Una
sera, di ritorno dallo stadio, coi miei compagni di viaggio finimmo a
parlare, partendo da chissà cosa, di un video che girava in quel
periodo su sky, un concerto di amy winehouse dove lei faticava già a
restare in piedi, era palesemente ubriaca, ma ancora fisicamente in
forma, soprattutto rispetto agli ultimi mesi della sua breve vita.
Ricordo
anche io quel video, un piccolo teatro, una band pazzesca sul palco,
due coristi neri che ballano benissimo e lei, sola.
Sola
e persa nel suo mondo stregato, infestato dai demoni che ce l'hanno
portata via troppo, troppo presto.
Sola
nonostante il gruppo fosse numeroso perchè si vedeva quanto fosse
già isolata, scollegata, distante
Io
adoro amy winehouse, davvero.
Amo
la sua voce, la sua musica così fuori moda, il suo essere diventata
a sua volta moda.
Amo
il suo talento, il suo enorme talento che trasformava anche le
canzoni più scialbe e commerciali (parecchie, invero) in pezzi
affascinanti.
Amo
la sofferenza e la tristezza, o come dicono gli americani il blues,
dei suoi meravigliosi occhi, perché dentro di essi ci leggevi
davvero tutto il dolore e la fatica che faceva a tirare avanti.
La
sua morte, ahimè, non mi ha affatto stupito, a parte che è arrivata
in un giorno in cui ero devastato per altre cose (la prima condanna
all'ergastolo di tomaso arrivò proprio poche ore prima), perchè era
talmente annunciata e aspettata che non pensavo fosse evitabile.
Il
destino di troppi artisti è stato simile al suo, forse perchè la
fama e la notorietà non tutti possono gestirle al meglio, forse
perchè mettere in musica le proprie debolezze non vuol dire
saperle sconfiggere, forse perchè, che tristezza, su certe
debolezze, che diventano dipendenze, ci si costruiscono personaggi
che vendono.
Ricordo
che nell'autobiografia di john belushi, ad un certo punto si
raccontava di come se "bluto" arrivava ad una festa lucido,
subito qualcuno gli faceva arrivare un drink "speciale",
perchè a nessuno interessava essere ad una festa con lui sobrio.
Però,
di questo video di amy winehouse, ricordo benissimo che non tutte le
canzoni, ma alcune, lei le cantava divinamente, alla sua maniera.
Vedevi,
sentivi in quei momenti che era presente a se stessa e soprattutto la
musica le arrivava e la portava in alto. Gli occhi assenti e
frenetici, tipici dell'astinenza, per pochi attimi brillavano, di una
luce che solo chi sente l'arte e la fa sua è in grado di produrre.
Mentre
parlavamo di questo, mi è quindi tornato alla mente il filmato
dell'ultimo concerto di elvis, ad indianapolis, 2\3 mesi prima di
morire.
Gonfio,
sudato, bolso, sfatto, elvis siede al piano mentre 3\4 assistenti lo
aiutano, chi con l'asciugamano, chi sistemandogli il leggio, chi
semplicemente restando pronto a qualunque evenienza, dato che ormai
molta parte del pubblico andava a vederlo dal vivo nella segreta ed
inconfessabile speranza che morisse sul palco.
Canta
Unchained Melody, una versione accellerata come la sua psiche,
ansima, soffre, ma cazzo quando entra nel pezzo la sua espressione è
tanto splendida quanto dolorosa.
Perchè
in quel momento lui sente dentro di se di essere ancora il re, sente
di potercela fare, guarda la sua corte con uno sguardo soddisfatto e
carico di speranza e si, in quei momenti, nonostante i vestiti,
l'asciugamano sul collo e tutte le problematiche dette prima, lui è
il re, l'unico re.
Chissà
cosa porta persone con talenti così grandi a bruciarsi in questi
modi.
Su
elvis ho letto parecchio e sono arrivato alla conclusione che il suo
talento era semplicemente troppo per essere gestito da un uomo,
soprattutto se mal consigliato come lui.
Nel
bene e nel male elvis ha racchiuso in se tutto l'universo della fama,
del successo e tutti i rischi, gli onori e gli oneri che da essa
derivano. Altri, moltissimi altri dopo di lui hanno fatto una fine
tragica, ma la sua storia è davvero emblematica di come la natura
umana non sempre sia in grado di reggere alle sue stesse capacità.
Gli
occhi di elvis mentre arriva a quelle note, meravigliando forse più
se stesso che tutti gli altri, sono gli occhi di un anima che non è
riuscita a trovare il modo per esprimersi fino in fondo, gli occhi di
un uomo mortale, che dentro di sè aveva un fuoco troppo intenso ed
immortale per non bruciare tutto.
Nel
piccolo club dove lui si esibisce ogni sera, spero che trovi un posto
anche per amy, per la sua voce celestiale ed il suo cuore così
troppo vicino all'inferno.
Nessun commento:
Posta un commento