lunedì 15 marzo 2010

Ian Mc Ewan - Sabato




Di per sé l'idea è ottima.
Il sabato, dal precoce risveglio al tardo momento del sonno, come struttura intorno al quale costruire un romanzo, dando libero sfogo a riflessioni a mente libera, nel giorno della settimana che più da la possibilità di fare ciò.
E la cosa mi è piaciuta, il protagonista che si sveglia, vede accadere qualcosa, gli parte il pippone mentale su cosa sia realmente successo, e da lì via per tutta la giornata.
Però in certi punti è davvero troppo troppo lungo, voglio dire, ok, io non sono uno sportivo, ok, io mi dilungo sempre e comunque, ma 18 pagine per una partita di squash sono troppe, sempre e comunque, senza sé e senza ma (cit.).
E spesso l'autore da l'impressione di autocompiacersi un po' troppo nelle digressioni scientifiche-filosofiche-filoreligiose del protagonista, che diventano quasi esercizi di stile più che parti fondamentali di un romanzo.
Ed il finale, dove tutto accelera all'improvviso, forse è un po' forzato.
Però l'idea è valida e confesso che ho bastardamente invidiato l'abitudine del dott. Perowne di gestirsi una giornata in modo da regalarsi parecchie gratificazioni, dallo sport, alla musica, al cucinare con calma. E altrettanto confesso che spesso anche io, quando ne ho il tempo, mi perdo tra i miei complicatissimi pensieri.
E nei propositi per il 2010 c'è di imparare a cucinare il pesce.
Libro valido, ma macchinoso.

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