palco, sciolta e serena, facendo risaltare ancora di più il suo timbro vocale.

Chiude la serata il trio heavy Youthanasia, una bomba che esplode per 20 minuti nel Mulino, lasciando gli spettatori "pettinati" dalla ferocia e dal grande impatto. Riferimenti ben chiari, lezioni fondamentali mandate a memoria, i 3 mangiano a colazione Iron Maiden, Black Sabbath ed i primi cattivissimi Metallica e li digeriscono in una formula che investe l'ascoltatore ma lo conquista facilmente. Igor al basso ed alla voce traccia la linea da seguire, Luca alla chitarra sa bene come si suona questo genere, ma è Andrea dietro i tamburi che trascina la band. Metallaro doc, capello lungo d'ordinanza ed una precisione con le bacchette che lascia senza fiato. Un metronomo cattivo ed indemoniato, a mio avviso il miglior musicista salito sul palco ieri sera.

Serata molto bella ed affollata, a dimostrazione delle potenzialità della proposta e del luogo stesso.

Il mio desiderio ed augurio è che i ragazzi del Mulino trovino la possibilità di non lasciare quel portone verde chiuso fino all'undicesima edizione del festival, sarebbe uno spreco che in tempi musicalmente così poveri non possiamo permetterci.


mercoledì 30 novembre 2016

UNDICI VOLTE SU LA TESTA!!!




Su BRG Radio una puntata dedicata interamente all'undicesima edizione di Su la testa, che inizia giovedì al Cinema Teatro Ambra - Albenga (SV)
Una breve presentazione a cui seguiranno i brani degli artisti partecipanti a questi 3 giorni di musica e teatro.

Ecco i brani trasmessi

Vincenzo Costantino Cinaski - Niente è grande come le piccole cose
Margherita Zanin - Travel Crazy
La Scapigliatura - Margherita
Mario Venuti - Veramente
Sam & the Band - Dear Grace
Giacomo Toni - Come una specie di mezzo matto
Le Canzoni da Marciapiede - Voglio un uomo
Antonella Ruggiero - Vacanze Romane
Pinzone - Riflessi
Elisa Rossi - Da qui
Têtes des bois - Avanti Pop
L'Orage - Skyline

Se avete l'audio del pc attivo, è quella che state ascoltando ora e che parte in automatico, oppure, se ciò non accade, potete trovarla qui:

sabato 22 febbraio 2014

Perchè il Mulino è il Mulino!!!!



Da ieri notte, da quando abbiamo chiuso la sede, sto cercando di riordinare le idee su questi 2 giorni appena conclusi.

Ho dormito poco e male, troppa adrenalina e birra ancora in circolo, quindi mi siedo al pc, metto su un concerto di bruce (perchè ogni volta che mi fermo a riflettere su quale sia il motivo per cui ho questa passione per la musica è a lui che prima o dopo torno) e cerco di razionalizzare.

Sto cercando di sistemare in un ordine un filo più comprensibile le cose che ho detto e che penso tuttora e di cui sono convintissimo, ieri prima della premiazione, quando avevo dentro un mix di emozioni fatto dall'euforia di un oggettivo successo, di un grande successo quale è stata la settima edizione del Festival Perchè Bardino è Bardino, dalla voglia di ricominciare subito con nuove attività, dalla rabbia che provo ogni volta che mi accorgo della fatica che facciamo a portare su qualcuno quando facciamo qualcosa al Mulino, nonostante la bellezza non solo e non tanto della proposta, ma del posto stesso, di quella sede che è un gioiellino ed una perla rara, rarissima dalle nostre parti.
Animato da tutto ciò prima di perdermi in un semi delirio, ho cercato di spiegare quanto sia importante che un posto come il Mulino esista e quanto sia importante sostenerlo e supportarlo, frequentandolo, vivendolo, aggregandosi ad esso come ho fatto io meno di un anno fa.
Quando avevo fatto il giurato per l'edizione scorsa del Festival avevo da subito notato quanto fosse prezioso quel posto e quel contesto: tranquillità, disponibilità, spirito di collaborazione da parte di tutti, di chi gratuitamente lo gestisce, da parte di chi ci vive e lavora vicino, da parte dell'amministrazione comunale. Tutto concorre a rendere il Mulino potenzialmente un tesoro di enormi proporzioni, questo volevo dire ieri sera, quando mi sono fatto prendere forse la mano, ma, credo, riuscendo quantomeno a far trasparire la passione e la voglia di fare che ci anima e che ci spinge a renderlo sempre migliore.

Due serate piene, pienissime di gente, anche di giovedì, serata pre-feriale, gente che l'indomani lavorava, ma che è salita a sentire questi gruppi che hanno ancora, hanno sempre, hanno nonostante tutto voglia di proporsi, di scrivere, di musicare quello che hanno dentro.

Due serate dove abbiamo girato a mille, come una macchina da guerra, cambiando gli strumenti in tempi da pit stop di formula uno, accogliendo tutti, artisti e spettatori, con piacere e calore, cercando di farli sentire a casa, cercando di coinvolgerli e conquistarli con la nostra passione.

Due serate dove gli 8 gruppi non si sono risparmiati, dando nel breve tempo a disposizione il 101% di quello che avevano, coinvolti anche loro dalla fantastica atmosfera che si respirava là dentro.

Ma la cosa che mi preme di più è dire, ribadire, ripetere alla nausea che un posto come il Mulino dovrebbe essere SEMPRE pieno di gente, perchè io non credo che non ci sia un numero di persone sufficiente a riempirlo, a cui non piacerebbe passare un paio d'ore ascoltando musica o poesie o  teatro o letteratura.
Ed allora, uscite da casa, muovetevi fino a bardino, vi giuro che ci si arriva comodamente, anche se non è in costa ci sono le strade asfaltate, ci sono persino i lampioni, anche se non ci sono locali alla moda, sono posti fantastici, aria buona, ristoranti tipici, gente a modo, nessuno vi farà del male se oserete avventurarvi nelle profondità della Val Maremola
Ed una volta entrati, rendetelo vostro, perchè spazi come questo ce ne sono sempre meno e se sparissero si che sarebbe un disastro, perchè la musica dal vivo ormai si fa solo in posti così, non ci sono teatri, non ci sono palazzetti, non ci sono soprattutto, da ste parti, gli artisti che 20\30 anni fa riempivano le sere estive con i loro concerti. Nessuno fa più tournée in italia, puntano a ottimizzare, invece di 30 date ne fanno magari 4, di cui una a san siro, dove poi ci vanno anche quelli che manco sanno chi cazzo suona, perchè fa figo "andare a san siro", perchè siamo ancora schiavi dell'età d'oro di bob marley e springsteen (che san siro continua a riempirlo), ma ormai non abbiamo più voglia di cercare, di curiosare, di mettere il naso ed il culo in posti come il Mulino dove magari sentiremmo qualcosa che potrebbe fin piacerci.

Non lasciamo che ci portino via ANCHE la musica e l'arte, invece delle cazzo di petizioni sulle materie della scuola, spendiamo del tempo in posti come il Mulino, perchè in giro ce ne sono ed aspettano soltanto di dimostrarvi quanta bellezza c'è ancora da scoprire. Altrimenti ci ridurremo a scegliere la musica col telecomando, facendo diventare lo zapping tra amici ed x factor l'unico nostro spazio di decisione.

Le due serate, ripeto, sono andate benissimo, gli 8 gruppi hanno tutti onorato la manifestazione, offrendo tra l'altro un ventaglio di scelte musicali davvero ampio, in grado di soddisfare tutti i gusti. fare nomi sarebbe antipatico, basta ricordare che hanno vinto i ragazzi dei Brain Less, che sono tutti a cavallo dei 18 anni, tranne nicola il batterista che ne ha 13 e che ieri sera non è venuto al Mulino perchè aveva già fatto tardi la sera prima. 

Ecco, questo di per sè sarebbe già un fantastico spot per il Mulino, la musica portata avanti dalle nuove generazioni, con grinta, passione e bravura. Ero nei camerini dopo la loro esibizione ed è stato bellissimo vedere tutti gli altri gruppi venire a congratularsi con loro e con nicola in particolare. 
Forse da sola questa immagine spiega meglio di tante parole cosa è il Mulino, cosa è il nostro Festival, cosa è la nostra idea di associazione culturale.

Per ultimo, non volendo fare l'elenco dei ringraziamenti, voglio solo dire un grazie collettivo al Mulino, per le birre offerte l'anno scorso (trappola per attirarmi in associazione), per la grinta e la passione, per darmi la possibilità di giocare un po' in un ruolo diverso da quello dello spettatore.

Viva il Mulino degli Artisti!!!








martedì 18 febbraio 2014

A noi di Sanremo non ce ne frega un cazzo e sapete perchè?


Per il settimo anno, la vera alternativa al festival di Sanremo, nella Valmaremola la organizza il Mulino degli Artisti! 

Ecco il cast della settima edizione di “Perchè Bardino è Bardino!”, rassegna dedicata ai gruppi musicali della zona, ormai vero e proprio punto di riferimento per la scena rock del ponente ligure e trampolino di lancio per diversi complessi. Nelle due serate, previste in concomitanza con Sanremo, giovedì 20 e venerdì 21 febbraio, presso la sede di Via Nari a Bardino Nuovo, il Mulino degli Artisti presenterà ben 8 gruppi che proporranno al pubblico in sala le loro composizioni rigorosamente originali.

Ecco i protagonisti:
GIOVEDI' 20 FEBBRAIO: 4SIXTYFIVE, BRAIN LESS, ANNIE LA ROUGE MARSALA, AUDIOGRAFFITI
VENERDI' 20 FEBBRAIO: PROGETTO SANTIAGO, 20 DROPOUT, FUSI ORARI, LONDON PRIDE.

“Ci teniamo molto al festival, dichiara Silvano Rosso, ideatore e direttore artistico della rassegna, perché vogliamo dare a chi non trova altri spazi, la possibilità di esibirsi in un contesto dove l'aspetto agonistico lascia sicuramente il passo alla voglia di confrontarsi, di conoscere nuove realtà e di mettersi in gioco come artisti.”

“Portare al Mulino 8 gruppi che al giorno d'oggi hanno ancora il coraggio di proporre musica propria e non limitarsi alle cover è una sfida rischiosa ma affascinante, gli fa eco Alberto Calandriello, presidente dell'Associazione Culturale, ma noi del Mulino siamo più che mai convinti della bontà di questa scelta, perché la creatività, la fantasia e i sogni dei musicisti che passeranno sul nostro palco meritano almeno una chance.

La nostra associazione promuove ogni forma di cultura e di forma artistica, rendendosi disponibile a collaborare con chiunque abbia delle idee e cerchi un posto dove metterle in pratica. Si sente spesso dire in giro che dalle nostri parti mancano alternative valide per i giovani, ma noi crediamo di dimostrare il contrario, grazie anche alla collaborazione con diverse realtà del territorio, come i Giovani per Pietra e le Officine Creative, con le quali sta nascendo una sempre più proficua amicizia.”

La formula del festival prevede una votazione del pubblico ed una da parte di una giuria “di qualità”, che sarà formata da musicisti, esperti del settore e rappresentanti delle associazioni presenti in zona.

Confermatissimo ovviamente il “bravo presentatore” Marco Mazzucchelli, al cui fianco ci sarà una coppia di “vallette carciofine” che promette scintille.

Insomma, se proprio non sapevate che fare per evitarvi il festival di Sanremo, il 20 e 21 febbraio non vi resta che andare a Tovo, in frazione Bardino Nuovo, di fronte al Museo dell'Orologio da Torre.

http://www.mulinodegliartisti.eu/banddelfestival.asp




domenica 22 dicembre 2013

Cose che ho fatto quest'anno: Perchè Bardino è Bardino



Questi due giorni hanno rappresentato un inizio di una storia che spero vada avanti per un po' e che per ora mi sta appassionando tanto. Il mio rapporto con il Mulino degli Artisti è iniziato in ste due sere di aprile quando ho giocato a fare il giurato e ho proposto a Roberto e Silvano di vederci una sera per parlare del Mulino e di alcune idee che avevo al riguardo.

Dopo aver visto l'edizione dell'anno scorso quindi, eccomi sul trespolo della giuria, senza paletta, ma con una doppia serata "birra gratis"

Un mio articolo sul Festival è stato pubblicato su un blog di Genova:
http://genovaindierock.blogspot.it/2013/05/perche-bardino-e-bardino-music-festival.html

mercoledì 18 dicembre 2013

Cosa vuol dire Su la Testa per me



Il manifesto sotto casa mia è stato coperto da un imperdibile last minute di un supermercato.
Segno ahimè anche tangibile che l'edizione 2013 di Su la Testa è davvero finita.
Sono stati 4 mesi intensi, fatti di incontri e di momenti importanti, culminati nei 3 giorni del festival vissuti a 300 all'ora.
Ma se l'anno scorso, la mia prima esperienza con l'associazione culturale zoo aveva avuto il significato di un ritorno a casa, quest'anno è stato bello il consolidarsi di tanti piccoli aspetti che uniti formano questa meravigliosa faccenda.
Su la Testa vuol dire tante cose, per me almeno.
Vuol dire offerta, di tempo, di proposta, di divertimento.
Vuol dire disponibilità, da parte di gente che per 362 giorni all'anno fa tutt'altro ma che in quei 3 giorni lì diventa barista, regista, attrice, presentatore, guardia del corpo, accompagnatore.
Vuol dire talento, nel senso evangelico del termine, messo a fruttare e quindi raccolto e unito a quelli di tutti fino a creare una sinergia che è, a conti fatti, il vero marchio di fabbrica di Su la Testa.
Perchè sono convinto che tutti, pubblico, artisti, semplici curiosi, avvertano quell'atmosfera che lo Zoo riesce a creare, sia in teatro che al dopofestival, senza dimenticare le altre occasioni in cui si lavora insieme, come il palio dei rioni di luglio.
Atmosfera che nasce dal piacere di esserci, di dare e di fare qualcosa per un obbiettivo comune; piacere che traspare dai sorrisi e della cordialità con cui venivano accolti gli artisti dal soundcheck all'albergo a fine serata, con cui venivano accompagnati gli spettatori ai posti del teatro, con cui venivano serviti birre, cocktails e cibarie assortite al dopofestival.
Piacere contagioso, che rendeva ogni momento una festa, per noi come per chiunque transitasse dalle nostre parti.
Piacere che ha spinto musicisti come i L'Orage a prendere gli strumenti e suonare in mezzo al salone di palazzo scotto niccolari fino alle 5 del mattino, ad esempio.
C'è da essere davvero orgogliosi di fare parte di una realtà come questa, perchè con semplicità si è costruito un appuntamento ormai imperdibile.
Come si faceva intendere nel video promozionale, lo Zoo ha la capacità invidiabile di trasformare per tre giorni qualunque cosa in musica e divertimento. Cose che Re Mida, pfui, era uno sfigato.

"Sai che cosa succede a chi invece poi cede a quel suono un po' oscuro? Che và a casa confuso, con qualcosa in più dentro e dà un pugno in un muro" (cit.)




giovedì 5 dicembre 2013

SU LA TESTA ZOO - SU LA TESTA ALBENGA!!!!



Dopo 3 mesi di riunioni, pizze, contest, birre, aperitivi, birre, concerti, birre, pizze, risate, videii, birre e riunioni, parte oggi pomeriggio l'ottava edizione del Festival Su La Testa, organizzato dall'associazione culturale zoo di cui mi fregio di far parte da 1 annetto.
Come si intuisce, è stata una faticaccia, vedersi una volta a settimana con gente del genere, ridere, sentire musica, confrontarci sugli artisti, andare assieme a sentire suonare, conoscere posti e gente nuova ed addirittura mangiare e bere assieme.
Una vita di inferno.
Ma nonostante tutto, dalle 17.30 di oggi pomeriggio succederà semplicemente che un manipolo di valorosi innamorati di albenga, del divertimento e dell'arte offriranno ad albenga, agli albenganesi e a tutti gli interessati una serie di appuntamenti che ritengo di assoluto interesse, specialmente a queste latitudini.
Una strada iniziata ai primi di settembre, che ci ha portato a girare la provincia di savona e non solo alla ricerca di nuove proposte musicali, alla scoperta delle piccole realtà che ogni giorno cercano di ritagliarsi uno spazio nel panorama musicale odierno. Nel mentre si definiva il programma delle tre serate, che anche quest'anno saranno ricche di ospiti interessanti e di ottima qualità.



Non è da dimenticare inoltre, visti i tempi, che tutto questo, tutta sta serie di cose belle da fare, vedere e sentire, è proposta a prezzi assolutamente bassi, anzi bassissimi. Con soli 32 euro infatti avrete la possibilità di vedere tutte e tre le serate, oltre a poter partecipare agli eventi gratuiti del pomeriggio. Il singolo biglietto invece costa appena 15 euro.


Ma la serata non finisce all'ambra, perchè alla conclusione degli spettacoli si accenderanno le luci del bellissimo Palazzo Scotto Niccolari, nel centro storico di albenga, ed inizierà il "dopo - festival", momento conviviale dove poter bere e mangiare qualcosa, chiacchierare con alcuni degli artisti in cartellone ed ascoltare un po' di musica; ora, non so se si è capito, ma stare insieme, bere e ascoltare musica a noi dello Zoo piace abbastanza quindi sono ottimista sulla buona riuscita anche del "dopo".
Alzare la testa e colorare la città con buona musica e tanti sorrisi, noi in questi mesi ce l'abbiamo messa tutta per farlo, per farlo meglio possibile, siamo bestie un po' strane ma con noi credo ci si diverta sempre!!


mercoledì 4 dicembre 2013

Su la Testa per ENRICO RUGGERI!!!! Albenga sabato 7 dicembre 2013

Chiusura col botto per l'8° edizione di Su la testa, sul palco del Teatro Ambra salirà un monumento della canzone italiana, che, ricordatevi, è stato punk prima di te.

Tutte le info su www.festivalsulatesta.com




Su la Testa per ENNIO REGA!!!! Albenga sabato 7 dicembre 2013

Artista virtuoso, il premiatissimo Ennio Rega sarà con noi al Teatro Ambra nella serata conclusiva di sabato.

Tutte le info su http://www.festivalsulatesta.com/





Su la Testa per FINAZ!!!! Albenga sabato 7 dicembre 2013

Direttamente dalla Bandabardò, il chitarrista Finaz ci travolgerà con le sue note!!!!

Tutte le info su http://www.festivalsulatesta.com/





Su la Testa per FABIO BIALE!!!!! Albenga sabato 7 dicembre 2013

Ed eccoci all'ultima sera, dove tra gli ospiti ci sarà il caro amico e meraviglioso musicista Fabio Biale!!!

Tutte le info su http://www.festivalsulatesta.com/



domenica 1 dicembre 2013

Su la Testa per MUSICA NUDA! - Albenga 5 dicembre 2013

Saranno Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, in arte Musica Nuda, a chiudere in bellezza la serata inaugurale di Su La Testa al Teatro Ambra di Albenga, giovedì 5 dicembre!!

tutte le info su http://www.festivalsulatesta.com/





giovedì 2 maggio 2013

Perchè Bardino è Bardino, ma non solo. Dal vostro (Luca) Giurato di qualità.

Lunedì e martedì si è tenuta la sesta edizione del Festival “Perchè Bardino è Bardino”, a Bardino Nuovo, frazione di Tovo San Giacomo.

ci ero andato anche l'anno scorso
Due le novità rispetto alla scorsa edizione, una buona ed una cattiva.
Quella buona è il ritorno a casa del festival, dopo la parentesi al salone delle Feste di Tovo San Giacomo. Il Mulino degli Artisti, eroica associazione che nelle profondità della Val Maremola offre uno spazio di creatività ai giovani, è la sede perfetta per una cosa come questa, ambiente raccolto, immerso nel verde, lontano da possibili orecchie delicate.
Quella cattiva è che a causa di crisi e spending review, la giuria di qualità comprendeva tra i suoi membri anche il sottoscritto.
Dovendo fare onore al mio ruolo di GGGGiurato, ecco un paio di osservazioni sulle band in gara.
Hanno aperto i Progetto Santiago, che cantano in italiano con uno stile che ricorda i primi Litfiba e i Negramaro. Canzoni interessanti, buona scrittura e suono coinvolgente.
Dopo di loro è toccato ai Without, classico trio di hard rock che riesce a mettere su un bel muro di suono duro e preciso, con pezzi corposi alla Black Sabbath ed una chitarra “spessa” che ricama ottimi assoli, supportata da una sezione ritmica solidissima.
A concludere la prima serata ci hanno pensato i Subbuglio, band storica del savonese, dal glorioso curriculum e reduce da una bella esperienza di commistione tra musica e teatro con uno spettacolo su Luigi Tenco. Musica calda e avvolgente, per un finale in crescendo, una band esperta e padrona del palco.
La serata conclusiva si è aperta con l'heavy metal dei Dreamer's Road, band savonese giovane ma dalle ottime doti tecniche, gioia dei sostenitori delle quote rosa anche nel metal (sono tre ragazzi e due ragazze) e capaci di trascinare il pubblico grazie a pezzi cattivissimi che il cantato femminile rende ancora più intriganti. Furia sonora supportata dal bravissimo batterista, veramente indemoniato (ah ah ah).
I Betters si presentano come la miglior rock band italiana e dichiarano di non ispirarsi a nessuno; peccato che al loro posto probabilmente abbia suonato una cover band degli oasis, dove il cantante scimmiottava mister gallagher al limite del clone, anche negli atteggiamenti.
I 4 Real giocano in casa, al Mulino sono nati e cresciuti e la loro crescita appare evidente a chi li segue da un po' come me; pur non amando particolarmente i loro riferimenti musicali, ritengo le loro canzoni molto buone e martedì le loro esecuzioni sono state impeccabili. Un punk-rock veloce e bello pestone che ha permesso ai ragazzi di aggiudicarsi il premio finale, grazie anche alla massiccia presenza dei loro fans-amici.
Chiudono la rassegna i Flower Flesh, gruppo prog fresco di pubblicazione di un album addirittura con la prestigiosa Black Widow di Genova. Non amo il prog, per usare un eufemismo, ma sono indubbie le qualità della band, che dimostra di saper proporre una musica difficile in maniera assolutamente credibile; meritato, per loro, il Premio della Critica.

