Visualizzazione post con etichetta paolo ambrosioni & the bi-folkers. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta paolo ambrosioni & the bi-folkers. Mostra tutti i post

lunedì 6 febbraio 2017

Come Don Chisciotte 2.2



Domenica 5 febbraio, prima domenica del mese, è andata in onda la seconda puntata di Come Don Chisciotte 2.0, la mia trasmissione sui "Don Chisciotte" della musica in onda su BRG Radio


Ecco i brani andati in onda:


  • Londonpride - Grin n grieve
  • Massimiliano Larocca - Genova
  • Dave Hause - My Mistake
  • SansPapier - Monsieur Bobo
  • Paolo Ambrosioni & The Bi-Folkers - Nothing Will Change
  • Sergio Pennavaria - Il Collasso
  • Lowlands (Feat Antonio Gramentieri, Winston Watson, Stiv Cantarelli)  - Buckskin Stallion 
  • Lowlands (Feat Cheap Wine) - Dollar Bill Blues 
  • Luca Milani & The Glorious Homeless - Heroes Have Gone
  • Francesco Piu - Rough God goes riding



Se avete l'audio del pc attivo, è quella che state ascoltando ora e che parte in automatico, oppure, se ciò non accade, potete trovarla qui:






martedì 12 aprile 2016

Come Don Chisciotte 2.9 - Social Worker Blues




il 15 marzo è stata la giornata mondiale del servizio sociale

lo scorso anno mi ero fatto un regalo, avevo preso ferie ed ero andato a "festeggiare" a torino, ad un incontro-convegno organizzato dall'ordine piemontese.
a torino ho diversi amici-colleghi, la mia relatrice della tesi, parecchi bei ricordi
era stata una bellissima giornata e mi ero ripromesso di farlo anche quest'anno.

A gennaio poi era uscito il disco del mio amico paolo, springsteeniano e collega, pieno di belle canzoni tra cui una in particolare: social worker blues, di cui avevo parlato-scritto volentierissimo.

penso ed ho già scritto diverse volte che la musica che ascolto e che amo abbia avuto un peso fondamentale su determinate scelte fatte nella mia vita, tra cui sicuramente quella lavorativa

senza l'epica di diversi artisti non avrei fatto così volentieri il percorso di studi che ho fatto, motivandomi con la speranza di essere parte di quel cambiamento positivo di cui sentivo cantare e che sentivo auspicare da voci che così tanto mi coinvolgevano 

senza gli u2, senza i pearl jam di brani come jeremy o why go, non mi sarei innamorato della mia professione
senza il fantasma di tom joad, uscito quando ero all'inizio del corso, non avrei avuto le conferme di essere sulla strada giusta, non avrei così a fuoco il fatto di chi siano quelli che davvero stanno male e quali sono o dovrebbero essere le priorità nella vita.
senza born to run che è un inno di 40 minuti sull'autodeterminazione, non avrei avuto così chiaro il significato e l'importanza di quel termine

penso che la musica sia uno strumento comunicativo straordinario e ritengo che il nostro lavoro dovrebbe sfruttarla molto di più e molto meglio

per questo la canzone di paolo mi ha entusiasmato da subito, per quegli echi di steve earle che fanno da cornice ad un testo profondamente sincero e reale, su quello che proviamo noi "in trincea"

un pezzo che è un perfetto esempio di come la mia comunità professionale dovrebbe sfruttare questo strumento comunicativo, se non reinventandosi cantautori, almeno utilizzando i numerosi spunti presenti "in letteratura" per far passare messaggi importanti, senza dimenticare ovviamente le fonti, come mi diceva sempre la mia prof

in tutto questo, la cosa bellissima è che il 15 marzo a torino, dove mi sono regalato un'altra giornata come lo scorso anno, paolo ha presentato il suo pezzo ad una platea competente e professionalmente vicina.

la cosa strana è che ad introdurre paolo ed il suo pezzo sono stato proprio io, testimoniando come a mio avviso la musica sia un mezzo efficace anche per il servizio sociale; la Musica, quella vera, capace di empatia e stimolo all'azione.

è un onore enorme ed un altrettanto grande piacere aver ricevuto questo invito, perchè per una volta il mio lavoro e la mia passione principale si sono fusi assieme e per un momento sono stati una cosa sola, perchè, come del resto mi hanno detto in molti, "se mi impegnassi nel lavoro come nella mia mania per la musica sarei un fenomeno"

La giornata è stata meravigliosa. 
Ogni singolo istante, goduto, assaporato, come una forchettata del tuo piatto preferito.
Sul palco del teatro Nuovo di Torino a dire  come la musica sia uno strumento terribilmente efficace dal punto di vista comunicativo e di quanto il servizio sociale ne avrebbe bisogno.
5 minuti "trattabili" che mi sono gustato con piacere ed orgoglio, grazie soprattutto alla grande attenzione che regnava in sala, in una sala ancora piena nonostante l'ora tarda ed il pranzo alle porte, una sala che mi ha persino interrotto con un applauso a metà intervento, per via di una frase polemica che proprio non sono riuscito ad evitarmi.
Elvis sul bavero della giacca, Woody Guthrie sulla t shirt, per coniugare la mia professione e la mia grande passione avevo bisogno di avere vicino dei riferimenti importanti.
Orgoglioso e soddisfatto di cosa ho scritto
Orgoglioso e soddisfatto di come l'ho esposto
Orgoglioso e soddisfatto dei complimenti ricevuti
Ma soprattutto grato e riconoscente verso chi mi ha invitato, fatto sentire a casa, trattato come un amico
E come mi ha scritto oggi una collega (ancora ignara di quanto sia drammaticamente vera questa frase): ho ancora molto da dire.

