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sabato 7 luglio 2018

Il Santo Graal del Rock and Roll (Roxy Theatre, 07/07/78)



Per noi umili servitori del Regno del Rock, noi schiavi inutili, noi soldati semplici delle più sperdute trincee, noi Springsteeniani incalliti ed inguaribili, alcuni nomi, alcune cifre, alcune date, hanno sempre un significato quasi mistico, religioso, le si pronuncia con timore reverenziale, temendo di passare per blasfemi.

Noi, qui, nelle retrovie della periferia dell'Impero, noi che qualcuno era a Zurigo, altri al primo San Siro, molti altri sono arrivati alla spicciolata gli anni seguenti e ancora continuano ad arrivare, abbiamo una concezione tutta nostra del tempo, dello spazio, della storia e della geografia.

Ad esempio, se parlando di Bruce ci capita di leggere 1978 già drizziamo le orecchie, se poi a quell'anno si aggiungono nomi come ROXY THEATRE ecco che la vista ci si appanna, i sensi si fanno più deboli, il cuore rallenta.

Ad un giorno solo dal quarantesimo anniversario di uno dei concerti più famosi nella iconografia springsteeniana, è stato pubblicato come "Official Bootleg", con un audio meraviglioso ed in versione integrale il concerto al Roxy, Hollywood.

Il 1978 fa parte di quei momenti della storia del Rock dove gli eroi erano pochi, ma uno solo sembrava in grado di risultare vincitore.

Bruce nel 1978 era quanto di più vicino all'idea di una Divinità Musicale in carne ed ossa; contro le intemperanze giovanili del punk, che lui assorbiva e sputava fuori con rabbia ancor maggiore, contro il manierismo sterile e masturbatorio del prog, gli assoli di 35\40 minuti, lui rispondeva torturando la sua chitarra prima di esplodere in Prove it all night.

La bandiera del Classic Rock era saldamente nelle sue mani e lui era al momento il migliore che potesse farla sventolare ancora, fiera ed orgogliosa.

Nel 1978 Bruce stava uscendo da un incubo durato 3 anni, nei quali aveva visto la sua musica allontanarsi da lui per colpa di un manager disonesto, aveva visto quella carriera su cui si era giocato tutto sé stesso rischiare di scomparire dietro udienze di tribunale e lungaggini assassine per chi ha un pubblico che aspetta sue nuove pubblicazioni.

3 anni di scrittura compulsiva, amara, furibonda, 3 anni di disillusione, quella di cui poi riempirà il suo capolavoro, anch'esso fresco quarantenne, Darkness on the edge of Town.

3 anni durante i quali però, sul palco, lui ed il suo manipolo di valorosi rinascevano ogni sera, fino a rischiare di morire di nuovo, stavolta in senso meno poetico e più fisico, dopo le interminabili maratone rock con le quali voleva affermare di esserci, di esistere ancora, di essere ancora alla ricerca del modo per andarsene dalla città dei perdenti di cui cantava appunto 3 anni prima.

Abbiamo un po' di rock and roll per voi stasera, dice salito sul palco del Roxy, la sera di 40 anni fa.

E parte con Rave On, Buddy Holly, certo, perchè signori, stasera si fa la storia e per farla bisogna prima conoscerla e riconoscere chi sono i padri fondatori, di questa storia.

Prigionieri? nemmeno uno.

Dalle radici al presente, nemmeno il tempo di un respiro ed ecco Badlands, la novità, la canzone che apre il nuovo disco, la rabbia che viene sputata fuori, mentre i valorosi alle sue spalle non perdono una battuta ed il sax urla forte la sua chiamata alle armi.

Un secondo di silenzio ed eccoli, gli spiriti, quelli che infestano il New Jersey ed i sogni di tanti ragazzi, ecco quella carrellata di umanità ai margini, nascosta, che nella notte americana esce allo scoperto per vivere, finalmente.

