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mercoledì 14 agosto 2019

Genova 14 agosto 2018 - 10 metri




Il 14 agosto dell'anno scorso ero in ferie e data la giornata di brutto tempo, oziavo tra un caffè ed uno sguardo a Facebook. 

Poco prima delle 12 proprio alcuni miei contatti sul social network iniziarono a condividere la notizia che un ponte fosse crollato a Genova; non capii subito di quale ponte parlassero.

Il resto lo sapete e sono sicuro che ognuno di noi si ricordi benissimo cosa stesse facendo quando seppe del Ponte Morandi.

Mi aggrappai a questa foto, perché volevo trovare se non un senso a questa tragedia, almeno un motivo di speranza; quindi provai ad immedesimarmi nell'autista di questo camion e scrissi questa cosa, che per un anno ho condiviso ogni 14 del mese.

Oggi, ad un anno dal crollo, la metto qui per l'ultima volta. Il ponte non c'è più. Genova, la mia amata Genova sta cercando, anche questa volta di guardare avanti.

Io continuo a riflettere su come la vita di ognuno di noi possa cambiare, fermandoci solo 10 metri prima del previsto.


10 METRI

Non ricordo più il mio nome
Ma adesso non mi importa
Guidavo un camion verde
E avrei dovuto essere morto. 
L'asfalto davanti a me è farina
E le auto una cascata con la pioggia. 
Guidavo un camion verde
E non ricordo più il mio nome. 
Chi mi ha bloccato in doppia fila? 
Ricordo ogni parola ed ogni insulto
Per un minuto perso ad aspettarlo
Invece di guidare il mio camion verde. 
Non ricordo più il mio nome
Ma quel rumore non lo potrò scordare più
Il rumore dell'abisso e dell'inferno
Di addii e abbracci mai pronunciati
Dentro un baratro che aspettava anche me.
Il mio camion è appeso come un segnaposto
A ricordarmi la differenza tra asfalto e vita.
Da dove ti sembra di toccare il cielo
L'inferno oggi sembra un posto più concreto
E la sua strada lastricata di manutenzioni. 
Non mi importa più del nome e del camion 
Oggi avrei dovuto essere morto
Invece ho imparato che la vita è una scatola 
Piena di attimi che sembrano inutili 
Ma che possono spostare il tuo destino 
Anche solo 10 metri più indietro

sabato 27 gennaio 2018

Canzoni, bottiglie e altre battaglie. Ode a Ginez, l'ultimo pirata.



battaglie bottiglie, cazzotti schermaglie
strade tortuose, duelli, ventagli
un disco che narra di mille avventure
altrettante bevute, altrettante paure

l'amata si invoca, col cuore piangente
l'amore si nutre ed è amor, carnalmente
c'è charlie al locale sempre pronto al rabbocco
un marito rincasa, dell'alba al rintocco

c'è zelda sull'uscio bruciante passione
c'è un uomo che muore davanti al bancone
un amante geloso che si strappa il cuore
una donna che balla ed ogni passo è un dolore

un ricordo che resta inchiodato al cervello
ci ripensi a quel mondo, ci ripensi, fratello?
ripensi a quei sogni ed a quelle illusioni
ripensi a noi stessi così giovani, coglioni?

abiti alibi liquore e bicchieri
farem domani cosa avevamo da fare ieri
amante sconosciuta, mi salvi la vita
sul tuo corpo io scrivo la mia storia più ardita

tra le tracce senti il mare, le sue onde e la risacca
ogni uomo qui è pirata, con la spada e la fusciacca
le canzoni sono sogni, le parole dan coraggio
qui si assalta all'arma bianca, della vita all'arrembaggio

certo il nome non è usuale, ginez bulbo della ventola
si fa presto confusione, sarà la vulva, nella pentola
non importa l'italiano, buttiam via il vocabolario
ascoltiamo ste canzoni, questo disco visionario




martedì 16 gennaio 2018

Pacco viveri (Lavori pesanti ed esami di coscienza)



