venerdì 29 maggio 2015

L'uomo con la barba (Bruxelles, 29 maggio 1985)



L'uomo con la barba, grida aiutami
intorno a lui gambe, mani, braccia
l'uomo con la barba grida aiutami
sopra di lui il sole diventa ancora più rosso
come le bandiere dei suoi assassini, come il sangue dei suoi amici
come gli occhi di chi guarda e guarda e piange e guarda
attorno a lui il caldo diventa freddo
la gioia, disperazione
lo sport, morte
l'uomo con la barba grida aiutami
ed a casa la gente non sa
la gente non capisce
l'uomo con la barba grida aiutami
ed un bambino attende con impazienza
ha tra le mani un pallone
regalo del suo papà, che attende con lui
ha tra le mani un pennarello nero
su cui scrive questa data così importante
speriamo che sia festa
speriamo che sia vittoria
2.9.5.1.9.8.5.
il bambino scrive e aspetta
a bruxelles la gente muore
a bruxelles la dignità muore
la dignità di corpi straziati
di braccia spezzate
di fiato che non riesce ad uscire
di volti neri, lividi, gonfi
a bruxelles muore lo sport
la voglia di fare festa
muore schiacciata da barbari
muore schiacciata da inetti
muore schiacciata da uomini a cavallo
mandati lì in assurda parata
ad ostentare forza ed organizzazione
a dimostrare l'altrui idiozia
crolla un muro, una transenna
crolla il senso umano del pudore
e l'uomo con la barba grida aiutami
aiuta questa gente che non capisce perchè
davanti ad un campo da calcio
sta perdendo la vita
l'uomo con la barba grida aiutami
da 30 anni grida aiutami
e la gente continua a parlare
(i moralisti del quartiere
che misurano la propria giustezza
nei metri di distanza dall'area di rigore)
e si sente migliore di chi alza la coppa
come se a qualcuno interessasse il paragone
ed intanto 30 anni dopo
il bambino guarda lo schermo
davanti all'uomo con la barba
cercando senza trovare un senso
davanti all'uomo con la barba che grida aiutami

mercoledì 27 maggio 2015

Alla terza ed alla quarta ora





Tra le tante cose buffe ed impensabili che mi stanno capitando, quella di stamattina potrebbe vincere il primo premio.

Infatti oggi sono tornato alle superiori.


No, non mi hanno richiamato come alunno a causa di qualche casino scoppiato per chissà cosa e che aveva invalidato la mia prestigiosa maturità scientifica raggiunta con un brillante 36\60, mica siamo in un film con ambra e luca e paolo eh.

No, peggio.


Oggi insieme alla mia amica Vera Libertà, vera di nome e di fatto, dato che lei è VERAMENTE poetessa, sono andato all'Istituto Professionale per Grafici di Savona a parlare con due classi prime di poesie.

Delle mie poesie.


Sentitevi liberi di ridere, anche di ridere fortissimo, perchè vi assicuro che io ho comunque riso più forte.

Ma tant'è.


Conosciuta ad una manifestazione, la prof. Claudia ci aveva chiesto di aiutarla in questo suo tentativo di spiegare ai ragazzi la poesia o quantomeno di fargliela apprezzare.



I ragazzi delle due classi hanno letto e commentato con noi alcune nostre poesie, addirittura una delle due classi aveva già letto le nostre poesie ieri e aveva pronte alcune domande ed approfondimenti.

Insomma, una roba clamorosa, che ci ha visto seduti alla cattedra, anche se solo per modo di dire, per provare a spiegare ai ragazzi come mai scriviamo, perchè lo facciamo e come, soprattutto come lo facciamo.


E la cosa più fantastica di tutto questo è stato vedere come alcuni di loro leggessero tra le righe cose che né io né Vera avevamo pensato o inteso mentre le scrivevamo.



Un momento incredibilmente gratificante, sentirsi considerati ed apprezzati, addirittura interpretati, è stato meraviglioso, fin quasi stranente, perchè davvero vedere le cose che scrivo proiettate su uno schermo e commentate a scuola fa parte di una serie di cose che mai e poi mai avrei immaginato potessero accadermi.



