E
se alla fine scoprissimo che è proprio la musica la cura migliore
per le brutture di questo mondo?
Sommessamente
sembrano suggerircelo i 4sixtyfive, che hanno pubblicato a cavallo
del capodanno il loro secondo album “In equilibrio”, che segue di
un paio di anni l'esordio Signs.
Il
gruppo di Pietra Ligure in 24 mesi scarsi ha sviluppato una notevole
maturità compositiva e melodica, creando una magia lunga quasi 60
minuti, con 9 pezzi (di cui uno rivisto anche in chiave acustica) che
meritano attenzione ed ascolti.
Musicalmente
il gruppo è arrivato a definire il proprio suono in modo
riconoscibile pur senza essere ripetitivo, un intreccio rock\pop affascinante
che gioca molto sul duello delle chitarre acustica\elettrica di
massimo e salvatore, con le tastiere di angelo ad avvolgere bene il
tutto. La sezione ritmica di gian e paolo chiude il cerchio dando
solidità e vigore.
La
voce di sara è poi un timbro di classe ed eleganza che pochi possono
permettersi.
Ma
è nei testi che i 4sixtyfive ingranano una marcia nuova.
Perchè
il discorso della musica curativa nasce e si sviluppa proprio dalle
parole presenti in queste canzoni. Testi che portano con loro un filo
conduttore che è appunto la catarsi: usiamo la musica per stare
meglio, per buttar fuori certe scorie che ci avvelenano, per chiudere
i conti con passati dolorosi, per razionalizzare viaggi non solo
fisici ma soprattutto mentali, per dire a tutti che siamo felici ed
innamorati.
L'idea
che emerge da questo album è che davvero la vita di un gruppo, se
vissuta con intensità e passione, può essere lenitiva.
Gruppo
come piccola comunità, nella quale portare le proprie riflessioni e
trasformarle in musica e canto, dove crescere come persone prima
ancora che come musicisti e dove trovare la spinta per andare avanti.
Massimo
e gian sono gli autori delle canzoni, ma è con l'aiuto della band
che queste hanno preso vita, come in una famiglia dove i ruoli e le
caratteristiche di ognuno contribuiscono al risultato finale,
l'apporto “in note e presenza” di tutti i componenti del gruppo
risulta decisivo.
Il
disco si apre con un pezzo da 90, anticipato, sul libretto del cd, da
una doverosa spiegazione, affinchè la metafora sia chiara.
Stranononamore,
scritto attaccato, per pronunciarlo di fretta e di un fiato, come le
cose di cui fa male parlare, non è un rapporto sentimentale andato
storto, bensì una riflessione su un periodo di fatica, dolore e
malattia che ha lasciato segni profondi, cicatrici e brutti ricordi,
tutti esorcizzati in una specie di lettera da inviare a questa “lei”
così cattiva, per giurarle che mai avrà “un briciolo di me”.
Già
da questo primo, bellissimo, pezzo si capisce quanto siano cresciuti
i 4sixtyfive, che lungo tutta la durata dell'album mantengono
comunque un livello davvero alto, con la novità, rispetto a SIGNS di
alcuni testi in italiano; proprio questi sono a mio avviso i punti di
forza del disco, perchè dimostrano la capacità di comporre con un
linguaggio diretto ma non banale, profondo ma non eccessivamente
criptico o “cerebrale”, un linguaggio che favorisce la
comprensione e l'immedesimazione dell'ascoltatore nei pezzi.
The
right destination, a cui è stato abbinato una sorta di video
documentario su un viaggio di scoperta e conoscenza, racconta appunto
di partenze, cambiamenti e della capacità di guardarsi dentro, se si
vuole andare lontani.
Luce
nuova invece parla di amore, di conoscenza, parla di arrivi
inaspettati nella propria vita, di passi che si è pronti a compiere,
una ballata dolce, come una coppia che in una piazza piena e
confusionaria riesce a ballare guardandosi negli occhi.
Questa
Notte racconta di momenti introspettivi e di pensieri su cui
fermarsi e da cui ripartire, ennesimo brano dove emerge lampante
quello che prima definivo come “il suono” dei 4sixtfive, mentre
There with you, guidata dal pizzicare delle corde ritorna sul
concetto del cambiamento e del mantenere certi affetti vicino a noi.
Da
In equilibrio è stato trato un video, girato in presa diretta
alla Mazzifactory dove il disco è stato inciso ed è un po' un sunto
delle tematiche dell'album: equilibrio come capacità di sopravvivere
dentro questo delirio, tra affetti, dolori, perdite e ripartenze e
luci, luci per trovare la soluzioni negli occhi delle persone che
contano davvero.
Anche
Che cosa siamo oggi noi è una riflessione dolceamara sul
rapporto di coppia, che fa il paio con Consapevole. In
entrambe emerge la voglia di voltare la pagina ed iniziare un nuovo
racconto, un cammino diverso, una destinazione più chiara ed una
scelta migliore. La seconda ha poi dalla sua un ritmo quasi swing che
potrebbe farne un ottimo secondo singolo\videoclip.
“Tornare
a sognare, imparare a guardare lontano, a leggere uno sguardo
apprezzando un rifiuto, a capire un amico sincero e partire”
Bellissima
e molto esplicativa del senso di questo disco è la frase che chiude
Your story, una strofa che racchiude forse l'essenza di questo
lavoro e di questa band.
La
possibilità, dentro una sala prove o seduti in cerchio a suonare, di
trovare una chiave di lettura al mondo che non ci renda amari e duri,
ma che ci dia la possibilità di conservare le nostre emozioni più
vere, belle o brutte che siano, per trasformarle in azioni concrete
che rendano migliore il nostro domani.
Un
gran bel disco davvero, ottimo, per chi ai primi di gennaio si pone
obbiettivi da raggiungere.
Per info:
FB: 4sixtyfive
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