(antefatto)
Un
paio di estati fa, alla fine di una serata di poesia, la mia amica
Vera mi si avvicina insieme ad un tizio poco raccomandabile. Calvo,
dal bicipite importante, occhiali a specchio anche se è da un pezzo
passata la mezzanotte, ma non è ancora l'alba.
Il minaccioso mi
guarda attraverso le sue lenti e mi indica col dito: mi ha detto lei
che a te potrebbe interessare il nostro cd!
Remissivo
e pavido acquistai il dischetto, di un gruppo che avevo sentito
nominare, ma di cui non avevo ascoltato nulla.
Dopo
qualche giorno, passato lo spavento, mi decido ad ascoltarlo, ma
temendo che la musica riflettesse l'aggressività di almeno uno dei
suoi componenti, per garantirne la sicurezza, ordino a mia moglie di
uscire e portarsi via la bambine e dicendole, temendo che dal
dischetto uscisse chtulu a scatenare l'armageddon, “Se tra 30 minuti
non ti chiamo, avvisa la polizia, i vigili del fuoco, la protezione
civile e la legione straniera; ricordati che ti ho amata tanto, ma se
provi a buttarmi i cd mando qualcuno a spaccarti la testa”
(secondo
antefatto)
settembre
2016, in un elegante bar di Savona, sono seduto di fianco ai Dagma
Sogna, che presentano in anteprima il loro nuovo album e mi hanno chiesto di
accompagnarli in questo tardo pomeriggio, tra chitarre acustiche,
magliette e domande.
Metti
insieme la D di Daniele Ferro e Davide Garbarino, la A di Alessandro
Giusto, la G di Gabriele Lenti, la M di Matteo Marsella e unisci il
tutto con un ingrediente indispensabile al giorno d'oggi,
specialmente per chi vuol fare musica, addirittura musica propria: il
sogno.
Il
gruppo savonese, attivo da più di un anno, pubblica oggi il primo
album “Frammenti di Identità”, che segue ed ampia l'EP “Elefanti
di Nuvole”, autoprodotto la scorsa estate ed i cui brani
confluiscono nel loro disco d'esordio, prodotto da Areasonica
Records.
Il
quintetto propone negli 11 brani dell'album una formula melodica
accattivante, che prende spunto dal rock italiano, senza vergognarsi
di scendere a compromessi con il pop di qualità e soprattutto
dimostrando grande impegno sui testi, diretti ma non banali né alla
ricerca di rime facili.
Lo
stile elegante e tranquillo della loro musica infatti si pone nei
confronti degli ascoltatori in modo da catturarne l'attenzione,
poiché ogni pezzo è frutto di scelte accurate sia musicali che
linguistiche.
La
band basa il proprio suono sul pianoforte e le tastiere di Davide
Garbarino, che tesse con sapienza le trame delle varie canzoni,
creando quel tappeto sonoro indispensabile per legare assieme parole
e musica.
L'atmosfera
del disco è agrodolce, i testi sono in maggior parte malinconici ed
amari, come se lo scriverne ed il cantarne rappresentasse uno
strumento di analisi e di catarsi per fare il punto della situazione
sulla propria vita
I
punti fondamentali a livello tematico sono fondamentalmente due: la
difficoltà di relazione e l'insoddisfazione di fronte ai bilanci
della vita; grava su tutto il disco un senso di ineluttabilità, come
se il fallimento in certi contesti fosse una fase del tutto
inevitabile nella vita di ciascuno di noi; a questo si contrappone
però la tensione al miglioramento e la volontà di non arrendersi a
tali fallimenti, accettati, analizzati, masticati, digeriti, ma
soprattutto tenuti bene a mente per riuscire a ripartire.
Fallimenti
e ripartenze, difficoltà ed esami di coscienza, da questi conflitti
emergono le canzoni dei Dagma Sogna, che parlano di situazioni comuni
ad ognuno di noi e per questo entrano facilmente dentro a chi le
ascolta, che può tranquillamente immedesimarsi nei protagonisti.
Altro
senso del disco è la ricerca di una identità, come suggerisce il
titolo dell'album, una identità spesso frammentata e frammentaria,
divisi come siamo tra mille cose diverse.
Sia
la copertina di questo album che quella dell'EP (opere dell'artista
Francesco Quadri) sono composte da colori pastello, tenui, soffusi,
poco definiti, così come le figure in esse presenti; quasi a
sottolineare la sfuggevolezza dell'esistere e la voglia dei ragazzi
di trovare invece una definizione chiara e comprensibile.