aspetto in fila, non sono solo
il mondo visto da qui non è un granché,
gli occhi sono tutti bassi, sulle punte delle scarpe,
ma a volte, pure le scarpe sono motivo di vergogna. 
Eppure non credo, almeno non credo
che qualcuno qui debba vergognarsi di qualcosa o di qualcuno;
però nessuno parla, nessuno ti guarda. 
Le punte delle scarpe,guardiamo tutti quello; 

perchè qui dentro nessuno
perchè sono convinto che qui dentro nessuno meriti elemosine
o avanzi
scarti di qualche generoso; 

meritiamo forse la luce del sole
meritiamo forse una casa
meritiamo forse qualcuno a casa che ci aspetta 
meritiamo la dignità e dovremmo camminare a testa alta

invece ci guardiamo le punte delle scarpe 
sperando che stavolta ci sia mezzo litro di latte
o la pasta, che quella è buona anche solo con l'olio
un sorriso, un abbraccio ed un sorriso;
invece nessuno ci sorride
mai.

Mettiamo a disagio, creiamo imbarazzo
e quello con la barba non ci riesce nemmeno a guardare, 
forse perchè si chiede per quale motivo
lui ci consegna il pacco invece di riceverlo

lunedì 1 gennaio 2018

La prima dell'anno - Tra propositi e ritorni

Come da tradizione, la prima canzone che ascolto il 1 gennaio ha un significato simbolico ed augurale per l'anno nuovo.

Per il 2018, sono diversi i propositi, tra quelli di cui si può parlare su internet, sia chiaro, che degli altri ne parlo in separata sede con la mia famiglia.

Ad un certo punto, più o meno a metà dello scorso anno, ho avuto un calo assoluto dell'entusiasmo verso tutto quello di cui ho riempito il mio tempo libero: associazioni, libri, serate; ero arrivato ad un punto in cui non pensavo che il gioco valesse più la candela, troppe incazzature, troppe delusioni, troppi no per delle cose da cui non volevo certo guadagnarci soldi ma divertimento e gratificazioni.

Verso la fine dell'anno ho riflettuto su questo calo e mi sono accorto che molte di quelle cose mi mancavano, soprattutto perché continuavo a pensarci e a immaginarmi cose da poter fare; come al solito i 3 giorni di Su La Testa mi hanno fatto capire che a certi momenti non ho voglia di rinunciare

Sforzandomi di essere maggiormente tollerante alle frustrazioni e meno impulsivo nel buttarmi a pesce in ogni situazione, aspettandomi che anche gli altri facciano lo stesso con me, ho quindi in ballo diverse cose, novità e ritorni.

In ordine cronologico quindi:

- da domenica 7 gennaio riparte Championship Vinyl su BRG Radio; con alcune modifiche, racconterò di nuovo la storia del rock, ma seguendo il calendario

- da venerdì 12 gennaio, una volta al mese, sarò ospite su Radio Savona Sound nel programma Mr Rock, condotto da Alfa & Mr Rock; insieme ad Alfonso e Marco sto organizzando le puntate in modo che seguano pure queste un filo conduttore, se siete curiosi di sapere come, seguite il programma, ogni venerdì dalle 21 alle 23

- entro la prima metà dell'anno darò alle stampe il mio terzo libro, autoprodotto, di cui ad oggi non posso dirvi altro se non che sarà o una raccolta di poesie o una raccolta di miei scritti a tema musicale (con divagazioni sparse, chiaramente). Va da sé che quello escluso, presto o tardi, lo pubblicherò comunque. Gradite ovviamente proposte e suggerimenti su quale scegliere per primo.

- il 31 dicembre ho fatto una proposta per una ennesima trasmissione radio in una ennesima stazione radio, che di primo acchito è stata accolta molto bene; non dico altro, ma anche qui potrebbero esserci novità a breve.

Ecco quindi che con tutta questa carne al fuoco, il buon proposito di capodanno non può che essere una canzone che parli di ostinazione.

E con ostinazione dico che:

Resterò sulla mia posizione
Non sarò capovolto
E impedirò che questo mondo mi trascini
resterò sulla mia posizione
E non cederò

I won't back down - Tom Petty

Well, I won’t back down
No, I won’t back down
You can stand me up at the gates of hell
But I won’t back down

No, I’ll stand my ground
Won’t be turned around
And I’ll keep this world from draggin’ me down
Gonna stand my ground
And I won’t back down

I won’t back down
Hey baby, there ain’t no easy way out
I won’t back down
Hey I will stand my ground
And I won’t back down

Well I know what’s right
I got just one life
In a world that keeps on pushin’ me around
But I stand my ground
And I won’t back down

I won’t back down
Hey baby, there ain’t no easy way out
I won’t back down
Hey, I will stand my ground
And I won’t back down
I won’t back down
Hey baby, there ain’t no easy way out
I won’t back down
Hey, I will stand my ground
And I won’t back down
No, I won’t back down

giovedì 31 agosto 2017

L'odore della pasta quando cuoce



il mucchio di lenzuola
dentro il quale ti avvolgi di notte
quando ti giri su un fianco
diventa promessa 

certo è solo un mucchio di lenzuola
ed è pure buio
però dentro ci sei tu
ed allora è promessa di buono
e se mi avvicino e ti tocco
e tu lasci andare le mie mani
ecco che quel mucchio di lenzuola
diventa come l'odore della pasta che cuoce

mi spiego meglio

la pasta che cuoce mica ha chissà che buon odore
però se la pasta cuoce
tu sai che ci sarà il sugo
ed allora quell'odore forse insignificante
diventa promessa di una bella pasta al sugo
e tu senti l'odore della pasta che cuoce
e ti senti felice
perchè stai per mangiare la pasta al sugo

ecco, quel mucchio di lenzuola
è solo un mucchio di lenzuola
ed è pure buio
ma io so che tirando un po' via le lenzuola
le mie mani troveranno te
girata su un fianco
e tu lascerai andare le mie mani
ed io mi avvicinerò ancora un pò
e mi sentirò felice

come quando sento l'odore della pasta che cuoce
e sono felice
perchè sto per mangiare la pasta al sugo

domenica 13 agosto 2017

Per M, che riparte da lontano




Chissà se stanotte, sotto un cielo diverso
capirai il percorso o quantomeno il senso
il senso di questo cambiamento, ancora
un senso a quel che vuoi sia la tua vita

Chissà se sotto quel ciuffo adulto
dove nascondi i tuoi occhi bambini
ti sarà chiaro il male che hai vissuto
ti verrà incontro il bene che ti è dovuto

Chissà se un giorno, ormai cresciuto
ripenserai ai protagonisti di certe canzoni
"stupide ed ubriachi a cui urlavi i tuoi perchè
mentre tutti aspettavano che tu parlassi a scuola"*

Chissà se avrai il tempo ed il modo
di ricordare un giorno come questo
di riguardare tutto il tuo cammino
di sentirti finalmente felice e soddisfatto

[il mio lavoro è così]

* mi riferisco a due canzoni dei Pearl Jam ed una dei Counting Crows:

https://www.youtube.com/watch?v=WfrJCbol7ZU
https://www.youtube.com/watch?v=MS91knuzoOA
https://www.youtube.com/watch?v=ZAAzMeKVErw

mercoledì 26 luglio 2017

Rosse e nere



Avevo un pacchetto di caramelle rosse e nere
le avevo prese per darle a tua figlia
le avevo prese per avere un suo sorriso

ti ho aspettato, vi ho aspettato tanto
il pacchetto sempre chiuso
aspettavo te, insieme al suo sorriso

rimetto a posto le mie cose, è tempo di andare
ho aperto quel cassetto e l'ho visto, ancora chiuso
ho capito che non sareste più tornate

le ho mangiate, una ad una
ogni caramella un tuo ricordo
ogni morso il suo sorriso

mercoledì 28 giugno 2017

Valentina ha gli occhi grandi




Valentina ha gli occhi grandi
col suo zainetto da bambina
cammina sempre a testa alta
e vuol sapere tutti i perchè

Valentina ha gli occhi grandi
è una ragazza già cresciuta
fa domande mai banali
ed ha le idee sempre chiare 

Valentina ha gli occhi grandi
e coi bambini è favolosa
ogni suo atto, ogni sua azione
è un gesto di amore e di dedizione

Valentina ha gli occhi grandi
e li spalanca senza parlare
prova a fermare quella domanda banale
che le riempie di nuovo il cuore di dolore

Valentina ha gli occhi grandi
e se ne è andata mentre dormiva
quasi a non voler disturbare
lasciandoci soli e senza spiegazioni

Gli occhi grandi di Valentina
sono un ricordo che non andrà via
La morte non cancella un cuore così bello
Lo mette su uno scaffale appena un po' più in alto

lunedì 6 febbraio 2017

Poesia Insaputa



case, mansarde, conti correnti
buoni postali, svariate amanti
auto di lusso e moto potenti
ed un dorato apparecchio pei denti

a mia insaputa mi regalano cose
a volte belle, altre grandiose
a volte i fotografi mi scattano pose
in compagnia a mia insaputa di donne sciantose

però a mia insaputa il mondo va avanti
a non avere mai colpa non siam mica tanti
siamo casta, regime, troie e saltimbanchi
e si sono appena uniti degli "honesti" rampanti

alla fine siam sempre all'oscuro di tutto
perchè la nostra coscienza non concepisce più il brutto
alla fine si sa, abbiam sempre ragione
perchè diamo la colpa a qualche nuovo coglione

perchè tutto succede a nostra insaputa
soprattutto la roba legale, a noi sconosciuta
soprattutto la vita della gente che soffre e che sputa
sudore sangue e poi merda, una nuova cicuta

noi siamo la gente che è sempre innocente
noi siamo quelli che non pagan mai niente
a nostra insaputa ed a luci spente
chi ci vuole accusare, poi se ne pente

questa è una favola a mia insaputa
questa realtà è a me sconosciuta
perchè una morale non l'ho mai avuta
e se ce l'avevo era a mia insaputa

lunedì 23 gennaio 2017

Una riflessione pacata e razionale sugli sms solidali



Mettitelo in culo l'sms solidale spingetelo in fondo, anche se fa male così ricostruiranno la chiesa e l'ospedale grazie al tuo culo ed al messaggio solidale Mettitelo in culo sto cazzo di essemmesse che ti sfondi bene l'ano e le sue pareti spesse che arrivi fino in fondo al tuo intestino crasso e che nessuno dica che non serve ad un bel casso La zia Luigina un giorno, col suo telefonino ritirò su dal nulla una scuola a Camerino invece il nonno Dante, che c'ha l'adsl sistemò per bene il quartier di Capannelle Alluvioni e terremoti, disgrazie e tutti i mali noi li sconfiggiamo perchè siamo solidali col culo bene al caldo ma pieni di bon tòn
ricostruirem l'italia col nostro bel smartphone

giovedì 6 ottobre 2016

Il mio nemico ha perso



Il mio nemico ha perso 
Mi ha aggredito, vigliacco e pavido 
Mi ha colpito alle spalle 
Voleva mettermi in ginocchio 
Ma ha perso, 
il mio nemico ha perso 
Cercava paura ha trovato risate 
Cercava dolore ha trovato gioia 
Cercava compassione 
ha trovato amici che ridevano con me 
Ha perso il mio nemico, 
ho vinto io 
Ho vinto ridendogli in faccia 
Sorridendo anche dopo la terapia 
Rialzandomi dopo aver vomitato e ridendo ancora 
Chi sei tu nemico maledetto per farmi paura? 
Ti sei preso i miei capelli? Sono cresciuti di nuovo 
Ti sei preso i miei chili? Ci ho bevuto sopra 
Ti sei preso una parte di me? Ma io ne ho ben di più 
Non sono più ti(u)morata, 
non sono 
MAI 
stata 
spaventata 
Ho la vita dalla mia parte, 
l'amore gli amici ed il vino 
Ho i brindisi, le cene, 
CAZZO GUARDI? 
scritto sulla testa 
Ho una tavola imbandita ed una casa dove tornare 
il mio nemico mi ha aggredito 
Ma io sono stata più forte 
Ed ho vinto.

