giovedì 2 novembre 2017

Pro e contro di Spotify, secondo me





contro

fondamentalmente anche se so di raggiungere vette inesplorate di ipocrisia dicendo questo, a me fa molto strano il discorso che con 10 euro hai tutta la musica che vuoi (tutta, cazzo, tutta!).

Io ricordo da ragazzino, le 20mila lire mensili da dedicare all'acquisto di UN disco. UNO.

E dovevi sceglierlo bene, pensarci a fondo, e spesso dovevi decidere da solo, che in provincia le riviste specializzate non arrivavano sempre.
Avevi un colpo solo e doveva andare a segno, per forza.
Perchè non ne avresti avuto altri fino al mese successivo.

E quando lo sceglievi, tra l'altro tra una gamma di titoli ridotta perchè in provincia i negozi erano quello che erano, beh dovevi sfruttarle fino in fondo, le tue 20mila lire.

Quel disco, per giorni, settimane intere diventava l'ascolto principale, spesso l'unico.
Quel disco, 50\60 minuti, diventava il tuo mondo, una, tre, 5 volte al giorno.

E questo, aveva, tra le altre cose, l'effetto di farti entrare quel disco dentro, in profondità, le parole, il tono della voce, quelli più tecnici anche la qualità del suono e la bravura dei musicisti, tutto questo ti restava addosso, con la foga e l'intensità di chi in qualche modo doveva quasi giustificare a sé stesso i soldi spesi.

Chi ha passato quella fase, chi l'ha vissuta, specialmente da ragazzino, sono sicuro che quei dischi li sa ancora a memoria, tutti, da cima a fondo.

A me è capitato con due album di musicisti che adesso non ascolto più e che anzi, evito come la peste:
Blue's di Zucchero e Liberi Liberi di Vasco.
Li ho riascoltati tempo fa e sapevo ogni singola parola di ogni singola strofa di ogni singola canzone.

il cofanetto live di springsteen del 1986? pfffffffffff roba da matti guardate.

Qualche giorno fa su Facebook qualcuno ha citato la versione di The River contenuta su quel live ed io non solo mi ricordo le parole che introducevano il brano (di cui poi trovai la traduzione in italiano in un libro di MARIO CAPANNA), mi ricordo i momenti in cui il pubblico applaude, in cui si sente qualche urlo, o quando cala il silenzio dopo che bruce dice che non c'è motivo di applaudire se lui venne scartato dall'esercito.

Tutto questo per dire che, anche per via di un discorso economico, ma più in generale per una questione di scarsità di materia prima, quello che avevamo a disposizione lo facevamo rendere al 2000%.

Oggi mi accorgo che non faccio più così, primo perchè economicamente posso magari prendermi più di un album al mese, ma soprattutto, facciamo cadere sto velo ipocrita, perchè il percorso che dal registratore a doppia cassetta ha portato ai siti da cui scaricare l'inimmaginabile io l'ho fatto tutto e vi assicuro senza risparmiarmi.

E mi sono accorto che ho reagito come un bambino lasciato da solo in un negozio di caramelle, mi sono fiondato sulla qualunque, ricavandone magari non una indigestione, ma un accumulo seriale di dischi, artisti, gruppi a cui ho dedicato, nemmeno sempre, un unico ascolto.

E questo ha cambiato il mio approccio alla musica, purtroppo, perchè da avere una cartuccia al mese ho iniziato a poterne sparare quante ne volevo, e pure gratis. In questo modo ho svalutato sia il disco in sé, che la mia attenzione al disco stesso.

Direte, beh fatti tuoi.

Certo, però, guardandomi un po' intorno, credo che questa perdita di attenzione verso la musica, sia molto diffusa ed a lungo andare abbia avuto pesanti ripercussioni proprio sulla qualità della musica nuova.

Scendendo l'attenzione, scemando la passione con cui si leggevano i testi, si studiavano gli accordi, si approfondivano gli argomenti, è scesa anche la voglia dei musicisti di creare prodotti di qualità, è diminuito l'impegno, è scemata anche l'idea che dentro un disco uno potesse giocarsi (e salvare) la propria vita.

Chi crede più al fatto che si impari di più da un disco di 3 minuti che dalla scuola? (Con tutto che la scuola è in crisi eh)

In tutto questo discorso, Spotify magari non è la causa, ma è l'effetto più devastante.

Perchè quel mondo così misterioso, fatto di scoperte mensili, studi, ricerche, riviste, amici che avevano fratelli\sorelle più grandi che vivevano in posti lontanissimi tipo MILANO e portavano album nuovi, tutto questo, tutti i gruppi di ascolto perchè compravamo un disco in 5 e ce lo passavamo, tutto ciò oggi dista solo NOVENOVANTANOVE AL MESE!!!

MA SEI SCEMO????

Me lo dico da solo eh, tranquilli, lo so che l'idea di poter accedere a tutta la musica che si vuole, legalmente, al costo di quel benedetto album mensile sembra un paradiso e sotto certi aspetti forse lo è.

Però.

Però nella mia testa c'è qualcosa che non torna, specialmente, soprattutto, dal punto di vista degli autori.

Se la mia musica, mia di me, cantante esordiente che magari ho delle cose interessanti da dire e anche un bel modo di dirle, viene offerta insieme a TUTTA LA MUSICA DELL'UNIVERSO a 10 euro, che valore viene dato ai miei sforzi?

Se ormai viene legittimato il concetto che la musica è gratis o quasi, chi me lo fa fare di giocarmi dentro 7\8 canzoni? Chi ci crederà più al fatto che il suo prossimo disco gli cambierà la vita? 

Tutto questo porterà ad un costante abbassamento della qualità della musica, perchè chi si sbatterà per fare cose valide quando comunque non avrebbe nessun ritorno?

Poi, che è lunga.

Comodo, rapido, esaustivo, certo, ma cazzo, la soddisfazione di trovare QUELL'ALBUM dopo anni, ce la ricordiamo? L'avete mai provata? L'odore dei mercatini, dei negozietti polverosi, il male alle dita per l troppo movimento a far scorrere i vinili, ce li ricordiamo? Li avete mai provati?

A me sto concetto che la musica sia gratis disturba un po', anche se pensando ai soldi che ci ho speso e a quello che avrei potuto fare spendendoli diversamente mi scappa da ridere, però il concetto mi disturba, lo trovo, se estremizzato ed istituzionalizzato, sbagliato.

I pro.

Belin, su Spotify c'è tutto, davvero.

Il che mi fa pensare che se ormai ci sono tutti, su spotify, perchè mi devo fare degli scrupoli io?

Durante nemmeno metà del mese di prova ho spulciato ogni nome, ogni genere di quelli che ascolto, il blues anni 30\40, il punk, il garage-rock, gli esordienti, i gruppi anni 60 da una botta e via.

C'è tutto, cazzo. 

Segui artista ---> artisti simili ---> segui artista ---> artisti simili ---> segui artista ---> artisti simili ---> segui artista ho una libreria personale sul mio account che quel cesso a pedali del mio pc ci mette una vita a caricarmela

E ho aumentato di brutto gli ascolti, davvero.

Dice, la qualità del suono.

Giustissimo, sacrosanto.

però io a casa ascolto quasi sempre mp3 (e vinili) quindi audio dal pc certo, ma collegato all'impianto stereo, questo perchè non sono esperto di audiofilia, non ho i soldi per avere un bell'impianto (uso ancora quello che mi regalarono i miei a 16 anni) e, soprattutto, anni di ascolto in cuffia mi hanno regalato un bell'abbassamento dell'udito tipo che quando la gente mi parla io faccio fatica a capire, quindi di che alta fedeltà parliamo?

con l'abbonamento poi anche il discorso dell'ascoltare musica in giro, che ora risolvo grazie all'ipod (120 giga perchè sono bulimico anche in questo) ed al lettore mp3 nuovo che ascolta anche i flac, non sarebbe un problema

perfino la fase "ascolto in macchina" con spotify viene migliorata, perchè comunque in auto ascolto quasi sempre cd, però (e questo vale per ogni occasione), mi capita di aver voglia di un certo brano all'improvviso e non posso avere 200 cd a disposizione quindi ecco la comoda soluzione.

alla fine, degli artisti che davvero amo, mi mette male immaginare di non comprare più il cd e\o il vinile, ma alla fine quelli di cui sento il bisogno dell'oggetto concreto si conteranno sulle dita di una mano, massimo due.

Concludendo, se è vero che ritengo spotify molto dannoso, per i motivi suesposti, altrettanto penso di poter essere immune a tali contaminazioni, avendo ormai sviluppato per la musica una ossessione totale.

Vedremo.

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