martedì 28 giugno 2011
L'ultimo coguaro dello zoo di berlino
Dal nostro inviato in terra teutonica Sir Torati, un avvincente resoconto del concerto di john mellencamp a berlino.
berlino ci ha riconquistato ancora una volta. ci siamo andati in una
sorta di toccata e fuga apposta per vedere un felino in via di estinzione.
LOW COST - pur con tutti i loro limiti, primo fra tutti quelli di
imbarcare davvero i peggiori tamarri del pianeta, siano benedette le
compagnie low cost che hanno rivoluzionato l'idea stessa di viaggio. le
generazioni precedenti alla nostra potevano ambire a vedere una volta
nella vita roma, parigi o londra (spesso in viaggio di nozze), noi oggi
frequentiamo queste capitali come una gita fuori porta domenicale. senza
la rottura dei parenti o il rischio di incontrare qualchuno che
conosciamo, fra l'altro.
WILLKOMMEN - la capitale tedesca ci ha accolto sabato con un cielo
grigio e un clima un po' più rigido del caldo tropicale col quale
avevamo lasciato venezia. eravamo così tanto sicuri della perfezione
germanica che siamo rimasti un po' delusi dal ritardo di due minuti del
treno shonefeld - friedrichstrasse e dalle indicazioni poco chiare e non
esaustive della stazione dell'aereoporto. in compenso le ferrovie
teutoniche hanno inserito un'allegra musichetta che preannuncia l'arrivo
nelle diverse stazioni. a noi fanno sempre tanta tenerezza i tentativi
di questo popolo di darsi un'aria leggera e scanzonata a dispetto del
carattere e della lingua dai toni leggermente spigolosi.
BICICLETTE - in passato avevamo già scritto che, diversamente che in
italia, pedoni e ciclisti non sono alleati, ma concorrenti di due
distinte porzioni del medesimo marciapiede. che i crucchi siano
mediamente più alti e prestanti di noi è noto (infatti in ben due
occasioni, come quando si fanno le squadre a calcio al campetto, li
abbiamo scelti come primi alleati nelle guerre mondiali), ma i mezzi su
due ruote che pedalano sono proporzionalmente ancora più enormi. piste
ciclabili e metropolitane attrezzate per il trasporto combinato: berlino
è proprio una città a misura di bici. a dire il vero è una città a
misura di tutto.
BEVANDE - non siamo granché esperti in tema di bevande alcoliche, ma la
nostra impressione è che la birra tedesca sia estremamente leggera e
bevibile. in alcuni baracchini (berlino è la patria dello street-food)
viene servita assieme ai pretzel, quei panini salatissimi che ti
costringono, appunto, a prendere subito un altro sorso di bionda.
l'acqua invece, come in quasi tutte le nazioni diverse dalla nostra, è
un vero e proprio lusso e costa più delle altre bevande. quella minerale
è gasatissima: probabilmente contiene qualche residuo dell'arsenale
nucleare di cermania. da loro i nostri referendum avrebbero quindi
riguardato lo stesso tema.
COGUARO - dicevamo all'inizio del motivo della nostra visita. john
mellencamp è un rocker molto noto, quasi un mito, almeno per chi ascolta
quel genere di musica (per i profani: categoria "roba simile a bruce
springsteen") che nei decenni scorsi è stato propagandato da riviste
come mucchio e buscadero. peccato che per tutti gli altri sia un
illustre sconosciuto. a parte gli amici che condividono i nostri stessi
gusti musicali, non abbiamo trovato una sola persona (collega,
familiare, edicolante, vicino di casa) che lo avesse sentito nominare.
non aiuta nemmeno fornire l'indizio sul suo soprannome negli anni
ottanta: coguaro. in effetti, fra tutti i felini, non è certo il più
popolare.
ORARIO DI INIZIO - a noi la precisione tedesca piace molto, anche se
talvolta risulta eccessiva persino ai nostri occhi intrisi di
esterofilia. sul biglietto c'è scritto inizio ore 20? e alle 20.00:00
(davvero, non scherziamo) è partito lo show, mica come da noi che quando
il messaggio registrato dice di accomodarsi ché lo spettacolo sta per
iniziare, sappiamo tutti che abbiamo il tempo per ordinare un toast o
fumarci una cicchetta e ce ne freghiamo beatamente. lì invece il
meccanismo è rodato: un rintocco di campana (invero alquanto funereo)
significa dieci minuti all'inizio, due rintocchi uguale meno cinque.
oltre, se non ci si siede, si viene centrati da tiratori scelti.
DOCUMENTARIO - uno pensa che un concerto di solito inizia con una
schitarrata o con la batteria che detta il ritmo. in questo invece si
spengono le luci e parte il film. già, perché in questo tour la prima
parte dello spettacolo è rappresentata da un documentario. nulla di male
- se non che già come idea di base è una discreta mattonata sui cabasisi
- ma almeno si raccontasse una storia. invece è una raccolta di pezzi
live del nostro. più o meno gli stessi che di lì a poco sentirai suonati
dal vivo e con una band che suona strumenti veri. scelta
incomprensibile, cui il pubblico ha risposto con un generale
disinteresse (forse il tutto è un subdolo modo per garantire un altro
giro di incassi ai vari bar delle strutture che ospitano mellencamp) e
pure con qualche fischio. ci sarà rimasta male meg ryan, presente fra
gli spettatori. siamo curiosi di registrare la reazione nelle nostre
arene (mellencamp suonerà a giorni in italia) a questo documentario.