mercoledì 5 ottobre 2016

L'epilessia è amore (A Stefy, con affetto)



stringiti forte a me amore, in questa notte chimica
lascia che mi occupi del tuo tremore, affidami le tue paure
che questi manganelli siano per te un rifugio
in cui abbandonarti ai tuoi sogni più segreti
e le mie nocche, sbiancate dal colpirti
possano rivelarti il mio cuore
e che sia lui a segnarti a fondo, dentro l'anima
chiudi i tuoi occhi cerchiati dalla gioia
le tue anche in evidenza trovino conforto in queste scale
la barella dove giaci esanime e sfinito 
conservi in eterno la memoria di queste ore
ci ritroveremo un giorno, vita mia
in un mondo migliore e giusto
dove il mio scarpone ti indicherà la strada
marcandotela a fuoco sulla schiena 
tra la pelle e le costole
scuro simbolo della nostra passione 
e tu possa finalmente raccontare a tutti
che l'epilessia è il simbolo del nostro amore fugace

mercoledì 27 luglio 2016

L'eresia del muro



L'eresia del muro, del filo spinato
sta in quegli occhi affogati nel terrore
sta in quelle mani che chiedono di essere strette
sta in quei manganelli alzati come contro un nemico

l'eresia del muro, delle persone perbene
sta in quel "ma" che annulla ogni intenzione
sta nel padre che abbraccia una figlia
e nell'uomo che sorregge un cadavere

l'eresia del muro, la bestemmia della banconota
che passa di mano in mano grondando sangue
sta nei passi trascinati di chi è respinto
e dentro un fagotto nasconde la sua dignità

l'eresia del muro, di un parlamento in seduta plenaria
sta nel ghigno sadico di tanti aguzzini
nelle passeggiate per la sicurezza dei nostri culi borghesi
in quei simboli antichi e purtroppo mai dimenticati

l'eresia del muro, l'utopia della libertà
sta nei confini blindati solo per alcuni
sta nei bambini denutriti, nudi, feriti
sta nella coscienza a cui non diamo più ascolto

giovedì 9 giugno 2016

La ballata del cittadino libero



il cittadino libero che abita per qui
scese dal letto un giorno, forse un giovedì
si stropicciò gli occhi e disse: SI!
le cose non possono più continuar così

si armò di carta e penna, o meglio di tastiera
ed infaticabile, da mane fino a sera
vergava lettere aperte ricolme di rancore
indirizzate al sindaco ed al suo successore

urlava strepitava, sbatteva anche i piedini
dava consigli non richiesti, li trattava da cretini
faceva il porta a porta per diffamar la gente
chi era stato sindaco in passato ed assessore nel presente

la domenica poi si incamminò trionfale
a fare il suo dovere in cabina elettorale
camminava a testa alta credendosi vincente
pur non essendo candidato, che mossa intelligente

da tutto il paese si credeva rispettato
col ghigno dei potenti, un gran carisma innato
stava ritto in piedi col sorriso divertito
avea per portavoce pure un musico fallito

ma poi lo spoglio atroce emise il suo verdetto
ed il cittadino libero rimase un po' interdetto
la sua forza politica contava quasi zero
di lui rideva forte un paesino quasi intero

chissà se questa storia potrà mai finire bene
che sputtanare gli altri sai, non sempre ti conviene
quindi cittadino libero questa è la conclusione
da oggi hai 5 anni, per imparar l'educazione

sabato 13 giugno 2015

Troppo presto (per Alessia)



ci sono angeli, a bordo campo
e fiori sulla rete
cara amica, giochiamo ancora assieme
e mischiamo il sudore con le lacrime
troppo presto, troppo presto
ma non piangiamo ora, che c'è la partita
e le borse e le scarpe e le risate
troppo presto, troppo presto
salta più alto e colpisci quella palla
colpisci quel destino maledetto
ed allontanalo ancora per un attimo
non piangiamo, facciamo muro
contro il dolore e la tua assenza
saltiamo in alto e schiacciamo via il pianto
schiacciamo questo dolore
schiacciamolo e festeggiamo sotto rete
troppo presto, troppo presto
troppo breve, questa vita, questo set
non è il momento per dirci addio, salta ancora
abbiamo ancora sorrisi e tornei e viaggi sul pulmino
da fare assieme saltando incontro alla vita
troppo presto, è stato troppo presto
ed ora quella palla è troppo pesante
per buttarla nell'altro campo

venerdì 29 maggio 2015

L'uomo con la barba (Bruxelles, 29 maggio 1985)



L'uomo con la barba, grida aiutami
intorno a lui gambe, mani, braccia
l'uomo con la barba grida aiutami
sopra di lui il sole diventa ancora più rosso
come le bandiere dei suoi assassini, come il sangue dei suoi amici
come gli occhi di chi guarda e guarda e piange e guarda
attorno a lui il caldo diventa freddo
la gioia, disperazione
lo sport, morte
l'uomo con la barba grida aiutami
ed a casa la gente non sa
la gente non capisce
l'uomo con la barba grida aiutami
ed un bambino attende con impazienza
ha tra le mani un pallone
regalo del suo papà, che attende con lui
ha tra le mani un pennarello nero
su cui scrive questa data così importante
speriamo che sia festa
speriamo che sia vittoria
2.9.5.1.9.8.5.
il bambino scrive e aspetta
a bruxelles la gente muore
a bruxelles la dignità muore
la dignità di corpi straziati
di braccia spezzate
di fiato che non riesce ad uscire
di volti neri, lividi, gonfi
a bruxelles muore lo sport
la voglia di fare festa
muore schiacciata da barbari
muore schiacciata da inetti
muore schiacciata da uomini a cavallo
mandati lì in assurda parata
ad ostentare forza ed organizzazione
a dimostrare l'altrui idiozia
crolla un muro, una transenna
crolla il senso umano del pudore
e l'uomo con la barba grida aiutami
aiuta questa gente che non capisce perchè
davanti ad un campo da calcio
sta perdendo la vita
l'uomo con la barba grida aiutami
da 30 anni grida aiutami
e la gente continua a parlare
(i moralisti del quartiere
che misurano la propria giustezza
nei metri di distanza dall'area di rigore)
e si sente migliore di chi alza la coppa
come se a qualcuno interessasse il paragone
ed intanto 30 anni dopo
il bambino guarda lo schermo
davanti all'uomo con la barba
cercando senza trovare un senso
davanti all'uomo con la barba che grida aiutami

mercoledì 27 maggio 2015

Alla terza ed alla quarta ora





Tra le tante cose buffe ed impensabili che mi stanno capitando, quella di stamattina potrebbe vincere il primo premio.

Infatti oggi sono tornato alle superiori.


No, non mi hanno richiamato come alunno a causa di qualche casino scoppiato per chissà cosa e che aveva invalidato la mia prestigiosa maturità scientifica raggiunta con un brillante 36\60, mica siamo in un film con ambra e luca e paolo eh.

No, peggio.


Oggi insieme alla mia amica Vera Libertà, vera di nome e di fatto, dato che lei è VERAMENTE poetessa, sono andato all'Istituto Professionale per Grafici di Savona a parlare con due classi prime di poesie.

Delle mie poesie.


Sentitevi liberi di ridere, anche di ridere fortissimo, perchè vi assicuro che io ho comunque riso più forte.

Ma tant'è.


Conosciuta ad una manifestazione, la prof. Claudia ci aveva chiesto di aiutarla in questo suo tentativo di spiegare ai ragazzi la poesia o quantomeno di fargliela apprezzare.



I ragazzi delle due classi hanno letto e commentato con noi alcune nostre poesie, addirittura una delle due classi aveva già letto le nostre poesie ieri e aveva pronte alcune domande ed approfondimenti.

Insomma, una roba clamorosa, che ci ha visto seduti alla cattedra, anche se solo per modo di dire, per provare a spiegare ai ragazzi come mai scriviamo, perchè lo facciamo e come, soprattutto come lo facciamo.


