Alberto, Alberto ALBERTO, ALBERTO!!!!
chiccazz'è??? eh? Chi? Come???
sono passati pochi minuti dalla mezzanotte, sono nel primo sonno, già faccio fatica a svegliarmi DI SOLITO figurarsi mezz'ora dopo che sono andato a letto...
c'è qualcosa nell'aria, la stiamo aspettando, in teoria dovrebbe succedere tra circa 10 giorni, ma sentiamo che manca meno.
Io e simona stiamo per diventare di nuovo genitori, Ludovica sta per avere una sorellina, sta per arrivare Virginia
Dei 3, luvi è quella che sta cosa la capisce prima, quella sera la sentiamo nel lettone (che in sti ultimi giorni vuole sempre dormire con noi) che piange, PIANGE, agitata, si gira, si muove nel sonno. E piange.
Sente che insomma oltre a tutte le novità di questo ultimo periodo, LA novità principale è in arrivo.
Va bene l'asilo, va bene la cameretta nuova ed un ambiente tutto suo dove giocare, va bene la mamma che ha sta panza con la quale ogni tanto ci si mette a parlare per chiamare sta tal Virginia che dicono stia lì dentro, va meno bene che dopo quasi 3 anni in cui si è ammalata in tutto 2 volte, in 40 giorni di asilo ne abbia fatti almeno 15 a casa con febbri varie, ma sta cosa qui è grossa.
Arriva una bimba, sarà una cosa buona o meno? Si avrò qualcuno con cui giocare, ma se poi mamma e papà non mi guardano più?
Insomma, a 3 anni ste domande sono pesanti, eh si.
Quindi luvi capisce che QUELLA sera succederà qualcosa. Ed infatti chi sta cercando (da un bel po' sembra) di svegliarmi è simona. Per dirmi che le si sono rotte le acque.
Mentre cerco di attivare a forza il neurone, ho st'immagine: siamo io e lei, in bagno, che ci stiamo vestendo, in silenzio, con relativa calma, tanto dobbiamo aspettare la zia patrizia che arrivi a stare con luvi, ed io cerco di focalizzare il momento, cerco di essere lucido (e sveglio, in effetti), perché VOGLIO essere lucido, calmo e soprattutto PRESENTE.
Arriviamo all'ospedale, simona sta bene, nessun dolore né contrazione. La visitano, le danno un letto, monitoraggio ok, il marito ora non serve più, vada a casa, ci vediamo domani TANTO SARÀ LUNGA.
Torno a casa che saranno le 3, mi fermo sotto il portone, piove. Con calma, un secondo alla volta, SENZA PERDERTI NIENTE DI QUESTA GIORNATA OK?
Luvi dorme, zia patrizia dorme, io dormo un 2\3 ore poi vado in ospedale, con la (vana) speranza che le cose come dire, siano andate un filo avanti.
Invece no, nulla si è mosso, nulla è successo. “Inedito” (nome di pancia di Virginia) sta bene lì dov'è, chemmifrega di uscire, tanto mi aspettavate tra 10 giorni no?
Nulla succede e nulla succederà fino a sera, simona per buona parte della giornata sta bene, il monitoraggio continua a dare risultati tranquillizzanti, il cuore batte, ma di uscire non se ne parla.
Nel frattempo luvi si sveglia e si trova di fianco sua zia, non suo padre e sua madre, non fa una piega, ascolta la zia che le spiega che mamma e papà sono in ospedale, che sta per arrivare la sorellina, si fa lavare e vestire e va all'asilo. La vado a prendere io dopo pranzo, mi chiede se è arrivata Virginia, la porto dai nonni. In meno di 24 ore mi sembra maturata di 10 anni, è meravigliosa ed io sono fiero di lei.
Ieri è nato Claudio, figlio di amici, nello stesso ospedale dove siamo ora, così con un barbatrucco vado a salutare la neo-mamma ed entrare nel nido mi mette un filo d'ansia.
Nel tardo pomeriggio simona inizia ad avere male, il che potrebbe essere un bene, ma invece è un male.
Nel senso che se il male fosse dovuto alle contrazioni, vorrebbe dire che ci siamo, invece no, è un male diverso, costante, sordo, che pian piano la manda nel pallone.
Quando ho conosciuto simona, la prima cosa che mi ha colpito è stato il carattere, forte, risoluto, ma calmo, tranquillo, sempre riflessiva, mai casinara come me che bum parto per la tangente in 3 secondi.
E da quando abbiamo deciso di diventare una famiglia, il suo carattere spesso mi è stato di enorme aiuto, per farmi ragionare, per riportarmi sulla strada corretta, per frenare i miei isterismi.
Quando è mancato mio papà la sua è stata l'unica spalla sui cui sono riuscito veramente a piangere.
Quando sono agitato-nervoso lei riesce comunque sempre a farmi vedere le cose in modo più razionale.
Quindi se lei va nel pallone, figurarsi io, zio cane.
Luvi è nata col cesareo, era podalica. Virginia invece è cefalica e simona da subito ha detto che voleva, senza eroismi, fare il parto naturale.
Fino ad oggi nessuno aveva commentato sta cosa.
Oggi sembra che l'universo mondo si accorga che, oh cazzo, fare un parto naturale dopo un cesareo, anche se vecchio di 3 anni, possa essere doloroso e rischioso.
Dove minchia eravate tutti, fino a oggi?
Fatto sta che verso le 20 parlo con l'ostetrica e le chiedo se, nel caso la situazione non si sbloccasse, non si possa partire col cesareo e bon.
L'ostetrica allora capisce che simona è un po' in palla e le parla, con calma, ma con fermezza. E simona decide di continuare a provare col parto naturale, confortata dal fatto che OVVIAMENTE al minimo problema si passerebbe al cesareo.
(io altrettanto OVVIAMENTE non sono AFFATTO confortato da sta cosa, ma tant'è)
poco prima che simona iniziasse a stare male, faccio un salto di nuovo al nido a trovare Claudio ed a salutare gli amici comuni che sono venuti per lui.
E da bravo essere umano, provo, cosa che a me capita raramente, l'invidia cattiva.
Tutti sti bambini, sti genitori felici, sti nonni, sti zii, CHECCAZZOVOLETE????
dura, fortunatamente, poco, ma è terribile.
Torno su, simona è nella saletta davanti alla sala parto, dorme. Forse.
È li con la cintura per il 45° monitoraggio del giorno, con gli occhi chiusi. Ed un male che la stordisce. Ed in totale confusione. Ed io sono lì che non so che fare, che dire. Sono lì che non so se parlarle che tanto non sente, non capisce. Mi metto lì e le tengo la mano.
Quando il monitoraggio finisce, simona dovrebbe tornare in camera, ma prima va in bagno, da dove mi chiama spaventata. Perché è in un lago di sangue.
L'ostetrica ed il medico la visitano e scoprono che SENZA LA MINIMA CONTRAZIONE si è dilatata.
Io che ovviamente sto indietro, mentalmente parlando, chiedo: e adesso?
L'ostetrica nuova, che sembra una via di mezzo tra la signorina rottermaier e quella che iniziava presto finiva presto e di solito non puliva il water, ma che apparenza a parte è brava e darà a simona una GROSSA mano, mi fa: E ADESSO PARTORISCE.
Sembra di essere a teatro belìn, appena dice così spuntano fuori (o forse sono io che mi accorgo della loro presenza) 3\4\5 persone, prendono simona e la portano in sala parto, io dietro tipo fuffi.
Ci siamo.
Mi metto dietro simona, le tengo la mano e il mio compitino è ricordarle di tenere gli occhi chiusi e stringerle la mano e farmi insultare (penso).
Ovviamente non ricordo cosa sia successo in sala parto con molta lucidità.
Ricordo che ad un certo punto la rottenmaier mi fa: si sente bene? Guardi che può sedersi
ed io: no no grazie sto bene (che voglio dire, pensa a mia moglie no, cazzo vuoi? Però rispondere così ad una che sta per far nascere tua figlia non mi sembra una grande idea)
e l'infermiera mi fa: si sente bene? Guardi che può sedersi
ed io: no no grazie sto bene (uhhh)
e il dottore mi fa: si sente bene? Guardi che può sedersi
ed io: no no grazie sto bene (uuhhhhhhhhhhhh)
e l'ostetrica, inacidita: guardi che se sviene non abbiamo tempo per aiutarla eh?
Ed io: no no grazie sto bene.
Che il fatto è questo. Già d'inverno la mia carnagione tende al giallino-verdognolo, mettici che ho mangiato un panino in tutto il giorno, mettici che sono sveglio da 22 ore, mettici quel filo d'ansia, immagino che impressione debba dare alla gente, roba che michael jackson in confronto aveva un'ottima cera, nel sacco dell'obitorio.
Però, giuro, che sto bene, sono lucido, concentrato: spingi – chiudi gli occhi, dai non è difficile, posso farcela.
Ma mi viene il dubbio che o mi stanno prendendo per il culo oppure tra un secondo prendo un pattone per terra.
Resisto, non svengo e si va avanti.
Ricordo, ricordo benissimo, ricorderò per sempre quei minuti passati lì dentro. Ricorderò per sempre che ad un certo punto mi sono accorto di non essere più SOLO innamorato di mia moglie nonché madre di una quasi due figlie mie. Ad un certo punto, il vederla sdraiata su quel lettino, chiudere gli occhi e spingere, il coraggio e la forza e l'amore verso quel cosino che vuole uscire da lei, non so come spiegare, ma oltre all'amore era l'ammirazione, l'immensa ammirazione, la stima, il riconoscere come lei, in quanto donna, in quanto madre, avesse dentro di sé una forza che nessun uomo, figurarsi io, potrà mai sognarsi.
