lunedì 28 febbraio 2011
28 febbraio - message in a bottle
message in a bottle - the police (certifiable - live)
domenica 27 febbraio 2011
l'amico è
Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica italiana e la grande
Giamahiria araba libica popolare socialista
PREAMBOLO
La Repubblica Italiana e la Grande Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista, qui di seguito
denominati “le Parti", consapevoli dei profondi legami di amicizia tra i rispettivi popoli e del
comune patrimonio storico e culturale;
decise ad operare per il rafforzamento della pace, della sicurezza e della stabilita, in particolare
nella regione del Mediterraneo;
impegnate, rispettivamente, nell'ambito dell'Unione Europea e dell'Unione Africana nella
costruzione di forme di cooperazione ed integrazione, in grado dì favorire l'affermazione della pace,
la crescita economica e sociale e la tutela dell'ambiente;
ricordando l'importante contributo dell'Italia al fine del superamento del periodo dell'embargo nei
confronti della Grande Giamahiria;
tenendo conto delle importanti iniziative già realizzate dall'Italia in attuazione delle precedenti
intese bilaterali;
esprimendo la reciproca volontà di continuare a collaborare nella ricerca, con modalità che saranno
concordate tra le Parti, riguardante i cittadini libici allontanati coercitivamente dalla Libia in epoca
coloniale;
ritenendo di chiudere definitivamente il doloroso "capitolo del passato", per il quale l'Italia ha già
espresso, nel Comunicato Congiunto del 1998, il proprio rammarico per le sofferenze arrecate al
popolo libico a seguito della colonizzazione italiana, con la soluzione di tutti i contenziosi bilaterali
e sottolineando la ferma volontà di costruire una nuova fase delle relazioni bilaterali, basata sul
rispetto reciproco, la pari dignità, la piena collaborazione e su un rapporto pienamente paritario e
bilanciato;
esprimendo, pertanto, l'intenzione di fare del presente Trattato il quadro giuridico di riferimento per
sviluppare un rapporto bilaterale "speciale e privilegiata", caratterizzato da un forte ed ampio
partenariato politico, economico e in tutti i restanti settori della collaborazione;
hanno convenuto quanto segue:
Capo I
PRINCIPI GENERALI
Articolo 1
Rispetto della legalità internazionale
Le Parti, nel sottolineare la comune visione della centralità delle Nazioni Unite nel sistema di
relazioni internazionali, si impegnano ad adempiere in buona fede agli obblighi da esse sottoscritti,
sia quelli derivanti dai principi e dalle norme del diritto Internazionale universalmente riconosciuti,
sia quelli inerenti al rispetto dell'Ordinamento Internazionale.
Articolo 2
Uguaglianza sovrana
Le Parti rispettano reciprocamente la loro uguaglianza sovrana, nonché tutti i diritti ad essa inerenti
compreso, in particolare, il diritto alla libertà ed all'indipendenza politica. Esse rispettano altresì il
diritto di ciascuna delle Parti di scegliere e sviluppare liberamente il proprio sistema politico,
sociale, economico e culturale.
Articolo 3
Non ricorso alla minaccia o all'impiego della forza
Le Parti si impegnano a non ricorrere alla minaccia o all'impiego della forza contro l'integrità
territoriale o l'indipendenza politica dell'altra Parte o a qualunque altra forma incompatibile con la
Carta delle Nazioni Unite,
Articolo 4
Non ingerenza negli affari interni
1. Le Parti si astengono da qualunque forma di ingerenza diretta o indiretta negli affari interni o
esterni che rientrino nella giurisdizione dell'altra Parte, attenendosi allo spirito di buon vicinato.
2. Nel rispetto dei principi della legalità internazionale, l'Italia non userà, ne permetterà l'uso dei
propri territori in qualsiasi atto ostile contro la Libia e la Libia non userà, né permetterà, l'uso dei
propri territori in qualsiasi atto ostile contro l'Italia.
Articolo 5
Soluzione pacifica delle controversie
In uno spirito conforme alle motivazioni che hanno portato alla stipula del presente Trattato di
Amicizia, Partenariato e Cooperazione, le Parti definiscono in modo pacifico le controversie che
potrebbero insorgere tra di loro, favorendo l'adozione di soluzioni giuste ed eque, in modo da non
pregiudicare la pace e la sicurezza regionale ed, internazionale.
Articolo 6
Rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali
Le Parti, di comune accordo, agiscono conformemente alle rispettive legislazioni, agli obiettivi e ai
principi della Carta delle Nazioni Unite e della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo.
Articolo 7
Dialogo e comprensione tra culture e civiltà
Le Parti adottano tutte le iniziative che consentano di disporre di uno spazio culturale comune,
ispirandosi ai loro legami storici ed umani. Le iniziative suddette si ispirano ai principi della
tolleranza, della coesistenza e del rispetto reciproco, della valorizzazione e dell'arricchimento del
patrimonio comune materiale e immateriale nel contesto bilaterale e regionale.
Capo II
CHIUSURA DEL CAPITOLO DEL PASSATO E DEI CONTENZIOSI
Articolo 8
Progetti infrastrutturali di base
1. L'Italia, sulla base delle proposte avanzate dalla Grande Giamahiria e delle successive discussioni
intervenute, si impegna a reperire i fondi finanziari necessari per la realizzazione di progetti
infrastrutturali di base che vengono concordati tra i due Paesi nei limiti della somma di 5 miliardi di
dollari americani, per un importo annuale di 250 milioni di dollari americani per 20 anni.
2. Le aziende italiane provvederanno alla realizzazione di questi progetti previo un comune accordo
sul valore dì ciascuno.
3. La realizzazione di questi progetti avverrà nell'arco di 20 anni secondo un calendario temporale
che verrà concordato tra le due Parti, libica ed italiana.
4. I fondi finanziari assegnati vengono gestiti direttamente, dalla Parte italiana.
5. La Grande Giamahiria rende disponibili tutti i terreni necessari per l'esecuzione delle opere senza
oneri per la Parte italiana e le aziende esecutrici.
6. La Grande Giamahiria agevola la Parte italiana e le aziende esecutrici, nel reperimento dei
materiali accessibili in loco e nell'espletamento di procedure doganali e di importazione esentandole
dal pagamento di eventuali tasse. I consumi di energia elettrica, gas, acqua e linee telefoniche
saranno pagati con l'esenzione delle tasse.
Articolo 9
Commissione Mista
1. E' istituita una Commissione Mista paritetica, costituita da componenti designati dai rispettivi
Stati. La Commissione Mista individua le caratteristiche tecniche dei progetti dì cui al precedente
Articolo e stabilisce l'arco temporale complessivo e le cadenze di realizzazione dei progetti, nel
quadro degli importi di ordine finanziario contenuti nello stesso articolo.
2. La Gran Giamahiria si impegna a garantire, sulla base di specifiche intese a trattativa diretta con
società italiane, la realizzazione in Libia, da parte delle stesse, di importanti opere infrastrutturali,
progetti industriali ed investimenti. I progetti vengono realizzati ai prezzi da concordare fra le Parti.
Queste imprese, secondo le consuetudini esistenti, contribuiscono in maniera volontaria alle opere
sociali ed alla bonifica ambientale nelle zone ove realizzano i loro progetti.
La Gran Giamahiria si impegna, inoltre, ad abrogare tutti i provvedimenti e le norme regolamentari
che imponevano vincoli o limiti alle sole imprese italiane.
3. La Commissione Mista individua, su proposta della Parte libica, le opere, i progetti e gli
investimenti di cui al paragrafo 2, indicando per ciascuno tempi e modalità di affidamento e di
esecuzione.
4. La conclusione ed il buon andamento di tali intese rappresentano le premesse per la creazione di
un forte partenariato italo-libico nel settore economico, commerciale, industriale e negli altri settori
ai fini della realizzazione degli obiettivi indicati in uno spirito di leale collaborazione.
5. La Commissione Mista ha il compito di verificare l'andamento degli impegni di cui all'Articolo 8
e al presente Articolo e redige un processo verbale periodico che faccia stato degli obiettivi
raggiunti o da raggiungere in relazione agli obblighi assunti dalle Parti contraenti.
6. La Commissione Mista segnala ai competenti Uffici degli Affari Esteri delle due Parti eventuali
inadempienze, proponendo ipotesi tecniche di soluzione.
Articolo 10
Iniziative Speciali
L'Italia, su specifica richiesta della Grande Giamahiria, si impegna a realizzare le Iniziative Speciali
sotto riportate a beneficio del popolo libico. Le Parti concordano l'ammontare di spesa complessivo
per la realizzazione di tali iniziative ed affidano ad appositi Comitati Misti la definizione delle
modalità di esecuzione delle stesse ed il limite di spesa annuale da impegnare per ognuna di esse ad
eccezione delle borse di studio di cui al punto b).
a) La costruzione in Libia di duecento unità abitative, con siti e caratteristiche da determinare di
comune accordo.
b) L'assegnazione di borse di studio universitarie e post-universitarie per l'intero corso di studi a un
contingente di cento studenti libici, da rinnovare al termine del corso di studi a beneficio di altri
studenti. Con uno scambio di lettere si precisa il significato di rinnovare, per assicurare la
continuità.
c) Un programma di cure, presso Istituti specializzati italiani, a favore di alcune vittime in Libia
dello scoppio di mine, che non possano essere adeguatamente assistite presso il Centro di
Riabilitazione Ortopedica di Bengasi realizzato con i fondi della Cooperazione italiana,
d) Il ripristino del pagamento delle pensioni ai titolari libici e ai loro eredi che, sulla base della
vigente nominativa italiana, ne abbiano diritto,
e) La restituzione alla Libia di manoscritti e reperti archeologici trasferiti in Italia da quei territori
in, epoca coloniale: il Comitato Misto di cui all'articolo 16 del presente Trattato individua i reperti e
i manoscritti che saranno, successivamente, oggetto di un atto normativo ad hoc finalizzato alla loro
restituzione.
Articolo 11
Visti ai cittadini italiani espulsi dalla Libia
La Grande Giamahiria si impegna dalla firma del presente Trattato a concedere senza limitazioni o
restrizioni di sorta ai cittadini italiani espulsi nel passato dalla Libia i visti di ingresso che gli
interessati dovessero richiedere per motivi di turismo, di visita o lavoro o per altre finalità.
Articolo 12
Fondo sociale
1. La Grande Giamahiria si impegna a sciogliere l'Azienda Libico-Italiana (ALI) e a costituire
contestualmente il Fondo Sociale, utilizzando i contributi già versati dalle aziende italiane alla
stessa.
2. L'ammontare del Fondo Sociale sarà utilizzato per le finalità che sono state previste al punto 4
del Comunicato Congiunto italo-libico del 4 luglio 1998 per avviare la realizzazione delle Iniziative
Speciali, di cui all'articolo 10 lettere b) e c) del presente Trattato, fino a concorrenza di tale
ammontare. In particolare, potranno essere finanziati progetti di bonifica dalle mine e
valorizzazione delle aree interessate, programmai di cura in favore di cittadini libici danneggiati
dallo scoppio delle mine, nonché altre iniziative a favore dei giovani libici nel settore della
formazione universitaria e post-universitaria, sino ad esaurimento del credito del Fondo Sociale.
Quindi continuerà il finanziamento dalla Parte italiana, in attuazione del Trattato.
3. A tal fine, è istituito un Comitato Misto paritetico per la gestione dei Fondo Sociale secondo le
modalità previste dal Comunicato Congiunto.
4. Definite le modalità di gestione dell'ammontare già costituito del Fondo Sociale e le iniziative da
finanziare, le due Parti considerano definitivamente esaurito il Fondo Sociale.
Articolo 13
Crediti
1. Per quanto riguarda i crediti vantati dalle aziende italiane nei confronti di Amministrazioni ed
Enti libici, le Parti si impegnano a raggiungere con uno scambio di lettere una soluzione sulla base
del negoziato nell'ambito del Comitato Crediti.
2. Con il medesimo scambio di lettere, le Parti si impegnano a raggiungere una soluzione anche per
quanto riguarda gli eventuali debiti di natura fiscale e/o amministrativa di aziende italiane nei
confronti di Enti libici.
CAPO III
NUOVO PARTENARIATO BILATERALE
Articolo 14
Comitato di Partenariato e consultazioni politiche
1. Le due Parti imprimono nuovo impulso alle relazioni bilaterali politiche, economiche, sociali,
culturali e scientifiche ed in tutti gli altri settori, con la valorizzazione dei legami storici e la
condivisione dei comuni obiettivi di solidarietà tra i popoli e di progresso dell'Umanità.
2. Nel desiderio condiviso di rinsaldare ì legami che le uniscono, le due Parti decidono la
costituzione di un Partenariato all'altezza del livello di collaborazione e coordinamento cui
ambiscono sui temi bilaterali e regionali e sulle questioni internazionali di reciproco interesse. A
tale scopo, le due Parti decidono quanto segue:
a) una riunione annuale del Comitato di Partenariato, a livello del Presidente dei Consiglio dei
Ministri e del Segretario del Comitato Popolare Generale, da tenersi alternativamente in Italia e in
Libia;
b) una riunione annuale del Comitato dei Seguiti, a livello del Ministro degli Affari Esteri e del
Segretario del Comitato Popolare Generale per il Collegamento Estero e la Cooperazione
Internazionale, da tenersi alternativamente in Italia e in Libia, con il compito di seguire l'attuazione
del Trattato e degli altri Accordi di collaborazione, che presenterà le proprie relazioni al Comitato di
Partenariato. Qualora una delle Parti ritenga che l'altra Parte abbia contravvenuto ad uno qualsiasi
degli impegni previsti dal presente Trattato, richiederà una riunione straordinaria del Comitato dei
Seguiti, per un esame approfondito e al fine di trovare una Soluzione soddisfacente.
c) il Comitato di Partenariato adotta tutti i provvedimenti necessari all'attuazione degli impegni
previsti dal presente Trattato e le due Parti si adoperano per la realizzazione dei suoi scopi;
d) lo svolgimento di regolari consultazioni tra altri rappresentanti delle due Parti.
3. Il Ministro degli Affari Esteri e il Segretario del Comitato Popolare Generale per il Collegamento
Estero e la Cooperazione Internazionale, ricevuta la segnalazione di cui all'Articolo 9 comma 6, si
adoperano per definire una soluzione adeguata.
Articolo 15
Cooperazione negli ambiti scientifici
Le due Parti intensificano la collaborazione nel campo della scienza e della tecnologia e realizzano
programmi di formazione e di specializzazione a livello post-universitario. Favoriscono a tal fine lo
sviluppo di rapporti tra le università e tra gli Istituti di ricerca e di Formazione dei due Paesi.
Sviluppano ulteriormente la collaborazione nel campo sanitario e in quello della ricerca medica,
promuovendo i rapporti tra enti ed organismi dei due Paesi.
Articolo 16
Cooperazione culturale
1. Le due Parti approfondiscono i tradizionali vincoli culturali e di amicizia che legano i due popoli
ed incoraggiano í contatti diretti tra enti ed organismi culturali dei due Paesi. Sono altresì facilitati
gli scambi giovanili e i gemellaggi tra città ed altri enti territoriali dei due Paesi.
2. Le due Parti danno ulteriore impulso alla collaborazione nel settore archeologico. In tale ambito è
altresì esaminata, da un apposito Comitato Misto, la problematica concernente la restituzione alla
Libia di reperti archeologici e manoscritti.
Le due Parti collaborano anche ai fini della eventuale restituzione alla Libia, da parte di altri Stati,
di reperti archeologici sottratti in epoca coloniale.