Invece è successo e a parte l'aver scelto me, credo che insegnanti come Claudia, che parlano di poesia a ragazzi non sicuramente facili, vadano elogiate per il coraggio e la passione che mettono nel loro lavoro. 



La poesia come forma d'arte non è sicuramente la più diffusa ed io stesso oggi ho ammesso tranquillamente di aver letto più libri di poesie in questi 6 mesi che nei restanti 41 anni e fischia della mia vita.

Però, se davvero si crede al valore artistico della poesia, ecco che portarla nelle scuole, con esempi e testimonianze, può mantenerla viva e farla riscoprire ai ragazzi, che spesso non vanno oltre i superclassici delle scuole medie.


Gli alunni delle due prime hanno colpito nel segno, hanno fatto domande appropriate, hanno chiesto senza timore, hanno mostrato molto più interesse di quanto pensassi.



Partire da cose scritte da me per arrivare a concetti come solidarietà o catarsi, confrontarmi sul perchè si scriva di più quando si è tristi, sono stati momenti davvero, ma davvero gratificanti.



E quindi niente, mettiamo tutte queste cose da parte, come tesori da conservare, come regali da assaporare piano piano, senza sprecarne nemmeno un po'. 



"Volevo chiedervi se siete mai stati famosi" (cit.)

lunedì 25 maggio 2015

Montagna: femminile plurale - Irene Borgna & Giacomo Pettenati



Come diceva Guccini? Ah si, Non starò qui a cercare parole che non trovo, giusto, bravo guccio.
Non starò qui a fingere di parlare di una cosa che mi piace, perchè in realtà non mi piace granchè e soprattutto sarei tutto meno che credibile come testimonial.
La montagna, le rocce, le catene innevate, il rumore dei passi, la vetta.
Niente, non mi hanno mai conquistato.
421232918 anni di scoutismo, gite, camminate, rifugi, ma nulla.
Io sono un tipo orizzontale, sia come andamento che come, spesso, posizione.

E quindi, come faccio a parlarvi bene di sto libro?
lo faccio perchè, fondamentalmente sono un debole e quindi da 7\8 anni le nostre vacanze estive le passiamo, tu pensa, in montagna.
Borghi sperduti, alloggi in borgate semideserte, rioni dimenticati da Dio.
La storia che bisogna far cambiare aria alle bambine funziona sempre e quindi alè, occitania, val maira, val gesso, una scappata un anno in valtellina.

Una settimana disintossicante che onestamente, a parte gli scherzi, serve eccome, un po' di quiete, aria buona, cibo genuino, niente traffico e tanta tanta pace.
Ma, temibile, all'interno di ogni settimana in montagna, ecco immancabile LA GITA.
Camminata per rifugi che capirete bene con due bambine di 6 e 9 anni mica può essere chissà che scarpinata, ma ahimè, sufficiente a spaccarmi in due come una statua antica di fronte ad un commando dell'isis.
La prima volta che la sperimentai vi dico solo che luvi aveva 3 anni ed io scappai per evitare di portarla sull'apposito zaino, lasciando l'incombenza a mia moglie.
Al sesto mese di gravidanza.
Ok, come premessa, per eliminare ogni possibilità che mi pensiate esperto di montagna direi che basta, no?

Lo scorso agosto, nella nostra settimana, abbiamo conosciuto Irene, che ci ha fatto da guida in una gita all'alpeggio, camminata di un'oretta, per raggiungere appunto una famiglia di pastori che d'estate salgono su col gregge per 2\3 mesi.
Le mie figlie si sono innamorate all'istante di Irene, specialmente Luvi che fresca di ingresso negli scout assorbiva ogni sua parola con espressione estasiata, tempestandola di domande ed in breve eleggendola a sua divinità delle vette.
Dopo 25 metri le aveva già entrambe per mano.
Io dopo 37 ho visto la madonna con delle piantine di genepi.

Ma sto libro, a parte tutto, è proprio bello, perchè il contesto non è certo il mio ideale, ma le storie che Irene e Giacomo raccontano vale la pena conoscerle; storie di donne che contro ogni logica hanno deciso di trasferirsi in montagna e trovare lì il modo per vivere, non limitandosi a sopravvivere.

