sabato 2 gennaio 2016

Come restare "In Equilibrio", i consigli dei 4sixtyfive



E se alla fine scoprissimo che è proprio la musica la cura migliore per le brutture di questo mondo?
Sommessamente sembrano suggerircelo i 4sixtyfive, che hanno pubblicato a cavallo del capodanno il loro secondo album “In equilibrio”, che segue di un paio di anni l'esordio Signs.
Il gruppo di Pietra Ligure in 24 mesi scarsi ha sviluppato una notevole maturità compositiva e melodica, creando una magia lunga quasi 60 minuti, con 9 pezzi (di cui uno rivisto anche in chiave acustica) che meritano attenzione ed ascolti.

Musicalmente il gruppo è arrivato a definire il proprio suono in modo riconoscibile pur senza essere ripetitivo, un intreccio rock\pop affascinante che gioca molto sul duello delle chitarre acustica\elettrica di massimo e salvatore, con le tastiere di angelo ad avvolgere bene il tutto. La sezione ritmica di gian e paolo chiude il cerchio dando solidità e vigore.
La voce di sara è poi un timbro di classe ed eleganza che pochi possono permettersi.

Ma è nei testi che i 4sixtyfive ingranano una marcia nuova.
Perchè il discorso della musica curativa nasce e si sviluppa proprio dalle parole presenti in queste canzoni. Testi che portano con loro un filo conduttore che è appunto la catarsi: usiamo la musica per stare meglio, per buttar fuori certe scorie che ci avvelenano, per chiudere i conti con passati dolorosi, per razionalizzare viaggi non solo fisici ma soprattutto mentali, per dire a tutti che siamo felici ed innamorati.
L'idea che emerge da questo album è che davvero la vita di un gruppo, se vissuta con intensità e passione, può essere lenitiva.
Gruppo come piccola comunità, nella quale portare le proprie riflessioni e trasformarle in musica e canto, dove crescere come persone prima ancora che come musicisti e dove trovare la spinta per andare avanti.
Massimo e gian sono gli autori delle canzoni, ma è con l'aiuto della band che queste hanno preso vita, come in una famiglia dove i ruoli e le caratteristiche di ognuno contribuiscono al risultato finale, l'apporto “in note e presenza” di tutti i componenti del gruppo risulta decisivo.

Il disco si apre con un pezzo da 90, anticipato, sul libretto del cd, da una doverosa spiegazione, affinchè la metafora sia chiara.

Stranononamore, scritto attaccato, per pronunciarlo di fretta e di un fiato, come le cose di cui fa male parlare, non è un rapporto sentimentale andato storto, bensì una riflessione su un periodo di fatica, dolore e malattia che ha lasciato segni profondi, cicatrici e brutti ricordi, tutti esorcizzati in una specie di lettera da inviare a questa “lei” così cattiva, per giurarle che mai avrà “un briciolo di me”.
Già da questo primo, bellissimo, pezzo si capisce quanto siano cresciuti i 4sixtyfive, che lungo tutta la durata dell'album mantengono comunque un livello davvero alto, con la novità, rispetto a SIGNS di alcuni testi in italiano; proprio questi sono a mio avviso i punti di forza del disco, perchè dimostrano la capacità di comporre con un linguaggio diretto ma non banale, profondo ma non eccessivamente criptico o “cerebrale”, un linguaggio che favorisce la comprensione e l'immedesimazione dell'ascoltatore nei pezzi.

The right destination, a cui è stato abbinato una sorta di video documentario su un viaggio di scoperta e conoscenza, racconta appunto di partenze, cambiamenti e della capacità di guardarsi dentro, se si vuole andare lontani.
Luce nuova invece parla di amore, di conoscenza, parla di arrivi inaspettati nella propria vita, di passi che si è pronti a compiere, una ballata dolce, come una coppia che in una piazza piena e confusionaria riesce a ballare guardandosi negli occhi.
Questa Notte racconta di momenti introspettivi e di pensieri su cui fermarsi e da cui ripartire, ennesimo brano dove emerge lampante quello che prima definivo come “il suono” dei 4sixtfive, mentre There with you, guidata dal pizzicare delle corde ritorna sul concetto del cambiamento e del mantenere certi affetti vicino a noi.
Da In equilibrio è stato trato un video, girato in presa diretta alla Mazzifactory dove il disco è stato inciso ed è un po' un sunto delle tematiche dell'album: equilibrio come capacità di sopravvivere dentro questo delirio, tra affetti, dolori, perdite e ripartenze e luci, luci per trovare la soluzioni negli occhi delle persone che contano davvero.
Anche Che cosa siamo oggi noi è una riflessione dolceamara sul rapporto di coppia, che fa il paio con Consapevole. In entrambe emerge la voglia di voltare la pagina ed iniziare un nuovo racconto, un cammino diverso, una destinazione più chiara ed una scelta migliore. La seconda ha poi dalla sua un ritmo quasi swing che potrebbe farne un ottimo secondo singolo\videoclip.

Tornare a sognare, imparare a guardare lontano, a leggere uno sguardo apprezzando un rifiuto, a capire un amico sincero e partire”
Bellissima e molto esplicativa del senso di questo disco è la frase che chiude Your story, una strofa che racchiude forse l'essenza di questo lavoro e di questa band.

La possibilità, dentro una sala prove o seduti in cerchio a suonare, di trovare una chiave di lettura al mondo che non ci renda amari e duri, ma che ci dia la possibilità di conservare le nostre emozioni più vere, belle o brutte che siano, per trasformarle in azioni concrete che rendano migliore il nostro domani.


Un gran bel disco davvero, ottimo, per chi ai primi di gennaio si pone obbiettivi da raggiungere.

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