mercoledì 18 dicembre 2013

Cosa vuol dire Su la Testa per me



Il manifesto sotto casa mia è stato coperto da un imperdibile last minute di un supermercato.
Segno ahimè anche tangibile che l'edizione 2013 di Su la Testa è davvero finita.
Sono stati 4 mesi intensi, fatti di incontri e di momenti importanti, culminati nei 3 giorni del festival vissuti a 300 all'ora.
Ma se l'anno scorso, la mia prima esperienza con l'associazione culturale zoo aveva avuto il significato di un ritorno a casa, quest'anno è stato bello il consolidarsi di tanti piccoli aspetti che uniti formano questa meravigliosa faccenda.
Su la Testa vuol dire tante cose, per me almeno.
Vuol dire offerta, di tempo, di proposta, di divertimento.
Vuol dire disponibilità, da parte di gente che per 362 giorni all'anno fa tutt'altro ma che in quei 3 giorni lì diventa barista, regista, attrice, presentatore, guardia del corpo, accompagnatore.
Vuol dire talento, nel senso evangelico del termine, messo a fruttare e quindi raccolto e unito a quelli di tutti fino a creare una sinergia che è, a conti fatti, il vero marchio di fabbrica di Su la Testa.
Perchè sono convinto che tutti, pubblico, artisti, semplici curiosi, avvertano quell'atmosfera che lo Zoo riesce a creare, sia in teatro che al dopofestival, senza dimenticare le altre occasioni in cui si lavora insieme, come il palio dei rioni di luglio.
Atmosfera che nasce dal piacere di esserci, di dare e di fare qualcosa per un obbiettivo comune; piacere che traspare dai sorrisi e della cordialità con cui venivano accolti gli artisti dal soundcheck all'albergo a fine serata, con cui venivano accompagnati gli spettatori ai posti del teatro, con cui venivano serviti birre, cocktails e cibarie assortite al dopofestival.
Piacere contagioso, che rendeva ogni momento una festa, per noi come per chiunque transitasse dalle nostre parti.
Piacere che ha spinto musicisti come i L'Orage a prendere gli strumenti e suonare in mezzo al salone di palazzo scotto niccolari fino alle 5 del mattino, ad esempio.
C'è da essere davvero orgogliosi di fare parte di una realtà come questa, perchè con semplicità si è costruito un appuntamento ormai imperdibile.
Come si faceva intendere nel video promozionale, lo Zoo ha la capacità invidiabile di trasformare per tre giorni qualunque cosa in musica e divertimento. Cose che Re Mida, pfui, era uno sfigato.

"Sai che cosa succede a chi invece poi cede a quel suono un po' oscuro? Che và a casa confuso, con qualcosa in più dentro e dà un pugno in un muro" (cit.)




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