il primo romanzo di fossati contiene a mio avviso parecchi elementi se non autobiografici, comunque figli della sua carriera musicale
nella vita di vic vincent, che conosciamo ragazzino e salutiamo ultrasessantenne, passano affetti, avventure, dolori, esperienze, crescita e Storia, con la S maiuscola dei grandi fatti, tipo l'11 settembre.
Tutto però a ritmo di musica, la musica che cambia e si evolve come il protagonista.
Dalla balera alle feste per latinos, vic e la sua inseparabile 335, chitarra grazie alla quale lui trova un posto nel mondo, vivono più vite in una.
la passione per lo strumento passatagli da giulin, personaggio meraviglioso che forse meritava ulteriore spazio e che possiamo ritrovare in certe canzoni di van de sfroos; l'amore da andreina ad anette alla moglie natalie; gli amici toni e gaetano, le peripezie, le serate avvolte da sostanze più o meno lecite (più meno che più).
E le riflessioni dolci-amare sul tempo che passa e sulla vita, caratteristiche che seppur con termini e prospettive diverse fossati ha sempre inserito nei suoi dischi.
400 pagine abbondanti che si leggono piacevolmente e che lasciano alla fine la sensazione di aver conosciuto davvero un tipo come vic, chissà forse solo sfiorandolo oppure da sotto un palco o forse nei racconti mitici di qualche "zio d'america", se ancora esistono.
Impostato come una lettera al nipote, il libro lascia in eredità un graditissimo elenco (dubito che vic e fossati userebbero il termine playlist) di canzoni che raccontano la storia di questa "vita imperfetta".
ottimo esordio.