giovedì 18 febbraio 2010

cieli, fiumi e cani lupo tra i pini

In una canzone contenuta in tunnel of love, l'album post born in the usa che spiazzò tutti nel 1987, bruce springsteen dice che un suo amico è diventato padre la notte prima e che mentre gli parlava sentiva la luce nella sua voce.
Io non so se nelle telefonate post nascita di ludovica e virginia avevo la luce nella voce, so che facevo un po' fatica a mettere insieme soggetto + verbo + complemento oggetto, quello si, ma non so se passava attraverso la mia voce tutta l'emozione che avevo nel cuore in quei momenti.
Visto che sono testa di cazzo, la sera che è nata ludovica, dopo essere partiti di nascosto da tutti ed essere arrivati sereni in ospedale ho chiamato mia mamma e mia suocera per avvisarle che a simona si erano rotte le acque e mia mamma era andata nel pallone, mia suocera, che di nipoti ne aveva già 3 è rimasta un filo più lucida mentre io le ho piazzato lo schersone e le ho detto “vuoi che ti chiamo quando nasce o ci sentiamo domani mattina?” (erano le 23) e lei mi ha sfanculato a voce alta mentre io ridevo ah ah ah.
Va beh, ma di certo, of course, io la luce nella voce l'ho sentita davvero ad un amico che era appena diventato padre, esattamente nel pomeriggio di 6 mesi fa, un caldo pomeriggio di agosto dove io da qualche ora fissavo il mio cellulare in attesa che arrivasse la lieta novella manco avessi capacità paranormali.
E quando il telefono ha suonato beh magari non si è illuminato per via della luce di cui sopra ma non appena ho risposto, beh si, la luce c'era, eccome se c'era ed a valutare da certi video che ho visto in cui una matetta mangia un po' il dito di papà ed un po' il suo, beh c'è ancora, eccome se c'è.
Ribadisco quanto detto parlando della nascita di Virginia, noi padri abbiamo sto periodo in cui non capiamo un cazzo, in cui abbiamo il cervello felicemente avvolto nello zucchero filato.
Ed al mio amico luminoso ed alla sua splendida famiglia, faccio tanti auguri ed auguro ogni bene.

eccola

1 commento:

gian ha detto...

6 mesi... SEI !!!

Sembra ieri... solita frase del cazzo. Ma è così.
Ricordo ogni istante di quello che è successo quel 18 agosto 209. Dalle 2 di notte, quando si sono rotte le acque, a quelle 15.52 del pomeriggio in cui è arrivata Nicole, a quando sono

scoppiato a piangere come un bambino, accarezzando la testa di Cri che era appena diventata mamma per la terza volta.
Nella stanza io, Cri, l'ostetrica e un'infermiera. Di ciascuno potrei ripeterti ogni parola detta. Spero di non prendere qualche testata da perdere la memoria, non per altro, ma perchè al solo

pensiero di cancellare questo ricordo sto male.
Parlare con uno che è padre, due volte, un padre come te intendo, cioè uno che le emozioni le sente e non le vede soltanto passare, mi sembra di dialogare con uno sulla stessa lunghezza

d'onda. Ma fatico ugualmente a tirare fuori da dentro di me ciò che provo. Paginate intere sarebbero insufficienti.
Quel pomeriggio, quando ho iniziato il giro di telefonate per dare la lieta novella e fatte quelle doverose a mamma e suocera ho iniziato con gli amici. Volutamente ti ho lasciato per ultimo.

Chiamarti per ultimo era come mettere l'ultimo tassello ad un puzzle, quello senza il quale il disegno è incompleto. Perchè avevo ancora in mente le parole al telefono di quando mi

annunciavi l'arrivo di Luvi e mi auguravi che "anche io un giorno...".
Una frase che mi era impossibile dimenticare, parole che mi ripetevo spesso, che avevo messo lì in un cassetto, pronte per il momento giusto, per un giorno che mi sono sempre sognato e

che il 18 agosto è arrivato.
Dici che dopo sei mesi la luce di quel giorno è identica ? Hai ragione. E sono felice che si veda perchè, lo sai, quella che si vede è poca cosa al confronto di quella che reale.