Come penso sia chiaro, la classifica finale non è assolutamente l'aspetto principale del festival. La cosa importante è che ancora una volta il Mulino è riuscito a proporre due serate di musica originale ed indipendente, fatta da persone che si sbattono per ritagliarsi uno spazio nel mondo della musica e per inseguire il loro sogno.
L'atmosfera che ho respirato nelle due serate, a parte pochi episodi di protagonismo, era di totale condivisione, tra gruppi anche molto diversi tra loro, che si sono messi in gioco con umiltà ed hanno proposto la loro musica prestandosi giocosamente alo spirito del “festival”.
La passione e l'ostinata convinzione in quello che si fa che i ragazzi del Mulino dimostrano anno dopo anno non devono restare confinate nei meandri dell'entroterra ligure, ma devono diventare esempio e stimolo per tutti quelli che amano la musica; sia chi la suona che chi, come me, più semplicemente la ascolta e ne è appassionato, possono trovare nel Mulino una risorsa preziosa che al giorno d'oggi è più unica che rara.
Trovo ormai improcrastinabile, perlomeno dalle nostre parti, che tutte queste piccole realtà entrino in contatto, anzi, scusate la deformazione professionale, in rete e uniscano le forze per sopravvivere e portino avanti una proposta se non unitaria, almeno coordinata.
L'offerta che possono portare alla riviera ligure è allettante, perché sono convinto che la musica dal vivo attiri ancora persone, specialmente se si tratta di canzoni originali e non delle solite cover band. La cronica scarsità di risorse costringe ad unirsi e a condividere il poco che si ha, sperando di farlo fruttare. Le conoscenze e le competenze, ad esempio, dei ragazzi di Bardino, dovrebbero essere messe a disposizione di chi magari può disporre di spazi più ampi e vorrebbe differenziare un po' le alternative da presentare, non solo nei mesi estivi.
Lo stesso Mulino degli Artisti non deve restare uno spazio chiuso ed inutilizzato, ma deve aprirsi al territorio ed alle istanze di chi abbia una qualunque velleità artistica, perché, si badi bene, io parlo quasi sempre di musica e di un certo tipo di musica, ma le possibilità sono anche altre ed altre ancora si possono inventare, penso a serate incentrate su libri, a commistioni tra musica e letteratura e, perché no, cinema.
Troviamo un punto di incontro dove i diversi “eroi” possano sedersi ad un tavolo e mostrare le proprie carte: non voglio fare nomi, ma da alassio a savona le realtà non mancano. Non deve mancare la volontà di creare e continuare a proporre qualcosa di buono e stimolante per chi è interessato ad uno spazio creativo che esca dai canoni triti e ritriti del divertimento estivo; sono sicuro che se la cosa prendesse piede, gli stessi locali detti “in” della riviera rizzerebbero le orecchie e dimostrerebbero interesse.
Trovo incredibile che gente di 65\70 anni si muova anche parecchio per andare ad ascoltare la loro musica preferita, mentre i loro figli, per non dire nipoti, non abbiano lo stimolo per andare a sentire un gruppo di coetanei che suona le proprie canzoni o addirittura mettersi insieme e crearne di nuove.
La musica è un ottimo strumento di aggregazione, attorno ad essa si possono creare realtà e centri di interesse che diano realmente a chi vuole, la possibilità di essere protagonista.
Sfruttiamola.