Dai ninni, dai, cazzo posso dire d'altro, tieni duro, ci siamo, belìn sembro uno di quei film tipo la squadra di nerds di basket che vince nonostante le 100 sfighe, all'ultimo secondo, con la palla che va a canestro in ralenti, ci devi credere, ed i sogni non muoiono mai e andiamo.
E lei spinge, tiene gli occhi chiusi, urla, tira delle mazzate sulla schiena del dottore che automaticamente decido che NON LA FARÒ MAI PIÙ ARRABBIARE.
Sente, da quello che mi hanno detto, la soglia di dolore più alta per un essere umano, la sente, la soffre, ma va avanti.
Noi padri quando teniamo in braccio i nostri figli, specie all'inizio abbiamo st'espressione idiota, perché ci mettono tra le mani sti cosini e noi mica ci capiamo un cazzo, per un bel po'. Siamo lì che li guardiamo, timorosi che il solo guardarli possa far loro del male, li teniamo in modi tali che potendo ci faremmo modificare le ossa delle braccia per farle “a cuscino”. (a me dopo 6 mesi che era nata luvi han fatto un'infiltrazione di cortisone al polso da tanto me l'ero rovinato). E sorridiamo, felici, idioti e felici.
Le donne, le mamme, quando vedono i loro bimbi per la prima volta, in realtà li conoscono già e bene, da tempo. E i bimbi conoscono loro, da tempo. E quello che c'è tra una madre ed un figlio non è replicabile, né superabile.
E tutto questo mi è chiaro dopo aver visto con che forza simona ha fatto nascere Virginia, con che sopportazione, con che coraggio.
E quando Virginia ha deciso che ok, era il momento, è uscita.
Ma prima, per la serie “cosa lavoriamo a fare in un ospedale se non possiamo far cagare addosso un po' la gente?” vivo sta simpaticissima scenetta.
Mentre tengo la mano e dico spingi e dico chiudi gli occhi, cerco di capire se “laggiù” stia andando tutto bene. Sembra sia uscita la testa, poi il dottore si gira dalla rottermaier e le dice qualcosa. E lei dice si. E lui dice uhm. Ed io capisco solo una parola.
Una di troppo.
E probabilmente se ne accorgono, perché l'infermiera mi fa: ha sentito una brutta parola eh?
Ed io, che in quel momento avrei voluto essere più sordo di quello che già sono dico: eh cazzo, si.
Perché la parola è TUMORE.
E lei, ma non si preoccupi è il nome medico per indicare che per il parto ha una specie di bozza sulla testa, ma entro pochi giorni va via, il nome intero è TUMORE DA PARTO.
Ah, è una cosa da niente? Si si.
Ah, non devo preoccuparmi? No, no.
(Ed allora vaccatroialuridaimpestataporca non gli si poteva dare un fottutissimo nome diverso? Tipo bozza da parto? Cristodiddio, proprio TUMORE dovevano chiamarlo? TU – MO – RE?????? BOZZA, PALLA, GINO, SUPERCALIFRAGILISTICHESPIRALIDOSO, non andavano bene anzi MEGLIO????)
E l'infermiera: eh in effetti non è un bel nome
ed io: eh cazzo no!!!
fine della scenetta.
Spingi spingi spingi.
Ad un certo punto, da quel che mi ricordo, il dottore fa tipo un passo indietro apre le braccia e Virginia Calandriello fa il suo trionfale ingresso in questo mondo, catapultandosi fuori da mammà e venendo praticamente, da quel che ricordo, lanciata o quasi sulla sua di lei panza.
E visto che il processo di rincoglionimento paterno ha tempi molto rapidi, tutto quello che riesco a fare è ripetere a simona “ninni ninni guarda guarda” e lei, che mi ha obbedito ed ha tenuto sempre gli occhi chiusi li apre e la guarda, si guardano, ci guardiamo.
Sono le 00.00 precise, appena ho visto Virginia sulla panza di mammà ho guardato l'orologio, è appena scoccata la mezzanotte, è il 13 novembre.
Poi le cose vanno più veloci, mi mandano via dalla sala parto perché “certe cose un marito non deve vederle”, la virgi è un po' freddina, la lavano e la mettono nella culletta termica.
La vado a vedere giù al nido, dove finalmente posso godermi lo spettacolo di 9 neonati che dormono, tra cui il piccolo Claudio
Staremo in ospedale qualche giorno più del previsto, l'ittero maledetto la farà diventare gialla al punto che più che VIRGINIA, stato per stato, ad un certo punto volevamo chiamarla CAMBOGIA.
Però oggi, ad un anno di distanza, la virgi è a casa nostra, l'altra sera tornavo dai nonni e le due sorelle erano dietro nei loro seggiolini. E si tenevano per mano.
Momento conclusivo, alla Criminal Minds:
David Bowie ha detto: potremmo essere eroi, anche solo per un giorno.
Io una l'ho sposata e ci ho fatto due figlie, ci ho.
1 commento:
siete bellissimi
mi avete fatto riassaporare la folle lucidità di quei momenti.
un abbraccio a tutti e quattro che valete per quaranta almeno...
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