In un piccolo bar, sabato sera, ho assistito ad un gran bel concerto.
Daniele Tenca ha fatto un disco di blues classico, talmente “classico” che nel paese in cui il blues sembra che lo suonino zucchero e pino daniele, appare come un disco fin innovativo.
Ben piantato nelle sue radici springsteeniane, daniele ha una band che suona a meraviglia e un album ricco di belle canzoni. In più, durante il concerto, le radici emergono e quindi bruce, omaggiato in studio con una versione di Factory che trovo sensazionale, appare qua e là, con Red Headed Woman, 57 channel, state trooper, johnny 99, ma anche con ripescaggi comuni, come Eyes on the prize, che in studio è cantata insieme a marino severini dei gang.
Il chitarrista piazza gli assoli quasi in ogni brano, sempre validi, mai scontati, la sezione ritmica, sacrificata nelle retrovie per motivi “logistici” è molto solida, il batterista, in mancanza della cassa (grande come metà locale, quindi inutilizzabile) usa per dare il tempo anche il seggiolino su cui è seduto.
Atmosfera di festa, ultima data del tour prima della trasferta a memphis (!!!!!) dove la band rappresenterà l'italia nell'international blues challenge, quindi sfrenato cazzeggio e grasse risate tra un pezzo e l'altro (daniele era anche felice per motivi calcistici che non ritengo importante sottolineare), ma soprattutto grande voglia di suonare.
Merry Christmas Baby verso la fine per farci gli auguri e soprattutto i doverosi in bocca al lupo per il viaggio in USA.
2 ore abbondanti di concerto, di blues e rock, due ore che in un paese dove c'è “mediaset premium and nothin'on” (cit.) sono momenti preziosi da non sprecare.
1 commento:
bel disco, me l'hanno regalato
con l'autografo di Tenca. Bellissima anche la cover di Eyes On The Prize.
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