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lunedì 29 gennaio 2018

Championship Vinyl - Week in Rock 2.4 (22 - 28 gennaio)









IERI

22 gennaio 1931 - nasce sam cooke
22 gennaio 1947 - nasce malcolm mclaren manager dei sex pistols
22 gennaio 1965 - nasce steven adler batterista dei guns'n'roses
22 gennaio 1983 - mtv inizia a trasmettere sulla west coast americana

23 gennaio 1889 - nasce leadbelly
23 gennaio 1910 - nasce django reinhardt
23 gennaio 1950 - nasce danny federici
23 gennaio 1976 - david bowie pubblica il suo decimo album in studio Station to Station
23 gennaio 1990 - muore allen collins chitarrista e membro fondatore dei lynyrd skynyrd
23 gennaio 2018 - muore hugh ramopolo masakela jazzista sudafricano

24 gennaio 1947 - nasce warren zevon
24 gennaio 1949 - nasce john belushi
24 gennaio 1979 - i clash pubblicano il loro primo singolo sul mercato americano I fought the law
24 gennaio 1990 - esce il primo album dei black crowes
24 gennaio 2018 - muore mark e smith dei the fall

25 gennaio 1938 - nasce etta james
25 gennaio 1939 - Nasce giorgio gaber
25 gennaio 1978 - al pips di manchester suonano dal vivo per la prima volta i joy division
25 gennaio 1986 - muore il manager americano albert grossman, lavorò con Bob Dylan, Peter, Paul and Mary, The Band, Janis Joplin e Todd Rundgren, fondò la bearsville records e gli studi di registrazione annessi, vicino a woodstock
25 gennaio 1981 - nasce alicia keys
25 gennaio 2017 - Muore butch trucks, batterista della Allman Brothers Band

26 gennaio 1934 - nasce Huey 'Piano' Smith
26 gennaio 1953 - nasce lucinda williams
26 gennaio 1957 - nasce eddie van halen
26 gennaio 1970 - john lennon scrive registra ed incide nello stesso giorno agli abbey road studios di londra il suo singolo instant karma
26 gennaio 1970 - esce il nuovo disco di simon & garfunkel bridge over troubled water

27 gennaio 1918 - nasce elmore james
27 gennaio 1945 - nasce nick mason, batterista dei pink floyd
27 gennaio 1956 - esce il nuovo singolo di elvis 'Heartbreak Hotel'
27 gennaio 1967 - muore Luigi Tenco
27 gennaio 1968 - nasce Mike Patton
27 gennaio 1972 - muore mahalia jackson
27 gennaio 1977 - i clash firmano per la cbs inglese


28 gennaio 1945 - nasce robert wyatt
28 gennaio 1985 - ad holliwood un cast di cantanti comprendente Stevie Wonder, Tina Turner, Bruce Springsteen, Diana Ross, Bob Dylan, Ray Charles, Daryl Hall, John Oates, Cyndi Lauper, Steve Perry e Bob Geldof incide il brano scritto da michael jackson e lionel richie we are the world
28 gennaio 2005 - muore jim capaldi, membro dei traffic
28 gennaio 2016 - muore paul kantner dei jefferson airplane


HIT PARADE ITALIA 27 GENNAIO 1968



  1. L'ora dell'amore - Camaleonti
  2. L'ultimo valzer - Dalida
  3. Due minuti di felicita' - Sylvie Vartan
  4. Il sole e' di tutti - Stevie Wonder
  5. Massachusetts - Bee Gees
  6. Dan dan dan - Dalida
  7. Nel cuore, nell'anima - Equipe 84
  8. Mama - Dalida
  9. Tenerezza - Gianni Morandi
  10. San Francisco - Scott McKenzie



HIT PARADE USA 27 GENNAIO 1968

1 judy in disguise (with glasses) - john fred and his playboy band
2 chain of fools - aretha franklin
3 green tambourine - the lemon pipers
4 woman, woman - the union gap featuring gary puckett
5 bend me, shape me - the american breed
6 hello goodbye - the beatles
7 spooky - the classics iv
8 daydream believer - the monkees
9 i heard it through the grapevine - gladys knight and the pips
10 if i could build my whole world around you - marvin gaye and tammi terrell


OGGI

La novità della settimana è Tratti di Matita, il nuovo album dei Dagma sogna



DOMANI

30 gennaio raindogs savona lee bains III and the glory fires h 22

1 febbraio fortezza di castelfranco finale ligure lorenzo monguzzi rassegna inverno d'autore h 21,30

2 febbraio arci chapeu the omegaman tributo ai police h 22
2 febbraio raindogs house savona Bologna Violenta + Jack Cannon h 22
2 febbraio signor g albenga geddo h 21
2 febbraio airone wine bar pietra ligure recovered h 22
2 gennaio teatro don bosco varazze dagma sogna + zueno h 20

3 febbraio beer room pontinvrea - quarry brothers h 21
3 febbraio rude club savona - levante arrogante vs ponente prepotente serata punk\hardocore gruppi liguri h 18.30
3 febbraio le paon savona the persuaders h 20.30
3 febbraio poppy contest mille papaveri rossi savona h 21
3 febbraio o'connell street irish country pub piana crixia - texas glow band h.21.30

4 febbraio chiostri di santa caterina finale ligure edoardo chiesa h.17.30
4 febbraio sms cantagalletto savona cena di autofinanziamento coordinamento antifascista savona concerto acustico neive - being moved - fede dei pakidharma h 19.30

lunedì 21 novembre 2016

Belìn che canzoni! Su la Testa On the Road!!



Domenica 20 novembre, invece del mio programma sulla storia del rock Championship Vinyl, ho dedicato su BRG Radio una puntata al Festival Su La Testa ed in particolare alla rassegna Su la Testa On the Road che si sta tenendo in questi giorni in diversi locali della riviera e che ho contribuito ad organizzare.

Un mese dedicato alla "Musica che ci gira intorno", ai musicisti locali che cercano di emergere, al talento nascosto nella nostra provincia e che con ostinazione cerchiamo di valorizzare.

Un mese in posti vecchi e nuovi, con amici vecchi e nuovi e soprattutto tanta bella musica.

Ecco i musicisti coinvolti


  1. Ivano Fossati - La musica che gira intorno
  2. Geddo - Cammina cammina
  3. Michele Savino - L'ultimo giorno di stage
  4. 4REAL - Change my mind
  5. Ginez - Rapina
  6. Vico 28 - Gufi e rondini
  7. Sergio Pennavaria - Il Collasso
  8. 4sixtyfive - Consapevole
  9. Dagma Sogna - La tua verità
  10. Chiara Ragnini - Tra le Foglie
  11. Edoardo Chiesa - Ti rispondo
  12. Blue Scarlet - Lei
  13. The Londonpride - Mr. Kind


Se avete l'audio del pc attivo, è quella che state ascoltando ora e che parte in automatico, oppure, se ciò non accade, potete trovarla qui:

lunedì 24 ottobre 2016

Championship Vinyl 20 - Nobel Prize Revisited



Domenica 23 ottobre ottobre è andata in onda la ventesima puntata di Championship Vinyl, il mio programma dedicato al rock and roll in onda su BRG Radio 

Puntata dedicata all'influenza di Bob Dylan sulla musica

Ad inizio puntata ho presentato la nuova rubrica di BRG Radio"Belin che canzone", un modo per condividere e fare conoscere la musica del nostro territorio.

Il pezzo della settimana è DESIDERI dei savonesi MISTIC ZIPPA



  1. Mistic Zippa - Desideri
  2. Bruce Springsteen - Chimes Of Freedom
  3. Pearl Jam - Forever Young
  4. U2 - All Along The Watchtower 
  5. Fabrizio De Andrè & PFM - Avventura a Durango
  6. Johnny Winter - Highway 61 Revisited
  7. Miley Cyrus - You're Gonna Make Me Lonesome When You Go
  8. Geddo - Ti Voglio
  9. Francesco De Gregori - Come il giorno (“I shall be released”)
  10. Nina Simone - Just Like a Woman
  11. Warren Zevon - Knockin On Heaven's Door


Se avete l'audio del pc attivo, è quella che state ascoltando ora e che parte in automatico, oppure, se ciò non accade, potete trovarla qui:

lunedì 3 ottobre 2016

Nati per correre al ristorante (O del mausoleo del rock)



foto di Barbara Facciotto

Questa foto, scattata durante la presentazione di Born to Run, l'autobiografia di Bruce Springsteen, a Milano mi ha colpito da subito assumendo, a mio avviso, un valore simbolico molto forte.

Di primo acchitto mi ha fatto sorridere l'accostamento tra il guru del rock alternativo italiano (manuel agnelli, cantante degli afterhours e giudice di x factor) ed il logo di Eataly, simbolo di consumo, eleganza e agiatezza.

Un contrasto stridente, accentuato dal fatto che agnelli stesse cantando thunder road, che parla di scappare da una città di perdenti (o probabilmente da una città senza ristoranti italiani alla moda) e soprattutto state trooper, con quell'alienazione straziante del viaggiatore che prega il poliziotto di farlo andar via e qualcuno o qualcosa di salvarlo dal nulla (o forse da un frigo vuoto).

Al di la delle battute polemiche che adoro fare specialmente sul paladino degli alternativi, c'è a mio avviso un discorso più lungo da fare sul rock e soprattutto sul suo pubblico.

A mio avviso, il rock è diventato un passatempo per signori di mezza età mediamente benestanti e\o mediamente coglioni quanto basta per dedicare alla musica tempo e denari superiori a quelli che potrebbero permettersi.

Mi compiaccio di appartenere assolutamente alla seconda schiera, oh si.

Però esiste una spinta, un messaggio che il rock per molti anni ha portato con sé e che ormai si sta spegnendo.

La voglia di cambiare le cose, la voglia di migliorarsi, di cambiare il mondo, la voglia di dare una pedata nello scroto ad un sistema dentro il quale ci si sta stretti e scomodi.
In parole povere, il rock non parla più questo linguaggio e soprattutto non lo parla più ai giovani.

La musica in generale non è più uno strumento rivoluzionario, come è sempre stata in passato.
I giovani oggi ascoltano musica mediamente a capocchia di cazzo, ma anche quella fetta, sinceramente non piccolissima, di ragazzi che vanno oltre i talent e le radio, non cerca più di declinare la propria rabbia, la propria ansia, la propria voglia di vivere attraverso la musica.

Non deve essere necessariamente il rock, anzi, il rock ha già segnato diverse rivoluzioni, da quando elvis dimenò il bacino in avanti; non si vede ad oggi un linguaggio musicale capace di decodificare una nuova grammatica del cambiamento.

La musica tutta è ormai diventata, nella maggior parte dei casi un sottofondo buono per quando si guida o si fa running spinning o zumbing; ma anche quelli che la ascoltano con attenzione non hanno, specialmente le nuove generazioni, la spinta a provare a farla loro, ad indossarla come una cazzo di armatura ed uscire a combattere.

Io esco tutti i giorni con elmetto e scimitarra
e la gente ancora pensa che sia solo una chitarra (Geddo)

Noi vecchi panzoni invece ci godiamo il revival, ci sediamo a rivangare i tempi d'oro, gonfiamo le tasche dei reduci pagando biglietti per concerti negli stadi come fossero per l'arena di verona, per la prima fila dell'arena di verona.
Quello che i nostri eroi avevano da dire e da dare al mondo della musica ed alla società è stato detto e dato ed è in qualche modo giusto che si godano ora i frutti (carissimi) di una passione e di un impegno che magari 30\40 anni fa li rendeva incapaci di apprezzarne a pieno i lati positivi.

c’è ancora una guerra che infuria là fuori
mi dici che non tocca più a noi vincerla (Bruce Springsteen)

Il mese scorso ho comprato un noto giornale musicale ed in copertina c'era van morrison, in copertina c'era per la 123119929393° volta van morrison; ma è giusto così, quel giornale simboleggia quel paio di generazioni che a van morrison, gli stones e bowie (tanto per citare alcuni dei protagonisti di quel numero) devono molto, in alcuni casi forse la stessa vita.

Quando elvis andò ad holliwood, ecco quando tutto andò in rovina cantano i counting crows, ma elvis poi andò a las vegas e la sua carica erotica che aveva ribaltato i canoni della musica leggera divenne attrazione per turisti ricchi ed annoiati, che, come visitatori di uno zoo davanti al feroce leone sedato di continuo, si eccitavano immaginandosi in altri posti ed in altri tempi; la mia generazione, che non ha vissuto elvis, nè i beatles o i primi stones, che a san siro per il primo springsteen c'è andata a ranghi ridottissimi mentre per marley non è pervenuta, si è accontentata per anni dei reduci, degli avanzi di storie gloriose, di vecchi dischi e vecchi (ed orrendi) video quasi fossero anziani davanti al focolare che raccontassero storie di guerra e fantasmi, quindi capisco questa sensazione.

Ma come dice antonio gramentieri, prima o poi, ogni artista va o cerca di andare nella sua personalissima las vegas

E a noi che rimpiangiamo certe epopee restano appunto i reduci, gli stones al circo massimo, gli who che fortunatamente non sono morti (o non tutti almeno) prima di diventare vecchi che ancora incantano nei palazzetti, bruce che la sua las vegas l'ha trovata nel concedere il suo palco ai fans, che ne decidono scalette e si inventano duetti col proprio totem; noi che sbaviamo al ricordo del momento in cui dylan attaccò la corrente agli strumenti e disse "suonate fottutamente forte" e la gente lo chiamò GIUDA e lui rispose NON TI CREDO, BUGIARDO, noi oggi possiamo avere (ad un prezzo che immagino esoso) un cofanetto con TUTTI I CONCERTI DI QUEL TOUR.

Ma la rivoluzione? Ma i cambiamenti? Tutto abbandonato in cambio di un cofanetto, di un biglietto prato, di una t shirt da indossare come una decorazione al valor militare o peggio un trofeo da appendere sopra il caminetto?

Ammirami, ammira la mia casa,
ammira la mia canzone, ammira i miei vestiti
(Pearl Jam)

Ma i giovani? Come pensiamo che possa nascere un nuovo movimento realmente contro-culturale in tempi come questi dove gli afterhours sono su sky a dire per me è un no, dove insieme agli afterhours c'è quello indicato come un profeta dei giovani, quel fedez che se lo fotografassero senza vestiti non si capirebbe se è nudo o vestito desigual? (cit) Davvero il paladino della trasgressione è fedez o l'altro che cantava ohi maria? al di là della totale mancanza di talento canoro, davvero sono loro che potrebbero convincere qualcuno che la musica può davvero cambiare il mondo?

Anche la cosiddetta trasgressione è ormai anestetizzata e venduta in comode confezioni, come un qualunque prodotto; che motivo avrebbe un ragazzino che crede che la poesia in musica sia "col trattore in tangenziale, andiamo a comandare" o "non è l'apparenza, ma l'apparizione" di cercare altrove qualcosa che nemmeno sa che cosa sia e che effetto possa fare? Quanti dei nostri eroi abbiamo ascoltato raccontarci di come la loro vita venne capovolta da elvis all'ed sullivan show o da dylan a newport o da woody guthrie in un letto di ospedale? Chi potrebbe oggi fare questo effetto agli adolescenti storditi da troppa tecnologia e da pochissimo cuore?

Quante volte abbiamo sentito sulla nostra pelle il brivido che solo momenti cruciali possono regalarci, come bruce in piedi sul pianoforte a sguainare la chitarra durante i no nukes? Dove oggi potrebbero trovare qualcosa di simili i ragazzotti che non hanno nemmeno più mtv, che i suoi bei danni li ha fatti, ma pensano che ascoltare musica sia navigare su youtube?

Manca l'offerta perchè non c'è domanda o viceversa? Riuscirebbero a scovarlo, questo suono o questo artista capace di ribaltargli l'esistenza, i ragazzi che oggi amano la musica? O sarebbe sepolto sotto a tutta la plastica di cui è rivestito quel mondo?

E tutti stanno facendo
Proprio quello che gli viene detto
E nessuno vuole
Andare in galera! (Clash)

Da 3\4 anni la mia enorme passione per la musica e la mia enorme curiosità per la musica mi hanno portato a cercare nuove voci, nuovi suoni, a decidere che preferisco spendere 10\20 euro per il disco d'esordio di un gruppo locale piuttosto che per l'ennesima ristampa.
Questa potrebbe essere una strada da battere, con insistenza.

Ci sono ragazzi giovani che assimilano e propongono, magari cose non originalissime, ma fatte col cuore, col sudore ed avendo i coglioni; cerchiamolo lì questo nuovo linguaggio, questa contro-cultura che torni ad essere un pericolo per chi gestisce l'ordine ed un fastidiosissimo dito nel culo a chi comanda.

vaffanculo, non farò quello che mi dici
(Rage against the machine)

La musica ha sempre fatto questo, lo ha fatto elvis facendo cose "da negri", lo ha fatto il punk quando sembrava che la musica fosse diventata appannaggio di virtuosi logorroici del pentagramma.

Davvero non trovate stridente che manuel agnelli suoni nel simbolo della moda applicata alla cucina? Davvero non trovate perfino ridicolo che un disco che si intitola "battitene i coglioni, ecco i sex pistols", che parlava di anarchia ed anticristo sia in edicola tra i dvd della disney e la collezione a fascicoli "Il mio presepe" (con la prima uscita, in omaggio LA MADONNA)?

io sono un vuoto a perdere
uno sporco impossibile
un marchio registrato
un prodotto di mercato (CCCP)

Godiamoci quindi questo eterno revival che va in scena da quando il mercato musicale ha chiarito a tutti che i soldi si fanno solo coi concerti ed i dischi non servono più a nulla, godiamoci bruce, speriamo tornino gli stones, cantiamo che è solo la terra della gioventù sprecata, i padri vanno sempre amati e onorati, certe canzoni fanno parte ormai indelebile della vita di molte persone.

Ma ricordiamoci che non era questo di cui si parlava all'inizio, la musica doveva cambiare il mondo e cambiarlo ora, come dicevano i doors, non doveva arrivare al punto di trasformare il tutto in un the tra amici, in un salotto elegante.
Era una cazzo di guerra e in molti l'hanno combattuta, ma se decidiamo che è finita, allora vuol dire che noi e soprattutto la musica ci siamo arresi.

Conosco persone che durante un concerto di patti smith credevano che tutto il palazzetto sarebbe uscito in strada ad assaltare il municipio di milano cantando people have the power, gente che ha trovato una chiave di lettura per proseguire la propria vita dopo un divorzio grazie ad un concerto di springsteen, chi cazzo è che oggi può far provare certe cose ai ragazzi? 

Perchè noi siamo vecchi, bolsi e probabilmente cinici, anche se meno di quello che diamo a vedere, quindi non ci emozioniamo facilmente per le nuove leve, ma i 12\13enni di oggi da chi potranno trarre ispirazione per andare via dalla città dei perdenti e vincere?

Non credo che il rock and roll
Possa davvero cambiare il mondo
Mentre gira in rivoluzione
Si muove a spirale e si volta (U2)

lunedì 11 luglio 2016

Championship Vinyl 10 - Down to the Crossroads



Decima puntata di Championship Vinyl, il mio programma dedicato al rock and roll in onda su BRG Radio tutte le domeniche alle 19.

Puntata dedicata al padre del blues, Robert Johnson con estratti a lui dedicati tratti dal meraviglioso libro di Greil Marcus Mistery Train


Ad inizio puntata ho presentato la nuova rubrica di BRG Radio "Belin che canzone"un modo per condividere e fare conoscere la musica del nostro territorio.

Il singolo scelto per questa settimana è stato Alle Bionde piace noir di Geddo 

Ecco l'elenco dei brani trasmessi


  1. Bill Haley - Rock around the clock 
  2. Geddo - Alle bionde piace noir
  3. Robert Johnson - Cross Road Blues
  4. Robert Johnson - Kind Hearted Woman Blues
  5. Robert Johnson - Sweet Home Chicago
  6. Robert Johnson - I Believe I'll Dust My Broom
  7. Robert Johnson - If I Had Possession Over Judgement Day
  8. Robert Johnson - Terraplane Blues
  9. Robert Johnson - When You Got A Good Friend
  10. Robert Johnson - Phonograph Blues
  11. Robert Johnson - Ramblin On My Mind

Se avete l'audio del pc attivo, è quella che state ascoltando ora e che parte in automatico, oppure, se ciò non accade, potete trovarla qui:

domenica 10 luglio 2016

Don Chisciotte e gli Alieni - ULTIMA PUNTATA



Se dobbiamo finire, finiamo alla grande!!!!


Come Don Chisciotte chiude e lo fa con una super super puntata!!!!
Insieme a me, grazie all'ospitalità ed alla professionalità dell' Actone Recording Studio di Matteo Ferrando c'era l'amico Davide Geddo con il quale abbiamo fatto una lunga chiacchierata su ALIENI, il suo ultimo, bellissimo disco e sulle varie riflessioni che le canzoni dell'album fanno nascere.

Ovviamente Davide aveva la chitarra e ci ha fatto ascoltare qualche pezzo!

Non potevo sperare di finire la mia prima esperienza in radio in modo migliore, ascoltate e condividete!!!

Un grazie particolare a Puggelli Designer - Design03 di Gabriele, per la magnifica "locandina".




(per chi volesse scaricare la puntata in mp3 ed ascoltarla offline, cliccate su "ascolta con il tuo player" poi cliccate col tasto destro del mouse sul tasto Play e "salva audio/video come")

martedì 10 maggio 2016

La verità è là fuori - Gli Alieni di Geddo sono qui




Esce oggi ALIENI il terzo disco di Geddo.

Ora questo non è un giornale musicale, ma un semplice blog personale, per cui sarà chiaro a tutti che io sono schifosamente di parte quando si tratta di parlare di Davide, ma la cosa non penso sia così importante, né soprattutto sbagliata.

Alieni è il terzo tassello di una discografia che ha regalato fino ad oggi due episodi importanti come l'esordio FUORI DAL COMUNE e soprattutto il bellissimo NON SONO MAI STATO QUI.

ALIENI rispetto ai predecessori fa un passo avanti e soprattutto uno di lato, smarcandosi da facili prosecuzioni e aggiungendo nuovi ingredienti ad una ricetta molto personale. Sono infatti evidenti le influenze di Geddo, specialmente da un punto di vista sonoro – musicale, ma non per questo si può trovare in una qualunque sua canzone un pedissequo rifacimento, anche solo mascherato da omaggio.
La maestria di Davide sta infatti nel mescolare con sapienza tutti i sapori che un vero appassionato di musica come lui coglie continuamente per reinventarli con gusto originale.

Alieni parla di persone, di situazioni, parla di alienazione, di distanze tra persone, parla di rapporti umani e tecnologia. Racconta come oggi per assurdo, la fobia della perenne connessione crei distanze e sconnetta dalla realtà. Per farlo, Geddo racconta 14 storie in equilibrio tra ottimismo e sconforto, speranza e rabbia.

Nessuna ricetta, solo qualche consiglio e riflessione sull'oggi e sui suoi protagonisti.

Apre le danze CHIARO, una spruzzata di funky che ricorda i pezzi della Bertè quando c'era Fossati ad aiutarla, per una lunga confessione su quanto la chiarezza sia importante quanto problematica da praticare; la difficoltà di comunicare, nell'era della comunicazione, paradosso che ci condiziona in qualunque tipo di rapporto. Chiarezza come elemento fondamentale per andare avanti, a prescindere da chi deve per forza dirti come la pensa su qualunque cosa, soprattutto su di te.

A combattere queste difficoltà, LAMPI DI SETTEMBRE ci suggerisce un viaggio, forse solo sognato, dove spogliarsi di tutto ed essere davvero noi stessi, in un rapporto esclusivo per crescere come coppia e come persone. Non si sa se questa situazione sia concreta, ma è sicuramente un invito a sceglierla come esempio e modello, in un contesto di libertà. Ad arricchire il pop-rock del brano, il flauto traverso di Francesca Rapetti, dei Gnu Quartet, che sottolinea la dimensione onirica del testo.

DUE è il primo singolo, uscito da un paio di settimane e continua il discorso del brano precedente, arricchendolo di elementi di realtà e di quelle differenze di coppia che possono essere ostacoli, ma più preferibilmente dovrebbero essere risorse di arricchimento reciproco. Le persone sono diverse, ma questo non impedisce loro di trovarsi e di costruire qualcosa; non sono le differenze, ma la volontà di affrontarle il punto focale della questione.

Con CAMMINA CAMMINA, cantata in coppia con Alberto Visconti, voce de L'Orage, uno dei gruppi più interessanti degli ultimi anni, Geddo snocciola un'antologia di personaggi talmente caricaturali da essere veri e da portare l'ascoltatore ad identificarli con persone conosciute. Una Spoon River di viventi, un campionario di gente con cui abbiamo avuto a che fare tutti, almeno una volta, da quello che ti reputa perfetto per le sue idee innovative allo scemo con cui spesso rischiamo di confonderci, al marito infedele o alla donna che pensa solo a sé stessa. Alienazione vera, il mondo in cui come in un noto telefilm non incontriamo uomini o donne ma stereotipi maleodoranti e non del tutto vivi; il tutto inserito però in un movimento continuo, perché fermarsi equivale ad omologarsi a loro, nonostante alla fine sia fottutamente facile diventare parte di un sistema (che non ti sistema e non ti da coraggio – ma che bella è sta strofa?). La fine del brano lascia però intendere una speranza o quantomeno la possibilità che qualunque sia il punto in cui saremo costretti a fermarci, qualcun altro potrà proseguire.

PAOLINA invece è una storia piccola, magari banale, ma che racchiude molta tristezza e altrettanta malinconia; la coppia improbabile costretta a rivedere i propri progetti, le difficoltà di chi non si sente parte di certe categorie, la bellezza a rischio di chi porta colore in un mondo che punta al grigio. Il futuro non può essere un mutuo senza fine, ma purtroppo a volte accade esattamente il contrario di quello che vogliamo.

In un'altalena di emozioni e sentimenti anche contrastanti, il brano successivo è una richiesta di aiuto ed una orgogliosa dichiarazione di intenti. PORTAMI A CASA vede il protagonista affermare la propria diversità e chiede all'ascoltatore di fargli compagnia e di dargli retta, perché le sue armi sono le semplici cose con cui costruire qualcosa e con cui godere della vita, sangue e vino, un divano ed un fuoco per scaldarsi.

Gli alieni sono tra noi, sono ovunque e sono di qualunque età; ma niente come l'adolescenza assomiglia ad un tritacarne perfetto per l'alienazione. Ecco dunque che UN ALTRO GIORNO parla a loro, categoria tartassata, ma potenzialmente ricchissima di spunti (e semini) per diventare persone migliori. La persona a cui ci si rivolge ha i numeri giusti per diventare una persona vera, ma ha bisogno di una mano che indichi la strada e la aiuti a tenere il tempo, in questo vento di tempesta. L'alienazione è battibile, serve iniziare a combatterla presto.