3. Le due Parti agevolano, sulla base della reciprocità, l'attività rispettivamente dell'Istituto Italiano
di Cultura a Tripoli e dell'Accademia Libica in Italia.
4. Le due Parti concordano sulla opportunità di rendere le nuove generazioni sempre più
consapevoli delle conseguenze negative generate dalle aggressioni e dalla violenza e si adoperano
per la diffusione dì una cultura ispirata ai principi della tolleranza e della collaborazione trai Popoli.
Articolo 17
Collaborazione economica e industriale
1. Le due Parti promuovono progetti di trasferimento di tecnologie e di collaborazione industriale,
con riferimento anche a iniziative comuni in Paesi terzi.
2. Sviluppano la collaborazione nei settori delle opere infrastrutturali, dell'aviazione civile, delle
costruzioni navali, del turismo, dell'ambiente, dell'agricoltura e della zootecnia, delle biotecnologie,
della pesca e dell'acquacoltura, nonché in altri settori di reciproco interesse, favorendo in particolare
lo sviluppo degli investimenti diretti.
3. Esse sostengono le PMI e la costituzione di società miste.
4. Le due Parti si adoperano per concordare entro breve una Intesa tecnica in materia di
cooperazione economica, scientifica e tecnologica nel settore della pesca e dell'acquacoltura e
favoriscono Intese analoghe tra altri Enti competenti dei due Paesi.
Articolo 18
Collaborazione energetica
1. Le due Parti sottolineano l'importanza strategica per entrambi i Paesi della collaborazione nel
settore energetico e si impegnano a favorire il rafforzamento del partenariato in tale settore.
2. Attribuiscono particolare rilievo alle energie rinnovabili ed incoraggiano la cooperazione tra enti
ed organismi dei due Paesi, sia sul piano industriale che su quello della ricerca e della formazione.
Articolo 19
Collaborazione nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico
di stupefacenti, all'immigrazione clandestina
1. Le due Parti intensificano la collaborazione in atto nella lotta al terrorismo, alla criminalità
organizzata, al traffico di stupefacenti e all'immigrazione clandestina, in conformità a quanto
previsto dall'Accordo firmato a Roma il 13/12/2000 e dalle successive intese tecniche, tra cui, in
particolare, per quanto concerne la lotta all'immigrazione clandestina, i Protocolli di cooperazione
firmati a Tripoli il 29 dicembre 2007.
2. Sempre in tema di lotta all'immigrazione clandestina, le due Partì promuovono la realizzazione di
un sistema di controllo delle frontiere terrestri libiche, da affidare a società italiane in possesso delle
necessarie competenze tecnologiche. Il Governo italiano sosterrà il 50% dei costi, mentre per il
restante 50% le due Parti chiederanno all'Unione Europea di farsene carico, tenuto conto delle
Intese a suo tempo intervenute tra la Grande Giamahiria e la 'Commissione Europea.
3. Le due Parti collaborano alla definizione di iniziative, sia bilaterali, sia in ambito regionale, per
prevenire il fenomeno dell'immigrazione clandestina nei Paesi di origine dei flussi migratori.
Articolo 20
Collaborazione nel settore della Difesa
1 Le due Parti si impegnano a sviluppare la collaborazione nel settore della Difesa tra le rispettive
Forze Armate, anche mediante la finalizzazione di specifici Accordi che disciplinino lo scambio di
missioni di esperti, istruttori e tecnici e quello di informazioni militari nonché l'espletamento, di
manovre congiunte.
2. Si impegnano altresì ad agevolare la realizzazione. di un forte ed ampio partenariato industriale
nel settore della Difesa e delle industrie militari.
3. In tale ambito, l'Italia sosterrà nelle sedi internazionali la richiesta della Libia di indennizzi per i
danni subiti da propri cittadini vittime dello scoppio delle mine e per la riabilitazione dei territori
danneggiati, con tutti gli Stati interessati.
Articolo 21
Collaborazione nel settore della non proliferazione e del disarmo
Le due Parti si impegnano a proseguire e rinsaldare la collaborazione nel settore del disarmo e della
non proliferazione delle armi di distruzione di massa e dei relativi vettori e ad adoperarsi per fare
della Regione del Mediterraneo una zona libera da tali armi, nel pieno rispetto degli obblighi
derivami dagli Accordi e Trattati internazionali in materia.
Articolo 22
Collaborazione parlamentare e tra Enti locali
Le due Parti favoriscono lo sviluppo di rapporti tra il Parlamento italiano ed il Congresso Generale
del Popolo della Grande Giamahiria, nonché tra gli Enti locali, nella consapevolezza della loro
importanza per una più intensa ed approfondita conoscenza reciproca.
Articolo 23
Disposizioni finali
1. Il presente Trattato, nel rispetto della legalità internazionale, costituisce il principale strumento di
riferimento per lo sviluppo delle relazioni bilaterali. Esso è sottoposto a ratifica secondo le
procedure costituzionali previste dall'ordinamento di ciascuna delle Parti ed entra in vigore al
momento dello scambio degli strumenti di ratifica.
2. Il presente Trattato sostituisce il Comunicato Congiunto del 4 luglio 1998 e il Processo verbale
delle conclusioni operative del 28 ottobre 2002, che pertanto cessano di produrre effetti.)
3. A partire dal corrente anno, il giorno del 30 Agosto viene considerato, in Italia e nella Grande
Giamahiria, Giornata dell'Amicizia italo-libica.
4. Il presente Trattato può essere modificato previo accordo delle Parti. Le eventuali modifiche
entreranno in vigore alla data di ricezione della seconda delle due notifiche con le quali le Parti si
comunicano ufficialmente l'avvenuto espletamento delle rispettive procedure interne.
27 febbraio peg-o-my heart (bruce springsteen alla voce)
peg-o-my heart - dropkick murphys & bruce springsteen (going out in style)
12-dropkick murphys-peg o my heart by albertocalandriello72
sabato 26 febbraio 2011
26 febbraio - this fuckin' job
Or for that matter, it'd be so hard
But it's the livin' and learnin'
It makes the difference
It makes it all worthwhile
It makes it all worthwhile
this fuckin' job - drive by truckers (the big to do)
venerdì 25 febbraio 2011
25 febbraio - goodbye daughters of the revolution
Open your eyes and see your solution.
goodbye daughters of the revolution - black crowes (warpaint live)
giovedì 24 febbraio 2011
24 febbraio - radio nowhere
radio nowhere - bruce springsteen (magic)
mercoledì 23 febbraio 2011
un mare di cazzate
Ha 27 anni e due splendidi grandi occhi azzurri, che ti dimostrano subito quanto sia dolce, quanto sia forte e soprattutto quanto poco abbia ancora capito di cosa le è successo e a maggior ragione di cosa poteva succederle.
nè lei nè sua mamma lo hanno ancora razionalizzato fino in fondo, come potrebbe essere diversamente?
quindi i suoi bellissimi occhi azzurri mentre la collega le parlava ogni tanto si perdevano, annebbiati da chissà quali terribili pensieri.
però è viva, forte e a parte il groviglio di fili e tubi, tutto sommato in buona forma.
ovviamente guardandola non potevo non pensare che avrei potuto esserci io, o la collega che lavora nell'ufficio di fianco al suo, o chiunque altro operi in certi settori, al suo posto.
nel frattempo la lettera scritta con i colleghi ha avuto un certo spazio sulla stampa locale.
Su La Stampa di savona è riportata in modo integrale, in un riquadro che attira l'attenzione, su un paio di siti anche, a parte qualche accorciamento.
Sul Secolo XIX è stata tagliuzzata ed unita ad altre prese di posizione, dell'ordine professionale, dei sindacati, dell'assessore regionale.
La cosa interessante dei siti web locali, che hanno riportato la notizia ed i successivi interventi, sono i commenti dei lettori.
Ad esempio, la lettera di noi colleghi assistenti sociali, ha ricevuto un buon numero di commenti.
Giudice (Redattore virtuale) ha detto il 22 febbraio 2011 alle 15:52
e adesso csa pensa che diranno i “suoi” figli ? Forse sarebbe satato meglio bere di meno e riflettere di più. La società e zeppa di gente del genere. Bevono e diventano aggressivi. Bisogna che qualcuno gli insegni a vivere.
oddio, lungi da me il voler aizzare la caccia all'uomo, purtroppo non serve farlo a posteriori, ma a caldo è comprensibile dire una cosa del genere
lui la plume (Mr. Valore aggiunto) ha detto il 22 febbraio 2011 alle 17:00
“”"”assistenti sociali: “Etichettati come quelli che portano via i bambini” “”"”"
In effetti questa “”"e’ “” l’opinione diffusa ….
sarebbe opportuna una verifica … una operazione atta a modificare questa opinione …. che e’ veramente una prima impressione molto diffusa.
bravo lui la plume, questo non è il probblema principale, soprattutto adesso, ma di certo servirebbe qualcosa che facesse passare un'idea diversa del nostro lavoro.
grazie, valore aggiunto.
Orazio (Attivo e partecipativo) ha detto il 22 febbraio 2011 alle 18:48
Purtroppo ho sotto gli occhi tutti i giorni un episodio che conferma questa etichetta. Una madre “adeguata” quindi normale, con un lavoro, una casa ed amore da dare a sua figlia, definita invece inadeguata dai servizi sociali, ed una povera bambina costretta a vivere con le suore senza sapere quando potrà tornare da sua mamma. Intanto la bambina sta regredendo e da evidenti segni di disagio a causa di questa situazione. Entrerà tra poco in età adolescenziale e se le autorità non prenderanno provvedimenti, la bimba certamente sarà segnata per tutta la vita. Intanto Giudici e Dott. a fine giornata timbrano e vanno a casa. Ovviamente gli assistenti sociali possono essere anche degli ottimi professionisti, ma sono uomini e sono soggetti ad errori di valutazione, un po di coscienza e meno superficialità quando decidono, non guasta.
ahia orazio, ce l'ha sotto agli occhi? e come fa a definire "adeguata" una persona? che strumenti usa? chi le ha dato la competenza per farlo?
più coscienza e meno superficialità, certo. Anche un goccio di privacy, che pure a lei non guasterebbe dai.
freeholly9 (Redattore virtuale) ha detto il 22 febbraio 2011 alle 20:05
Orazio è giusto che casi come quello che dici tu (che non conosco,parlo per sentito dire) vengano portati in un tribunale e che a quegli operatori che si dimostrano incapaci vengano tolte tutte le mansioni.
Si studia per diventare assistenti sociali, ed in qualche modo sono una figura professionale.
Se commettono degli errori devono essere sottoposti a controlli rigidi più che mai,visti i casi delicati che sono costretti a trattare.
Ma questa storia trascende dal senso dell’argomento: l’operatrice è stata aggredita da uno squilibrato e merita tutto il sostegno e non queste polemiche inutili, inutili in questa sede sia chiaro!
freeholly parla anche lui per sentito dire, ma almeno lo ammette.
ma del resto noi assistenti sociali IN QUALCHE MODO siamo una figura professionale, certo non in senso vero e proprio eh, noi valiamo un cazzo però decidiamo al posto dei giudici quali bambini portar via, certo freeholly, bravo
PALOMBO17 (Lettore Attento) ha detto..
il 22 febbraio 2011 alle 22:26
a perchè nn à cosi??????provato sulla mia pelle…una vita rovinata da sta gente del piffero…16 anni in istituti,vi basta????e mia madre nn era ne tossica ne alcolizzata….era sl una ragazza madre!!!!vivono sulle disgrazie altrui sta gente….credetemi!!!!
palombo17, ha passato 16 anni in istituti.
vi basta?
beh la sua era una ragazza madre, che fino a 8\10 anni prendevano un contributo mensile dalla provincia, poi abolito.
che io sappia di per sè lo status di ragazza madre non è MAI stato sufficiente a giustificare provvedimenti come quelli che racconta palombo17
quindi magari c'è anche il caso che palombo17 dica qualche mussa come diciamo in liguria o dimentichi dei pezzi.
la cosa importante però è che passi il messaggio che gli a.s. vivono sulle disgrazie altrui.
in effetti oggi ho controllato la mia busta paga e sulle disgrazie altrui ho molte meno trattenute che sull'IRAP, chissà i colleghi che si occupano solo di minori, beati loro!
ah, dimenticavo: che cazzo sono i test psicologici IN ITINERE???
Esperienza personale ( non a Savona ) mi dice che gli A.S. sono spesso usati da genitori in lite tra di loro e che , purtroppo, sono i figli a farne le spese. Ho trovato molta superficialità nel documentarsi e molta iniziativa autonoma nel gestire, male, certe situazioni senza chiedere aiuto e consiglio al Tribunale sia Civile che quello dei Minor, unici che possono dare le direttive di comportamento, peccando di presunzione.
signor pirastu, Lei che è un lettore attento, mi spiega cosa vuol dire che gli a.s. sono usati dai genitori? si confonde mica con S.O.S. TATA? visto che deplora la superficialità e la presunzione di noi a.s., potrebbe:
- essere più preciso nel dire cosa intende per "iniziativa autonoma"
- capire che i tribunali non danno nè aiuto nè consiglio agli a.s., bensì UN MANDATO a svolgere indagini e relazioni, che poi a loro volta valutano; quindi che gli a.s. sono SUPER PARTES e che rispondono di quanto relazionato direttamente al tribunale?
e chiudiamo in bellezza con:
Quoto di nuovo Orazio, è sucesso anche a me. Il gesto nn si giustifica in nessun modo, ci mancherebbe… però… ci sono tanti però…
però... tanti però... tipo? ne dica uno bobby dai, dall'alto dell'anonimato, cara la mia testa di cazzo, abbia il coraggio di dire che è contento che sia successo, anzi, che le dispiace che non sia morta, dai, esca le palle se ce le ha, su, se lo meritava? magari la prossima volta i colleghi a.s. staranno più attenti? magari visto che INQUALCHEMODO siamo una figura professionale questa cosa ci salverà dalle fiamme dell'inferno dove bruceremo in eterno per colpa della nostra superficialità? noi arroganti e drogati, eh, è questo che pensa?
qui trovate TUTTI I COMMENTI, anche quello (unico) a favore della categoria.
mi hanno detto in molti che devo essere più diplomatico, hanno ragione.
da oggi manderò la gente a fare in culo dando del Lei.
23 febbraio - pane e coraggio
da una terra che ci odia, ad un'altra che non ci vuole
Ero forestiero e mi avete accolto (cit.)
pane e coraggio - ivano fossati (lampo viaggiatore)
martedì 22 febbraio 2011
macete
è viva perchè l'aggressore non le ha beccato la giugulare ma la scapola.
è viva per 4 massimo 5 centimetri
ieri sera parlando con una amica e collega, abbiamo deciso di scrivere una lettera che in qualche modo evidenziasse il nostro disagio e le nostre difficoltà in un momento dove alle domande che solitamente ci rivolgono i nostri utenti, rispondiamo tutti con un "no, purtroppo non ci sono le risorse necessarie".
di questo terribile episodio, mi preme sottolineare la positività di aver trovato l'adesione in mezza giornata di tutte le colleghe e tutti i colleghi del territorio che va da andora a finale ligure.
di seguito le riflessioni che attualmente sono riportate da un paio di siti locali di news.
Di fronte al gravissimo episodio che ha coinvolto l'assistente sociale Veronica Meinero, noi suoi colleghi dei Distretti Socio-sanitari finalese ed albenganese, nello stringerci con affetto a Lei ed ai suoi cari, riteniamo fondamentale far emergere una riflessione sulle condizioni di lavoro in cui troppo spesso ormai ci troviamo ad operare.
Se già la nostra professione comporta un certo rischio a causa del contatto con utenti spesso aggressivi, se già la nostra professione ancora oggi a 60 anni dalla sua comparsa in Italia viene semplicisticamente etichettata come “quelli che fanno del bene” o nelle ipotesi peggiori “quelli che portano via i bambini”, se già la nostra professione ha dovuto lottare 50 anni per ottenere la dignità di una laurea che dimostrasse che per fare gli assistenti sociali non basta “essere brave persone”, non possiamo non evidenziare come il pesante disinvestimento politico sul Welfare ci veda non solo, come sempre, in prima linea, ma spesso utilizzati come estremo parafulmine per scelte votate al disinteresse ed alla marginalità della materia del “welfare state”.
Abbiamo da sempre amato e cercato di onorare il nostro ruolo di ponte tra la parte politica e la cittadinanza, ma attualmente la crisi internazionale e le pesantissime ripercussioni sui servizi sociali ci rendono troppe volte facili bersagli di strali ed accuse, se non di atti ben peggiori.
Certo, si dirà, l'aggressore di Veronica ha perso la testa non per un contributo negato, ma per aver perso la patria potestà, ma quante persone aggressive, potenzialmente pericolose, addirittura armate in modo rudimentale potrebbero un domani reagire allo stesso modo di fronte all'ennesimo, inevitabile rifiuto, all'ennesima comunicazione che i fondi non sono sufficienti o sono proprio esauriti? Non vogliamo cedere a questo ricatto, ma chiediamo di essere tutelati nella nostra posizione di frontiera, nel nostro ruolo che sempre più a sproposito viene caricato di responsabilità non nostre riguardanti l'utilizzo e la presenza di risorse da destinare ai nostri servizi.
Esprimiamo con forza il bisogno urgente di legittimazione da parte dei nostri referenti politici, non solo a livello locale, affinché sia chiaro che non sono gli assistenti sociali che tagliano i contributi e magari anche che non tolgono a nessuno la patria potestà, come è stato erroneamente scritto in riferimento ai drammatici fatti di Cairo.
Esprimiamo con forza la necessità di tutela giuridica e fisica, soprattutto nei servizi più a rischio, specialmente in situazioni recidive, come purtroppo è quella della Val Bormida.
Chiediamo ai cittadini di approfondire un minimo chi è e cosa fa davvero un assistente sociale, di andare oltre ai pregiudizi ed i luoghi comuni, in modo da capire che la nostra professione lavora PER LA SOCIETÀ TUTTA, lavora per il benessere e la serenità di tutti.
Auguriamo alla collega Veronica la più pronta guarigione, nella speranza che possa presto tornare a svolgere il suo lavoro e nella speranza che episodi come quelli di cui è stata vittima non si ripetano mai più.
22 febbraio - shuffle your feet
When everything is going down
nothing seem to feel same
no one seem to know my name
no one seem to go my way
nonostante tutto, buona giornata
shuffle your feet - black rebel motorcycle club (howl)
lunedì 21 febbraio 2011
il fantasma di tom joad (terza parte)
la seconda parte la trovate qui
di Marco Puglioli
“Furore” [titolo originale: “The Grapes of Wrath”, USA 1940] non può essere confrontato con i film precedenti principalmente per due ragioni. La prima è l’anno di produzione, il 1940, in cui ai fantasmi della crisi che hanno caratterizzato gli anni precedenti si sostituiscono quelli di una guerra, già scoppiata in Europa e prossima a toccare anche l’America. La seconda è il genere del film: non più una commedia brillante, come nel caso de “L’impareggiabile Godfrey”, né un film drammatico/sentimentale come in “L’angelo Azzurro”: “Furore” è un film drammatico a sfondo storico. La pellicola inizia con il ritorno nella sua casa dell’Oklahoma di Tom Joad (Henry Fonda), figlio maggiore di una famiglia di contadini con vasti possedimenti terrieri, dopo aver scontato quattro anni di carcere per l’omicidio di un uomo, che, ubriaco, lo aveva minacciato con un coltello. Arrivato a casa, non trova più nessuno: solo un uomo, che lo avvisa che i Joad si sono trasferiti dallo zio di Tom, e che ben presto se ne dovranno andare anche da lì. “La colpa” - aggiunge l’uomo - “è del vento, che spazza il grano, la terra, gli uomini.” Raggiunta la grande famiglia, Tom scopre che è nelle intenzioni di tutti partire per la California, dove, stando alla pubblicità di alcuni volantini, il lavoro nei frutteti abbonda; viceversa, nell’Oklahoma e in tutte le grandi pianure orientali i cosiddetti “Dustbowl”, le grandi tempeste di sabbia provocate da decenni di tecniche agricole inappropriate e dalla mancanza di rotazione delle colture, si sommano agli effetti della crisi di sovrapproduzione, impoverendo milioni di contadini. La mattina della partenza, opponendosi all’euforia generale, nonno Joad decide di rimanere in Oklahoma: “Questa è la mia terra, e io non me ne vado. Vale poco ma è mia. Tutta mia.” Alla famiglia non resta altro che sedare il nonno e partire, tutti stipati in un furgoncino, alla volta della California. Arrivati in California, nella valle si San Joquin, dopo un rocambolesco viaggio lungo la Route 66, nel quale perdono la vita nonno Joad e la moglie, la situazione appare differente. Un poliziotto avvisa la famiglia che non c’è lavoro, e che gli Okies – così venivano chiamati gli immigrati provenienti dall’est – devono soggiornare in una baraccopoli fuori città. Durante una rissa nella baraccopoli, una donna viene ferita a morte dalla polizia: Tom, in preda all’ira, stordisce un poliziotto. Al suo posto, però, si consegna alla polizia Casy (John Carradine), ex predicatore che si era unito ai Joad per il viaggio. I Joad decidono tuttavia di abbandonare il campo: si trasferiscono presso il “Keene Ranch”, dove trovano lavoro – seppure sottopagato – e un alloggio temporaneo. Fuori dal ranch, Tom ritrova Casy, ricercato perché sfuggito alla polizia. Durante un’imboscata Casy viene ucciso da una guardia, ma Tom, colpito a una guancia, lo vendica. La madre di Tom (Jane Darwell, premiata con l’Oscar), venuta a conoscenza dei fatti, decide di scappare con tutta la famiglia verso un campo braccianti gestito dal ministero dell’agricoltura. Le condizioni del campo statale sono completamente diverse da quelle dei ranch privati: è netto l’appoggio alla politica presidenziale. Nel campo, infatti, completamente autogestito, non ci sono guardie, c’è l’acqua corrente e gli attacchi alla linea elettrica e al sabato sera nella piccola piazza si festeggia e si balla: si tratta di una vera e propria oasi di pace. Tom viene però informato di essere stato individuato nuovamente dalla polizia che alla prima occasione utile procederà all’arresto. Egli è costretto nuovamente a fuggire: questa volta però, andando contro i pareri e i consigli della madre, da solo.
E così, dopo il sublime dialogo (riportato in pagina 2) Tom abbandona la famiglia. Il film si chiude sul monologo di Ma Joad, che ricorda alla famiglia che “I ricchi arrivano e muoiono, e i loro figli non sono forti, e non ce la fanno. Ma noi rimaniamo. Noi siamo il popolo. Noi sopravviviamo. Non ci possono eliminare, non ci possono sconfiggere. Noi esisteremo per sempre, perché siamo il popolo!”
In molti hanno criticato questo finale, perché imposto al regista e differente da quello del libro. Nel romanzo, infatti, dopo la fuga di Tom, Rosa Tea, figlia più piccola dei Joad rimasta incinta, perde il figlio subito dopo il parto. Senza pensarci troppo, però, offre il proprio latte materno a un vagabondo prossimo a morire di fame. Rosa Tea, così, che sembrava l’unica della famiglia chiusa nel proprio egoismo derivato dall’imminente maternità, si riscatta con l’atto più alto e nobile di solidarietà di tutto il libro.
