lunedì 5 settembre 2011

The Dome - Stephen King


Come ogni estate, arriva la settimana in montagna per cambiare aria e puntuale arriva il libro del Re.

The Dome è recente, ormai la scimmia è risalita alla grande sulla mia spalla, quindi si parte, pagg. 1037, full immersion.

I libri del Re sono tutto sommato delle favole, per adulti, per adulti poco impressionabili, ma favole, che in quanto tali, hanno una morale.

In The Dome lo schema è chiaro, un classico del Re.

Ok, il soprannaturale, ok mostri, ok fantasmi, ok extraterrestri o salcazzo.

Ma il Male, quello vero, è nell'uomo, è dell'uomo.

In The Dome il male umano è molto presente, la parte “extra” per lunghi tratti viene messa in secondo piano, ok c'è sta cosa che ha ingabbiato la cittadina, ma è quello che succede DENTRO la cittadina che ti cattura. È l'emersione dei peggiori istinti di molti che, come al solito, da ai libri del Re quel senso veramente inquietante di realismo, che ti fa andare oltre a pagliacci, cani, torri, telefonini impazziti e ti fa pensare CAZZO questo può succedere DAVVERO.

E così mentre non a caso sono due cani a farci quasi da guida in certi passaggi (quasi un coro inteso come le tragedie greche), ci addentriamo negli abissi dell'animo umano, faticando a staccarci dalle pagine del libro, che come da tradizione, è stato letto alla media di più di 100 pagine al giorno.

Buoni e cattivi, bene e male, schieramenti chiari, ma non sempre ben definiti, il richiamo di entrambe le forze è forte e ci si resiste a fatica perchè, in fin dei conti, entrambe sono dentro di noi e noi stessi come individui, siamo chiamati a scegliere dove e con chi stare.

Le avventure che portano alla conclusione non accadono solo all'esterno, ma dentro molti dei personaggi, le cui scelte relativamente allo scendere a patti con loro stessi, incideranno pesantemente sul destino di tutti.


Come in ogni suo libro, anche qui il Re fa in modo che il lettore lasci un pezzo di se stesso dentro le pagine, che il lettore si interroghi su se stesso e sul mondo REALE che lo circonda.


E poi, al di la delle considerazioni personali, non c'è NESSUNO che mi tenga incollato ad un libro come lui, sempre, qualunque sia l'argomento.


Non c'è nessuno che riesca a sbattermi in corpo tanta adrenalina solo scrivendo.


Non c'è nessuno che riesca a crearti un'ansia mista tra la paura e la voglia di vedere cosa succede nel capitolo successivo.


«Che giornata maledettamente favolosa» esclamò Claudie. Chuck rise.
Alle loro vite restavano quaranta secondi.


Ora e sempre, viva il Re.


Nessun commento: