l'11 gennaio 1999 ci lasciava fabrizio de andrè.
ero in giro, se non ricordo male era un venerdì, sono passato davanti ad un negozio che aveva in vetrina una tv accesa e c'era la sua faccia.
purtroppo certi personaggi vanno in tv in "preserale" solo se muoiono, quindi ho capito.
non mi è mai importato nulla della geografia delle mie radici, ma fabrizio de andrè è una delle cose che mi rende orgoglioso del sangue ligure che è in me.
manca, manca tantissimo la sua voce, il suo sguardo mai banale o allineato sulla nostra società, la sua ironia graffiante, a volte feroce, celata tra occhiali troppo scuri ed il fumo della sigaretta.
resta la sua opera, la mole di capolavori che ci ha regalato in più di 30 anni di carriera, resta la sua presenza tangibile nella cultura contemporanea.
resta, riassumendo, la sua musica, che oggi suonerà ininterrottamente nelle mie orecchie.
a partire da questa:
emigranti della risata con i chiodi negli occhi | ||
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