Adolescenza come inizio, vecchiaia come solitudine e vera, tragica alienazione. BRICIOLE sembra parlare dello stesso protagonista de IL PENSIONATO di Guccini ed è un affresco minimale ed amarissimo della vita periferica di un vecchio solo e del suo cagnolino che ancora ha voglia e voglie. Nel suo monotono ripetersi, il giorno dell'anziano racchiude la tristezza di una esistenza ormai ridotta a sbiadite fotocopie di un toner in esaurimento. Fa quasi tenerezza l'unico sussulto del protagonista, quel gesto scaramantico e molto maschile che ripete in automatico all'udire l'ambulanza, quasi volesse scacciare l'inevitabile o quanto meno rinviarlo ancora un po'.

Vera protagonista dell'alienazione odierna è chiaramente la dipendenza dalla Rete e la distorsione della Realtà che la realtà, appunto, virtuale ha insinuato in ognuno di noi. NON DIRMELO è un blues sputato fuori dai denti, dove le brutture create dalla connessione costante vengono snocciolate con cattiveria. Non siamo più persone, siamo profili, siamo foto, siamo byte. Vivi, magari non vissuti. La grande contraddizione. Talmente facile raggiungere tutti, che alla fine siamo tutti soli, rivoluzionari ben poco sanguinari, condannati a dire MI PIACE. Pezzo enorme, ulteriormente impreziosito dal solo finale di Mauro Vero, che lascia immaginare una resa live spettacolare.

CHLOÈ non è propriamente ottimista, ma intravede nell'amore uno strumento per combattere l'alienazione e dare un senso più vero al passare del tempo. Finale chiaroscuro, perché l'amore può dirci di no, mentre in sottofondo l'elettricità statica disegna un contesto di abbandono.

Geddo non da soluzioni e questo è uno dei suoi punti di forza; non risolve, semmai incasina e spariglia le carte in tavola; quindi in PER CIÒ CHE MI RIGUARDA si chiama fuori da una qualsivoglia guerra e dichiara con orgoglio di continuare per la propria strada, con la chitarra come spada, ben più tagliente. Colpito ma non affondato, piegato ma non spezzato, il soldato alza le braccia e smette di combattere, il musicista è un furfante, ma a certe condizioni è l'unica scelta possibile, date le alternative nominate nel brano.

Figlia diretta di UN PUGNO NEL MURO (da Non sono mai stato qui) anche LA RAGAZZA SENZA DUBBI analizza l'impatto che la musica dovrebbe avere su chi si dedicasse a lei con la dovuta attenzione; la protagonista è una bellezza fredda e profittatrice, che circuendo il romantico eroe con la chitarra pensa di soddisfare la sua vanità, in una bella citazione de LA BALLATA DELL'AMORE CIECO. Ma la musica ti colpisce, che tu voglia o meno, che tu sia convinto di essere convinto o che tu tema di avere dei dubbi. La battaglia del ragazzo toglie, non aggiunge certezze alla protagonista perché la guerra è una sconfitta e l'amore, quello vero, pieno di dubbi, timori ed incertezze è l'unica vittoria possibile.

Arriviamo al finale con un pezzo da 90. ALLE BIONDE PIACE NOIR non è solo una canzone, bensì un omaggio ad uno scrittore (Pupi Bracali) e ad un'idea (è possibile, lo è anche in Liguria, collaborare tra artisti o loro due sono solo dei visionari, matti, romantici alieni?). Entrambi gravitano nell'albenganese, entrambi maestri con le parole, dal libro PIPISTRELLI E GABBIANI Geddo tira fuori un brano splendido dove le avventure dell'ispettore Calcagno vengono messe in musica, per un omaggio sincero come solo tra uomini di cultura può avvenire. Nel ricalcare la trama del libro, Geddo regala comunque diverse perle, prima fra tutti quella INOSPITALITÀ SINCERA che descrive meglio ancora dello sketch sulla torta di riso il rapporto dei liguri col turismo e il modo in cui il fascismo elegante e snob della poetessa e di certi salotti viene messo alla berlina, riducendolo ad un treno puntuale di mussoliniana memoria.

Chiude l'album ORO E SANGUE, brano amaro che parla di rapporti finiti e dei ricordi che come impronte digitali affiorano costantemente, magari nei momenti meno adatti, che portano il protagonista a chiedere una vita diversa e dei giorni più suoi.

Un disco bellissimo, che racconta di alieni ed alienati, di persone vuote e vite troppo piene per essere vissute in contesti così deprimenti. Disco suonato ottimamente dalla band che ormai segue Geddo da qualche anno ossia Dario La Forgia al basso, Matteo Ferrando alla batteria, Mauro Vero alle chitarre e Michele Savino alle tastiere.

Andando oltre al mero discorso musicale, le canzoni di Geddo non danno risposte, ma spesso nuove domande e soprattutto nuovi dubbi.


Al giorno d'oggi, dalla musica non è semplice ottenere di più.

martedì 26 aprile 2016

Come Don Chisciotte 2.10



Ecco i brani andati in onda giovedì scorso su Come Don Chisciotte, il mio programma sui musicisti emergenti trasmessa da Radio Gazzarra.

