giovedì 16 settembre 2010
koushun takami - battle royale
Più di una volta mi sono trovato a riflettere su quanto bastardi si è a certe età.
Quasi sempre, pensando all'età più bastarda, mi sono risposto “gli anni delle medie”, a salire, in escalation.
Questo non è solo un libro violento, oppure pazzo; è un'analisi sulla pre-adolescenza, sul momento in cui si inizia a diventare uomini, sugli anni durante i quali più o meno si decide da che parte si starà da adulti.
Ed in questo momento, la quarantina di protagonisti di questo libro, abitanti in una fantomatica repubblica della grande asia vengono sbattuti dentro un incubo dal nome Programma.
Ci uccideremo l'uno con l'altro, ecco cosa gli viene inculcato a forza e fatto scrivere.
Da qui iniziano due giorni di morte, violenza, tradimenti. Ma anche di coraggio, di scoperta dell'amore, di esaltazione degli ideali, di speranze come appigli in un delirio di assurde dimensioni.
660 pagine che mi sono bevuto in 5 giorni, inizialmente stupito da tanta crudeltà, poi affascinato dalla metafora del Programma come momento di passaggio tra infanzia e maturità.
Molta morte, non solo fisica, ma anche dell'anima.
Ogni storia personale, dalla più banale alla più squallida e tragica ha un momento di riflessione, nel quale, mettendo il protagonista di fronte all'imminente morte, più che un tardivo esame di coscienza, emerge un sentire comune di illusioni, sogni infranti e speranze disilluse.
Il tutto ovviamente in una cornice di critica “politica” verso regimi che ingabbiano ed uccidono non solo coi Programmi, ma soprattutto negando i principali diritti.
Ad esempio i sogni.
Ad esempio la crescita.
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