martedì 11 gennaio 2011

Scontato

La sera di Natale è stata male una mia amica, sorella della testimone di nozze di mia moglie; era sul divano col marito che si rilassavano dopo la maratona natalizia e le è venuto un aneurisma.
È mancata 3 giorni dopo, lasciando il marito ed un figlio di 3 anni.
Durante il funerale al di là del dolore per la sua scomparsa, sentivo dentro di me e nell'aria cupa della Chiesa stracolma un profondo senso di ingiustizia per quello che era successo.
Non è giusto morire così, a 41 anni, mentre sei con tuo marito tranquilla, con tuo figlio che dorme magari immaginando di vedere te per prima al suo risveglio.
Sentivo forte una richiesta di senso, di una spiegazione in tutto ciò.
Non l'ho avuta, probabilmente nessuno l'ha avuta, difficilmente la avremo.
Ma quel giorno ho capito però fondamentalmente una cosa, una cosa di me stesso.
Che do troppe cose per scontate, penso che troppe cose possano essere fatte domani, penso di potermi permettere di tralasciarne troppe di cose, perché tanto saranno ancora qui dopo, dopo che ho finito di farmi i cazzi miei.
Che mi sono arrogato il diritto di decidere che questo, questo e quest'altro sono momenti che tutto sommato posso permettermi di rimandare, che non è importante scordarsi, tanto avrò la possibilità di farlo domani.

Domani un cazzo.

Non so cosa avrebbe voluto fare lei “domani”, qualunque cosa volesse fare però non ha potuto, con quale diritto posso dire che “a me non succederà mai”?
E quindi vaffanculo, se proprio dobbiamo cavare fuori da sta disgrazia un minimo di senso, di significato, di (ho i brividi a dirlo) utilità in sto incubo, che per lo meno mi renda migliore di quello che sono.
Anche solo per non pensare a loro, nei giorni successivi al funerale ho pensato alle cose che mi sono abituato a dare per scontate o che magari ritengo meno importanti del dovuto, alle cose che ho capito avere un valore che va oltre, molto oltre al fatto che sono abitudinarie, anzi a volte addirittura ripetitive.

Le scrivo qua, caso mai me ne dimenticassi, so dove trovarle

- dare la buonanotte ai tuoi figli
- fare la pace con chi hai fatto o ti ha fatto arrabbiare
- guardare un film sul divano con tua moglie
- sistemare le cose per avere più tempo a disposizione per stare con la tua famiglia
- rinunciare a leggere 4 cagate per fare due chiacchiere
- sorridere invece di tenere il muso
- raccontare quell'episodio che magari ti sembra stupido
- dire a cosa stai pensando prima di tutti a tua moglie
- ricordarti e ricordarle perché siete innamorati
- telefonare a quell'amico a cui pensi ma che sei troppo pigro per chiamare
- finire anzi iniziare sta stracazzo di tesi
- liberare la scrivania da quel casino
- applicare il punto sopra ANCHE alla scrivania in ufficio
- fare un puzzle con le bambine
- finire quel lavoro in sospeso in ufficio



1 commento:

Laura ha detto...

anche a me capita così, quando mi incontro con una morte prematura. e mi arriva un immenso senso di pace. come se la mia smania di arrivare ovunque e a tutto si placasse. dopo di me, mi dico, altro che il diluvio. dopo di me il rimpianto, semmai. nessuno è indispensabile, e la vita continua. per questo, quando mi incontro con una morte prematura, penso soprattutto a lasciare un buon ricordo di me. come un profumo di lavanda in un cassetto chiuso per tanto tempo.

grazie per il pensiero, per averlo condiviso.