martedì 22 maggio 2012

Vecchi amici che diventano vecchi, atto secondo

A pensarci dopo uno si poteva preoccupare, anche se in realtà non era il caso; è successo, di nuovo, un mesetto scarso fa, ma è stata molto soft, tranquilla, nulla di sconvolgente.

Io e Penna abbiamo fatto "la vialata", ebbene si.

La vialata, riferita a me e Penna, non è una semplice passeggiata, nè un nostalgico "fare due passi" tra amici che non si vedono molto spesso, no.
Almeno nelle precedenti occasioni, la vialata era un momento di profondo confronto e\o di sconvolgenti rivelazioni tra adolescenti incerti (entrambi) o adulti immaturi (io).
Ma andiamo con ordine, che il titolo del post rimanda alla "drammatica" sequenza di quarantesimi compleanni che ahimè nel 2012 vedrà coinvolti noi abbelinati del 1972.

Il Penna, Penassa, Plume, Pennisha che dir si voglia, andrea, 40 anni oggi, una delle persone che cronologicamente posso dire di conoscere da più tempo, essendo stati insieme dalla prima elementare.
Uomo timorato di Dio, notevole stopper dal piede fatato e dalla massa corporea importante, amante convinto dell'entroterra ingauno, adoratore del Metallo più pesante e con derive sataniste, ottimo organizzatore di addii al celibato porno soft, più un tot di cose non riportabili qui ma che insomma, ci siamo capiti.

Marito e padre, sia chiaro, padre della piccola e biondissima Gaia, che se avete capito come fa di cognome potreste chiedervi se per caso sia un capo indiano, tipo toro seduto, alce fumante, cavallo pazzo, penna gaia.

Dicevamo, la vialata.
Due, prima di quella da quasi 40enni di fine aprile, sono state le vialate di cui ho ricordi nitidissimi:
la prima, estiva, che avevamo 16\17 anni, d'estate non ci si vedeva mai o quasi mai, lui non era tipo da spiaggia, quindi tolti gli scout le occasioni erano poche, ma quella volta camminammo su e giù per i due viali che ad albenga collegano il centro storico al mare, raccontandoci di noi, delle nostre presunte avventure e dei loro improbabili e limitatissimi risvolti erotici (i miei, ad onor del vero, più limitatissimi dei suoi, dannata vita di campagna!).

una, più intensa, verso la fine dello scorso millennio, mentre ci avviavamo alla trentina; fui io a chiamarlo e parlandoparlandoparlando e fumandofumandofumando gli raccontai di come avevo deciso di cappottare la mia vita, sentimentalmente intendendo, ribaltando un cammino che a tutti sembrava ormai scritto; non so quante volte facemmo su e giù per quei viali, nella tarda primavera di fine millennio, ma ricordo chiaramente uno schema abbastanza esplicativo del nostro essere.
Io parlavo parlavo parlavo, lui ascoltava, attento, disponibile, amichevole.

Perchè al di la degli addii al celibato, la cosa che più ricordo del penassa è la sua capacità di farti sentire accolto, benvoluto, accettato, anche quando gli racconti le peggio cazzate, che lui non giustifica, ma comprende e valuta partendo da un presupposto importante: sono tuo amico, non ti giudico ma (come ci hanno insegnato) se ti devo dire MERDA, ti dico MERDA.

E così a partire da quell'inverno di aaaaaaaaaaaaaaaaaaanni fa quando arrivai nella prima elementare della scuola "suore del suffragio" di albenga , con più o meno intensità, ma il penassa è sempre stato una costante, una presenza, una sicurezza.
Oltre a tutto, è la sua capacità di portare gli argomenti anche più scottanti o personali in una dimensione di tranquillità e rispetto che me lo rende così caro.

Ma qui solitamente si sparano cazzate, quindi usciamo gli aneddoti.
Uno dei primati di penna è di essere da sempre la persona, dopo mio padre, di cui mi fido di più alla guida.
da sempre, da prima che prendesse la patente, se capite cosa intendo.
da quando grazie alle sue conoscenze nelle vallate inventammo il "bricchi - tour", serata ad altissimo contenuto calorico ed ancor più alcolico dove il variegato programma prevedeva:
partenza con N macchine per la meta prescelta nell'entroterra (nei "bricchi" come u se dixe in dialettu nui autri che semmu d'arbenga)
arrivo nel ristorante
mangiata e bevuta colossale
ritorno a casa in condizioni a dir poco precarie
in queste occasioni, ed ovviamente in tutte le altre più "normali" essere seduto di fianco a lui mentre guidava (io con la testa completamente fuori dal finestrino) mi rendeva tranquillo e potevo dedicarmi al mio passatempo preferito: dormire.
(nel caso ve lo steste chiedendo, nei bricchi tour la figa era abolita, per scelta. Della figa)

Penassa e la bicicletta, ahia.
Penassa aveva una bicicletta, scalcagnata, sfigata, rattoppata, ma che serviva ottimamente alla bisogna, a 15\16 anni. Andare da lì a là, che ad albenga significa fare MASSIMO  1 km e mezzo e noi motorini ne abbiamo sempre avuti pochi, anzi nessuno.
A 15\16 noi gliela si menava a penassa per sta cazzo di bici, come ce la si menava per tutto; ma il penassa, una sera, pomeriggio tardi, andò a ripetizioni di chimica, in bicicletta. A ripetizioni dalla mamma del conte, dopo aver passato il pomeriggio con il figlio, con capitan buffa e con me. Noi fingemmo di andarcene, ma tornammo sotto casa del conte e gli prendemmo la bici e (ahahahahahaha) per fargli lo scherzone, la appoggiammo al bidone dell'immondizia davanti a casa del conte.
La bici sparì. Rubata, fumata, sparita, puff.
Abbiamo avuto il coraggio di dirglielo credo, se non sbaglio, 20 anni dopo, perchè lui ovviamente non ci aveva visto e non sospettava minimamente di noi.

Penassa e la musica, attenzione. 
Già ho detto delle sue derive metalliche e della sua passione per Lo Demonio, ok. 
Ma c'è una cosa che dovete sapere: se pensate che io sia un intollerante verso i gusti altrui, beh cari miei, non avete mai parlato di musica col Penassa.
Anno 1993, studiamo entrambi a genova, facoltà diverse, lui vive là io pendolo. Un giorno mi fermo da lui, cazzeggio sfrenato e giro in centro.
E grazie al penassa conosco discoclub, il mitico negozio di via san vincenzo, quello dove un paio d'anni dopo dilapiderò stipendi non ancora guadagnati.
Quel giorno mentre mi aggiro estasiato in questo negozietto, lui attacca bottone con una punkabbestia, tema: la spiritualità nelle canzoni dei sex pistols; la ragazza, crestona e pitbull d'ordinanza, esce sconfitta, per manifesta inferiorità. 

Pochi anni dopo, forse pochi mesi, siamo in macchina insieme, con Capitan Buffa ed il Conte Geddo e si parla di musica, di musica vecchia; io, meno spocchioso di adesso, ma già discretamente rompicoglioni, azzardo in tema "voci femminili" il nome di una cantante che avevo scoperto da poco: janis joplin. Penassa si umetta le labbra e mi divora: eh, a me lo dici? io SONO ANNI che ascolto janis joplin!!!! (anni? cazzo, ne avevamo 20\21, quanti ANNI erano che la ascoltavi? 5? 10? da prima che ci conoscessimo? tua madre ti portava in pancia cullandoti con Piece of my heart?)

Ma ecco il vero capolavoro.

Partiamo per il nostro solito weekend scout, macchinata classica (vedi sopra). Macchina e pilota forniti dal Penassa. Regola non scritta di quegli anni di neopatentati ed autoradio occasionali era che chi guidava sceglieva la musica.

Intanto che il Penassa si attarda fuori dalla macchina, io cerco il golpe; esco, ebbene si, la cassetta d'esordio di un giovane rocker emiliano, si si lui, luciano ligabue; era l'hype del momento, il disco d'esordio di un giovane rocker emiliano, si si lui, luciano ligabue; piaceva a tutti il primo album di un giovane rocker emiliano, si si lui, luciano ligabue. Quindi, che problema c'è se lo scelgo io anche se non guido? Nessuno no? Quindi trac, infilo la cassetta nell'autoradio.
Sale il penassa, al minuto 1 e 30 della prima canzone credo, e con uno stile ed una risolutezza che gli invidierò finchè campo, con una fluidità di movimento da consumato ballerino, schiaccia il tasto eject dell'autoradio, afferra la cassetta d'esordio di un giovane rocker emiliano, si si lui, luciano ligabue, la tira nei sedili dietro e dice "cos'è sta merda?"

Poi uno si chiede perchè adesso mi sta sul cazzo il giovane rocker emiliano, si si lui, luciano ligabue.

E comunque alla fine, l'ultima cosa che mi piace ricordare è il suo post addio al celibato; porto di barcellona, primo pomeriggio, seduti, sdraiati, comatosi sull'erba delle aiuole antistanti il porto, io, lui, capitan buffa ed il nostro vecchio capo scout giampiero; reduci da una serata devastante, occhiale scuro e bocca impastata, che, nonostante tutto, troviamo come sempre (e come spero sempre in futuro troveremo) la voglia ed il piacere di raccontarci e di condividerci, di regalarci l'un l'altro un pezzo delle nostre vite.

Ci sono altri mille milioni di sbirillioni di episodi che mi stanno venendo in mente, ma non è questo il posto per raccontarli, no. 

Per farlo servono un tavolo, una tovaglia di quelle all'antica, del cibo ligure, la compagnia di sempre ed una bottiglia di vino. A testa. 

Auguri Penassa, speriamo di farcene ancora qualcuna di vialata, finchè saremo in grado di farle a piedi.


1 commento:

il Cala ha detto...

ricevo e pubblico:
Cala, ma porca troia, puttanissima!!! te e i tuoi blog!!! ci ho messo due ore rubate al sonno per commentare il tuo post sul blog (dovendo scriverlo anche due volte) per poi non riuscire a pubblicarlo!! senti è qui sotto! se ti va metticelo tu, se no tientelo per te!! Ma porca....

Grazie Cala!! ...specialmente per l'ultima parte! Ho potuto fingere che gli occhi lucidi fossero per il ridere!! Sai che ho il pianto facile!
Ma ora veniamo alle cose serie. Alcune puntualizzazioni in ordine (chiedo scusa, ma essendo il blog di Calandra, mi sento esonerato da qualsiasi tentativo di sintesi):
- prima di scegliere Gaia abbiamo scartato Benedetta, per cui poteva essere peggio!
- Rivendico l'assenza di figa ai "Bricchi" come una scelta consapevole e fortemente voluta. Anche se allora non sapevamo che quella che doveva essere una scelta occasionale, si è rivelata uno status quasi permanente. Questo sì, ahimè, non per scelta nostra. Vorrei anche segnalare gli ordini di bordo del pilota, cosmopolita e poliglotta: "The sigarett jump to the finestrin!"
- dopo 20 anni il Conte mi ha confessato, riguardo la mia gloriosa Legnano, che un noto professionista di Albenga, passando a piedi e pensando "Ma chi sarà 'sto pirla che butta una bici ancora buona?!" pensò bene di prendersela!! Bastardii!!
- musica: si invecchia e da ormai dieci anni il metallo ha lasciato il posto ad una vera passione per Lucio Dalla (ho pianto), i Banco del Mutuo Soccorso, il Rock anni 60-70, con qualche nostalgia per i Doors, The Animals, The Who, Iron Butterfly, altra roba un po' fricchettona, e talvolta, ebbene sì, anche i B 52's, Guesh Patti e qualsiasi cosa mi faccia vibrare di sensazioni!
Ribadisco il concetto riguardo a Janis Joplin e confermo la mia opinione su Ligabue.
Ti ricordo tuttavia che fui io a sdoganare un gruppo appena salito agli onori di Videomusic, i Litfiba. Io che, sempre padrone delle lingue, chiamavo gli INXS, con il loro nome: Inchs!!
- Il prato di Barcellona è un ricordo indelebile (oltre ad un paio di altre cosette!)
- per il resto, sono sempre pronto a metterci macchina e musica!
- tutte le vialate che vuoi. Con quella sensazione un po' contradditoria, per cui ti conosci da così tanto tempo che vorresti condividerti le cose importanti della vita, ma, per lo stesso motivo, senti altrettanto importante dare voce a quel legame così antico e radicato gustandoti la gioia di sparare cazzate a raffica, parlare di figa, prendersi per il culo e ridere,come se tutto fosse ieri, come se fosse ancora quando da Nicola, per pagare, si faceva un giorno per uno!!