Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa su Genova, un qualcosa che facesse trapelare la speranza nonostante la tragedia del porto. Il sito di news
il sussidiario che ha pubblicato anche un paio di mie recensioni, tramite l'amico paolo vites mi ha pubblicato anche questa preghiera, rivolta a chi come me ama Genova e soffre nel vederla ferita.
Mi faceva piacere metterla anche qui
Non cercate Genova in quelle macerie, in quel fumo, non cercatela nel rumore sordo delle macchine che scavano.
Non cercate Genova in quel buco nero, non cercatela nel lutto, non cercatela nella disperazione.
Genova è nel porto, Genova È il porto.
Genova è il labirinto di caruggi che ti fanno sbucare all'improvviso davanti al mare e ti lasciano senza fiato.
Genova è il centro storico che pulsa vita, che trabocca di odori, formicaio multietnico dove chiunque si sente a casa, dove tutti siamo Genova.
Non cercate Genova nelle immagini di ieri sera, nella tragedia che l'ha ferita nuovamente, che gli ha strappato vite, che gli ha sottratto cuori, infranto sogni.
Genova è nella dignità dei colleghi delle vittime, che ogni mattina si alzano e pur morendo dentro escono e vanno incontro alla loro giornata con sole o pioggia.
Genova per me mezzosangue imbastardito e provinciale è una signora diffidente che ti studia quasi con presunzione e freddezza ma ti fa innamorare pazzamente di lei.
Genova è il porto, crocevia di vite, storie, partenze e ritorni, addii ed arrivederci, Genova sono le navi che vanno lontano, Genova sono gli uomini che tornano.
Genova è il protagonista di "ma se ghe pensu" che "fa le palanche" ma alla fine decide di tornare da lei, perchè "sono nato genovese e non ci mollo".
Genova è trovarsi a Oporto, guarda caso in un porto, e pensare di essere a Boccadasse perchè i due portoghesi seduti di fianco a noi parlano con una cadenza che è troppo, ma proprio troppo genovese.
Genova sono i portuali, i camalli, i marinai, gente che la salsedine ce l'ha sulla pelle, negli occhi e sul cuore, persone che tra un mugugno e l'altro vanno avanti lavorando sodo, portano a casa il necessario in cambio di un pezzo della loro anima, che Genova non gli restituirà.
Genova è la ricchezza del pesto, frutti della terra uniti insieme dalla forza dell'uomo, Genova è il mortaio che ti mischia insieme agli altri, nel casino del centro, nelle vasche in via venti, nelle code sulla sopraelevata che guarda il porto.
Genova è la semplicità della focaccia, sottile, ma capace di saziarti e di conquistare anche i palati più difficili.
Genova è "oh belìn u xena st'annu u fà anguscia eh?" “ti pensa au doria va, belinùn”.
Genova sono le case che si arrampicano in alto, sempre di più, perchè Genova è azzurra di mare, ma anche di cielo.
Genova è il brusio della stazione, brignole o principe, dove alle 7 di mattina si arriva per lavoro.
Genova è Marassi, l'eterna rivalità, il baciccia ed il grifone che si sfidano e si guardano in cagnesco.
Genova è Via Balbi, il suo smog che quasi fa da porta alla città per i pendolari.
Genova sono alluvioni, bombardamenti, ancora alluvioni, argini che si rompono e black bloc in parata e mille altre di queste cose che provano a ferirla ma la rendono più forte.
Genova è il fango sui corpi di quegli angeli che l'hanno ripulita, donandosi a lei per amore, che sono tornati a casa distrutti ma felici di averla aiutata e consapevoli che la porteranno sempre dentro di loro.
Genova è la voce di Fabrizio De Andrè, Genova è il viso di Fabrizio De Andrè, scavato, vissuto, provato dagli anni, con uno sguardo severo e profondo ed un ghigno ironico.
Genova è la culla del mediterraneo di Creuza de Mà, dove la sua lingua così calda e sudamericana diventa nuovo esperanto per il popolo del mare; dove proprio quel porto che oggi tutti guardano con sgomento è il simbolo di un mondo nuovo, di suoni diversi eppure così famigliari, di visi, storie, donne, sesso, insomma, di vita.
Genova è negli occhi e nelle mani di quelli che da quasi 24 ore lavorano per trovare colleghi dispersi.
Non cercate Genova nella disperazione, cercatela nella speranza.
Non cercate Genova nel pianto, cercatela nelle spalle curve di chi ricostruisce.
Cercate Genova nel mugugno, nella lamentela, ma non pensate di trovarvi rassegnazione, ci troverete rabbia e forza di volontà.
Se guardate bene le immagini di oggi, vedrete che Genova si sta già, nuovamente, rialzando, belìn!
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