I Joad, nonostante la disgregazione del nucleo familiare, da sempre temuta dalla madre – che, in una scena, minaccia con la manovella d’avvio del furgoncino chi ha proposto l’idea di dividersi - , nonostante le ripetute umiliazioni subite e le sconfitte umilianti sopportate, riescono a mantenere intatta la propria dignità. Di fronte agli aguzzini dell’est e agli sfruttatori dell’ovest, i Joad escono vinti, ma mantengono la propria personalità, la propria anima. Si pensi, ad esempio, ai campi di concentramento nazisti, non temporalmente lontani dagli anni in cui è ambientato il film, dove l’obiettivo era eliminare l’uomo come individuo, facendo in modo che i deportati si odiassero tra di loro, desiderando l’uno la sconfitta dell’altro in cambio della propria salvezza. In “Furore”, invece, sono numerosissimi gli episodi di solidarietà tra i vagabondi e verso di loro.
Il dialogo finale di Tom, inoltre, rivela l’unione di tutti gli uomini, il senso comune di fratellanza che permette a ogni anima di sentirsi come parte di una grande anima umana, senza chiudersi egoisticamente in se stessa. Lo stesso tema, la solidarietà tra tutti gli uomini come punto di forza per un nuovo inizio, si trova anche ne “L’impareggiabile Godfrey”: quando Godfrey e Tony tornano a visitare la Hooverville, il maggiordomo racconta all’amico che un uomo, proprietario di una banca, per non far rimettere i risparmi ai propri clienti, ha perso ogni cosa. “Esistono due tipi di persone, quelli che se ne fregano dell’umanità e gli altri”.
L’America ricorre, come già aveva fatto in passato – quasi contemporanea all’uscita del film è la canzone di Woody Guthrie “This land is your land” - e come non disdegnerà di fare in futuro – basti pensare alle reazioni dopo l’11 settembre, o alla campagna elettorale di Obama – alla forza di coesione nazionale, ben diversa però da quella tedesca: mentre l’ultima si chiuse in se stessa, nel nazionalismo più razzista, l’America riuscì a uscire rafforzata dalla crisi – e dalla guerra – facendo leva sui sentimenti patriottici più puri della gente americana, contro la ricchezza “di carta” che aveva trascinato l’economia del paese ai minimi storici.
21 febbraio - when the man comes around
when the man comes around - johnny cash (american recordings IV)
buona settimana
domenica 20 febbraio 2011
NEGAZIONISMO
Ma non stiamo parlando di cose tipo i rigori, i fuori gioco, i genocidi eh? No no.
In questa piovosa domenica, mentre si spegne (speriamo) l'eco del festival di sanremo, mi sovviene uno dei peggiori complotti che la massoneria giudeo-britannica-anarco-insurezionalista-magnapreti-saltimbocca-tottigò-individualista abbia mai ordito, in combutta con la lobby dei venditori di caldarroste.
Gli ospiti internazionali a sanremo.
C'è gente che ancora oggi vi farà credere che esattamente 15 anni fa, il 20 febbraio 1996, ad inizio serata, un tal cantautore americano salì su QUEL palco, per cantare la canzone che dava il titolo al suo appena pubblicato disco acustico.
Non è vero. Non è mai successo.
Figurarsi se uno così va a sanremo.
Figurarsi.
Io c'ero, sulla poltrona insieme ai miei, quella sera, quando il presentatore di militello sembrò presentare quel cantante.
Non è vero. Non è mai successo.
C'ero, ascoltai quella clamorosa menzogna in mondovisione, mi alzai, andai in camera mia, accesi lo stereo, ascoltai, toh, proprio la canzone che dava il titolo all'appena pubblicato disco acustico proprio di quel cantante (perché io un po' la musica di quel cantante la conosco).
Mi alzai dalla poltrona mentre mia mamma continuava a dirmi “ma dove vai? Guarda che arriva!”
mi alzai dalla poltrona mentre mio padre scuoteva incredulo la testa vedendomi andare via, nonostante in tv avessero appena annunciato il nome di quel cantante che, diciamolo, ascoltavo abbastanza spesso.
Non è vero. Non è mai successo.
Tornai dopo 4\5 minuti e toh, di quel cantante nessuna traccia.
Non è vero. Non è mai successo.
Ed ancora oggi, a 15 anni di distanza, c'è gente che continua a crederci.
Ed ancora oggi, a 15 anni di distanza, c'è gente che continua ad affermare che sia successo, che era presente all'evento.
Si, certo.
Ed io stamattina mi sono svegliato su un'astronave.
Senza un rene.
Addirittura oggi, che la massoneria giudeo-britannica-anarco-insurezionalista-magnapreti-saltimbocca-tottigò-individualista, tiene sotto controllo tv, giornali, radio e NATURALMENTE internet, si trovano dappertutto delle immagini CHIARAMENTE MANIPOLATE che a sentir loro, dovrebbero dimostrare che sia successo VERAMENTE.
Ma credetemi, stanno manipolando l'informazione.
Non è vero. Non è mai successo.
E questo filmato è CHIARAMENTE un falso.
Non è vero. Non è mai successo.
20 febbraio - ha molto più senso
come il blog della mia amica stefania.
come chi sa di essere "l'unico che può perdonare sè stesso"
chissà se stiamo imparando qualcosa da questo viaggio?
present tense - pearl jam (milano 22\06\2000)
sabato 19 febbraio 2011
19 febbraio
buon weekend
listen to her heart - tom petty and the heartbreakers (mojo live)
venerdì 18 febbraio 2011
il fantasma di tom joad (seconda parte)
di marco puglioli
Da ben altre tinte – nel senso proprio del termine – e toni è caratterizzato “L’angelo Azzurro” [titolo originale: “Der Blaue Engel”, GERMANIA 1930); lo si capisce bene già dalla prima scena, in cui il protagonista maschile della pellicola, il professor Unrat (Emil Jannings), fa notare alla propria collaboratrice domestica la morte del cardellino che teneva ingabbiato in soggiorno, la quale risponde con uno sbrigativo: “Ah, era tanto che non cantava più!”. La prima parte del film è ambientata negli anni appena precedenti alla crisi del 1929, quando si incominciavano a mostrare alcuni segni del fallimento della repubblica di Weimar; non è da dimenticare, tuttavia, che il film è stato prodotto nel 1930, quando il nazionalsocialismo iniziava capillarmente a diffondersi in tutta la nazione; nazione che, sfiduciata nei confronti dei deboli governi della repubblica democratica, vedeva nei programmi di Hitler e del suo partito un’ancora alla quale aggrapparsi per cercare di riguadagnare importanza nel continente. La morte del cardellino, diventa quindi simbolo della fine del vecchio ordinamento e degli strati sociali ad esso legati, e nello stesso tempo emblema del “torbido avvento dei tempi nuovi”, della volontà di affidarsi a un governo nazionalista e antisemita che rappresentasse la grande borghesia industriale e agraria, il proletariato dequalificato e gli impiegati pubblici e privati.
Unrat – che in tedesco significa sporcizia, spazzatura – scopre che alcuni dei suoi alunni frequentano l’ambiguo locale “L’Angelo Azzurro”. Il professore si reca così personalmente presso il locale, dove, inseguendo alcuni suoi alunni, incontra, nel suo camerino, Lola Lola (Marlene Dietrich), ballerina molto famosa e richiesta dal pubblico, e se ne innamora. Finito nei guai con il direttore della compagnia e con la polizia, a causa della reazione violenta alle provocazioni di due uomini alla ballerina, è umiliato in classe da alcuni ragazzi, che avevano assistito alla scena. Ciononostante, Unrat decide di sposare la ballerina, e per questo perde il lavoro; decide di vendere le cartoline pubblicitarie della moglie.
Gli anni passano, e il calendario alla parete segna l’avvento del 1929. Il professore, ormai sul lastrico, è costretto per racimolare qualche soldo a entrare a far parte della compagnia come clown. Il culmine della discesa esistenziale del professore arriva con il termine della pellicola: la compagnia ha in programma un nuovo spettacolo all’”Angelo Azzurro”, in cui il professore dovrà intrattenere il pubblico travestito da pagliaccio. Durante l’esibizione, alla quale assistono anche il sindaco e gli ex alunni del professore, l’umiliazione del professore è massima, e sfocia in una crisi di violenza quando egli vede la moglie, dietro le quinte, che bacia un equilibrista. Inseguito dalla polizia, scappa dal locale e si dirige verso la scuole, dove, nella scena di chiusura del film, muore accasciandosi sulla cattedra.
La figura di Unrat compie il processo opposto a quella di Godfrey: la sua è infatti una parabola discendente, che termina con la morte (per vergogna!?). Per Unrat la crisi economica segna l’avvento di una crisi personale che parte dalla definitiva rinuncia al progetto matrimoniale con Lola Lola e culmina con la massima umiliazione, ovvero l’esibirsi di fronte ai propri alunni truccato da clown. Unrat non incarna i tratti tipici del self-made man, bensì quelli del protagonista di una tragedia greca o senechiana, la cui pena per essersi macchiato con passioni tipicamente umane è la morte. Sembra quasi che i tratti del protagonista de “L’angelo Azzurro” riflettano quelli del vecchio continente, appena uscito dalla guerra: un insieme di paesi stanchi, con istituzioni ancora arretrate e destinate a essere superate. L’America, invece, il “Nuovo Continente”, sembra pronto ad assumere i tratti di superpotenza, a prendere le redini della politica e dell’economia mondiali; il Paese in cui, nonostante la guerra, ognuno ha ancora un’opportunità. I colori del film sono generalmente scuri, gli esterni sempre notturni. Al film manca la brillantezza, la fluidità che invece è ben presente ne “L’impareggiabile Godfrey” e che lo rende più apprezzabile. La pellicola scorre quasi sempre lenta: uniche eccezioni sono le esibizioni della Dietrich, che con questo film trova la sua consacrazione come “femme fatale” del cinema.
18 febbraio
con questa come colonna sonora
night comes on - leonard cohen (various positions)
I went down to the place
Where I knew she lay waiting
Under the marble and the snow
I said, Mother I'm frightened
The thunder and the lightning
I'll never come through this alone
giovedì 17 febbraio 2011
17 febbraio
only the lonely - roy orbison (a black and white night)
mercoledì 16 febbraio 2011
il fantasma di tom joad (prima parte)
Ospito volentieri la tesina del mio amico Marco Puglioli, che l'anno scorso in quinta superiore ha svolto un bell'approfondimento sul ruolo sociale del cinema.
Il ruolo sociale del cinema negli anni immediatamente successivi alla Grande Depressione in America e in Germania
"Come farò a sapere cosa ti succederà?"
"... Forse è come dice Casy, un uomo non ha un'anima sua, ma solo un pezzetto di una grande anima.
Una grande anima che appartiene a tutti quanti. Allora ... "
"Allora cosa?"
"Allora non ha importanza. Mi aggirerò nell'ombra.
Sarò ovunque. Ovunque tu guarderai, io sarò là.
Dove si lotta perchè gli affamati abbiano da mangiare, io ci sarò.
Dove un poliziotto picchia un uomo, io ci sarò.
Sarò nelle grida di rabbia della gente.
Nelle risate dei bimbi che hanno fame e ridono perchè sanno che la cena è pronta.
E quando la gente mangerà i prodotti della propria terra e vivrà nella casa che si è costruita,
cercami, io sarò là."
da “Grapes of Wrath”
Ho scoperto “Furore”, di John Steinbeck, grazie alla canzone di Bruce Springsteen “The ghost of Tom Joad”. Dopo la lettura del libro, ho immediatamente deciso che l’America della Grande Depressione del 1929 sarebbe stata argomento della tesina dell’esame di maturità. “Furore” colpisce soprattutto per la caratterizzazione psicologica dei personaggi: mai stereotipata, sempre sorprendentemente umana. Steinbeck scrive un romanzo dai contenuti fortemente drammatici, senza mai cadere tuttavia nel patetico o nel banale, raggiungendo anzi picchi di prezioso lirismo – la sequenza finale, ad esempio, focalizzata sull’energia della maternità, oppure il monologo di addio di Tom Joad alla madre – che gli permettono di essere considerato il principale esponente letterario della Grande Depressione. Tuttavia, sebbene del romanzo in sé si potrebbe discorrere per ore, dopo aver letto un articolo apparso sul Corriere della Sera del 20-12-2009, in cui, citando il saggio del 1967 di Giorgio Galli e Franco Rositi <
Nell’articolo del Corriere della Sera del 20-12-2009, lo storico Sergio Romano risponde a un lettore che, interrogandosi sulla funzione politico sociale che al giorno d’oggi hanno assunto i mass-media, cita il saggio del 1967 “Cultura di massa e comportamento collettivo”, nel quale Giorgio Galli e Franco Rositi sostengono che mentre l’America superò la crisi economica e sociale del 1929 con il New Deal, la Germania, colpita da una crisi analoga, si consegnò al nazionalsocialismo. La differenza, affermano i due storici, la fece il cinema, che, mentre in America alimentò l’ottimismo e il coraggio, facendosi portavoce della politica del presidente Roosevelt, in Germania fu “veicolo tenebroso di pessimismo e di paura”. Sergio Romano, pur mantenendo alcune riserve – tra le quali il fatto che la Germania fosse ancora in piena fase post-bellica, con l’inflazione alle stelle e un governo non stabile – si trova d’accordo con la posizione dei due storici, e porta come esempio la cinematografia di Frank Capra. Quest’ultima, a differenza di quella dei registi contemporanei tedeschi, che intendevano il cinema come specchio della società tedesca, si faceva portatrice di messaggi di fede e fiducia nel New Deal.
Accanto a Frank Capra sono da ricordare John Ford – regista del già citato “Furore” – e Gregory La Cava.
Film di grande successo di quest’ultimo è “L’Impareggiabile Godfey” [Titolo originale: “My Man Godfrey”, USA 1936]. Sebbene realizzato allorché il peggio della crisi era già passato, il film è ambientato agli inizi degli anni ’30, quando la disoccupazione sfiorava il 20%. La prima scena è un chiaro emblema della condizione di quegli anni: accanto ad un fiume, che si scoprirà essere lo Hudson di New York, dove è ambientata tutta la vicenda, è sorta una Hooverville (chiamata così da Herbert Clark Hoover, presidente repubblicano sino al 1932), una baraccopoli, popolata da uomini che hanno perduto la casa e il lavoro: alcuni cercano materie di prima necessità in mezzo ai rifiuti, altri discorrono sulla situazione attuale.
“La fortuna è dietro l’angolo..!”
“Eh, si, ma ci sta da parecchio. Vorrei sapere quale angolo, e quando si volterà”
La crisi è qui trattata con ironia, quasi con leggerezza: elemento che si ripeterà in alcuni dialoghi successivi.
Nella Hooverville giunge una lussuosa limousine, dalla quale scende una donna bionda (Carole Lombard), che, per poter vincere una particolare caccia al tesoro organizzata dalla classe aristocratica, deve portare a casa come trofeo qualcosa di insolito, che nessuno vorrebbe. La sua attenzione cade su un vagabondo, Godfrey, (William Powell) che accetta, piace alla famiglia e viene assunto come maggiordomo. I Bullock – è questo il cognome della famiglia – hanno una domestica, che avverte Godfey della condizione della famiglia da cui è stato assunto: oltre a Irene, la donna che lo ha “comprato”, vivono nella casa la madre, che ha perso il senno della ragione, la sorella, Cornelia, donna astuta e spesso isterica, e il padre, uomo che, sebbene la crisi, ostenta ancora una certa ricchezza. Il quadretto familiare creato dal regista è senza dubbio una severa critica all’upper class, che viene derisa e fatta oggetto di burla per tutta la durata della pellicola. La signora Bullock non conosce l’inno nazionale americano, a causa delle sue “parole troppo complicate”. Le due sorelle sono spesso ubriache: una notte Irene arriva a casa con un cavallo che poi “parcheggerà” in cucina.