E la cosa più fantastica di tutto questo è stato vedere come alcuni di loro leggessero tra le righe cose che né io né Vera avevamo pensato o inteso mentre le scrivevamo.



Un momento incredibilmente gratificante, sentirsi considerati ed apprezzati, addirittura interpretati, è stato meraviglioso, fin quasi stranente, perchè davvero vedere le cose che scrivo proiettate su uno schermo e commentate a scuola fa parte di una serie di cose che mai e poi mai avrei immaginato potessero accadermi.



Invece è successo e a parte l'aver scelto me, credo che insegnanti come Claudia, che parlano di poesia a ragazzi non sicuramente facili, vadano elogiate per il coraggio e la passione che mettono nel loro lavoro. 



La poesia come forma d'arte non è sicuramente la più diffusa ed io stesso oggi ho ammesso tranquillamente di aver letto più libri di poesie in questi 6 mesi che nei restanti 41 anni e fischia della mia vita.

Però, se davvero si crede al valore artistico della poesia, ecco che portarla nelle scuole, con esempi e testimonianze, può mantenerla viva e farla riscoprire ai ragazzi, che spesso non vanno oltre i superclassici delle scuole medie.


Gli alunni delle due prime hanno colpito nel segno, hanno fatto domande appropriate, hanno chiesto senza timore, hanno mostrato molto più interesse di quanto pensassi.



Partire da cose scritte da me per arrivare a concetti come solidarietà o catarsi, confrontarmi sul perchè si scriva di più quando si è tristi, sono stati momenti davvero, ma davvero gratificanti.



E quindi niente, mettiamo tutte queste cose da parte, come tesori da conservare, come regali da assaporare piano piano, senza sprecarne nemmeno un po'. 



"Volevo chiedervi se siete mai stati famosi" (cit.)

domenica 24 maggio 2015

Una piuma a babilonia - Redent Enzo Lomanno



C'è qualcosa di tremendo e allo stesso tempo consolatorio nei versi di enzo.

Come se qualcuno ci avesse portato dentro un involucro sicuro ad assistere ad un cataclisma e noi vivessimo contemporaneamente il terrore e la consapevolezza della nostra fortuna, nell'essere al sicuro.
Consapevolezza però che non deve lasciarci dormire sui cosiddetti allori, perché la babilonia nella quale enzo si immagina, non è così lontana ed il nostro involucro, forse, non è così sicuro.

Durezza, una durezza che non fa sconti e che non sfiora mai il paraculismo, a babilonia non si fanno prigionieri e le rime sono affilate, velenose, spigolose, feriscono e colpiscono duro; ma esiste, forse una via d'uscita.

Leggo, nelle poesie di enzo, la voglia di salvarsi, la voglia di portare in salvo da questo girone dantesco che ci ostiniamo a chiamare vita, gli affetti, gli sguardi, le persone care.
Per quanto abusato, il termine metropolitano calza a pennello ad enzo ed alla sua arte, così pregna di asfalto, segnacci di incidenti vecchi e nuovi, ma così desideroso di portarci altrove.