Per chi volesse leggere il mio intervento, è disponile sul sito dell'Ordine degli Assistenti Sociali della Regione Piemonte:

Inevitabile a questo punto dopo aver parlato di musica in contesto lavorativo, portare il mio lavoro in un contesto musicale.

Quindi giovedì 7 aprile su Radio Gazzarra è andata in onda la puntata di Come Don Chisciotte che ha rubato il titolo al mio amico Paolo.

Un elenco, drammaticamente incompleto, di brani che sento vicini al mio lavoro ed alle motivazioni ed ai principi che mi spingono a farlo.

Ecco i brani andati in onda:
  1. All you fascists bound to lose - Woody Guthrie
  2. La città vecchia - Fabrizio De Andrè
  3. The Ghost of Tom Joad - Bruce Springsteen
  4. Freedom - Rage Against the Machine
  5. Jeremy - Pearl Jam
  6. Fischia il vento - Coro Partigiani e Reduci
  7. Sunday Bloody Sunday - John Lennon
  8. Running to stand still  - U2
  9. Why go - Pearl Jam
  10. Youngstown - Bruce Springsteen
  11. Non finisce qui - Gang
  12. Masters of war - Bob Dylan
  13. Maggie's farm - Solomon Burke
  14. Social Worker Blues - Paolo Ambrosioni & the Bi-Folkers


(per chi volesse scaricare la puntata in mp3 ed ascoltarla offline, cliccate su "ascolta con il tuo player" poi cliccate col tasto destro del mouse sul tasto Play e "salva audio/video come")

lunedì 18 gennaio 2016

Il Blues dell'Assistente Sociale



In un periodo della mia vita dove la passione per il mio lavoro è probabilmente ai minimi storici, arriva come un elisir questo pezzo del collega e soprattutto amico paolo.

Il blues dell'assistente sociale è proprio perfetto per definire lo stato d'animo che spesso mi attanaglia e che mi porta a lunghi esami di coscienza da cui esco spesso sconfitto e frustrato.

Un pezzo che profuma di texas e steve earle, un accostamento gratificante e che mi riempe di orgoglio come appassionato di musica, come professionista ed ovviamente come amico dell'autore.

Mancano a mio avviso almeno un paio di strofe dedicate a chi il blues ce lo crea e non parlo certo degli utenti, bensì di chi trae vantaggio nel metterci in difficoltà e chi specula e si approfitta del nostro tener fede al segreto professionale.

Lo smantellamento dello stato sociale a cui partecipano con entusiasmo le forze politiche, "culturali" ed economiche di questo paese ricorda scenari desolati e da grande depressione proprio come questo pezzo può essere accostato alle dolenti ballate di woody guthrie, che raccontavano quei tempi miseri.

Il brano si concentra sulla sensazione di fatica e sofferenza che ci portiamo dietro a forza di respirarla dai nostri utenti, con in più la rabbia di vedere il nostro ruolo strumentalizzato e soprattutto non capito dagli stessi.

"Provo a leggere con i tuoi occhi, ma a volte preferirei essere cieco", strofa durissima e meravigliosa che racchiude la grande verità del nostro provare sempre a calarci nella realtà di chi ingoiando bocconi amari si rivolge a noi e provando a volte il desiderio di non vedere quello che realmente sono il mondo e la realtà dove sono inserite queste persone.

Arriveranno ad odiarci, molti già lo fanno, altri si lasceranno convincere a farlo; in un gioco delle parti cinico e bastardo, ahimè, la nostra professione spesso ha interpretato ed interpreterà la parte del parafulmine, del punchball, dello spaventapasseri abbandonato alla mercè dei corvi.

Mi piacerebbe fare mia la frase sul continuare a lavorare duramente ma ho un rigurgito di onestà e so che potrei e dovrei fare molto di più.
So anche, ahimè, che non posso sempre nascondermi dietro al "non essere un santo", perchè non ne ho il diritto, però ogni giorno il senso del mio lavoro è meno a fuoco e questo non va affatto bene.

Comprate sto disco, chi lo ha composto ha un punto di osservazione del mondo interessante con cui confrontarsi.

Per info: pagina facebook

Ho azzardato una traduzione del brano, approvata dal suo autore, che vi giro qui

beh, ogni giorno sono in trincea
tu mi porti la sofferenza e credi alle bugie

continuo a dirti cosa è vero
e che ciò a cui credi sono chiacchiere e notiziari
sopravvivo
con il blues dell'assistente sociale

vuoi giustizia e cibo per tuo figlio
ma sei spaventata da ciò che sono

continuo a lavorare al buio
sapendo che sono tempi duri
sopravvivo
con il blues dell'assistente sociale
il blues dell'assistente sociale

non sono un diavolo nè un santo
devo affrontare lacrime e dolore
provo a leggere con i tuoi occhi,
ma a volte preferirei essere cieco
sopravvivo, sopravvivo, sopravvivo
con il blues dell'assistente sociale

questi tempi duri continueranno
e tu arriverai ad odiarmi

continueremo a lavorare duramente
ma questa professione
è abbastanza tosta per sopravvivere
con il blues dell'assistente sociale