  1. geddo – due
  2. richmond fontaine – wake up ray
  3. davide pagnini – alla follia
  4. stiv cantarelli & the silent strangers – deconstruction
  5. un giorno di ordinaria follia – hipster killer
  6. davide stallone & his loud roll shuffle – hold me tight
  7. stone jack jones – state i’m in
  8. il muro del canto – domenica a pranzo da tu madre
  9. giorgio canali – lacrimogeni
  10. pj harvey – near the memorials to vietnam and lincoln
  11. peter wolf – some other time, some other space
  12. warren zevon – roland the headless thompson gunner
  13. gianmaria testa – nient’altro che fiori
  14. willie nile – when levon sings
  15. electroadda – a better life
  16. yato – ormonaut





(per chi volesse scaricare la puntata in mp3 ed ascoltarla offline, cliccate su "ascolta con il tuo player" poi cliccate col tasto destro del mouse sul tasto Play e "salva audio/video come")

sabato 27 febbraio 2016

Musica a KM ZERO



Da quando faccio parte dello ZOO di Albenga, oltre alla mia già grave passione per la musica, ho sviluppato pure una sorta di mania per i musicisti locali

Ho quindi approfittato della puntata di mercoledì 24 febbraio su BRG Radio, la webradio di Finale Ligure dove collaboro, per organizzare una specie di presentazione di alcuni degli artisti delle mie parti, dove per "le mie parti" si intende da albenga a savona, passando per l'entroterra.

Ecco dunque lo streaming di questa puntata, nella quale ho trasmesso canzoni di:

Geddo
4 REAL
Mauro Pinzone & Giovanni Amelotti 
Samuele Puppo
Progetto Santiago
The Persuaders
Blue Scarlet
4sixtyfive
Subbuglio!
Dagma sogna

martedì 5 gennaio 2016

Non è mai stato qui - Geddo ed il manuale delle istruzioni



Quando avevamo 14 anni, quelli che ne avevano 16 o ADDIRITTURA 17 sembrava che venissero da altri pianeti.
Noi maschietti mediamente brufolosi e terribilmente segaioli li guardavamo come si guarda un alieno appena entrato in un bar.
Le ragazze nostre coetanee ovviamente se ne innamoravano follemente, sempre, il che credo fosse una cosa normale se non che poi due anni dopo, di me non si innamorò nessuna quattordicenne, come ritenevo giusto, anzi come PRETENDEVO che accadesse.
I nostri “alieni” me li ricordo eccome, erano tanti, erano una compagnia enorme, si divertivano, erano alla moda e soprattutto con loro c'era TANTA FIGA.
Le nostre coetanee ovviamente, oltre a tutte, ma proprio tutte le protagoniste dei nostri sogni (auto)erotici dell'epoca.
Me li ricordo eccome, c'era il bello, il simpatico, il brillante, lo sportivo, il divertente.
E il cantautore.

Si, il cantautore, quello ironico, che sembrava perfino riservato. Quello che suonava la chitarra e  incantava tutti come cobra dentro le ceste. Non quello triste tipo scena del toga party in animal house, sia chiaro, no no.
Il cantautore in questione ora che di anni ne abbiamo parecchi di più e la differenza conta molto meno è un mio caro amico nonché colui che ha dato il via al mio incessante ed apparentemente interminabile giro su questa giostra fatta di riviste, libri, concerti, festival, serate, video, associazioni culturali, poesie.

Davide Geddo, in arte solo Geddo canta, suona e scrive da quei giorni là, degli alieni e delle fighe.
Innamorato da sempre di Dylan, voce nasale, scrive di cosa e di chi gli sta attorno con una intelligenza ed una ironia rare.
In effetti mi ricordo una sua canzone intitolata “Io li ho visti crescere” dedicata ai suoi amici e cantata nei primi anni 90 ad uno spettacolo parrocchiale.
Ricordo di averlo visto suonare con un gruppo  rock-blues chiamato Fine Cats e soprattutto da qualche anno, apprezzo molto il suo stile cantautorale che pur avendo dei riferimenti ben precisi, ha spunti originali e a volte spiazzanti.

Sta lavorando al suo terzo disco, ma anche se con estremo ritardo, tipo appunto un disco di ritardo, vorrei parlare del suo album “Non sono mai stato qui”, uscito a fine 2012.

Pur affermando di non esserci mai stato, Geddo “qui” sa bene come funzionano le cose ed io ho sempre letto in questo album una sorta di manuale di sopravvivenza proprio per quelli costretti a stare QUI, anche se non vorrebbero e preferiscono negarlo, soprattutto a se stessi.

Venezia apre il disco con coordinate geografiche e di pensiero ben precise; l'impossibilità di cancellare sentimenti e persone tornerà ancora nell'album, ma qui si racconta attraverso la metafora di una città troppo impegnata a specchiarsi in un passato ingombrante da dimenticare di curare il suo presente; la donna che vive questa situazione probabilmente non se ne rende conto, ma si sta spegnendo, anche se chi canta sa che con lui c'erano sogni, progetti e canzoni di Guccini, a differenza di oggi quando le resta solo una passeggiata per mano con un fesso.
Dicono che io è invece una bellissima esortazione ad una persona cara, sia un amore, un'amicizia o addirittura, visione mia, un figlio. Credo forte in te, non perdere il messaggio, Geddo sprona il destinatario del pezzo, rivendicando una presenza ed una vicinanza che ben si sposano a diversi tipi di relazione.