lunedì 27 aprile 2015

Little Town Blues - Vera Bonaccini




Non starò certo a tediarvi sull'importanza della poesia nella cultura odierna, perchè non ne sono in grado, ma nonostante questo, per motivi anche biecamenti opportunistici, da un anno circa mi sono avvicinato a questa forma d'arte che al giorno d'oggi è sempre più di nicchia.
Nel mio continuo interrogarmi su cosa voler fare da grande, scrittore, organizzatore, presentatore, astronauta o supereroe, ho avuto pure un paio di riconoscimenti per delle cose che insomma sono state classificate come poesie.
Il primo in una antologia di auto-necrologi, dove il mio è stato scelto insieme ad altri e pubblicato, l'altro in un concorso dove sono arrivato secondo.
Il che, a pensarci bene, non depone positivamente a favore della categoria dei poeti.
Il tutto per dire che sebbene la mia idea di poeta sia una via di mezzo tra de andrè e dylan, ho letto alcuni libri di versi, tra cui questo.
Vera, sempre tornando al discorso dell'opportunismo, collabora con la Matisklo, la casa editrice digitale che ha pubblicato il mio libro Scusa, Ameri; anzi, Vera è stata colei che ha corretto ed impaginato il mio libro, è stata la mia (ahahahahahahahahahah) editor.
Ovvio che guardi alle sue poesie con tanto interesse, molto affetto e pochissima obbiettività, però bisogna anche dire che prima di essere il mio (ahahahahahahahahahahahahah) editor, Vera è stata anche protagonista di un tot di altre cose che ho letto, visto e partecipato tutte belle, interessanti e stimolanti.
Vera scrive, dunque, scrive poesie, nel caso non lo aveste ancora capito.
Ha senso scrivere poesie oggi? 
Si, lo dico convinto, sia da tentato autore che soprattutto da lettore.
Ha senso se tali poesie sono al servizio di una visione del mondo cruda, realistica e poco incline agli sdolcinamenti fine a se stessi.
Ha senso se nell'equilibrismo di parole incastrate, il risultato non è un autocompiacimento masturbatorio, ma semmai un modo per sbattere in faccia in maniera inedita ed obliqua una verità vera, concreta, di sangue, carne, cemento e merda.
Ecco perchè Little Town Blues, a parte che il blues nasce dagli stessi posti dove vivo e lavoro io, è un'opera necessaria, se vogliamo avere uno sguardo completo di cosa ci circonda, se vogliamo uscire dalla rima cuore ed amore e capire che giocando con le parole si possono creare mondi molto interessanti e si possono togliere perbenistici veli alla realtà che ci circonda, alle storie d'amore tutte uguali, alle giornate senza fine e scopo, alle foto inutili date in pasto a rapporti solo virtuali.

C`è un che di rassicurante
Nel sentirsi fuori luogo
In ogni posto
 


Vera è fuori posto, perchè è dissonante, disturbante, è fuori posto perchè sbatte davanti a chi la ascolta un mondo senza tanti fronzoli e fiocchettini, sebbene l'armonia delle sue strofe sia spesso quasi musicale, queste righe stridono e infastidiscono, sono unghie su una lavagna fatta di luoghi comuni e moralismo, sono il bambino davanti all'imperatore nudo, sono pellicola fotografica senza filtri istagram.

venerdì 24 aprile 2015

Ragazza con la maglietta dei Ramones



ragazza con la maglietta dei ramones
oppure dei nirvana o forse degli stones
dimostri di certo del buon gusto
o quantomeno l'abbigliamento giusto

di certo sai chi sono quei ragazzi
che in due minuti urlavan come pazzi
è chiaro che conosci pure sheena
il noto punk-rocker dotato di vagina

ragazzina di ventanni con cotanto logo
sfoggiato con orgoglio e con il giusto modo
sei un esempio per coetanei e per anziani
grazie a te il rock avrà un domani

ragazzina ribelle col ciuffo colorato
chissà quanti dischi avrai già comprato
e tutti i testi delle migliori canzoni
snocciolati a mena dito col piglio dei campioni

ragazzina scusa un po' fammi vedere
cosa nascondi tra le tue dita nere?
ma pensa te un cd nuovo di pacco
già lo so che mi piacerà un sacco

voglio condividere con te questa scoperta
di un riff un solo, un'accordatura aperta
di certo lo ameremo al primo ascolto
e dal lettore cd non sarà più tolto

dai dimmi chi è questo artista
dalla tua maglietta immagino la lista
di mostri sacri o nuove promesse
che salvan la tua vita come un sos

chi porta ste magliette di certo mai si sbaglia
la tua cultura musicale è un faro che mi abbaglia
che mi abbaglia e guida in questo mare oscuro
passando dal punk rock, al grunge quello più duro

anelo di vedere i tuoi scaffali
che guarirebbero all'istante tutti i miei mali
toccare con la mano i tuoi vinili
d'autore e preziosi più di tutti i monili

già la mia anima al pensiero si rallegra
col funk, il blues e la soul quella più nera
immagino il mio spirito che alto poi si libra
oh brutta stronza ma è l'ultimo cd di fabri fibra!