sabato 16 gennaio 2016
Dagma Sogna - Prendo tempo (ormai è tardi)
Qualcuno dovrebbe dirglielo che non si fa.
Non è bello scrivere certi pezzi e spaccarti il cuore in due al punto da sentire le lacrime che prepotentemente ti salgono in viso.
Fanno tanto quelli brutti, sporchi e cattivi i Dagma sogna e poi ti ammazzano il pomeriggio con un brano del genere.
Adoro il loro EP Elefanti di nuvole, 4 pezzi che ho ascoltato a ripetizione e che parlano di rapporti tra le persone, di leggerezza cercata e desiderata, di dolore che si prova a perdere qualcuno, anche se magari nostro non lo è mai stato del tutto.
Questa è sempre stata la mia preferita, paracula il giusto, suonata con gusto, fottutamente radiofonica, con un testo che riassume le tematiche delle altre 3.
La voce di Alessandro che sale e scende come a sottolineare le emozioni del protagonista e la band dietro che con una linea melodica apparentemente semplice dimostra di poterne stratificare il suono grazie a tanta bravura.
Quel brutto ceffo di Davide poi, non ne parliamo, sempre con sti occhiali da ricercato ed il bicipite arrogante, che tocca i tasti e crea quel tappeto adatto agli struggimenti, mentre la chitarra di Daniele ad un certo punto se ne esce con un solo che è un bel vaffanculo al male e a chi ce ne fa.
Il video, che da sempre ho pensato fosse necessario per un pezzo simile, vede la telecamera girare intorno alla band ed ai protagonisti di una non-storia. Un movimento quasi da estraneo, che con discrezione racconta un addio, sofferto e difficile da accettare, reso ancora più duro dalla necessità di tenerlo nascosto, come nascosta era la relazione tra i due, mentre tutto intorno impazza la movidahahahaha no scusate lo hanno girato a Savona, mentre tutto intorno la gente ignara prosegue la sua vita.
In attesa di una recensione fatta finalmente bene alla loro musica, leggetevi l'intervista che Vera ha fatto a sti disgraziati nel numero 5 di Bibbia d'Asfalto - Poesia Urbana e Autostradale.
E diteglielo che non si fanno certe cose, che qui c'è gente sensibile.
Pensi che non sappia che domani te ne andrai
Non voltarti ormai
È troppo tardi
Per i rimpianti
Torna da lui così
Pensi che non sappia che poi dimenticherai
Me e tutti i miei guai
O i baci caldi
E i sogni infranti
Torna da lui così
Prendo tempo parlo lento sento che ci sei ma domani i miei vorrei, chiederanno dove sei.
Muovi lento il volto e le tue mani su di me
Ma domani non sarai
Che uno spazio perso ormai
Dentro me sarai una pioggia ormai è tardi
Pensi che non sappia che domani fingerai
Non sia stato mai
Con gli occhi stanchi
Guardando avanti
Di fianco a lui...
Così...
Un urlo silenzioso
Che arriverà da te
E che tu ascolterai
Parole che raccontano di noi
Di quello che anche se lo vuoi
Non vivremo mai...
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