A
tal proposito appare curioso ed indicativo di quanto ho appena detto,
il modo in cui in diversi titoli si contrappongano elementi ben
delineati ed altri molto più sfumati o di difficile catalogazione,
come elefanti e nuvole, l'uomo e la latta, l'anima e la sabbia: la
band chiede e cerca una solidità ed un'istantanea che li definisca
ed assegni loro un posto preciso.
Si
scende a patti con il proprio essere, con i propri limiti e le
proprie debolezze, ci si cerca di accettare come siamo, ma sempre e
comunque dando tutto di noi stessi; anche a costo di rimpiangere di
averlo fatto, ma preferendo questa scelta al rimorso di dover pensare
“e se lo avessi fatto?”.
Amore
e realizzazione quindi; in un album dove si percepiscono chiaramente
gli alti e bassi tipici di una vita intensa e vissuta senza
compromessi; a volte sembra che la felicità faccia quasi
paura, ma sia un traguardo a cui è impossibile rinunciare.
L'amore
stesso è vissuto con fatica e spesso finisce tra dolore e rimpianti,
al punto che, per via della paura della felicità di cui sopra,
l'unico momento in cui il protagonista è con una donna e la passione
sta per avere il sopravvento, il temporale arriva a disturbare la
coppia ed a simboleggiare un senso di colpa insito nell'animo umano e
forse congenito ed atavico.
Il
temporale è il brano che apre il disco, unico brano in cui l'azione
si svolge “qui ed ora” e non basato su riflessioni dolci-amare;
forse proprio per questo dà il la all'album, scatenando, come un
elemento atmosferico dell'anima, tutte le riflessioni che seguiranno.
La pioggia svolge il suo tradizionale ruolo purificatore, lavando via
però anche momenti intimi e passionali.
Adesso
no invece propone una sorta di sliding doors spazio-temporale, con il
protagonista che nella convinzione di riuscire (non si sa come o
quando) a raggiungere i suoi sogni, vive il presente accavallandolo
ad una dimensione a metà tra il sogno ed un futuro da costruire
L'impossibilità
guarda indietro, ricorda tempi migliori ed utilizza anch'essa il
sogno per volare sopra il quotidiano; ennesimo esempio di come la
musica sappia spingerci più in alto rispetto al nostro difficile e
poco poetico oggi.
Prendo
tempo è la mia preferita, già dai tempi dell'EP, dove si intitolava
Ormai è tardi perchè cristallizza un momento, un fermo immagine, un
istante di un amore clandestino, segreto ma intensissimo, nel quale
ci stupisce l'arrendevolezza del protagonista, che pur consapevole
della forza del suo sentimento verso la donna che sta per tornare
alla sua vita “ufficiale”, la lascia andare via, prendendo atto
che “I miei vorrei, chiederanno dove sei” e che lei per quanto
sia grande il loro amore resterà “uno spazio perso”. Ecco
l'ineluttabilità della vita e del destino, rendersi conto di aver
vicino la persona giusta ma contemporaneamente capire che non la si
avrà mai. Non è ironico? cantava Alanis Morisette, forse si, ma fa
terribilmente male.
La
tua verità rappresenta un po' un riassunto delle tematiche
affrontate dai Dagma Sogna, ricerca, catarsi, esame di coscienza. La
voglia di mettere nero su bianco questa tormenta interiore, per
cercare quei frammenti di identità di cui parla il titolo del disco
e che nel booklet vengono ben rappresentati da pezzi di specchio nei
quali si riflettono i 5 musicisti.
5
musicisti che provengono da esperienze molto diverse tra loro, dal
punk al metal, passando per il prog e la musica rock –
cantautorale, ma che proprio come dicono di voler fare nelle loro
canzoni, riescono a costruire per Dagma Sogna un suono (ed una
identità) ben definita, dal tratto riconoscibile e per nulla
scontato; risultato che si deve al grande impegno ed entusiasmo che
tutti hanno messo dentro questo progetto, di cui parlano con estrema
soddisfazione ed orgoglio.
Il
traguardo dei 30 anni ha spinto Daniele ed Alessandro, principali
autori dei testi, (con Davide a ruota) a voltarsi indietro e
ripercorrere il loro cammino, in modo da poter affrontare il futuro
con maggior consapevolezza e caparbietà, senza negare i propri
limiti e le difficoltà, ma traendo da esse la benzina necessaria a
proseguire.
Testardi,
ostinati ed inguaribilmente romantici, i Dagma Sogna trovano forse la
migliore definizione nelle parole de “La tua verità”: “pensi
che poi non saresti te stesso, senza quel rimpianto di aver dato
tutto”.
A testa bassa, pur sapendo del male che farà, i ragazzi
savonesi continuano a dare tutto e a giocarsi in musica con una
sincerità spiazzante.
Al
giorno d'oggi è molto, davvero molto.
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