Eccola quella Crazy Janey parte costante dei nostri pensieri più carnali, ritroviamoci al fiume stanotte, siamo troppo ubriachi per mentirci ed ognuno di noi ha bisogno di qualcuno che ci dica "Tesoro, lascia che ti guarisca".

Non lasciamo che l'oscurità ci inghiotta e ci nasconda ancora, noi spiriti della notte dobbiamo continuare a correre, per raggiungere quella collina. Darkness è rallentata e rabbiosa, la voce passa attraverso i denti come un ringhio, la belva è ferita ma la catena sta per spezzarsi.

Saliamo, che nessuno ci faccia domande, che nessuno ci guardi troppo a lungo. quelli fortunati, nati sotto una buona stella, fanno altri percorsi, da qui passano solo quelli disposti a combattere per davvero.

Ancora nuovi brani, con la stanza di Candy che sembra irraggiungibile, in fondo ad un corridoio che ci ricorda nuovamente il buio, scostando sconosciuti che vogliono rubarcela, avanziamo, la batteria aumenta come il battito cardiaco, la porta è ad un passo, chiudi gli occhi, hai ancora molto da imparare, prima di raggiungere i mondi nascosti che splendono.

Si tira il fiato, For you parla di amore, in quel modo dylaniano, sghimbescio ed obliquo tipico dei suoi primi lavori, quelli con dentro talmente tanti personaggi, tante storie, tante emozioni che il risultato è un calderone tanto incomprensibile quanto affascinante.

A ricordarci che l'amore, come la vita, ha due facce e non è detto che a noi tocchi in sorte quella migliore, ecco Point Blank, tradimento, delusione, sogni infranti, la sua vita che scorre dentro queste note, come veleno distillato, di cui ancora non esiste antidoto.

Di fronte al tradimento, l'unica vittoria è affermare la propria identità, davanti alla falsità, l'unico strumento a nostra disposizione è la nostra coerenza e la nostra cocciuta testardaggine. Non sono un ragazzo, sono un uomo e come tale devi trattarmi ed è per questo che io mi dirigo senza paura dritto nella tempesta, perchè sarà il mio essere uomo a farmici uscire a testa altissima.

Cosa ci resta, cos'altro può fare un povero ragazzo se non suonare in una rock band? Ci resta una chitarra, tre accordi e la verità, ci resta la voglia di sbatterla fino a farla sanguinare, ci resta la rabbia da sfogare sulle sue corde, ci resta la possibilità di provarci, sempre, di provarci tutta la notte.

Ci resta una strada, lunga come solo quelle americane possono esserle, ci resta una striscia d'asfalto su cui gareggiare, per sottolineare la differenza tra noi e quelli che semplicemente rinunciano a vivere e muoiono, poco a poco, pezzo a pezzo.

Il pianoforte di Roy illumina quell'asfalto, lo rende percorribile e sul finale lo allunga a dismisura, perchè non debba finire mai, come vorremmo non finisse mai lui di muovere le sue dita sui tasti.

La prima parte del concerto si chiude con Thunder Road, il piano di Roy non esce da Racing ma entra direttamente nel cortile di Mary ed ecco, la promessa, l'obbiettivo, la voglia di farcela, che tornano prepotenti ed imbattibili alla ribalta. Possiamo farcela, se corriamo, dobbiamo farcela, con lei sul sedile di fianco ed un sassofonista nero di due metri tra le cui braccia scivolare a fine canzone.

Poi si continua, carne e ideali, sesso e sogni, She's the one che nasce da Bo Diddley e dentro la sua musica finisce, per una scopata memorabile, Adam che ci ricorda una volta di più quali sono i nostri peccati e le nostre fiamme e quanto ci debba costare liberarci da esse.

La tensione universale di It's hard, dove la debolezza dell'uomo è messa a dura prova, dove la voglia di andare avanti subisce mille ostacoli.

Si arriva alla sarabanda finale di Rosalita, ma prima è giusto tornare alla Storia, quella che ci trascina dentro a questo teatro allora come oggi, quella che in un pomeriggio caldissimo di luglio ti fa mandare moglie e figlie al mare per restare 3 ore solo con lei. Elvis, certo, chi altro?

