giovedì 3 dicembre 2009

mi piace far canzoni e bere vino

Mio suocero fa il vino, rosso.

Un vino genuino, con la sua uva, che si prepara da solo giù in cantina.

Non è il vino della festa, non è quello che si tira fuori per le occasioni speciali, non strabilia, non sa di sottoboscofruttatoinunaserad'estatecontuttiigrillichecantanomentre tustaipensandoame.

no. è un vino semplice, da contadino.

Che messo in tavola tutti i giorni, nella quotidianità, serve, eccome.

E non tradisce, MAI.

Francesco Guccini, che di contadino ha parecchio, è così.

Tranquillo, con lui si va sul sicuro, sai benissimo cosa aspettarti, nessun effetto speciale, né numeri da circo, virtuosismi il giusto.

Poi ti può andare di culo, io nel 1988 l'ho visto ad Albenga nello stadio vicino alla caserma che quando è suonato il silenzio ha smesso di cantare e si è girato verso i militari che lo guardavano dal tetto della caserma e gli ha detto “l'ho fatto anche io, è solo sfiga”, poi mentre stava presentando una canzone ha visto una coppietta che si baciava e ha detto che se stavamo disturbando faceva uscire tutti; io nel 1990 l'ho visto che dopo la locomotiva ha suonato Johnny Be Goode, nel 1995 ho sentito l'avvelenata che erano anni che non faceva e la stessa sera ho sentito Tempera suonare al pianoforte una strofa di Ufo Robot con tutto il pubblico che cantava e Guccini che diceva che eravamo degli stronzi perchè con le sue canzoni non cantavamo così forte.


Di certo sai che non tradisce, MAI.


Quindi forti di questa convinzione i coniugi Calandriello si sono recati in quel di Genova, il 13 novembre scorso, per il loro 4° concerto di Guccini insieme (di cui 1 lo abbiamo visto insieme ma senza conoscerci ed uno lo abbiamo visto con la primogenita in panza).

E come tutte le altre volte, Guccini non ha tradito.


2 ore secche, inizio con Canzone per un'amica chiusura con La locomotiva.


Entra bello pienotto, ogni anno sembra più grosso, ce ne racconta due, si fa un bicchiere di vino (…) prende la chitarra e si parte.


Sai già che si starà seduti fino ad un certo punto (un buon 3\4 di concerto), sai che parlerà di politica, di vecchie storie, sai che ti farà ridere, sai che magari ti verrà voglia di alzare il pugno, che magari ti incazzerai, lo sai.


Però continui, continuiamo ad andarci, a Genova suona più o meno una volta ogni 2\3 anni, in più a sto giro non ha manco un disco nuovo da promuovere, sale su e fa i suoi classici, che ci sono, in buona parte.


Ci mette lì anche l'inedito che ancora non ha un titolo definito e definitivo, non si sa se il clown stia morendo o sia già morto, però la canzone è valida, una marcetta vagamente anni '50, la sua solita pungente ironia.


Che lui è un vecchio zio, uno di quelli che da giovane di minchiate ne ha fatte, quindi a te scapestrato non urlerà mai la sua disapprovazione, si limiterà a scuotere la testa e sorridendo e sbuffando un po' ti racconterà che lui certe cose le ha fatte, alla tua età, ma che poi passa, perchè “a 20 anni si è stupidi davvero, quante balle...”(cit.)


e zio francesco durante le sue due ore secche di concerto riesce come sempre ad entrare in sintonia con le diverse generazioni presenti, dalla coetanea che magari era già barricadera al tempo di Dio è morto, al ragazzotto che gli han detto che ai suoi concerti ci sono i rossi e lui mica ha capito e si è messo la felpona. Della Nike. E c'ha su un bel bottiglione di rosso, che ai concerti di zio francesco si beve. E si fuma. Eh si, si fuma perchè la legge anti fumo SACROSANTA l'ha fatta berlusconi quindi noi che siamo la sinistra che avanza lo fottiamo.


Ma piantiamola qui sennò di zio francesco non parlo e divago troppo e magari parlo anche della canzone per Giuliani... uuuuuuuuuuuuuhhhh la canzone per carlo, zio cane, bon dai, morta lì.


Quindi diciamo che NONOSTANTE il pubblico, zio francesco ci ha tenuto sottobraccio per un paio d'ore passando dalle prime canzonette che componeva “a gettone” a Don Chisciotte, a Dio che risorge, al bambino nel vento, al pazzo lanciato contro il treno.

Una prima parte dedicata alle canzoni “quasi e del tutto” d'amore, una seconda più politica.


Certo le scalette dei suoi concerti si assomigliano tutte, ma sta qui il discorso della quotidianità, non vai a vedere Guccini pensando di uscirne con la vita sconvolta da chissà quale illuminazione, vai sapendo benissimo cosa ti aspetta e te lo godi, come un buon rosso genuino.


Nel mezzo mentre stava parlando, si gira verso Vince Tempera (ufo robot, ed ho detto tutto), lo vede che si allontana a far chissà cosa ed al microfono gli urla “TempeVa dove cazzo vai?”. Amenità simili, due ore piacevoli, senza eccessive sorprese, voglio dire io l'ho visto sei volte e per sei volte ha iniziato con la tal canzone e per 6 volte ha finito con la tal altra. Ultimamente ha preso anche a scherzarci su sta cosa: “ed ora vi stupirò con la canzone di inizio” “e chiudiamo la serata con un inedito”, segno che col passar degli anni l'ironia migliora.


Come accade col buon vino.


Tipo quello di mio suocero. 

4 commenti:

Marta ha detto...

Io invece il mio primo e unico concerto del Guccio è stato otto mesi e mezzo fa, epperò ecco, sì, sopperisce all'aver mancato Sprinzi quest'anno. Non sapevo niente, no: mi son preparata con Folk Beat e Radici che già stavano in casa, e un pezzo della Live Collection; poi son andata là, era una palestra ed ero seduta su uno dei seggiolini laterali in mezzo alla famiglia riunita.

Poi ha fatto Don Chisciotte.

Che non conoscevo, ma mentre la faceva io intuivo si chiamasse Don Chisciotte. Embè, son caduta come una pera cotta.

(PS: Ma a proposito, quel discorso su di lui e Sprinzi? Me è curiosa!)

il Cala ha detto...

ciao marta, anche a genova ha suonato don chisciotte, lui era don chisciotte, flaco biondini era sancho panza, bellissima canzone!
a che discorso su lui e bruce ti riferisci?

Marta ha detto...

Non mi ricordo più in quale topo a un certo punto eri saltato fuori con "mo' parte il confronto con Guccini", ma poi la cosa è caduta lì. Se ti va di scriverci qualcosa a me fa piacere leggerlo, anche perché da subito quando mi sono istruita su Guccio ho avuto l'istinto che su certe cose fossero abbastanza vicini, ma più che a intuizione non so argomentarlo.

il Cala ha detto...

http://ilcala.blogspot.com/2008/08/ballando-al-buio-nelle-osterie-di-fuori.html
tel chi, frutto di una telefonata delirio di ore 2 con un ragazzo di roma nell'inverno 2001