TEMPODROM - che poi, al solito, dobbiamo registrare l'esistenza di
queste splendide strutture dedicate alla musica. perché all'estero nei
palasport di norma si svolgono eventi sportivi e non concerti. il rock
condivide gli stessi spazi degli altri generi musicali in edifici
dedicati alle sette note. il tempodrom è un'arena circolare
dall'acustica e dalla visibilità quasi perfette in ogni ordine di posto.
ci sono tanti bar, si raggiunge con i mezzi pubblici, ha molti ingressi,
numerose vie di fuga e così via.
ROCK - malgrando john cougar mancasse da una vita dall'europa, il
concerto non ha registrato il sold-out e questo ci è dispiaciuto. così
come accorgerci che ormai il rock è un genere di nicchia e per lo più
destinato a gente di una certa età. nell'ultimo bis il rocker ha
invitato sul palco uno del pubblico. il tipo, pelatino e con la
pancetta, simboleggiava tutti noi, inchiodati ad una vita ordinaria e a
sogni di ribellione probabilmente svaniti fra sabati pomeriggi al
supermercato e il gran premio in tv la domenica dopo il pranzo con i
suoceri.
BERLINO ALTERNATIVA - il vantaggio di aver già visitato più volte una
città da turista è di sentirla un po' più tua, di girarla con maggior
familiarità e, soprattutto, di non aver l'ansia di dover a tutti i costi
ottimizzare il tempo a disposizione per vedere i monumenti immortalati
sulla copertina della guida. abbiamo avuto così la fortuna di girare un
po' a cazzo. domenica ci siamo imbattuti in due mercatini delle pulci.
il primo, berliner troder und kunstmarkt , simile a portobello road, ma
un po' meno turistico. c'era tanto antiquariato. però come a londra gli
unici che abbiamo visto comprare davvero, ovviamente sbandierando a voce
altissima il legittimo orgoglio per aver concluso l'affare della vita,
sono stati quattro italiani. non amiamo la furbizia e le pratiche
commerciali scorrette, ma per una volta abbiamo tifato per il venditore
e siamo intimamente convinti che abbia rifilato due sassi e qualche
biglia, spacciandoli per una splendida collana di cristallo e marmo di
sassonia. il secondo, a mauerpark, invece, è difficilmente catalogabile.
a volte pare un immenso magazzino delle cose rubate dalle case di tutto
il mondo. c'è di tutto, compresi interi scatoloni di diapositive,
quaderni di scuola, cartoline. come se a qualcuno potesse davvero
interessare venire in possesso delle foto della luna di miele a capri
del sig. mueller e consorte.
siamo tornati e già ci manca berlino. perché alexanderplatz ha il suo
fascino e noi, sotto sotto, anche se ci fingiamo democratici, abbiamo
sempre fatto il tifo per la germania est. perché ci sono i kebab più
buoni del mondo. perché è una città giovane e giovanile. perché c'è
gente in giro a tutte le ore. perché tra tutte le capitali è quella che
resite più delle altre all'omologazione. perché i bus di linea ti
portano all'aereoporto e fanno lo stesso identico tragico dei
sightseeing. perché i tedeschi hanno affrontato tante situazioni
difficili e ne sono usciti senza chiedere aiuto quasi a nessuno. e altri
perché che non vediamo l'ora di scoprire al prossimo viaggio.
domanda del cala
ora però qualche dettaglio in + sul concerto, che sono a tanto così da mandarlo affanculo, il coguaro che mette i filmini cristodiddio
sir torati
a me mellencamp mi piace tanto. quando facevo le mie classifiche era sempre nei primi tre, o springsteenpettymellencamp o springsteenmellencamppetty.
giuro che con quella barbetta e un po' invecchiato/ricostruito (aveva il volto molto plasticoso: non come john fogerty che sembra silvan, ma quasi) per strada non l'avrei mai riconosciuto. sul mio flickr trovate le foto fatta con la compattina (acquisto inutile dell'anno) comprata per l'occasione.
il documentario è davvero una mattonata. per di più assurda, perché ci sono spezzoni live delle canzoni che sentirai di lì a poco.
non è vero che il concerto è diviso in due, acustico e "greatest hits" full band. i pezzi sono alternati. band di altissimo livello. tutti si innamorano della violinista, ma il chitarrista è il vero leader.
sul palco c'è una statuina della madonna. ampli e strumenti molto vintage.
pochissimo dialogo col pubblico (classico atteggiamento di chi considera gli europei un pubblico di serie b), scaletta - a leggere il forum - uguale ovunque.
un solo bis, poi tutti a casa. i crucchi ovviamente non chiamano a gran voce una seconda uscita: essi pensano che se è andato via, un buonotivo ci sarà e vanno a casa pure loro.
merchandising a prezzi vertiginosi. il cd - ! - è in vendita a 25 euro, t-shirt 30, felpa 55.
durata: 1h 50 min, oltre documentario (65 min)
Authority Song
No One Cares About Me
Death Letter
John Cockers
Walk Tall
The West End
Check It Out
Save Some Time To Dream
Cherry Bomb (only the first verse a capalla)
Don't Need This Body
Longest Days
Jackie Brown
Easter Eve
Jack & Diane
Small Town
Rain on the Scarecrow
Paper in Fire
The Real Life
If I Die Sudden
Pink Houses
Encore:
R.O.C.K. in the U.S.A.
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