La bussola del rock, da sempre la sua bussola personale, traccia nuovamente la mappa dove si svolge questa storia, quella che da Tupelo arriva ad oggi, passando per il Roxy, il Cavern Club, l'Apollo e Dio solo sa quanti altri posti dentro i quali ancora oggi aleggia lo spirito del Rock.

Bruce che canta Elvis è qualcosa che va ben oltre l'omaggio e la cover, è Amore, è Devozione, è fedeltà ad un verbo ed impegno a tramandarlo. 

Bruce che canta Elvis è come avere due top model nel letto che ti pregano di trombarle, entrambe, subito.

E poi arriva Rosie, arriva e scappa con noi, in un posto dove non ci possano trovare genitori isterici e discografici bugiardi, a pretty little place in southern California, un posto dove le chitarre suonano giorno e notte, il paradiso del rock, dove Elvis dice Messa ogni giorno.

Su Indipendence Day non esiste parola che non abbia già detto o lacrima che non abbia pianto, qui viene presentata senza che sia mai stata pubblicata ufficialmente, lo farà solo due anni dopo, viene suonata leggermente più lenta e così facendo le pugnalate che mi arrivano tra cuore e stomaco sono più profonde e dolorose, perchè vorrei, con tutto me stesso fare in modo che a me non facciano quello che ho visto fare a lui.

Ancora rock, ancora sesso e fuga, sogni, corse, la notte che appartiene agli amanti ed un sole su cui camminare, un giorno, ma fino ad allora lasciamo tutto da parte per un attimo o per tre ore e facciamoci investire dalla musica e facciamoci lavare dalla sua acqua benedetta e peccaminosa, purificatrice e densa come la passione.

Due cover chiudono la serata, perchè se sei consapevole di far parte di una storia, non hai nessun timore a citarla, apertamente, quindi dopo Buddy ed Elvis, ecco la black music, il soul ed infine i Beatles, con la miglior party song mai incisa.

Twist and shout chiude in gloria, ancora non si capisce come abbia fatto il teatro a restare in piedi, la band saluta, io immagino il pubblico stranito, che guarda verso il palco quasi a chiedersi se sia successo davvero, quello che hanno visto e sentito succedere nelle precedenti 3 ore.

La storia del rock si è fermata ad Hollywood, giusto 40 anni fa, il respiro lentamente riprende il suo ritmo, il battito del cuore torna regolare, la tastiera è di nuovo visibile, gli occhi sono asciutti, ma la pelle d'oca è ancora alta, nonostante il caldo afoso.

Da qualche parte lassù o in un atollo sperduto delle Hawaii, un tizio posa le cuffie, si sistema il ciuffo, indossa il suo giubbotto di pelle e soddisfatto dopo quanto ascoltato, sale sulla sua Harley e riprende il suo vagabondaggio.

Qui, nella periferia dell'impero, qui, nella trincea dei superstiti, il rancio oggi sembrava molto buono, quasi come fosse un giorno di festa.








mercoledì 3 febbraio 2016

3 febbraio - La prima del giorno - American pie (Don McLean)





A long, long time ago
I can still remember how that music used to make me smile
And I knew if I had my chance
That I could make those people dance
And maybe they'd be happy for a while

But February made me shiver
With every paper I'd deliver
Bad news on the doorstep
I couldn't take one more step

I can't remember if I cried
When I read about his widowed bride
But something touched me deep inside
The day the music died

[Chorus:]
So bye, bye, Miss American Pie
Drove my Chevy to the levee but the levee was dry
And them good ole boys were drinking whiskey 'n rye
Singin' this'll be the day that I die
This'll be the day that I die

[Verse 1]
Did you write the book of love
And do you have faith in God above
If the Bible tells you so?
Now do you believe in rock and roll?
Can music save your mortal soul?
And can you teach me how to dance real slow?

