venerdì 3 giugno 2011

Ciò che il libro non addita



La settimana scorsa è mancato don pino, parroco di loano, ma in passato anche di tovo (paese di mia moglie) e del sacro cuore ad albenga (la mia parrocchia per 31 anni).
Io don pino l'ho solo “sfiorato”, è andato via dal sacro cuore prima che io iniziassi a frequentarlo, idem per tovo.
Però quando abbiamo fatto il corso prematrimoniale, lo abbiamo fatto da lui e per quanto lui non fosse sempre alle riunoni, la sua impronta si sentiva eccome.
Per mia moglie, come per molti della sua generazione a tovo e molti di qualche anno più vecchi di me ad albenga, don pino è un faro, un punto di riferimento importante.
Don pino e gli scout sono stati un binomio fortissimo sia al sacro cuore che a tovo, dove con forza ha voluto l'apertura di un gruppo, una trentina di anni fa.
Sacro cuore, tovo san giacomo, scout, se avessi 3 parole a disposizione per descrivere la mia vita, le sceglierei quasi tutte tra queste qui, quindi anche se io don pino lo conoscevo molto poco, penso di aver capito e vissuto chi sia stato, cosa ha fatto e soprattutto cosa ha seminato.
Era malato da 7\8 anni, di quei mali bastardi, che prima o poi ti presentano il conto. Ma lui fino all'ultimo ha combattuto, senza paura, con serenità e forza. Una pertica d'uomo di quasi due metri non si piega facilmente, lui lo ha dimostrato, vivendo finchè gli è stato possibile nel modo più normale, senza abbandonare mai la sua vocazione, senza allontanarsi mai dai ragazzi che ha cresciuto.
La sua morte non è la fine di niente, ecco, vorrei dire questo alle persone, tante tantissime, che erano alla veglia, al rosario, al funerale, ma soprattutto alla messa celebrata a tovo, dove sono stato anche io, a fianco a mia moglie e alle nostre bambine.
Una persona che semina così tanto, che semina così bene, non muore mai, altrochè.
Lo sa bene albenga, dove negli anni 70 o giocavi a pallone o eri scout o entrambi, ma in un modo o nell'altro dal sacro cuore ci passavi; generazioni intere ci sono passate e tutti hanno preso anche solo una briciola della testimonianza vera, reale, fatta di carne e sangue, che don pino ha lasciato al sacro cuore.
Io mi ricordo che nella sede scout c'era, ma credo ci sia ancora, una foto del gruppo albenga I°, con lui sorridente e fiero in mezzo ai suoi ragazzi, anno 1977; mi sono sempre sentito parte di quella foto pur non essendoci dentro, perché simboleggiava un'unione, una appartenenza, che è arrivata fino a me ed oltre.
E a tovo se possibile don pino ha fatto di più. Ha creato un qualcosa, lo ha “acceso”, gli ha dato la benzina necessaria per arrivare fino ad oggi e proseguire, ha unito ragazzi di una vallata che ancora oggi portano avanti le sue idee e i valori scout.
Tutto questo, lunedì era ben presente, almeno a me, che non mi considero un estraneo in questa storia, ma che ho una parte marginale e di sponda, che mi permette di non farmi sopraffarre dal dolore per la sua scomparsa e vedere le cose con maggiore serenità.
Don pino lunedì era a tovo, con le sue sorelle e soprattutto in mezzo ai tanti suoi figli (e nipoti) che sono cresciuti grazie a lui. Non era una messa per una morte, ma una messa per la bellezza di una vita, per lo splendore di un cammino che continua, perché chi lo ha tracciato all'inizio c'è ancora.
Non piangetelo, don pino è vivo perché voi siete i frutti bellissimi del suo albero.
Non piangete la sua assenza, testimoniate cosa vi ha insegnato la sua presenza.
Sorridete, festeggiate i tanti, tantissimi momenti passati insieme, certo non fa piacere sapere che sono finiti, ma grazie a Dio ci sono stati e non tutti possono dire altrettanto.
Lunedì sera è stata letta l'ultima omelia che don pino fece a tovo, il giorno in cui andò via dalla parrocchia.
Era un grande, grandissimo abbraccio.
Un grandissimo ARRIVEDERCI.
E fino all'ultimo giorno da “tovese” lui ha testimoniato chi era, in Chi credeva, quanto amava i suoi ragazzi.
Sono passati quasi 20 anni da quel giorno, ma la sua presenza ha resistito forte fino ad oggi.
Figurarsi se la morte la indebolisce.

Nessun commento: