Vent'anni,
mezza vita fa, più o meno.
Vent'anni
esatti da quella giornata, quella fuga, quel viaggio.
Vent'anni
esatti dal concerto degli U2 al bentegodi di verona, una calda,
caldissima giornata di luglio.
Vent'anni
fa, a vent'anni mica era così semplice prendere e partire.
Vent'anni
fa a vent'anni, almeno io, non è che avessi tutta sta libertà.
C'era
già stato assago, a maggio dell'anno prima, il concerto rinviato, la
sampdoria a wembley, il concerto rifatto, l'albergaccio in zona
politecnico.
Io
e capitan buffa, all'epoca ostaggio di collegi oltranzisti, insieme a
noi un manipolo di valorosi.
L'idea
che quella fosse davvero una giornata da godersi appieno, liberi da
esami e libri.
La
sensazione che la mia vita stesse indirizzandosi verso una strada
utile, dopo il fallimento universitario dell'anno prima, dopo
un'estate incredibilmente positiva per esami sostenuti.
Il
viaggio in treno verso verona, i gestacci di capitan buffa verso i
collegi oltranzisti, lo stadio, il caldo, la fila, la gente.
Il
palco, spaventoso anche col sole, anche spento.
Era tutto così nuovo, così diverso dai nostri giorni provinciali, ci immagino ad occhi spalancati, per vedere e sentire e assaporare tutto questo, come spugne.
Era tutto così nuovo, così diverso dai nostri giorni provinciali, ci immagino ad occhi spalancati, per vedere e sentire e assaporare tutto questo, come spugne.
I
ragazzi davanti a noi che consumano una quantità di marijuana che
heidi ci si faceva il materasso a casa del nonno.
Gli
stessi che quando nello stadio risuonano le note di bob marley
partono per l'iperuranio e vengono scopati fuori dalla security.
Quei
due bauli sospetti che ad un certo punto vengono spalancati per far
uscire due finti Bono ed Edge. Gli elettrodomestici giganti della
ZOOver.
Gli
An emotional fish, gli stessi che 2 anni prima avevamo visto a londra
in apertura per i simple minds, diventati famosi perché la loro
Celebrate era stata rifatta nientepopodimenoche da vasco rossi ed
intitolata Gli spari sopra.
I
Pearl Jam. Cioè, i pearl jam capite? In apertura per gli U2 cazzu
cazzu.
Gli
stessi pearl jam che avevo scoperto l'anno prima grazie a Even flow, Alive e
alla canotta dei bulls di eddie, gli stessi di cui avevo consumato
l'album d'esordio. I pearl jam belìn.
Un
set breve, carico, con loro che sembrano scomparire in quel palco
enorme, che sembra vogliano stare più vicini possibile per non farsi
inghiottire dalla scenografia. Un set con qualche pezzo nuovo, del
loro secondo album (VS), in uscita a breve.
I
pearl jam cazzo.
E
poi l'inno alla gioia e quelle due ore in cui la commistione tra
musica, immagini, messaggi raggiunse il suo apice completo.
Mai
come in quel tour l'esperienza fu davvero totale, davvero a 360°.
Le
contraddizioni dell'europa, il freddo della germania dell'est, le
trabant appese in una macabra mostra espositiva, la pornografia
televisiva.
I suoni, la loro musica, le scritte sugli schermi, tutto ancora più grande, ancora più forte, ancora più intenso e diretto del tour dell'anno prima.
Bullet
the blue sky che riesce ad andare oltre la versione del Joshua tree
tour, il flower of fire che diventa una svastica e Bono che in
italiano urla NON DEVE SUCCEDERE MAI PIÙ.
In quel momento Bono aveva
il mondo in mano, aveva il mondo che pendeva dalle sue labbra. In
quel momento Bono esercitava su di me un'influenza CLAMOROSA. Quello
che ho provato in quel momento, quell'esaltazione, quel furore,
quella sensazione di poter scalare le montagne se solo lui me lo
avesse chiesto è una sensazione che raramente ho più provato in
seguito, che mai avevo provato in precedenza, che nessun politico mi
ha mai nemmeno lontanamente fatto provare.
Se
qualche anno prima Bono scriveva sui muri che il rock fermava il
traffico, in quel momento non era mai stato così vero il fatto che
il rock potesse davvero cambiare il mondo.
La
chiusura con Elvis, I can't help falling in love with you, in coda a
Love is blindness, cantata quasi a cappella, cantata, l'ultima
strofa, in un falsetto meraviglioso, quei 2 secondi di silenzio alla
fine della canzone, perché tutto lo stadio tratteneva il respiro,
Bono che saluta dicendo che Elvis è ancora nel palazzo (al termine
dei concerti di Elvis, per convincere i fans ad andarsene, lo speaker
diceva che “non era più nel palazzo”).
Se
ho rinunciato ad andare ancora a vedere gli U2 in concerto negli
ultimi anni (dal 2001), oltre che per il dispiacere di sentire la
voce di Bono rovinata dall'incuria, dai sigari e dalla presunzione di
non aver bisogno di aiuto è anche perché non credo che riuscirei
più a provare certe cose.
Ma
a vent'anni, vent'anni fa, una vita davanti, idee nuove, studi nuovi,
un futuro da inventarsi ma che iniziava a prendere forma, beh
vent'anni fa in uno stadio io posso dire di aver vissuto una serata
memorabile, che ha dato grinta alle mie scelte e cibo alla mia anima.
The Fly
Even Better Than The Real Thing
Mysterious Ways / Love To Love You Baby (snippet)
One / Unchained Melody (snippet)
Until The End Of The World
New Year's Day
Dirty Old Town
Tryin' To Throw Your Arms Around The World
Angel Of Harlem / My Girl (snippet)
When Love Comes To Town
Satellite Of Love
Bad / Fool To Cry (snippet) / All I Want Is You (snippet)
Bullet The Blue Sky
Running To Stand Still
Where The Streets Have No Name
Pride (In The Name Of Love)
I Still Haven't Found What I'm Looking For
Stand By Me
encore(s):
Desire / You Make Me Feel So Young (snippet)
Happy Birthday
Ultra Violet (Light My Way) / My Way (snippet)
With Or Without You / Shine Like Stars (snippet)
Love Is Blindness
Can't Help Falling In Love
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