Può
veramente un candidato alle elezioni ritenersi NON COMPETENTE sul
tema del fascismo e soprattutto dell'antifascismo?
Può
nel 2013 questo tema essere considerato ancora di attualità? Può
vincolare un dibattito politico?
A
mio avviso si e no, forse, ma.
Prima
cosa, per me la distinzione tra destra e sinistra, quella si, è
ormai desueta, stantia, legata ad ideali, ideologie e schieramenti
troppo poco definiti, dai confini troppo labili, dalle troppe
commistioni.
Capitalismo
e comunismo ormai hanno fallito, ampiamente, in maniera drammatica,
inequivocabile.
La
contingenza attuale richiede scelte chiare, che vadano a prendere
provvedimenti anche drastici, ma soprattutto un nuova generazione di
politici dal linguaggio magari meno nostalgico ma enormemente più
coerenti, capaci ed ovviamente onesti.
Ma
il valore dell'antifascismo, è ancora un valore da salvaguardare?
Si,
certo che si, assolutamente si.
Un
valore trasversale che va al di là dello schieramento, delle
bandiere, delle celebrazioni.
Un'idea,
un ideale, una spinta a lavorare sempre e comunque tenendo conto di
ciò che è stato e di ciò che non dovrà essere, mai più.
Anche
la cosiddetta nuova destra dovrebbe dimostrare una adesione non solo
di facciata a questi discorsi, perché affrancarsi, emanciparsi da un
tale passato non può che portare giovamento alla credibilità delle
coalizioni più conservatrici.
Certo,
non è un argomento su cui basare, oggi, una campagna elettorale, ma
non perché (o non solo perché) sia fuori moda o anacronistico,
bensì perché al miglioramento della cosa pubblica
dovrebbero concorrere solo forze politiche che con percorsi e
programmi differenti, avessero a monte aderito al valore
dell'antifascismo.
Come
è possibile partecipare ad elezioni democratiche senza negare di
avere ideologie antidemocratiche?
Come
è possibile ambire a governare un paese a cui il fascismo ha fatto
così tanto male (e comunque la si veda sul discorso “attualità
dell'antifascismo” lo continua a fare tuttora) senza prendere
IMMEDIATAMENTE le distanze da un così ingombrante passato?
A
tutti compete la scelta, a chiunque, in qualunque ambito della
propria vita compete porsi in modo critico di fronte a determinate
posizioni.
Come
si può accettare una NON competenza su un argomento così
importante? A memoria, è dai tempi di Ponzio Pilato che non si
ricorda un tale vergognoso lavaggio di mani.
Meglio,
piuttosto, chi certi valori non solo non li condivide, ma li critica
e li combatte.
Meglio,
ahimè, chi col fascismo vuole tornare alla carica di chi di fronte a
certi temi risponde con l'indifferenza.
Domanda:
volevamo sapere se sei antifascista
Risposta:
a me non compete questo argomento.
Questi
sono i fatti, questa la risposta agghiacciante, questa la posizione.
Non
è il problema dell'apertura a questo o quel movimento estremista, su
quello si può discutere ed essere più o meno favorevoli.
È
l'arroganza di chi si ritene super partes rispetto ad argomenti di
cui invece dovrebbero essere pregni i discorsi e le motivazioni di
chi si vuole candidare ad una carica pubblica.
Una
arroganza che discredita ciò che di valido è stato, più che fatto,
proposto od urlato in anni di campagna elettorale mascherata in un
blog.
1 commento:
Credo che esser antifascisti oggi non sia un privilegio ma un obbligo, come pure ammettere che ci sono state delle dittature. Pol pot, Stalin, Pinochet e molto altro ancora che ignoro. Per inciso, conoscere queste cose è un dovere e io per primo qui sbaglio data la mia pochezza in materia.
Aver coscienza di queste barbarie è il primo passo affinché non accadano di nuovo; il secondo è ripudiarle completamente.
Credo - anzi sono sicuro - che tra i candidati ci sia gente che non disprezzi ancora il saluto romano.
Ovviamente, prima delle idee politiche, bisogna fare una cernita delle idee sul fascismo e sugli -ismi.
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