Ieri sera a tovo san giacomo si è tenuta la quinta edizione del festival "Perchè Bardino è Bardino".
Bardino è una frazione di tovo san giacomo, il paese di mia moglie, nell'entroterra del ponente ligure.
Il titolo del festival è nato come scimmiottatura dello slogan di sanremo e fino all'anno scorso si teneva proprio a bardino al mulino degli artisti, piccola realtà culturale, che sta pian piano ritagliandosi il suo meritato spazio.
E giustamente la giunta comunale di tovo ha permesso che l'edizione di ieri si svolgesse in un luogo più grande, centrale e facilmente accessibile, aumentando in maniera esponenziale il numero degli spettatori.
Certo, i numeri sono quelli soliti della provincia ligure, fuori stagione, in un posto fuori mano, senza dehor sul mare e senza particolari attrattive fashion.
Ma è proprio qui che sta la grande importanza del festival e soprattutto dell'associazione "mulino degli artisti", perchè la sua esistenza permette a chi se la sente di fare musica, di fare la propria musica.
Mi sembra abbastanza evidente, perlomeno dalle mie parti, come da anni ormai il concetto di "locale dove suonano dal vivo" sia stato derubricato a "piano bar" oppure a "karaoke" o nella migliore (???) delle ipotesi a "posto dove suonano le cover band".
La musica come forma d'arte non trova più spazio nel locali "in", quelli sul mare, quelli con ambientazioni finto - esotiche, quelli da 40-50 carte all'ingresso (ma con consumazione); in questi posti la musica è un sottofondo o al massimo un omaggio a qualcuno di famoso.
Ieri sera invece c'erano 5 gruppi che hanno proposto ognuno 4 canzoni loro, scritte da loro, con i loro stili, le loro sensibilità, la loro creatività.
Non è importante valutarne la qualità, tutti e 5 i gruppi hanno dimostrato una grande passione ed una grande fiducia sia nei propri mezzi che nella musica che fanno; e questo vuol dire già aver vinto, in qualche modo.
La musica dal vivo, anche per chi come me ne è un fruitore "passivo" ha il grande pregio di aggregare, di creare confronto, di stimolare alla crescita ed allo sviluppo della propria fantasia; quanti cantanti abbiamo sentito raccontare di quando hanno visto qualcuno di famoso esibirsi ed aver capito che anche loro avrebbero voluto essere come lui? Springsteen rimase incantato guardando elvis ed ascoltando dylan, a sua volta poi è diventato fonte di ispirazione per tantissimi artisti ancora oggi lo è per molti trentenni che si affacciano alla ribalta.
E no, non è importante nemmeno che da bardino esca il nuovo springsteen, il nuovo eddie vedder, la nuova patti smith no. Da bardino, ma non solo, devono e possono uscire persone migliori, più complete ed arricchite dallo scambio che attraverso 7 semplici note si crea tra chi ha le palle di mettersi in gioco.
La musica ha indubbiamente questo potere, di unire, stimolare, far confrontare tra loro persone diverse; mettersi sotto un palco con una birretta in mano ad ascoltare la tua cosa mi fa entrare in contatto con una parte di te non superficiale, utilizzando la mia sensibilità e la mia capacità di capire cosa vuoi dire con la tua musica.
Questo dovrebbe essere lo spirito non solo di chi va ad ascoltare i concerti (se sei appassionato di musica dal vivo come me è facile, sei già in una certa ottica), ma anche se non soprattutto di chi organizza e gestisce eventi e locali dove far si che certe cose accadano.
E qui in provincia di savona il mulino degli artisti è un'eccezione, una mosca bianca, uno dei pochi posti che su certe cose e certi valori decide di investire tempo, fatica ed ovviamente soldi, rischiando anche di sprecarli tutti e tre.
Ma io sono fermamente convinto che dare la possibilità a chi vuole di esprimersi in musica non sia mai uno spreco.
Io sono fermamente convinto che un ragazzo che riesce a mettere in musica una parte di sè stesso che non sa come far uscire altrimenti, sia quantomeno un ragazzo con una ragione in meno per buttarsi via, perchè è riuscito ad entrare in contatto anche empatico con chi, non importa quanti, era lì sotto con la birretta in mano e le orecchie ed il cuore ben aperti.
Certo, il tributo a vasco o ligabue od il pianobar con l'immancabile io non so parlar d'amore l'emozione non ha voce sono vittorie facili, ma solo (con tutto il rispetto per l'aspetto economico) per l'incasso della serata; la soddisfazione di chi riesce ad essere "dalla parte giusta del palco" non è monetizzabile, specie se ciò accade presentando pezzi di sè stessi.
Trovo assurdo che il salone dove si è tenuto il festival ieri si riempa CLAMOROSAMENTE di persone ultra cinquantenni (se non più anziani) che vanno a ballare il liscio con le orchestre spettacolo, mentre tanti giovani fanno così fatica a trovare un buco con due casse ed un ampli per suonarsene due tra di loro; questo vada ad assoluto merito della giunta di tovo che ha dimostrato coi fatti di credere in esperienze e realtà come quella del mulino delgi artisti, ma mi sembra comunque curioso che negli anni 60 il motto fosse "non credere a nessuno sopra ai trentanni", mentre oggi i "non ancora trentenni" di allora continuano a sentire musica ed a muoversi per farlo, mentre i loro "eredi" hanno così poche scelte.
Dov'è l'investimento sui giovani? Davvero dobbiamo aspettare qualche reality o talent show per farli emergere? E tra un casting e l'altro cosa pensiamo di fargli fare? Siamo ancora oggi nelle mani dei pochi fortunati che hanno un garage "all'americana" dove poter suonare in tranquillità?
Il brixton di alassio è stato assassinato da rancori personali prima ancora che politici che nascevano dalla diffidenza INCANCRENITA verso certi tipi di aggregazione giovanili
il raindogs di savona cerca una sede da 2 anni
il ju bamboo sempre di savona apre e chiude
resiste il calvino di loano e non è un caso, perchè lì si è riusciti a guardare oltre alla presunta appartenenza politica dei vari commitenti e si è creata una sinergia che funziona eccome, nonostante le porte dei cessi rotte da 55 anni e l'intonaco scadente; resiste perchè si è INVESTITO, perchè si è DATA FIDUCIA ad un'idea semplice, ma efficace: facciamo incontrare la gente e vediamo cosa ne esce fuori (magari meglio se lo fanno impugnando una chitarra).
resiste l'associazione culturale zoo di albenga, resiste il cantautore introverso geddo ed il suo manipolo di valorosi; ragazzi quarantenni che si conoscono credo da 35 anni e che sono cresciuti insieme sotto tutti i punti di vista, credendo allo scambio ed al confronto e riuscendo a metterlo "in scena" sotto forma di canzoni o di rappresentazioni teatrali o non dimentichiamolo di festival come lo splendido "su la testa" con ospiti anche da oltre oceano.
E' così difficile quindi? Lo è davvero il mettere assieme qualche politico illuminato, qualche gestore di locale nostalgico e un pò di scarrafoni armati di chitarre e batterie? Qui nella cara liguria è davvero così strano mettere su qualcosa che dia la possibilità di salire su un piccolo palco e dire "ecco, vi presento una parte di me che voglio condividere con voi, non saprei come farlo diversamente".
C'è ancora qualcuno che appena si accende un amplificatore crede di veder spuntare droga da ogni parte?
L'altro giorno per lavoro sono passato davanti ad un locale storico, si chiamava giuditta ed anche questo era a tovo san giacomo (un pò la seattle de nui autri come si dice alla ligure?); fa schifo, è abbandonato, le erbacce lo stanno ricoprendo; era un capannone, con i gradoni in cemento ed un piccolo giardino fuori, ma chiunque ci sia stato almeno una volta se lo ricorda con emozione.
Davvero una forma d'arte come la musica (una delle più attuali direi, a meno che qualcuno non voglia investire in concorsi di poesia) merita di trasformarsi in una discarica?
Noi che ci piace stare sotto un palco con una birretta in mano ovviamente speriamo di no e nel frattempo ringraziamo (tra i pochi) il mulino degli artisti ed il comune di tovo san giacomo.
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