Well, I know that you're in love with him
'Cause I saw you dancin' in the gym
You both kicked off your shoes
Man, I dig those rhythm and blues

I was a lonely teenage broncin' buck
With a pink carnation and a pickup truck
But I knew I was out of luck
The day the music died

[Chorus:]
I started singing bye, bye, Miss American Pie
Drove my Chevy to the levee but the levee was dry
Them good ole boys were drinking whiskey 'n rye
Singin' this'll be the day that I die
This'll be the day that I die

[Verse 2]
Now for ten years we've been on our own
And moss grows fat on a rollin' stone
But that's not how it used to be
When the jester sang for the king and queen
In a coat he borrowed from James Dean
And a voice that came from you and me

Oh, and while the king was looking down
The jester stole his thorny crown
The courtroom was adjourned
No verdict was returned

And while Lenin read a book on Marx
The quartet practiced in the park
And we sang dirges in the dark
The day the music died

[Chorus:]
We were singing bye, bye, Miss American Pie
Drove my Chevy to the levee but the levee was dry
Them good ole boys were drinking whiskey 'n rye
Singin' this'll be the day that I die
This'll be the day that I die

[Verse 3]
Helter skelter in a summer swelter
The birds flew off with a fallout shelter
Eight miles high and falling fast
It landed foul on the grass
The players tried for a forward pass
With the jester on the sidelines in a cast

Now the halftime air was sweet perfume
While the sergeants played a marching tune
We all got up to dance
Oh, but we never got the chance

'Cause the players tried to take the field
The marching band refused to yield
Do you recall what was revealed
The day the music died?

[Chorus:]
We started singing bye, bye, Miss American Pie
Drove my Chevy to the levee but the levee was dry
Them good ole boys were drinking whiskey 'n rye
And singin' this'll be the day that I die
This'll be the day that I die

[Verse 4]
Oh, and there we were all in one place
A generation lost in space
With no time left to start again
So come on, Jack be nimble, Jack be quick
Jack Flash sat on a candlestick
'Cause fire is the devil's only friend

Oh, and as I watched him on the stage
My hands were clenched in fists of rage
No angel born in Hell
Could break that Satan's spell

And as the flames climbed high into the night
To light the sacrificial rite
I saw Satan laughing with delight
The day the music died

[Chorus:]
He was singing bye, bye, Miss American Pie
Drove my Chevy to the levee but the levee was dry
Them good ole boys were drinking whiskey 'n rye
And singin' this'll be the day that I die
This'll be the day that I die

[Outro]
I met a girl who sang the blues
And I asked her for some happy news
But she just smiled and turned away
I went down to the sacred store
Where I'd heard the music years before
But the man there said the music wouldn't play

And in the streets, the children screamed
The lovers cried and the poets dreamed
But not a word was spoken
The church bells all were broken

And the three men I admire most
The Father, Son and the Holy Ghost
They caught the last train for the coast
The day the music died

[Chorus:]
And they were singing bye, bye, Miss American Pie
Drove my Chevy to the levee but the levee was dry
And them good ole boys were drinking whiskey 'n rye
Singin' this'll be the day that I die
This'll be the day that I die

[Chorus:]
They were singing bye, bye, Miss American Pie
Drove my Chevy to the levee but the levee was dry
Them good ole boys were drinking whiskey 'n rye
And singin' this'll be the day that I die

venerdì 7 settembre 2012

Accadde oggi - 7 settembre

7 settembre 1936 - nasce buddy holly



7 settembre 1951 - nasce chrissie hynde, cantante dei pretenders



7 settembre 1954 - nasce benmont tench, tastierista fidato di tom petty



7 settembre 1978 - muore keith moon, batterista degli Who



7 settembre 1983 - elvis costello si esibisce alla university of texas, ad austin; il bootleg della serata presenta le seguenti canzoni:

