Nelle trattorie di paese spesso viene trascurato il dettaglio, magari manca un po' di eleganza, la tovaglia è lisa e consunta, ma i piatti, beh i piatti sono sempre e comunque almeno eccezionali.
Piatti gustosi, ben conditi, ricchi di sapori conosciuti a cui aggiungere però un pizzico di novità e sorpresa.
La Trattoria di Loris Dalì ci accoglie così, arredamento spoglio, ma tanto calore ed un sacco di buone idee per cucinarci una cena coi fiocchi.
Scimpanzè ci racconta storie e personaggi talmente surreali da essere, ahimè, reali, veri, tristemente quotidiani. Con sarcasmo ed ironia, con dolcezza e perfino un tocco di romanticismo.
Loris canta, declama e recita, calandosi perfettamente nei personaggi che racconta ed interpreta sia il manager farabutto, l'ubriaco o il barbone, tutti protagonisti delle vite che ci tocca vivere e con cui ci tocca avere a che fare, ogni giorno, in strada, a casa, sul lavoro, nei cosiddetti rapporti sociali.
I quadretti domestici del marito che torna a casa dopo aver bevuto troppo e, probabilmente sempre lo stesso, che spera in una serata un po' diversa con la moglie ci raccontano quelle piccole storie intime e tristi che non è facile rendere interessanti o che forse sono così comuni a tutti noi, da renderle immediatamente riconoscibili e con le quali anche se controvoglia, non possiamo che identificarci.
L'ironia con cui invece affronta temi più generali e "politici" ci aiuta a ridere dei potenti e dei forti, diminuendone così forza e potenza, come fece il bambino davanti all'imperatore in mutande; benvengano quindi le risate e l'amara constatazione delle priorità "curiose" di noi italiani.
Facciamo la rivoluzione, cantando un pezzo dei Modà: ecco una sintesi fantastica di questi nostri giorni spesi davanti ad uno schermo, pronti ad indignarci con un colpo di mouse, ma ben attenti a non approfondire mai nemmeno un poco gli argomenti di cui ci dichiariamo esperti.
Sono diversi i riferimenti che collegano Loris Dalì alla tradizione dei cantautori sarcastici e velenosi italiani, da Rino Gaetano ai più recenti e sopravvalutati dalla pochezza dei concorrenti Mannarino e Brunori.
Bisogna anche sottolineare che quando Dalì si siede al pianoforte e intona "Se dovessi morire adesso" la vena artistica perde ogni ironia e trasforma questa triste ballata in un agrodolce riflessione sulla vita, completata dall'inevitabile seguito "Funerale", che non risparmia considerazioni caustiche sull'ipocrisia di certi momenti e contiene pure un coro da chiesa di tutto rispetto.
In conclusione, Scimpanzè è davvero un bel disco, amaro, divertente, ben sonato e ben cantato, che ci presenta un artista originale e che con qualche attenzione in più ai luoghi comuni popolari e populisti avrà sicuramente ancora parecchio da dire e da cantare.