martedì 2 luglio 2013

Vent'anni fa, a vent'anni (U2, Pearl Jam e Capitan Buffa a Verona)



Vent'anni, mezza vita fa, più o meno.
Vent'anni esatti da quella giornata, quella fuga, quel viaggio.
Vent'anni esatti dal concerto degli U2 al bentegodi di verona, una calda, caldissima giornata di luglio.
Vent'anni fa, a vent'anni mica era così semplice prendere e partire.
Vent'anni fa a vent'anni, almeno io, non è che avessi tutta sta libertà.
C'era già stato assago, a maggio dell'anno prima, il concerto rinviato, la sampdoria a wembley, il concerto rifatto, l'albergaccio in zona politecnico.
Io e capitan buffa, all'epoca ostaggio di collegi oltranzisti, insieme a noi un manipolo di valorosi.
L'idea che quella fosse davvero una giornata da godersi appieno, liberi da esami e libri.
La sensazione che la mia vita stesse indirizzandosi verso una strada utile, dopo il fallimento universitario dell'anno prima, dopo un'estate incredibilmente positiva per esami sostenuti.
Il viaggio in treno verso verona, i gestacci di capitan buffa verso i collegi oltranzisti, lo stadio, il caldo, la fila, la gente.
Il palco, spaventoso anche col sole, anche spento.
Era tutto così nuovo, così diverso dai nostri giorni provinciali, ci immagino ad occhi spalancati, per vedere e sentire e assaporare tutto questo, come spugne.
I ragazzi davanti a noi che consumano una quantità di marijuana che heidi ci si faceva il materasso a casa del nonno.
Gli stessi che quando nello stadio risuonano le note di bob marley partono per l'iperuranio e vengono scopati fuori dalla security.
Quei due bauli sospetti che ad un certo punto vengono spalancati per far uscire due finti Bono ed Edge. Gli elettrodomestici giganti della ZOOver.
Gli An emotional fish, gli stessi che 2 anni prima avevamo visto a londra in apertura per i simple minds, diventati famosi perché la loro Celebrate era stata rifatta nientepopodimenoche da vasco rossi ed intitolata Gli spari sopra.


I Pearl Jam. Cioè, i pearl jam capite? In apertura per gli U2 cazzu cazzu.
Gli stessi pearl jam che avevo scoperto l'anno prima grazie a Even flow, Alive e alla canotta dei bulls di eddie, gli stessi di cui avevo consumato l'album d'esordio. I pearl jam belìn. 
 
Un set breve, carico, con loro che sembrano scomparire in quel palco enorme, che sembra vogliano stare più vicini possibile per non farsi inghiottire dalla scenografia. Un set con qualche pezzo nuovo, del loro secondo album (VS), in uscita a breve.
I pearl jam cazzo.



E poi l'inno alla gioia e quelle due ore in cui la commistione tra musica, immagini, messaggi raggiunse il suo apice completo.
Mai come in quel tour l'esperienza fu davvero totale, davvero a 360°.
Le contraddizioni dell'europa, il freddo della germania dell'est, le trabant appese in una macabra mostra espositiva, la pornografia televisiva.
I suoni, la loro musica, le scritte sugli schermi, tutto ancora più grande, ancora più forte, ancora più intenso e diretto del tour dell'anno prima. 


Bullet the blue sky che riesce ad andare oltre la versione del Joshua tree tour, il flower of fire che diventa una svastica e Bono che in italiano urla NON DEVE SUCCEDERE MAI PIÙ. 


In quel momento Bono aveva il mondo in mano, aveva il mondo che pendeva dalle sue labbra. In quel momento Bono esercitava su di me un'influenza CLAMOROSA. Quello che ho provato in quel momento, quell'esaltazione, quel furore, quella sensazione di poter scalare le montagne se solo lui me lo avesse chiesto è una sensazione che raramente ho più provato in seguito, che mai avevo provato in precedenza, che nessun politico mi ha mai nemmeno lontanamente fatto provare.
Se qualche anno prima Bono scriveva sui muri che il rock fermava il traffico, in quel momento non era mai stato così vero il fatto che il rock potesse davvero cambiare il mondo.
La chiusura con Elvis, I can't help falling in love with you, in coda a Love is blindness, cantata quasi a cappella, cantata, l'ultima strofa, in un falsetto meraviglioso, quei 2 secondi di silenzio alla fine della canzone, perché tutto lo stadio tratteneva il respiro, Bono che saluta dicendo che Elvis è ancora nel palazzo (al termine dei concerti di Elvis, per convincere i fans ad andarsene, lo speaker diceva che “non era più nel palazzo”).

Se ho rinunciato ad andare ancora a vedere gli U2 in concerto negli ultimi anni (dal 2001), oltre che per il dispiacere di sentire la voce di Bono rovinata dall'incuria, dai sigari e dalla presunzione di non aver bisogno di aiuto è anche perché non credo che riuscirei più a provare certe cose.
Ma a vent'anni, vent'anni fa, una vita davanti, idee nuove, studi nuovi, un futuro da inventarsi ma che iniziava a prendere forma, beh vent'anni fa in uno stadio io posso dire di aver vissuto una serata memorabile, che ha dato grinta alle mie scelte e cibo alla mia anima.






Zoo Station
The Fly
Even Better Than The Real Thing
Mysterious Ways / Love To Love You Baby (snippet)
One / Unchained Melody (snippet)
Until The End Of The World
New Year's Day
Dirty Old Town
Tryin' To Throw Your Arms Around The World
Angel Of Harlem / My Girl (snippet)
When Love Comes To Town
Satellite Of Love
Bad / Fool To Cry (snippet) / All I Want Is You (snippet)
Bullet The Blue Sky
Running To Stand Still
Where The Streets Have No Name
Pride (In The Name Of Love)
I Still Haven't Found What I'm Looking For
Stand By Me 

encore(s):
Desire / You Make Me Feel So Young (snippet)
Happy Birthday
Ultra Violet (Light My Way) / My Way (snippet)
With Or Without You / Shine Like Stars (snippet)
Love Is Blindness
Can't Help Falling In Love

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