01. Let Them All Talk
02. Possession
03. Watching The Detectives
04. Secondary Modern
05. The Greatest Thing
06. Man Out Of Time
07. Kid About It
08. Mystery Dance
09. Shabby Doll
10. Temptation
11. New Lace Sleeves
12. (What’s So Funny ‘Bout) Peace, Love And Understanding?
13. Shipbuilding
14. Big Sister's Clothes
15. Stand Down Margaret
16. Beyond Belief
17. Clubland
18. The World And His Wife
19. Watch Your Step
20. Backstabbers / King Horse
21. Clowntime Is Over
22. TKO (Boxing Day)
23. Everyday I Write The Book
24. Alison
25. I Can't Stand Up For Falling Down
26. Pump It Up


potete scaricare gli mp3 cliccando qui

7 settembre 2003 - muore warren zevon

mercoledì 25 aprile 2012

Accadde oggi - 25 aprile

25 aprile 1918 - nasce ella fitzgerald


25 aprile 1932 - nasce albert king


25 aprile 1933 - nasce jerry leiber, in coppia con mike stoller scrisse e produsse hits per Elvis Presley, Buddy Holly. The Monkees, Cliff Richard; tra i loro successi: Hound Dog, Jailhouse Rock, King Creole, Don't, There Goes My Baby, Searchin', Yakety Yak e Kansas City


25 aprile 1945 - nasce stu cook, bassista dei creedence clearwater revival


25 aprile 1970 - james taylor si esibisce alla harvard university; il bootleg della serata presenta le seguenti canzoni:

1st Set:
01. With A Little Help From My Friends
02. Anywhere Like Heaven
03. Steamroller
04. Blossom
05. Mannish Boy
06. Okie From Muskogee
07. Greensleeves
08. For Free
09. Fire And Rain
10. Carolina In My Mind
11. Riding On A Railroad
12. Isn't It Nice To Be Home Again

2nd Set:

01. Carolina In My Mind
02. Brighten Your Night With My Day
03. Tube Rose Snuff Song
04. Sunny Skies
05. Matthew
06. Hallelujah, I Love Her So
07. Oh, Susannah
08. Sweet Baby James
09. Fire And Rain
10. Sunshine Sunshine
11. Diamonds In The Rough

potete scaricare gli mp3 cliccando qui

25 aprile 2005 - dal fox theatre di detroit, parte il devils and dust tour di bruce springsteen; il bootleg della serata presenta le seguenti canzoni:

REASON TO BELIEVE 
DEVILS & DUST
YOUNGSTOWN
LONESOME DAY
LONG TIME COMIN'
SILVER PALOMINO
FOR YOU
REAL WORLD
PART MAN PART MONKEY
MARIA'S BED
HIGHWAY PATROLMAN
BLACK COWBOYS
RENO
RACING IN THE STREET
THE RISING
FURTHER ON (UP THE ROAD)
JESUS WAS AN ONLY SON
LEAH
THE HITTER
MATAMOROS BANKS
THIS HARD LAND
WAITIN' ON A SUNNY DAY
MY BEST WAS NEVER GOOD ENOUGH
THE PROMISED LAND

potete scaricare gli mp3 cliccando qui

lunedì 16 aprile 2012

Accadde oggi - 16 aprile

16 aprile 1924 - nasce henry mancini


16 aprile 1939 - nasce dusty springfield

16 aprile 1956 - esce il primo singolo di buddy holly


16 aprile 1964 - esce in gran bretagna il primo album, omonimo, dei rolling stones

 


16 aprile 1964 . nasce dave pirner, cantante dei soul asylum


16 aprile 1973 - i manassas di stephen stills partecipano al programma In concert della ABC television; il bootleg dell'esibizione comprende le seguenti canzoni:

01. Carry On
02. Know You Gotta Run
03. Word Game
04. Remember The Americans
05. So You Want To Be A Rock'n'Roll Star
06. Go Back Home
07. Pensamiento
08. 49 Bye-Byes
09. For What It's Worth
10. Find The Cost Of Freedom

potete scaricare gli mp3 cliccando qui