Montagna che da tanto, ma che chiede altrettanto ed in anticipo, vita dura, sacrifici, rinunce, delusioni, tanto silenzio ma alla fine l'acquisizione di una forza imbattibile.

Si legge nelle pagine di Irene l'amore e l'ammirazione verso queste donne, dovuto soprattutto al fatto che lei stessa ne fa parte, giovane coraggiosa e determinata che parte dal mare e sale in alto, col sorriso bello e felice che le ho visto per tutta la giornata passata assieme, il sorriso di chi tra contratti a termine e mille lavoretti mai sicuri, è però nel proprio ambiente naturale di cui è innamorata.

Le pagine di Giacomo invece sono ricche di uno stupore inevitabile, per chi spesso non si aspetta di trovarsi di fronte a persone del genere.

Un libro che va via veloce come un cerbiatto su una scarpata (ommadonna), ma che ti conquista subito, perchè ti immerge in un mondo duro e quindi reale, ma te ne fa intuire la stupefacente bellezza.

Irene scrive meravigliosamente bene, con ironia e con la capacità di trasmettere le sue emozioni e le sue aspirazioni, i suoi scarponi la porteranno sicuramente in alto.



domenica 24 maggio 2015

Una piuma a babilonia - Redent Enzo Lomanno



C'è qualcosa di tremendo e allo stesso tempo consolatorio nei versi di enzo.

Come se qualcuno ci avesse portato dentro un involucro sicuro ad assistere ad un cataclisma e noi vivessimo contemporaneamente il terrore e la consapevolezza della nostra fortuna, nell'essere al sicuro.
Consapevolezza però che non deve lasciarci dormire sui cosiddetti allori, perché la babilonia nella quale enzo si immagina, non è così lontana ed il nostro involucro, forse, non è così sicuro.

Durezza, una durezza che non fa sconti e che non sfiora mai il paraculismo, a babilonia non si fanno prigionieri e le rime sono affilate, velenose, spigolose, feriscono e colpiscono duro; ma esiste, forse una via d'uscita.

Leggo, nelle poesie di enzo, la voglia di salvarsi, la voglia di portare in salvo da questo girone dantesco che ci ostiniamo a chiamare vita, gli affetti, gli sguardi, le persone care.
Per quanto abusato, il termine metropolitano calza a pennello ad enzo ed alla sua arte, così pregna di asfalto, segnacci di incidenti vecchi e nuovi, ma così desideroso di portarci altrove.

sabato 23 maggio 2015

Siren - The Row




Vengono da Pesaro e sembrano però cittadini del mondo, soprattutto di un mondo musicale a forti tinte metalliche, senza però dimenticare alcuni capisaldi del rock melodico.
I Siren sono all'esordio con l'album “The Row” ma dimostrano già un buon affiatamento e doti interessanti; i pezzi del disco sono variegati e denotano una certa apertura mentale che evita loro facili etichette e costringe, piacevolmente sia chiaro, noi ascoltatori ad un ascolto attento, per cogliere le diverse sfumature della loro musica. 

Un progetto a quanto pare nato sui banchi di scuola, che Jack, Mark e Marcus frequentavano assieme, magari con la testa rivolta a chitarre, batterie e microfoni come strumenti di autodeterminazione più efficaci dei libri di testo.

La linea la tracciano chitarra e batteria, che disegnano trame semplici, ma assolutamente coinvolgenti, all'interno delle quali comunque si evidenziano le doti dei musicisti e del cantante Samuel, dotato di corde vocali potenti ed espressive.

Riff energici, sezione ritmica che picchia duro ed una voce evocativa; i ragazzi hanno le carte in regola per fare strada e non sembrano intimoriti nel proporre una musica a volte difficile da catalogare.

Track 92 inizia calma, come il brano quasi gotico che apre l'album (Swan Tale), poi esplode in un continuo inseguirsi tra chitarra e batteria mentre Samuel cita senza timore i Linkin Park; Dr. Saint sembra suonata da una versione metal dei Depeche Mode, mentre Mission è un delizioso quanto improbabile mix tra i Rem ed i Talking Heads.

I Siren hanno le idee chiare e la capacità di spaziare in diversi generi, il che crea un mix sempre interessante e mai banale, come ad esempio possiamo trovare in Love is Gone, che ha una struttura molto rock e richiami al pop-punk o a quello che ne sarebbe se dato in mano ad esempio ai primi Guns'n'Roses.

La mia preferita è Roger Sabbath, con quel riffone che ti si attacca addosso dopo mezzo secondo e ti scaraventa dalle parti di Ozzy e Toni Iommi, ma che dal nulla ti spiazza con inserti elettronici.

Chiude Falling Down, con fruscio da vecchio giradischi e violini gotici in apertura, prima della partenza a razzo delle chitarre; brano anthemico, che deve più di qualcosa agli Scorpions dei primi anni e che dimostra il grande amore della band per l'heavy metal, ballatone comprese.

Un esordio sicuramente degno di nota quello della band marchigiana, che ha al suo arco frecce importanti ed ampi margini di miglioramento; la vita on the road e l'esperienza live saranno assolutamente fondamentali per portare avanti con ancora maggio chiarezza un discorso musicale interessante e che può regalare davvero molte soddisfazioni ai Sirens

venerdì 22 maggio 2015

Come Don Chisciotte - Seconda Puntata



Giovedì 21 Maggio è andata in onda la seconda puntata di Come Don Chsciotte il mio programma di musica in onda su Radio Gazzarra

Ecco le canzoni ascoltate:

  1. doctor krapula presente – doctor krapula
  2. milk and alcohol – dr. feelgood
  3. too rolling stoned – robin trower
  4. still sitting tight – apologies, I have none
  5. heartbreak hotel – elvis presley
  6. un pugno nel muro – geddo
  7. keep on walking – dana fuchs
  8. in viaggio con alice – pianochepiove
  9. personal jesus – mama bluegrass band
  10. se vedi la mia ragazza – teen agers
  11. cannibal – buster pointdexter
Ed ecco il link per ascoltare il programma in streaming


(per chi volesse scaricare la puntata in mp3 ed ascoltarla offline, cliccate su "ascolta con il tuo player" poi cliccate col tasto destro del mouse sul tasto Play e "salva audio come")

Ci "sentiamo giovedì 4 giugno!!!

martedì 19 maggio 2015

Nessuno uscirà vivo di qui (La sconvolgente biografia di Jim Morrison) - Jerry Hopkins & Danny Sugerman



Io ho un problema con i Doors.
Anzi, più che altro, ho un problema con Jim Morrison.

Non che non mi piaccia la loro musica, non sono un fan accanito, ma "le basi" ce l'ho insomma.
Relativamente ai dischi dei Doors, anni fa, avevo provato a sviluppare una mia teoria, incompiuta ed abbastanza inconcludente, che in parole povere diceva:
la cosa che mi lascia perplesso dei Doors è la eccessiva differenza tra i loro "classici" e i restanti pezzi. 
Nel senso che tra The end, When the Music's Over e via cantando e i brani meno noti c'è un abisso, mi mancano i pezzi che dentro un disco magari non spiccano, ma che danno continuità ed aggiungono valore.
Un buon centrocampo, di gente magari senza piedi eccelsi, ma che tira la carretta e porta acqua, in attesa del colpo da maestro dei fuoriclasse.

Si, lo so, non è chiarissima, come teoria.
Però di fondo resta il fatto che i brani dei Doors, per me se dividono in bellissimi ed insignificanti.

Jim Morrison, invece.

La fase Jim Morrison credo sia una tappa obbligata dell'adolescenza. Arrivi ad un punto in cui il suo alone di misticismo e maledizione ti attrae, ti coinvolge, fino a quando riesci a guardarlo con un po' più di distacco e ne prendi le distanze.

Il Mito Jim Morrison di solito è abbinato alle prime sbronze, alle prime esperienze con le droghe, ai primi sballi.
Una volta filtrato tutto questo, cosa resta di Mister Mojo Risin?
Un artista valido, validissimo, ma schiacciato dalla sua stessa sopravvalutazione e dal suo ego, dalla fragilità della sua psiche e dal "mostro" che aveva creato.
Un poeta? Si, sicuramente un uomo tormentato ed ossessionato dalla poesia, dalla morte e dal fascino perverso nel giocare con entrambe.
Oggi a 40 anni suonati e a + di 43 anni dalla sua scomparsa, è forse più semplice rivalutare l'opera dei Doors e di Morrison come poeta, senza l'alone di cui sopra, senza il contesto sixties, senza lo scandalo ed il punto di rottura che innegabilmente i doors rappresentarono per l'epoca.

Cazzi duri fasciati in pantaloni di pelle, padri da uccidere e madri da scopare, incitamento alla rivolta e "faro" per una generazione, una botta non indifferente per l'epoca, che questo libro non chiarisce se costruita ad arte o genuino prodotto della mente visionaria di un poeta

Libro che gioca su questa ambiguità, limitando molto gli aspetti puramente musicali del gruppo (ci sta, è un libro su Morrison non sui Doors), ma lasciando a mio avviso troppo spazio alle bizze "da artista maledetto" del cantante.

Un viaggio interessante nella parabola umana ed artistica di Morrison, un libro da cui si capisce la folle corsa all'autodistruzione di Morrison, ma che avrei apprezzato di più se avesse dato più visibilità al lato oscuro, alla depressione, alla tristezza che si nascondeva dieto quei capelli lunghi.

Invece a tratti sembra un elenco di alcolici, altre un elenco di donne da portarsi a letto, altre ancora un mercatino della droga.

Quando uscì il film di oliver stone, la visione mi colpì forte, del resto ero nell'adolescenza di cui dicevo prima, ma ricordo che ascoltai alcune critiche proprio sugli stessi argomenti, come se da un punto di vista commerciale, tirasse di più il Morrison tossico, ubriaco ed infedele che l'artista in senso stretto.

Sia lui che il gruppo, a mio avviso meritano ben altro.

lunedì 18 maggio 2015

B.B. King e gli U2: quando l'amore venne in città



Mi perdoneranno i puristi del blues, ma B.B. King è entrato nella mia vita grazie ad un bootleg degli U2.
Ma non un bootleg qualunque, no.
IL bootleg, quello che nonostante i millemila live che ho a casa ancora oggi mantiene incontrastato la palma del più ascoltato.
Cassetta, cd, mp3, in qualunque modo, con o senza i commenti degli speaker radiofonici.
B.B. King per me è "nato" con quella serata, con Bono che prima presenta la sua Orchestra, con la quale esegue una spettacolare Angel of Harlem, poi lo chiama sul palco, definendolo "Blues Monster" e lui entra in When love comes to town con Lucille e quel suono inarrivabile.
Certo, oggi per me B.B. King non è più solo "quello del capodanno a dublino", ma è significativo che alla notizia della sua scomparsa la prima cosa che mi sia venuta in mente sia stata proprio il breve discorso che lui e bono fecero verso la fine di When Love Comes to Town e soprattutto che me lo ricordassi perfettamente a memoria.
Un inno all'amore, alla tolleranza, alla concordia, pochi minuti dopo essere entrati in un nuovo decennio e con la forza che solo il gruppo più in voga del momento poteva dare ad un messaggio simile.
La carriera, quantomeno da un punto di vita commerciale, di B.B. King venne benedetta da quei duetti, che lo fecero arrivare a tanti che come me si affacciavano alla storia della musica grazie a gruppi contemporanei come gli U2 ma volevano anche guardarsi indietro.
E nelle mie serate in compagnia di quel concerto, la parte in cui B.B. King faceva lo spelling di L.O.V.E. era tra le più emozionanti e coinvolgenti.
Ci deve essere temo un qualche segnale abbastanza chiaro se nel giorno in cui è mancato B.B. King, gli U2 hanno iniziato il loro nuovo tour (a sostegno di un album che non sono mai riuscito ad ascoltare per intero) con una rovinosa caduta di The Edge dal palco.
Il gruppo che in quel concerto del capodanno 1989 mi aveva letteralmente stregato, suonerà in autunno in italia e la cosa mi lascia del tutto indifferente, mentre l'omone nero che dal palco di dublino ci aveva lasciato una ricetta contro la tristezza se ne è andato.