Nel frattempo la donna si innamora di Godfrey, che, tuttavia, per non perdere il posto ed evitare lo scandalo, respinge tutti gli inviti. Ad una festa organizzata dalla signorina Cornelia, Godfrey incontra Tony, un vecchio compagno di università, che gli chiede il motivo per il quale ora lavora come maggiordomo presso una famiglia nobile. Dopo essersi dati appuntamento in un cafè appartato, Godfrey spiega la situazione all’amico: egli, infatti, dopo la rottura con il primo grande amore, mentre cammina disperato lungo il ponte sullo Hudson, decide di gettarsi. Prima di compiere il disgraziato gesto, però, nota sulla riva alcune persone che “combattevano senza lamentarsi”; decide così di unirsi a loro, iniziando una vita da vagabondo: cambia il cognome (da Park al più anonimo Smith), si lascia crescere una folta barba e si veste di stracci. Nel discorso di Godfrey appare una nuova critica all’alta borghesia, neanche troppo velata. Il maggiordomo, infatti, ammette di essersi trovato incapace di affrontare la vita, di aver trovato la forza morale e la fiducia nelle proprio possibilità solo dopo l’incontro con i vagabondi della Hooverville.
Passato qualche giorno, Cornelia, invidiosa del rapporto privilegiato che intercorre tra il maggiordomo e Irene, nasconde una collana di perle della sorella sotto il materasso di Godfrey, accusandolo di furto. La polizia, tuttavia, perquisisce la camera dell’uomo, senza trovarvici nulla. La collana sembra essere misteriosamente scomparsa.
Dopo il ritorno delle due sorelle da una lunga vacanza, Godfrey annuncia la propria volontà di congedarsi dal suo incarico: proprio in quel momento il signor Bullock irrompe disperato sulla scena, annunciando di aver perso tutte le azioni in borsa e di aver contratto debiti elevatissimi. Il grave giudizio sulla classe privilegiata trova qui il suo culmine: la vecchia upper class non solo infatti viene accusata di essere la classe che ha maggiormente influito sullo scoppio della crisi, con speculazioni rischiose e azzardate, ma viene anche additata come classe “avversaria” del New Deal. “Devo già il 40% dei miei guadagni alle tasse, ma voi consumate il rimanente 60%”, annuncia il padre alla famiglia, ma la figlia Irene ribatte sarcasticamente “Ma mi pare giusto che la tua famiglia si prenda più dello stato!”
La famiglia, ormai sul lastrico, viene tuttavia salvata da Godfrey: egli infatti ha investito la collana trovata sotto al proprio letto giocando in borsa le azioni del signor Bullock, salvando una buona somma di denaro, riuscendo a ricomprare la collana e a tenersi parte dei guadagni per sé. Quando il film sembra volgere al termine e la scalata sociale del maggiordomo sembra essersi compiuta, viene inquadrata, come in una sorta di dejà-vu della scena iniziale, la sponda dello Hudson, dove un tempo sorgeva la baraccopoli. Di essa, ora, non c’è più traccia: Godfrey ha infatti impegnato la parte di guadagno rimasta dagli investimenti borsistici per costruire il “Godfrey Park”, un nuovo quartiere dove, nei locali, vengono assunti da Godfrey e dal suo socio Tony i vagabondi che un tempo abitavano la Hooverville. Nella sua nuova casa, costruita nel quartiere, l’ormai ex maggiordomo riceve l’inaspettata visita di Irene, che senza neanche fargli aprire bocca, con la complicità di un impiegato statale, sposa Godfrey, chiudendo la scena che anticipa i titoli di coda.
L’America, il paese delle grandi opportunità, delle possibilità, del sogno americano, subisce il colpo durissimo della Grande Depressione, crisi a cui saranno paragonate tutte quelle successive, che ciclicamente colpiscono l’economia. Tuttavia, la cinematografia, sia che mostri degli anni della crisi (si vedrà, in seguito, “Furore”), sia quelli immediatamente successivi, come in questo caso, si mostra sempre portatrice di messaggi di fede e coraggio e, strizzando l’occhio alla politica del New Deal, propone un gran numero di commedie a lieto fine. Godfrey non è solamente emblema del self-made man, l’uomo che dal nulla riesce con le proprie forze a concludere la scalata sociale, quasi volendo riscattare in un certo senso il proprio passato, vissuto tra le agiatezze e le comodità dell’upper class: egli è anche un benefattore, che condivide la propria fortuna con gli altri vagabondi, per saldare il suo debito con coloro che gli hanno mostrato i veri valori, quelli morali, della generosità, dell’operosità e della speranza. I privilegiati, i loro falsi idoli materiali, vengono derisi dal regista per tutto il film, e anche dallo stesso Godfrey, che non stenta né a definirli “imbecilli” né a sbottare contro l’unico pensiero fisso che hanno: “ Soldi, soldi, sempre soldi!”.
(continua)
16 febbraio
what's going on - marvin gaye (what's going on)
martedì 15 febbraio 2011
15 febbraio
north mississippi allstars - shake 'em on down (the early years)
lunedì 14 febbraio 2011
14 febbraio
la prima del giorno
martedì 1 febbraio 2011
la prima di gennaio
una canzone, per iniziare la giornata, ogni giorno
1.Garden - pearl jam (live at the gorge)
2.great expectations - gaslight anthem (the 59 sound)
3.supermassive black hole - muse (virgin radio)
4.i think i love you too much - jeff healey band (legacy volume 1)
5.from small things - bruce springsteen (the essential)
6.gypsy child - lowlands (gypsy child)
7.workin' for mca - lynyrd skynyrd (one more for the road)javascript:void(0)
8.jailhouse rock - elvis presley (youtube)
9.until the end of the world - u2 (virgin radio)
10.bring it on home to me - sam cooke (live at harlem square club)
11.honky tonk women - rolling stones (love you live)
12.story of my life - social distortion (live at the roxy)
13.le royal - arturo fiesta circo (e lo chiamerai giovanni)
14.can't be seen - rolling stones (steel wheels)
15.smoke - lucero (1312 overton park)
16.ace of spades - motorhead (no sleep 'til hammersmith)
17.disguises - who (magic bus)
18.pulling hair blues - canned heat (the boogie house tape)
19.heartattack and wine - tom waits (heartattack and wine)
20.house of a thousand guitars - willie nile (house of a thousand guitars)
21.everybody knows this is nowhere - neil young & crazy horse (live at fillmore)
22.everlasting light - the black keys (brothers)
23.charlie darwin - the low anthem (oh my god, charlie darwin)
24.alejandro escovedo - anchor (street songs of love)
25.marie, marie – blasters (testament)
26.repo man - ray la montagne (god willin' & the creek don't rise)
27.fever - marah (let's cut the crap and hook up on later tonight)
28.copperhead road - steve earle (copperhead road)
29.man on the street - bob dylan (the witmark demos)
30.walk with me - neil young (le noise)
31.la balera - davide van de sfroos (laiv)
. . . io farei test psicologici in itinere a tutti gli assistenti sociali !! e test antidroga !! molti NON sono all’altezza nemmeno di gestire un pesce rosso . . ed hanno TROPPO potere decisionale !!
ATTENZIONE AD IRON MAN!!! test psicologici!!!! TEST ANTIDROGA!!!!!ora, questa è per i miei amici albenganesi, a parte che ovviamente gli a.s. usano molto propoli, mi chiedo, ma STIAMO SCHERZANDO?????
e poi, i pesci rossi??? ma che schifo, mangiano, nuotano, pisciano, cagano tutto in una boccia di vetro!!! sarebbe mobbing se mi affidassero il compito di gestire i pesci rossi!!!!