Angela e il Cinema invece si colloca al centro di un incrocio dove confluisce il Ligabue di Bambolina e Barracuda, Fred Buscaglione e Joliet Jake Blues che parla alla sposa abbandonata sull'altare. Pezzo dal sound quasi anni 50, racconta una situazione tragicomica aggiungendoci swing e humour, al punto che quasi ci viene voglia di stare col fedifrago, la cui simpatia dovrebbe salvargli la vita.

Tristano si che sa come ci si comporta. Quindi da lui ci facciamo volentieri dettare delle regole da rispettare con attenzione e se qualcuno si stesse chiedendo se dico sul serio, gli basti sapere che la prima regola è EVVIVA IL VINO. Una canzone che sembra uscita dai provini del primo Capossela, prima che si perdesse in deliri di onnipotenza, sia per il testo che per il ritmo.

Quando dico che questo album è in realtà un manuale di istruzioni, Stare Bene è il primo esempio che mi viene in mente. Ballata acustica in punta di chitarra, traccia una soluzione talmente semplice da essere geniale: per stare bene, in effetti, basta stare bene. Insomma, dice anche altro però il discorso è questo, abbiamo mille modi per stare bene, dal giocare con un bambino all'andare ad un concerto, usiamoli.

Per quanto riguarda l'amore, Geddo ci racconta e ci spiega come affrontare non tanto la fase propria dell'innamoramento tra simili, bensì la fase immediatamente successiva: il Post Amore, appunto.
Invece di abbruttirci tra confezioni maxi di fazzolettini per il pianto e di gelato doppia panna, accompagnato dalla bellissima voce di Chiara Ragnini, Davide propone una strada diversa, dove mantenere la dignità, la lucidità e l'autocritica. Che poi diciamolo, tra i tanti danni che sta facendo facebook all'universo, le giaculatorie degli innamorati respinti sono peggio delle sette piaghe d'Egitto.

Equilibrio è a mio avviso il capolavoro dell'album, amore e rimpianti, una storia amara e non conclusa, le difficoltà di mantenere saldi i rapporti mentre tutto attorno sembrano tutti pazzi e le stelle “se ne battono i coglioni”. I due protagonisti si attraggono e respingono, e la vernice blues che esplode ci ricopre di amarezza. Le tematiche presenti nel disco qui vengono condensate in 6 minuti di forte intensità.

Dall'amore alleggerisce un po' l'atmosfera, ma sia Geddo che l'amico cantautore Sergio Pennavaria si ritrovano intrappolati in un traffico di equivoci e sentimenti travisati. Le rotonde potrebbero salvarci, l'ironia lo fa sicuramente, del resto a noi che ce ne frega, l'amore è un incidente.

Altra perla assoluta del disco è La campionessa mondiale di sollevamento pesi; esercizio non facile, Geddo si immedesima perfettamente nella protagonista femminile, una di quelle persone che spesso si incontrano, pronte ad annullarsi davanti a chi le considera solo dei ripieghi o appunto strumenti per reggere pesi e frustrazioni. Non è da tutti riuscire ad essere credibili in contesti del genere, ma Geddo qui dimostra qualità importanti. Alla fine si tifa comunque per la protagonista, un po' per immedesimazione, un po' per senso di colpa, resta il fatto che tutti vogliamo che lei lo lasci in mezzo alla strada coi suoi mille chili di merda.

Piccolina è forse l'altra faccia della medaglia del pezzo precedente, Una gara di velocità verbale per raccontare quei momenti dove si ha bisogno solo di qualcuno che ci tenga compagnia, senza pretese o impegni. Una sveltina divertente e corroborante insomma, che male non fa. Mai.

Con Sole Rotto invece si torna al guardarsi indietro, con malinconia ma soprattutto con serenità, si cerca quantomeno di accettare che il destino non sempre ci porta dove e con chi avremmo voluto, ma ci lascia comunque la possibilità di ricordi che anche se vanno sfumando sono sempre agrodolci ed in fondo piacevoli.

Un pugno in un muro cambia per un attimo le carte in tavola e racconta con una precisione fantastica quello che succede a fidarsi dei cantanti e soprattutto delle canzoni; Geddo ci mette in guardia, ma sa benissimo di essere lui stesso vittima e carnefice, intrappolato in quel suono un po' oscuro che alla fine quel muro a noi che dalla musica chiediamo sempre troppo, ci viene voglia di buttarlo giù.
Amori veri, finiti o sognati, Nancy fa forse parte di questa ultima categoria, ma resta il fatto che è ben presente nella mente del protagonista. Pezzo dove emergono riferimenti musicali ben definiti, Guccini e Fossati su tutti.

L'astronave di provincia è autobiografica e racconta meglio di come ho fatto io ad inizio articolo il contrasto tra amicizia e disorientamento nella riviera ligure.
La title track chiude il disco con un gioco di sovrapposizioni e flussi di coscienza, una sbornia o una riflessione forse troppo profonda causano confusione e disorientamento. Non è chiaro se il non essere mai stato qui sia un dato di fatto o alla fine un desiderio.

L'impressione alla fine di questo disco è appunto quella di aver ricevuto ottimi consigli, di quelli che si danno e si ascoltano ad una tavola imbandita e apparecchiata per gli amici. 
Sono molto curioso di capire che direzione prenderà la musica di Geddo nel prossimo album, perchè in questo da l'impressione di padroneggiare diversi linguaggi e di saperli sapientemente dosare per una formula originale e coinvolgente.
Anche se dice di non essere mai stato qui, date retta alle sue canzoni e qui forse almeno noi ci staremo un po' meglio.