Ran into a juke joint when I heard a guitar scream, 
The notes were turning blue when I fell into a dream
As the music played I saw my life turn around 
That was the day before love came to town. 

sabato 16 maggio 2015

Come Don Chisciotte - Prima Puntata



Giovedì 7 maggio, alle ore 22.30 è andata in onda su Radio Gazzarra la prima puntata del mio programma "Come Don Chisciotte".

Abbiamo ascoltato un po' di buona musica e ho spiegato cosa mi piacerebbe che accadesse durante questa trasmissione.
Ecco le canzoni trasmesse ed il link per ascoltarle in streaming:
  1. thunder road - bruce springsteen
  2. don chisciotte . francesco guccini
  3. psycokiller - talking heads
  4. light up your mind - baby woodrose
  5. su la testa - fratelli di soledad
  6. the abc's of love - frankie lymon and the teenagers
  7. voice of a generation gap - my name
  8. she loves me - james mc murtry
  9. il quartiere della follia - luca rovini
  10. beatiful loser - bob seger
prossima puntata giovedì 21 maggio sempre alle ore 22.30!

giovedì 14 maggio 2015

Caffè, bar, skytg24 ed altre storie




Eh nulla, stamattina ebbro di emozione scendo e noto che nel bar sotto casa stanno trasmettendo il tg di sky TU PENSA proprio al punto in cui parlano di sport.
Quindi perchè non fermarmi un secondo?

Così mentre mi godo le immagini di ieri sera, il simpatico avventore vestito con una divisa da lavoro di una nota azienda di pulizia e decoro urbano il cui nome, formato da due parole, finisce per AMBIENTE ed inizia per "di champions" guarda il barista e gli fa "eh, alla fine hanno pareggiato eh, mica hanno vinto!!!"

il barista, cinese gentilissimo educatissimo e operosissimo, ma dal vocabolario italiano di massimo 50 parole (di cui almeno una tra birra e moretti l'ha imparata grazie a me) fondamentalmente se sbatte i coglioni della champions e di berlino, quindi mantiene il suo sorriso impassibile causato principalmente dal fatto che non sta capendo un cazzo di quello che gli ha detto.

Io capisco che la situazione sta volgendo al peggio, mi guardo attorno in cerca di una via d'uscita, simulo i crampi alla lichsteiner, chiedo il cambio, urlo TEMPO ARBITRO, TEMPO CAZZO, ma niente, l'ineluttabile accade.

L'omino fosforescente consapevole che il barista non se lo incula si gira da me e fa: eh, mica han vinto 3 o 4 a zero eh!!!!

Le nubi si fanno minacciose, tuoni in lontananza, stormi di uccelli neri, come esuli pensieri nel vespero migrar, il bar pian piano si svuota, la vecchia che caga la pensione nelle macchinette esce di corsa urlando "l'italia agli italiani!!!", salta la luce per fare pace la felicità.
Rimaniamo soli, io e lui.

Musica in sottofondo
Mi guarda
Lo guardo
Mi guarda
Lo guardo

entra morricone e dice: la finite di guardarvi che devo fare la colonna sonora???

mi schiarisco la voce e dico: tempi duri per voi antijuventini eh? dai, che mercoledì prossimo vi rifate.

Poi sono andato a lavorare.

mercoledì 13 maggio 2015

il pagellone - aprile

Zac Brown Band - Jekyll + Hyde: 5



William Elliott Whitmore - Radium Death: 7



Tom Pacheco - Boomtown: 7



Southern Whiskey Rebellion - Acquisition of perception: 6,5



Faith No More - Sol Invictus: 8



Willie Nile - The Bottom Live Archives: 8



Jesse Malin - New York before the war: 5



Beth Hart - Better than home: 8



Hayward Williams - The reef: 7,5



Luca Casali & The Roots Band - Time to smile: 7



The Tallest Man on Earth - Dark bird is home: 7



Francesco D'Acrì - Over the covers: 7,5



Sufjan Stevens - Carrie and Lowell: 7,5