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giovedì 8 agosto 2019

L'immunità dei Cherubini



Ieri pomeriggio ho visto un servizio sui lavori a Linate; il giornalista era nel cantiere e faceva vedere, insieme ad un addetto, le varie zone dove si sta lavorando, la montagna di detriti che verrà rigenerata per le pavimentazioni, le piste in via di completo rifacimento, il terminal sventrato.

Poi, a chiosa del servizio, ha aggiunto "e qui il 21 settembre atterrerà il Jova Beach Party per la sua data conclusiva!"

Il 21 settembre, mentre l'aeroporto aprirà il 27 ottobre e si presume quindi che il 21 settembre i lavori siano ancora in corso.

Ora io vorrei che qualcuno mi spiegasse perché quel cialtrone di Jovanotti sia diventato così intoccabile da permettergli una idiozia del genere, un concerto con diverse migliaia di persone, dentro un cantiere aperto.



Concerto che chiuderà, ringraziando la Madonna, la demenziale esperienza del Jova Beach Party, diverse date (meno del previsto dati i parecchi problemi) fatte in riva al mare.
Vorrei che qualcuno mi spiegasse perché da 30 anni circa, ogni cosa che fa Jovanotti sia accolta dagli ohhhh di ammirazione della stampa prezzolata e del pubblico.

30 anni iniziati da GIMME FIVE ALLRIGHT e durante i quali il nostro eroe si è trasformato in ecologista, pacifista, barricadero,  cantautore romantico, salvatore di foreste, sempre sempre al momento giusto, con tempismo davvero troppo sospetto da non sembrare paraculo.

Davvero nessun bambino di fronte all'imperatore nudo ha il coraggio di dirgli che le sue idee spesso sono sbagliate, ridicole, PERICOLOSE?

Nessuno che gli abbia spiegato che il mare in Italia non è tutto come in Romagna, dove hai km quadrate di spiagge e soprattutto dove devi fare dei km in acqua prima di bagnarti il culo? Che forse su 20\30 mila persone lo scemo che si inciucca e si butta a mare rischiando di farsi male lo si trova? E che ad esempio qui in Liguria uno di quasi 2 metri come me dopo 3 metri non tocca più?

Dai belin, con il mare non si scherza, con i lavori in corso non si scherza, perché lui può permettersi di avere ste idee balzane senza che nessuno abbia il coraggio di spararlo affanculo?

Senza pensare ai posti dove gli hanno GIUSTAMENTE chiuso la porta in faccia perché no, venire a fare le tue canzonacce qui sarebbe doppiamente dannoso per l'ambiente?

Quando abbiamo dato a Jova questa totale immunità?

E questo è un discorso a prescindere dal fatto che io trovi le sue canzoni orrende, che si, in effetti la musica in Italia lo ha imitato e spesso in peggio; il punto è perché lui, che io che sono un intollerante di merda reputo uno dei simboli della decadenza culturale italiana, sia oggi visto come un fabiofazio musicale, uno che qualunque cosa faccia o tocchi debba per forza essere oro anche fosse palesemente merda?

A CHI JOVA BEACH PARTY?

Blog di informazione su sto tour disastroso, che potete trovare qui:

mercoledì 24 luglio 2019

Un paese in ostaggio



Le calde serate estive delle ultime settimane, visto che sono un deficiente, ho pensato bene di trascorrerle nel campetto dell'oratorio di Finalpia per aiutare gli organizzatori del torneo di calcetto conclusosi giusto ieri.

E gli organizzatori del torneo probabilmente sono peggio di me, perché oltre a perder tempo in oratorio a luglio, è da marzo che cercavano sponsor, attrezzature, che organizzavano le squadre ed il calendario delle partite.

Tutto con l'assurda speranza di far rivivere l'oratorio, che 30\40 anni fa era il fulcro del quartiere, a Finalpia come in molte città d'Italia.

Torneo, si badi bene, per ragazzi e bambini, dai 15 anni a scendere, fino alla categoria più piccola,  7\8 anni.

200 bambini che a turno giocavano, col tifo degli amici e dei genitori, il bar parrocchiale aperto, l'abbelinato sottoscritto che per dare al tutto un'aria più ufficiale "faceva lo speaker", ossia leggeva le formazioni, annunciava i goal, un po' come allo stadio insomma.

Ragazzi e bambini che giocano, qualche bibita, qualche gelato, cosa potrebbe mai andare storto?

Ebbene si, qualcosa è andato storto davvero e il motivo è presto detto: Finalpia, come Finale, come la Liguria intera, è ostaggio del TA, il Turista Anziano.

Il TA è nato che aveva già 63 anni, probabilmente con una protesi all'anca e mille altri acciacchi, tutti peggiorati in breve tempo, per i quali spesso passa alcune settimane nella ridente Liguria, dove anni di lavoro incessante hanno finalmente dato i loro frutti, rendendola inavvicinabile e per nulla interessante a chi di anni ne abbia meno di 30.

Il TA è riuscito quindi ad uccidere il turismo per come lo si intende nel senso comune, trasformandolo in un'unica diffusissima attività: IL SILENZIO.

Anni e anni passati a smantellarne ogni aspetto interessante, divertente, perfino culturale per arrivare ad una regione che dopo le 22 ha meno vivacità di Sarajevo nel 1992. (Si badi bene che le "serate" del torneo iniziavano alle 19.30 e finivano massimo alle 22.30)

Complici e colpevoli a loro volta sono chiaramente gli amministratori, dai sindaci pronti a dar ragione al peggiore dei rompicoglioni pur di non vederlo andare in vacanza altrove, pronti ad annullare serate, ad autorizzare multe, a considerare la musica dal vivo un reato ed un reato più grave, ad esempio, del parcheggio selvaggio (causato tra l'altro dalla mancanza ormai assoluta di parcheggi veri, eliminati per far spazio a case vuote), ai presidenti provinciali\regionali capaci solo di coniare slogan vuoti come il mio portafoglio dopo 2 ore in un negozio di dischi.

Risultato: alle ore 20.15 in oratorio, per ben due volte, si è presentata gente A LAMENTARSI del rumore. Non a prendersi un gelato ed un po' di fresco insieme ai loro nipotini, quelli che si portano dietro per fargli fare due palle così ed eventualmente usarli come scusa per lamentarsi facendo finta che siano malati, no.

Sono venuti a dire che il rumore era eccessivo, certo. Un impianto ridicolo e il vociare della gente, al 70% composta da ragazzini e bambini, ecco cos'è per il TA il rumore. 

Alle 20.15.

Sfortuna vuole che un paio di questi TA si siano venuti a lamentare da me.

"Scusi, questo è il volume di stasera?" 
"No, adesso lo alzo"

Perché non è il torneo parrocchiale il punto, non lo è nemmeno che si possa fare benissimo senza l'abbelinato che gli basta avere un microfono acceso davanti ed è contento, il problema è che sta gente ha ucciso la Liguria, morta, kaputt, ecco il problema.

Gente che viene qui pensando che alle 21 massimo si debba far silenzio, perché è finito Techetechetè e loro devono andare a dormire, così l'indomani possono andare a spiaggia alle 7 a lasciare l'asciugamano per occupare un posto.

Gente che non concepisce che le persone, anzi che i ragazzi, possano divertirsi, nemmeno in un ambiente tranquillo come si sta cercando nonostante loro di far diventare l'oratorio.

A questi maestri di egoismo interessa esclusivamente che quando decidono loro, tutti tacciano e li facciano riposare. Fossero anche le 22 di una serata estiva.

E lo pretendono, eccome se lo pretendono, cercano i responsabili, dal parroco al sindaco all'assessore di turno, scrivono lettere ai giornali, perché non si sa bene chi e non si sa bene perché li ha convinti che certe idiozie siano dei diritti fondamentali, sicuramente più importanti di far giocare ragazzi e bambini a pallone.

Questa gente andrebbe processata per genocidio, altro che diritti; andrebbe obbligata a chiedere scusa a tutti quei commercianti che negli anni hanno visto sparire i turisti giovani perché il turista giovane qui da noi si rompe le palle dopo mezza giornata.

Gente che ha avuto il coraggio di dirmi che "qui in liguria i vecchietti non contano nulla"; a me, che passo la giornata lavorativa a cercare uno straccio di soluzione per gli anziani che hanno problemi veri, malati, soli, senza nessuno che li aiuti perché qui chi può se ne va prima possibile e chi resta si arrangia.

Come diserbanti anzi ancora più nocivi, che l'inettitudine dei liguri, convinti che forse così non avrebbero dovuto avere più a che fare col turismo serio (che al ligure sta sulle palle perché porta casino), ha reso padroni, padroni a casa nostra, che loro se va bene sono in affitto in nero o hanno la residenza fittizia per pagare meno tasse.

Certo che ho il dente avvelenato contro sta gente, e non da ora, perché ho visto serate interrotte, concerti annullati, addirittura presentazioni di libri dove non si può applaudire, gavettoni su strumenti pagati con fatica e sacrifici e piano piano ho sentito questi comportamenti diventare sempre più "normali" e accettabili, in primis da chi dovrebbe essere garante del benessere di tutti.

Sempre in sto quartiere di fenomeni, a Pasqua di 4 anni fa, DI POMERIGGIO, organizzammo una pentolaccia per i bambini con un gruppo che suonava per noi adulti, in una piazza. Alle 16.30 un TA ci mancò poco che non salisse sul palco per insultare i ragazzi che suonavano (stavano suonando Battisti eh non gli Slayer) perché FACEVANO UN RUMORE ASSORDANTE! 

Anche in quell'occasione me lo trovai di fronte (i nesci tutti in tù cù a mì, si dice in dialetto) e quando gli feci presente che la manifestazione era autorizzata e patrocinata dal Comune e che sarebbe durata fino all'orario prestabilito, si andò a lamentare da un ragazzo, che fortuna volle era un musicista e gli disse la sacrosanta verità "PER COLPA VOSTRA IN STA REGIONE NON SI FA PIÙ UN CAZZO"

E ora grazie al TA ma anche agli incapaci di cui sopra, la Liguria è morta, specialmente qui in provincia, andata, rasa al suolo.

La cosa più assurda è che a rimetterci saranno i nipoti dei TA, anche se, probabilmente, non appena potranno da qui si terranno ben distanti.

Complimenti, assassini.

lunedì 9 luglio 2018

Magliette rosse eppur bisogna andar







Avrebbe dovuto essere una cosa semplice, facile, silenziosa.  Sarebbe bastato mettersi quella maglietta, senza proclami, editti o messaggi a reti unificate. Un gesto silenzioso, magari condiviso in rete, forse ripensandoci, nemmeno quello, anche se poi io l’ho messa, la foto su FB.

Un gesto di una pochezza irrilevante, che doveva servire prima di tutto a noi stessi, il fatto di mettersi davanti ad un armadio e dire “ma si, non cambierà nulla, però lo faccio, solo per il fatto che per un secondo, un secondo solo, in modo del tutto artificioso, però per un secondo proverò a mettermi nei panni degli altri, di quelli che la maglietta rossa la fanno indossare ai propri figli per renderli riconoscibili in mare”.

Ed una volta riflettuto su quello che significa quel gesto per chi lo fa sperando serva a salvare vite, beh, si poteva decidere di aderire o meno, ma per Dio, se non altro ci sarebbe venuta meno voglia di puntualizzare, specificare, sottolineare l’ovvio o, come diceva un mio amico anni fa, “segare la segatura”, sprecando fiato, parole ed il tempo necessario a certe discussioni, di sicuro maggiore di quello che sarebbe servito per decidere di prendere o meno quella benedetta maglietta rossa dall’armadio.

Lasciate perdere salvini e meloni, che esista o meno ancor oggi una idea di destra e sinistra, di certo esiste un noi ed un loro. Quei due sono loro, sono altro rispetto a me, la loro ironia beffarda, il loro sarcasmo malato, che rimestano nel torbido, che stuzzicano il punto g del razzismo insito in una fetta tragicamente ampia di noi italiani, sono altro, sono lontani, sono il marciapiede opposto, distante e parallelo.

Se la pensate come loro, questo post non vi serve a nulla, probabilmente nemmeno conoscermi.

Il problema è che quelli che sabato alla fine, a prescindere dal colore della maglietta con cui sono usciti, hanno comunque determinate idee su determinati argomenti, ancora una volta non sono riusciti a capire come l’unità di intenti, in periodi come questo, sia enormemente più importante dei distinguo, dei se e dei ma.

Invece c’erano quelli che dicevano di essere più rossi, quelli che eh io lo faccio tutto l’anno, quelli che ma se lo dice saviano o don ciotti o la boldrini allora no, quelli che devono per forza ribadire di essere “più” degli altri, anche se gli altri sembrano stare dalla loro parte. Opportunismo? Concordo sulla copertina ridicola di rolling stone italia, ma davvero la vogliamo mettere sullo stesso piano di chi per una volta magari voleva prendere una piccola posizione? davvero non pensiamo che sarebbe meglio andare da quelli che "lo fanno solo quando gli viene comodo" e provare a convincerli a farlo più spesso? davvero questo è meno importante del dire tronfi "io la maglietta rossa ce l'ho sempre?". ce l'hai sempre? BRAVO! Ma vienimi a spiegare perchè dovrei avercela sempre o spesso anche io, non guardarmi dall'alto in basso manco parlassimo di musica "hai visto solo 3 concerti in questo tour? pff io 30".

A quelli più o meno apertamente di sinistra serve ancora, come sempre, uno che je dica “io non sò comunista così, io sò comunista cosìììììì!”, un mario brega pronto all’uso, per ribadire ancora che ok, tu la pensi come me ma io sono meglio, perché comunque sia uno come d’alema ce lo siamo meritati e sotto sotto la sua megalomania di dichiararsi “il Migliore” ci piace e gliela invidiamo.

Questa orrenda puzza sotto il naso che la presunta sinistra si trascina dietro da, approssimativamente, i funerali di Berlinguer è esattamente quella che fa parlare i salvini e le meloni di rolex, attici e radical chic, perchè questa è l'idea che arriva, a gente che, non dimentichiamolo, come riferimenti culturali ha fedez e j-ax.

Bastava aprire l’armadio, pensarci 15 secondi e prendere una decisione, non sarebbero cessate le morti in mare, non si sarebbe risolto il problema dell’accoglienza, salvini avrebbe continuato a portare avanti i suoi programmi disumani (perché qui non si parla di fascismo e simili, si parla di umanità), sia che dal nostro armadio fosse spuntata una maglietta rossa o no.

Era un gesto, simbolico, retorico, inutile, ma un piccolo gesto, che ci chiedeva però di pensare solo per 1 secondo “se capitasse a me? Ai miei figli?, se fossi costretto ad azioni apparentemente banali ma dalle quali potrebbero dipendere le loro vite?”. Pensarci sarebbe già stato un successo, più della scelta del look.


Invece si è preferito giocare a chi ha la maglietta più rossa dell’altro, perché alla fine, il d’alema che è in ognuno di noi, è più importante dei morti in mare.

giovedì 1 marzo 2018

Elezioni, confusione e scelte






Quando avevo 19\20 anni, con gli scout facemmo un lavoro sulla nostra appartenenza all’Agesci e parlammo, tra le altre cose, anche della scelta Politica.

Mi ricordo che per riassumere le nostre riflessioni, sul documento che redigemmo a fine lavoro, utilizzammo una citazione di Paolo VI: La politica è la più alta forma di Carità, dove per carità si intendeva la virtù teologale di approcciarsi al nostro prossimo riconoscendolo figlio di Dio, piuttosto che la misericordia formale e spesso “pelosa” a cui quel termine è spesso associato.

Erano i primi anni 90 ed io iniziavo ad orientarmi non tanto nella scelta partitica, ma in quel delirio che furono i miei 20 anni, tra la maturità passata col minimo e l’inizio del cammino che mi ha fatto diventare assistente sociale, con l’intermezzo di un anno (ed una barcata di soldi dei miei) sprecati a Siena fingendomi portato a diventare grande economista.

Da allora, quindi, identifico la mia scelta Politica in senso scout e cristiano, con il mio percorso universitario e lavorativo.

Da allora, quindi, penso che la mia scelta Politica sia nata in quegli anni e si sia esplicata ed espletata principalmente nel mio percorso universitario prima e soprattutto lavorativo, fino a tutt’oggi.

L’aspetto partitico di tale scelta mi ha sempre interessato poco e principalmente non ho mai trovato nei partiti una risposta completa a quelle che erano le mie idee e le mie istanze in senso politico ed ovviamente sociale.

Avevo da subito inquadrato come fuorviante ed ipocrita tutto il carrozzone della democrazia cristiana e derivati vari; l’uso dell’aggettivo cristiana, che per uno scout era un riferimento ben chiaro, invece di avvicinarmi al partito me ne teneva sempre abbastanza lontano, per la palese mancanza di riscontro tra le parole (e la Parola) e i fatti.

Nel 92, oltre allo smascheramento dell’ipocrisia DC, fu anche il momento del crollo rovinoso di tutta una struttura di potere politico trasversale e ben incancrenito nella nostra società.

Questo fece crescere in me da un lato la confusione, dall’altro la convinzione che la vera scelta Politica di cui parlava il vecchio Papa dovevo metterla in pratica ovunque, ma ben distante dal parlamento, da Palazzo Chigi, dalle sedi dei partiti (da Piazza del Gesù a Botteghe Oscure).

Oltre 25 anni dopo, mi guardo indietro e vedo che con difficoltà, incoerenze, errori e strappi, la mia scelta Politica è comunque ancora ben chiara e nitida

Una scelta di Carità che ho cercato di attuare nei posti dove ho lavorato, nelle esperienze di servizio, di fronte alle persone che mi si paravano davanti in cerca di un aiuto.

L’ho fatta bene? Non sempre
Posso farla meglio? Sicuramente

Ma se da questo punto di vista capisco quale sia la direzione da tenere, con tutti i miei limiti, dall'altro mi sono sempre più allontanato dall'idea di politica partitica, dalle tessere, dalle adesioni incondizionate.

La fede cieca nei vostri leaders o in chiunque altro vi farà uccidere, diceva Springsteen nel 1985.

Quindi le mie idee politiche, applicate ai vari partiti, hanno sempre trovato diversi punti di contatto ed altrettanti di distanza incolmabile dagli schieramenti.

Ho ben chiaro però alcuni punti fermi, sui quali non transigo.

Mentre iniziavo a capire che la scelta della scuola per assistenti sociali era giusta per me, mentre determinati principi alla base del mio lavoro si sposavano con la mia fede e con le mie idee di tardo-adolescente in (lenta) crescita, intorno al 1994 venne fuori berlusconi.

E fu automatico, immediato e definitivo, identificare lui e la sua banda come l’esatto opposto delle mie, seppur acerbe, idee politiche, civiche e sociali.

In contemporanea emergeva la nuova idea politica (nuova?) della lega nord che non a caso si sposò perfettamente con forza italia, nonostante la palese contraddizione tra chi spaccava il paese tra bravi e cattivi e chi invece si nascondeva dietro slogan da stadio.

Dovessi scegliere, tra bossi e berlusconi, non so chi dei due abbia più spesso identificato come il perfetto opposto delle mie convinzioni; alleandosi, mi risolsero il problema.

La sinistra, ah, la sinistra, casa accogliente dove trovare idee condivisibili, valori condivisibili e, che non guasta mai, perfino buona musica.

È evidente che da quella parte trovai molti più punti di contatto, avendo ben chiaro come “la minaccia comunista” era uno spaventapasseri nemmeno ben fatto di chi voleva nascondercisi dietro per continuare a fare i comodi suoi.

Avendo ben chiaro tuttavia come il comunismo, come idea, ideologia e regime, avesse sempre negato alcuni dei miei punti cardinali quali la libertà di espressione e l’autodeterminazione del singolo.

Ma soprattutto, a 20\22 anni, mi fu chiaro che, da italiano, un valore assolutamente irrinunciabile doveva essere l’antifascismo.

Un valore da esprimere nei fatti quotidiani, nella negazione di qualunque idea segregante, nel rifiuto del razzismo e dell’egemonia del mercato sulla comunità e sui rapporti interpersonali.

Un valore di cui mi sento permeato, soprattutto da quando ho iniziato a capire come, in Italia, non solo il fascismo non è morto da 50 anni come dice che vuole sottovalutare il problema, ma non se ne è mai andato.

È rimasto, strisciante, viscido e subdolo, dentro i partiti della prima repubblica, in primis la dc, la quale agitando lo spettro dell’invasione russa ha tenuto i figli deviati del ventennio sotto la sua ala bianca e protettrice.

È rimasto, in primo luogo, come mentalità, come rimpianto, come opzione mai del tutto condannata.

Fino a quando, grazie tra gli altri anche all’esimio critico d’arte sgarbi, berlusconi lo sdoganò, utilizzando il figliastro di almirante come cavallo di troia dentro il quale nascondere tutti i nostalgici che non aspettavano altro.

E la situazione di oggi, dove il rigurgito è sotto gli occhi di chiunque sappia e voglia vedere davvero, non è frutto degli ultimi anni di disamore collettivo verso la politica, ma di un lavoro scientifico e studiato che dura almeno dagli anni 50.

Questo, tra le altre cose è uno dei primi motivi per cui mi sono allontanato da grillo; resta ben impresso nella mia mente il momento in cui a precisa domanda di un fascista di casapound, grillo definì l’antifascismo qualcosa che non competeva al m5s.

E se non ti compete un valore per me fondante di una società che voglia definirsi civile, per me conti zero.

E il centro sinistra? Ah che bella definizione, perfetta per noi cattocomunisti, gente come me che per i comunisti è sempre stata un culo da prete mentre per i cattolici è sempre stata comunista e senza dio.

Centro e sinistra, perfetto, la botte piena e la moglie ubriaca, due belle scarpe per lo stesso piede ed un elenco di fallimenti che parte da occhetto e d’alema ed arriva a renzi, passando per er cicoria rutelli e soprattutto bersani, colui che con berlusconi annientato da sentenze di ogni tipo, riuscì ad impostare la campagna elettorale con un profilo così basso da permettergli una rimonta che era valutata meno probabile della salvezza del benevento quest’anno.

Il PD, emblema di questo fantomatico centro sinistra, un partito nato morto, quando, appena dopo la vittoria risicata di prodi nel 2006 venne creato in fretta e furia, dando lo spunto perfetto al non a caso ex dc mastella per preparare il grande salto e definirlo già da subito come opzione per me non praticabile.

Il PD che diverse cose ha fatto, specialmente dal punto di vista sociale, a me caro.

Il PD di minniti, il politico più inquietante degli ultimi anni, quello che tende tutti i muscoli del collo dopo l’ennesima strage di mafia per dire che la risposta dello stato sarà DURISSIMA, DU RIS SI MA, (quando però ci sarà non è dato di sapere), minniti che scende a patti con la libia, minniti che difende i cortei di un partito anticostituzionale.

Perché ora che abbiamo detto tutti la nostra filippica contro la cattiva maestra che sclera davanti ai poliziotti in tenuta anti sommossa, magari ci pensiamo un secondo che quello è successo durante una sfilata di un movimento che cerca palesemente di ricostruire il partito fascista (la conquista di una parte della “libbbia” capite? Le corporazioni!) e che nonostante sia altrettanto palesemente anticostituzionale, viene protetto dai cordoni di polizia e non viene fatto sciogliere, come prevede la legge, perché lo stesso minniti dice che tanto farebbero ricorso al tar?

Che poi, renzi, davvero vorresti licenziarla per aver detto quelle cose, quando magari a dirigere le cariche proprio di quei giorni ci sono persone che dopo i fatti di bolzaneto  e della diaz non sono stati licenziati, ma addirittura promossi?

Il PD, ok.

Alla fine, il punto cruciale per me relativamente alle elezioni, resta il discorso migranti.

Alt, so bene che in italia ci sono problemi strutturali di una gravità inaudita e non sto dicendo che il discorso migranti sia più grave, ma del resto chi dice che ci sono problemi “ben più gravi” dei migranti di solito parla di "invasione" dei migranti stessi quindi boh, chiaritevi.

Il punto nodale è che di fronte ad una problematica come quella, come la disoccupazione, come la favoletta degli esodati, che ritengo un episodio (tra l’altro sparito dall’agenda politica di chiunque) di una gravità clamorosa, mi piacerebbe trovare nei politici e nel loro elettorato l’umanità.

Quella che dovrebbe vomitare davanti alle frontiere chiuse, ai poliziotti che manganellano genitori con i bambini in braccio, a sindaci che fanno chiudere l’acqua sotto i ponti per impedirgli di dissetarsi o ad altri che fanno ordinanze fotocopia delle leggi razziali per mandar via “i negri” che son tutti malati.

L’umanità, la Carità, santo Dio, la Carità. La forma più alta della Carità.
E non la trovo, mai.

La cerco, come cerco quelli che sono i pilastri della mia idea e della mia scelta Politica, la solidarietà, la condivisione, il senso di comunità, quel "comunismo contadino" che non pretende eterna fedeltà al partito, ma divide e condivide tra tutti, che non esilia al freddo i dissidenti, ma dove tutti hanno sempre un pezzo di pane ed un piatto di pasta, quell'idea che se qualcosa di mio può servire ad altri e per me non è indispensabile, posso rinunciarci serenamente.
Quell'idea che nessuno vince, se non vincono tutti.

Altro che "eh le coop rosse" o cose simili, perchè trovo gente che pensa davvero che "i negri" ci rubino il lavoro come facevano i terroni 30 anni fa, ci rubino le donne, ci vogliano invadere.

Trovo gente che giura sul vangelo dopo aver dato il via a riti celtici e dopo aver parlato di deportazioni.

Trovo gente che da 30 anni ha subdolamente creato una controcultura fatta di apparenza, superficialità e finto benessere.

Trovo gente che parla dei migranti come nemici dello sviluppo turistico.

Trovo ministri che fanno accordi con chi gestisce dei campi di concentramento e prova a scaricare le colpe sulle ONG

La Carità, Signore, dove è finita?

Ed in tutto questo, spuntano poi fuori le anime belle secondo le quali l’astensionismo è una colpa grave, perché votare è un dovere e bla bla bla.

La scelta Politica è un dovere, il voto, se tale scelta fosse consapevole e meditata, ne sarebbe una ovvia conseguenza, così come altrettanto ovvia sarebbe la qualità ben diversa e ben migliore dei candidati.

Perché se tu mi chiedi di scegliere tra mangiarmi una merda e prendermi un calcio nelle palle, non puoi lamentarti che io non scelga nessuna delle due possibilità e non puoi dirmi che è colpa mia se le alternative sono quelle.

Certo, i candidati sono uno specchio perfetto di questa nostra società, lo dicono tutti, bene.

Perché manca la scelta Politica, ma mica solo quella di chi si ispira a Papi o cardinali eh? Di chiunque, qualunque siano il percorso e i riferimenti utilizzati, purchè, appunto consapevole e meditata.

Non è importante che io dica se e per chi voto, né importante né giusto, non è questo lo scopo della mia riflessione.

Certo, ci sarebbe piaciuto approfittare della vacanza scolastica e fare un weekend a bologna, per il quale avevo già coniato uno slogan bellissimo “Più tortellini, meno Casini”, ma non ci siamo riusciti, pazienza.

Però domenica non è “il giorno in cui possiamo decidere”, no, perché la scelta Politica ci rende in grado, goccia dopo goccia, gutta cavat lapidem come dice il mio amico runner, di poter decidere tutti i giorni, anche senza la matita elettorale in mano.

E non è nemmeno vero che se votare facesse qualche differenza non ce lo lascerebbero fare, piantiamola.

Iniziamo a fare scelte consapevoli e a non farci trascinare dalle emozioni e dalle grida, allora anche la nostra matita elettorale conterà qualcosa.

domenica 18 febbraio 2018

In occasione del compleanno di De Andrè



IMPORTANTISSIMO SUL FILM SU DE ANDRÈ

l'europa ce lo chiede: ma tu, Cala, lo hai visto il film su de andrè?

allora, premessa: io su de andrè sono meno tollerante che su springsteen.

Per me, con de andrè, vale il principio di presunta colpevolezza.

A meno che tu non sia cristiano de andrè, pagani, bubola, la pfm, fossati e pochissimi altri, se metti mano all'argomento de andrè, per me, tu hai torto.

E hai torto finchè non mi convinci del contrario.
E finchè non mi convinci del contrario, io ti punto addosso un mitra.

Quiiiiiiiiiiiiiindi no, una volta sfumata la possibilità di vederlo in un cinema, con schermo ed audio di buon livello per godermelo come si deve, l'idea di vederlo stuprato dalla pubblicità, tra l'altro in due sere dove c'era la champions league e un concerto che aspettavo da 2 mesi, no, grazie.

Poi, a prescindere da orari e qualità audio\video, un prodotto nato per essere trasmesso su rai 1 e pubblicizzato da fazio (con interventi musicali di alto livello tipo gabbani), ma lasciamo perdere.

tra l'altro fazio si è definitivamente sputtanato pure l'unica cosa che faceva bene ossia dedicare le puntate a de andrè, quanta differenza con lo speciale a 10 anni dalla scomparsa, con bubola, bennato, capossela, lo stesso cristiano in diretta dal porto, l'omaggio del porto, che a pensarci ho ancora la pelle d'oca.

Vabbè, fazio.

Nei 23 minuti che ho visto della prima puntata, con mia figlia che ascoltava con le cuffie la juve e la commentava ad alta voce, che ad un certo punto avrei preferito avere fazio in casa, anche con gabbani, piuttosto che sentire il partitone che stavano facendo a torino, ho notato alcune cose:

vaaaaa bene la cadenza genovese anzi no romanesca anzi no neutra, perchè il contesto non è importante (come no? genova è fondamentale per de andrè, ma vaaaaaaaaaaa bene) ok ok ok.

Poi in 30 secondi due volte dicono MUSSA ed una BAGASCE ed allora spiegatemi, la cadenza no, le espressioni gergali si?

Villaggio parla da genovese, meno di quello vero, ma parla da genovese.

Quindi? sta storia della cadenza?

Poi, tornando al contesto, non è importante però se uno non avesse saputo che era un film su de andrè, in certi momenti avrebbe pensato di trovarsi davanti ad una puntata di Sereno Variabile o Geo & Geo, inquadrature della madonna in centro storico, scorci della zona mare, boccadasse su tutte, meravigliose che ad un certo punto pensavi arrivasse mengacci coi cuochi di piatti tipici.

Quindi, sta storia del contesto?

Poi, marinelli, bravo per carità di dio, bravo si, ma per quel poco che ho visto mi ha dato l'impressione di recitare più che in funzione del telefilm, in funzione di sè stesso, di autocompiacersi in modo masturbatorio della sua stessa bravura, un po' come giorgia todrani in arte giorgia che oh con quella voce può cantare quello che vuole (ma vuole sempre cantare canzoni di merda) e quando canta sembra sempre che dica guardatemi guardate quaaaaaaaaaaaaaaaanto sono brava.

L'attrice che impersonava la signora dori ghezzi non l'ho vista perchè al pareggio del tottenham, quando mia figlia ha scagliato gli auricolari con veemenza e purtroppo anche con il (mio) telefono attaccato la serata ha preso una brutta piega ed ho spento, prima della sua di lei comparsa sullo schermo.

Ma alla fine, a quasi 20 anni dalla morte, credo che lo scopo sia stato raggiunto.

De Andrè è diventato un santino, da mettere sul comodino vicino a pruzzo e che guevara che guarda di lato.

Esattamente quello che lui, a detta della signora ghezzi, non voleva diventare, stando a quello che la signora ghezzi disse in occasione della puntata di fazio per il decennale della scomparsa.

E poi grazie all'audience, potremmo comprare una nuova raccolta.

Peccato, se tantissimi artisti, da elvis a freddie mercury, sono stati trattati malissimo dopo la morte per motivi economici, speravo che a de andrè questa fine venisse evitata.

Peccato.

lunedì 7 agosto 2017

Dal Premio Nobel agli emuli di Fedez, sull'importanza delle parole nella musica




Nel momento storico in cui, FINALMENTE, la musica d'autore viene riconosciuta come letteratura ed insignita del Premio Nobel grazie a Bob Dylan, se ci guardiamo attorno, nel nostro piccolo orticello italiano, rischiamo che la tristezza poi ci avvolga come miele, citando uno che in quanto a letteratura non scherza affatto.

Nel momento in cui si riconosce che la parola in musica possa anzi debba essere considerata letteratura, quindi nella sua forma più alta di espressione, io resto basito, tra le altre cose, anche per una tendenza che sta tragicamente prendendo piede.

Una volta, erano i testi delle canzoni a dettare il linguaggio dei giovani.
Giusto per non usare iperboli eccessive, lo stesso Premio Nobel Bob Dylan ha contribuito a rendere la lingua inglese-americana quella che conosciamo ora, oltre a modificare il movimento dell'asse terrestre, ma questa è un'altra storia.

Oggi invece accade il contrario, sono i modi di dire dei ragazzi a suggerire testi e titoli ai cantanti.
Oggi è il contrario, sono le parole di uso comune ad influenzare la musica e non la musica a creare un linguaggio di uso comune, nuovo e in certi sensi rivoluzionario.

La conseguenza diretta di tutto ciò è che se gli artisti influenzano i ragazzi, i ragazzi possono respirare arte e magari provare a farne, ma se i ragazzi ascoltano gli artisti dire quello che dicono loro e che vogliono sentirsi dire, per un infantile senso di appartenenza, privo di stimoli, ma semplicemente basato sulla pedissequa ripetizione, è l'arte a soffrirne di più.

Che stimoli artistici potranno mai avere quelli che ritrovano i loro stessi modi di dire nelle canzoni più in voga?

E lo so che questo scambio c'è sempre stato, ma permettetemi di differenziare il periodo in cui questo scambio avveniva con una tensione verso "il bello" e il periodo odierno, dove si cerca ovunque una risposta facile, scontata, banale e senza un briciolo di profondità.

Esempi: 
il primo, quello che mi ha colpito di più, perchè di più ammiro l'artista rispetto ad altri, è il nuovo disco di omar pedrini: COME SE NON CI FOSSE UN DOMANI.

Ma che titolo è?
Ma scrivi canzoni o post sui social network?

Scendendo di livello segnalo un gruppo dal nome CHIAMARSI BOMBER e la loro hit COME BOBO

Temo esista da qualche parte un brano o un gruppo chiamato Mai Una Gioia o, forse peggio ancora, TANTA ROBA, ma non me la sento di verificare

Per non parlare della feccia dell'hip hop tricolore (genere che meriterebbe ben altri paladini e ben altro rispetto) e del loro VORREI MA NON POSTO o della durissima satira politica di COMUNISTI COL ROLEX.

Ma per favore.

Senza scomodare Dylan, Cohen, Guccini, De Andrè, guardate Paolo Villaggio, appena mancato.

Provate a pensare a quanto il suo personaggio Fantozzi, abusato, rovinato dal suo stesso autore nella continua riproposizione di una maschera che alla fine era una triste macchietta, ma provate a pensare a quanto il Ragioniere abbia inciso nel vocabolario di certe situazioni, nella grammatica di certi ruoli, di certi discorsi, dalla declinazione della sfiga alla precisa analisi dei rapporti sociali e lavorativi tra impari.

Oggi invece i testi vanno a toccare corde ben precise, telecomandati da un'analisi preventiva che antepone la visibilità "emotiva" ad una profondità di messaggio, col risultato che appena pronta la prossima "dose", quella precedente venga sostituita e dimenticata.

Qualche giorno fa ho letto la tracklist della compilation "Festivalbar 1997", all'epoca considerata con lo stesso rispetto che un israeliano può nutrire verso il Mein Kampf o un parlamentare di Fratelli d'Italia.

Belin, brutte ed odiate che fossero, quelle canzoni, così volgarmente POP, me le ricordavo se non tutte almeno per il 75%, perchè anche in ambito POP allora c'era quel minimo di qualità e spessore. (e stiamo parlando di fine anni 90, non del 1968)

Quelle canzoni così brutte ed odiate, oggi mi sembrano scritte dal Dio del Rock, tanta è la distanza dal livello attuale.

Credo che si debba riscoprire ed in fretta, l'importanza e la bellezza della parola, della parola fatta musica, prima di finire, noi connazionali di Dante Alighieri, seppelliti vivi da un'orda di rapper stonati, con la zeppola ed il vocabolario esteso come l'elenco telefonico di mendatica.

E comunque, lui lo aveva detto anni fa:

adesso dovrei fare le canzoni
con i dosaggi esatti degli esperti
magari poi vestirmi come un fesso
per fare il deficiente nei concerti

giovedì 27 luglio 2017

Processioni, razzismo e commenti online



Come ogni anno, a S.Giacomo la mia famiglia partecipa alla processione del Santo Patrono di tovo (appunto) San Giacomo, paese originario di mia moglie.

Da un paio di mesi scarsi, a tovo sono ospitati alcuni ragazzi migranti, in una struttura privata, in collaborazione con una coop. sociale.

Detto questo, la sera del 25 luglio, durante la processione, alcuni di questi ragazzi hanno spontaneamente aiutato i tovesi nel trasporto della statua lungo le strade del paese.

L'ho trovato un gesto molto bello e simbolicamente fortissimo e ne ho scritto su facebook.



Mara, amica e giornalista di savonanews, mi ha chiesto se poteva riprendere le mie parole per un articolo sul sito ed ha anche specificato meglio il significato di "minoranza" che non volevo venisse intesa in termini politici e di consiglio comunale.


Ovviamente a me la cosa ha fatto molto piacere, perchè sono egocentrico e vanitoso, specialmente nello scrivere, ma anche perchè  contento nel mio piccolo di aiutare a sottolineare questo momento semplice e spontaneo di aggregazione ed il fatto che fosse avvenuto proprio a tovo, paese che è nel mio cuore, più di quanto io sia nel suo, ma vabè.

Savonanews ha pubblicato la notizia giovedì mattina ed automaticamente l'ha condivisa sulla sua pagina facebook.



Ed ecco puntuali arrivare i commenti




Inizio subito col botto, col classico, con l'evergreen: i 35 euro al giorno!!!!
grande roberto, con cui tra l'altro ho 17 amici in comune su FB, che si gioca subito il fil rouge!!

Non da meno amelio, che memore del compromesso storico, non esita a definire una processione di un Santo "propaganda comunista" (dal libretto del perfetto elettore di forza italia, pag. 12)

RIDICOLO!! RIDICOLI!!! valerio ed antonella non hanno peli sulla lingua ("e se li ho non sono miei!!", come disse monica lewinsky) e senza timore affondano il colpo: toglieteli dai giardini di piazza del popolo (credo si riferisca a savona o ad albenga) (ma non era a tovo la processione?) ci sono le città da pulire!!! (già vi diamo 35 euro al giorno, almeno pulite la merda dei nostri cani no, ingratoni!!!!!)

Luca e Roberto scelgono una linea più sottile, mentre il primo cita chiaramente patch addams (straniero era straniero pure lui eh), il secondo si rifà al concerto dei blues brothers (vedi faccina) a Cannes (nota città radical chic, da non confondersi con l'acqua perrier che è MINERAL CHIC)


Tralasciando quel comunista di erick che riflette sulla cognizione umana, si pasa dalla propaganda rossa agli scandali vaticani

Grande pietro, cognome inequivocabilmente ligure, che butta lì con nonchalanche la soluzione definitiva: la chiesa si ingrassa, perchè chiaramente la processione di un paese di 3000 anime porta nelle casse dello IOR ingente liquidità subito reinvestita in armamenti nucleari

Roberto, a parte qualche problema con le doppie, invece sa bene che è tutto un bus(s)in(n)es e a dimostrazione della sua teoria, usa una foto rivelatrice

Giampaolo fa una battuta simpatica ,mentre giuseppe ne fa una questione di appartenenza, glielo avranno chiesto se erano cattolici? li avranno interrogati sui comandamenti? sapranno quante sono le lettere ai corinzi? ci stanno capendo qualcosa nella nuova serie di twin peaks (no, forse questa non c'entra)


annunciata annuncia la condicio, a che servono le parole di cristo se non a portare delle statue? (oltre a fare propaganda comunista, sia chiaro) e giuseppe si risente, per lui sta storia del cattolicesimo è fondamentale, non so se per tutti o solo per i ragazzi migranti, ed urla forte il suo Perché???



Peppe ci va giù a gamba tesa ARIDAJE COL RIDICOLO!!!! e soprattutto INTEGRAZIONE è cosa BEN DIVERSA (non spiega cosa sia, ma possiamo sempre chiederglielo dopo) e comunque per colpa delle processioni la gente diventa razzista SAPEVATELO!

Annunciata si riscatta alla grande


marcella ci crede parecchio e per 250 metri di processione tira fuori LA MAFIA (che da anni è dietro al business dei portatori di statue) e vuole che dalla piazza di tovo parta LA RIVOLUZIONE!!!!!

Concludiamo alla grande svelando la cruda verità:


super anto!!! niente, ci arrendiamo!!! la statua di san giacomo in realtà era una riproduzione 1:1 di matteo renzi ed ai ragazzi migranti "arroganti delinquenti oltre che parassiti" come ricompensa per l'aiuto prestato è stata regalata una gigantografia di maria elena boschi.

p.s. nel frattempo immagino che ci saranno altri commenti, ma credo siano sufficienti questi.