mercoledì 27 maggio 2015

Alla terza ed alla quarta ora





Tra le tante cose buffe ed impensabili che mi stanno capitando, quella di stamattina potrebbe vincere il primo premio.

Infatti oggi sono tornato alle superiori.


No, non mi hanno richiamato come alunno a causa di qualche casino scoppiato per chissà cosa e che aveva invalidato la mia prestigiosa maturità scientifica raggiunta con un brillante 36\60, mica siamo in un film con ambra e luca e paolo eh.

No, peggio.


Oggi insieme alla mia amica Vera Libertà, vera di nome e di fatto, dato che lei è VERAMENTE poetessa, sono andato all'Istituto Professionale per Grafici di Savona a parlare con due classi prime di poesie.

Delle mie poesie.


Sentitevi liberi di ridere, anche di ridere fortissimo, perchè vi assicuro che io ho comunque riso più forte.

Ma tant'è.


Conosciuta ad una manifestazione, la prof. Claudia ci aveva chiesto di aiutarla in questo suo tentativo di spiegare ai ragazzi la poesia o quantomeno di fargliela apprezzare.



I ragazzi delle due classi hanno letto e commentato con noi alcune nostre poesie, addirittura una delle due classi aveva già letto le nostre poesie ieri e aveva pronte alcune domande ed approfondimenti.

Insomma, una roba clamorosa, che ci ha visto seduti alla cattedra, anche se solo per modo di dire, per provare a spiegare ai ragazzi come mai scriviamo, perchè lo facciamo e come, soprattutto come lo facciamo.


E la cosa più fantastica di tutto questo è stato vedere come alcuni di loro leggessero tra le righe cose che né io né Vera avevamo pensato o inteso mentre le scrivevamo.



Un momento incredibilmente gratificante, sentirsi considerati ed apprezzati, addirittura interpretati, è stato meraviglioso, fin quasi stranente, perchè davvero vedere le cose che scrivo proiettate su uno schermo e commentate a scuola fa parte di una serie di cose che mai e poi mai avrei immaginato potessero accadermi.



Invece è successo e a parte l'aver scelto me, credo che insegnanti come Claudia, che parlano di poesia a ragazzi non sicuramente facili, vadano elogiate per il coraggio e la passione che mettono nel loro lavoro. 



La poesia come forma d'arte non è sicuramente la più diffusa ed io stesso oggi ho ammesso tranquillamente di aver letto più libri di poesie in questi 6 mesi che nei restanti 41 anni e fischia della mia vita.

Però, se davvero si crede al valore artistico della poesia, ecco che portarla nelle scuole, con esempi e testimonianze, può mantenerla viva e farla riscoprire ai ragazzi, che spesso non vanno oltre i superclassici delle scuole medie.


Gli alunni delle due prime hanno colpito nel segno, hanno fatto domande appropriate, hanno chiesto senza timore, hanno mostrato molto più interesse di quanto pensassi.



Partire da cose scritte da me per arrivare a concetti come solidarietà o catarsi, confrontarmi sul perchè si scriva di più quando si è tristi, sono stati momenti davvero, ma davvero gratificanti.



E quindi niente, mettiamo tutte queste cose da parte, come tesori da conservare, come regali da assaporare piano piano, senza sprecarne nemmeno un po'. 



"Volevo chiedervi se siete mai stati famosi" (cit.)

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